Italia vs Francia
Il racconto della serata dedicata al confronto di vini italiani e francesi oganizzato dalla delegazione di Cremona...
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Il terreno di gioco è stato accuratamente preparato: un bellissimo campo verde con le righe bianche ben tracciate che delimitano le aree di porta e di rigore, il centrocampo e gli angoli. Ai bordi del campo una scritta ben visibile cancella ogni dubbio su quali siano gli avversari di questa “partita”: Italia – Francia. Un’altra volta, qualcuno dirà, pensando ai recenti europei e ai non lontani campionati mondiali di calcio. Questa volta pero c’è qualcosa di insolito. Anche se non sarà la prima volta che si tiene un incontro del genere, questo è sicuramente inconsueto. La prima cosa che salta subito all’occhio e che differisce da quanto siamo abituati a vedere, sono le dimensioni del campo di gioco: 42 x 29. Più o meno sono queste le misure espresse in centimetri. L’altra è che al “fischio d’inizio” a saltare non sono i tacchetti di questi giocatori, ma i tappi. Ebbene si, la sfida che si sta consumando vede l’un contro l’altro armati, cinque vini italiani e cinque francesi. A fare da cronista o meglio, da opinionista come è ormai consueto in tutte le trasmissioni sportive che si rispettino, abbiamo il giornalista sportivo Stefano Mauri. A lui il compito di accostare con un pizzico di fantasia i dieci vini della serata ad altrettanti campioni del balòn. Lo speaker…, cioè la nostra delegata provinciale Delfina Piana, annuncia le formazioni. Eccole:
Italia
Bellavista - Franciacorta Gran Cuvée Saten
Az. Agr. Renato Keber - DOC Collio Sauvignon Grici - 2003
Baron Di Pauli - DOC Alto Adige - Exilissi Gewürztraminer - 2004
Franz Haas - Pinot Nero - 2006
Castello del Terriccio - IGT Toscana – Lupicaia - 2001
Francia
Pierre Moncuit - Champagne Cuvée Hugues de Coulmet - Blanc de Blancs
Domaine Tinel-Blondelet - Sancerre Blanc - 2002
Kuent Bas - Alsace - Gewürztraminer – Collection - 2003
Domaine Michel Gros - Bourgogne - Hautes Côtes de Nuits - 2004
Château Gruaud Larose - AOC Saint Julien - 2eme Grand Cru Classé - 2001
La partita appena iniziata si presenta frizzante e stuzzica la fantasia del nostro opinionista. Il Franciacorta viene subito paragonato ad Alessandro Del Piero, il Pinturicchio del calcio italiano come lo definì tempo addietro l’avvocato. Lo Champagne invece è associato ad un francese, ovviamente, ad una stella di prima grandezza del firmamento calcistico transalpino: Zinédine Zidane. Un avvertimento agli amici sommelier: andateci piano con questo champagne, perché dà alla testa. Scherzo ovviamente, anche perché i vini sono serviti nel più assoluto anonimato. Sui tavoli infatti arrivano i calici precedentemente preparati lontano da occhi curiosi e indiscreti, in un luogo nascosto alla vista di tutti. I bicchieri contrassegnati con i numeri uno e due sono davanti ai nostri occhi e sotto le nostre narici e subito cominciano i primi commenti. Col senno di poi si vedrà che i più hanno avuto subito le idee chiare, riconoscendo nel campione numero uno il Pierre Moncuit e nel campione numero due il Bellavista. I più fortunati, che lo scorso maggio hanno calpestato le strade della Champagne, con la Delegazione Provinciale di Cremona ricorderanno sicuramente Mesnil-sur-Öger e il Clos du Mesnil; ebbene, è da quelle parti che arriva lo Champagne in degustazione questa sera. Giovane di belle speranze, ma non sicuramente un fuoriclasse come l’asso francese a cui è stato calcisticamente abbinato, è comunque di ottimo livello. Sa arruffianarsi i presenti. Di diversa stoffa l’antagonista italiano. Il Franciacorta risulta meno complesso, più delicato e con un soave tocco femminile. A questo punto il gioco viene interrotto per un evidente quanto involontario fallo di mano nel bel mezzo del terreno di gioco. Una piccola incomprensione tra due giocatori, cioè tra due sommelier addetti al servizio, peraltro come sempre impeccabili, ha mandato in frantumi alcuni bicchieri già pronti per essere serviti. Il tempo necessario per portare via morti e feriti e il gioco ricomincia. Nel frattempo, il risultato è cambiato: Italia 1 – Francia Ø, ma noi lo scopriremo solo alla fine, una volta effettuato lo spoglio delle schede con i voti. Dite la verità, stentate a crederlo anche voi. Il delicato Saten ha avuto ragione del più accattivante Champagne. Il nuovo confronto vede protagonisti due vini provenienti da due territori, uno italiano, il Collio nel Friuli e uno francese, il Sancerrois lungo la valle della Loira, che storicamente offrono grandi produzioni di vini bianchi. Qui il sauvignon blanc trova alcune delle sue migliori espressioni. Prima di approcciare i due vini, Stefano Mauri lancia il paragone calcistico. Questa volta ad essere tirati in ballo sono i due allenatori. Lippi da una parte e Domenech dall’altra. Il primo è ritenuto da Stefano un grande motivatore più ancora che un grande allenatore, mentre il francese viene definito istrionico, anche se risulterebbe un po’ troppo condizionato dai senatori dello spogliatoio. Quella che sulla carta si presenta come una sfida estremamente incerta in realtà non ha storia, come sarà poi anche confermato dalla votazione. All’italiano del Collio che si presenta con una complessità, una struttura e una stoffa degne di nota, non risponde il francese Sancerre che risulta un po’ spento e abbastanza banale. La differenza tra i due vini, come risulterà dalle schede è piuttosto elevata. Che altro dire: Italia 2 – Francia Ø. E vvaiiiii!!!!
Ora è la volta dei vitigni aromatici, o meglio del vitigno aromatico per eccellenza: il gewürztraminer. Alto Adige contro Alsazia. Per l’accostamento calcistico servono classe, potenza e fantasia. Ed ecco sfoderare dall’amico Stefano, Camoranesi per l’Italia e Ribery per la Francia (comincio a sospettare che il nostro opinionista sia juventino). Dalle sponde del lago di Caldaro ci arriva questo vino aggressivo (in senso buono) e potente, un vino al quale le accentuate escursioni termiche tra giorno e notte all’epoca della maturazione delle uve hanno regalato notevoli fragranza e profumi. Facendo un salto dall’Alto Adige all’Alsazia ci troviamo di fronte tutt’altro vino. Un vino non banale, ma più morbido e delicato e lievemente abboccato, penalizzato però da un confronto impari. Di fatto nel punteggio, tra i due vini c’è stato un abisso (3430 punti per l’italiano contro i 2470 del francese). Vox populi, vox Dei. Personalmente però, mi sentirei di concedere al francese almeno l’onore delle armi. Italia 3 – Francia Ø. Ora scendono in campo i pesi massimi. I primi a confrontarsi sono i due pinot noir. Il francese arriva niente meno che dalla Côtes de Nuits (Borgogna), nel regno del pinot nero per eccellenza ed è targato Michel Gros. Per l’italiano scendiamo dall’Alto Adige al Trentino, una delle zone dove vengono sicuramente prodotti alcuni dei migliori pinot italiani. Quello che ci viene proposto porta in etichetta il nome di Franz Haas. Per l’accostamento calcistico vengono chiamati in causa i due portieri: Buffon da una parte e Barthez dall’altra. Indiscusso numero uno il primo, ritenuto dai più il miglior portiere in circolazione in questo momento, discusso personaggio il secondo, molto amato dai compagni. Torniamo però ai nostri vini. Il francese ci chiede tempo, un tempo che la scaletta della serata purtroppo non concede. Lo si percepisce ancora chiuso, un po’ polveroso non riesce probabilmente a tirare fuori il meglio di sé in così poco tempo, ma la classe indubbiamente c’è. Sicuramente all’altezza del confronto l’italiano: delicato e garbato mostra sicuramente un buon equilibrio ma alla fine, seppur di misura, deve soccombere all’avversario francese. Risultato: Italia 3 – Francia 1. Arriviamo infine all’artiglieria pesante. Bordeaux da una parte – Toscana dall’altra. Château Gruaud Larose - AOC Saint Julien - 2eme Grand Cru Classé contro Castello del Terriccio - IGT Toscana – Lupicaia. Calcisticamente parlando, Trezeguet contro Materazzi. E in effetti il paragone ci sta tutto. Ruvido e potente ma dotato di grande classe il Lupicaia, proprio come il calciatore italiano; un’autentica macchina da goal il francese che come il vino ha classe e personalità da vendere. Il Lupicaia ha nella sua carta d’identità come data di nascita il 2001, e segnala il 90% di cabernet sauvignon e un 10% di merlot. Il Château Gruaud Larose è anche lui del 2001 ma presenta il 63% di cabernet sauvignon, 25% di merlot, 9% cabernet franc e 3% di petit verdot. Un testa a testa davvero entusiasmante. In entrambi i casi però, un po’ di tempo ancora in bottiglia non avrebbe fatto male. Che lo scontro sia stato equilibratissimo lo dimostra il punteggio: 3580 punti per il francese, 3600 per l’italiano. Come dire che è stato necessario il fotofinish. E così la “partita” finisce 4 a 1 per l’Italia. Vittoria dell’Italia dunque, anche se il punteggio per la Francia è un po’ troppo severo. Dopo la pausa estiva questa serata insolita e divertente, nella splendida cornice della Locanda San Martino a Grumello Cremonese, ci ha riavvicinato alle attività della delegazione cremonese. Abbiamo solo il tempo necessario per trasferirci in un altro territorio, in Ungheria per la precisione, ed ecco servita un’altra serata che si preannuncia a dir poco elettrizzante. Guidati per mano dal vulcanico Beppe Frigerio andremo alla scoperta dell’Eszencia: una volta nella vita bisogna proprio assaggiarlo. A bientôt.
Italia
Bellavista - Franciacorta Gran Cuvée Saten
Az. Agr. Renato Keber - DOC Collio Sauvignon Grici - 2003
Baron Di Pauli - DOC Alto Adige - Exilissi Gewürztraminer - 2004
Franz Haas - Pinot Nero - 2006
Castello del Terriccio - IGT Toscana – Lupicaia - 2001
Francia
Pierre Moncuit - Champagne Cuvée Hugues de Coulmet - Blanc de Blancs
Domaine Tinel-Blondelet - Sancerre Blanc - 2002
Kuent Bas - Alsace - Gewürztraminer – Collection - 2003
Domaine Michel Gros - Bourgogne - Hautes Côtes de Nuits - 2004
Château Gruaud Larose - AOC Saint Julien - 2eme Grand Cru Classé - 2001
La partita appena iniziata si presenta frizzante e stuzzica la fantasia del nostro opinionista. Il Franciacorta viene subito paragonato ad Alessandro Del Piero, il Pinturicchio del calcio italiano come lo definì tempo addietro l’avvocato. Lo Champagne invece è associato ad un francese, ovviamente, ad una stella di prima grandezza del firmamento calcistico transalpino: Zinédine Zidane. Un avvertimento agli amici sommelier: andateci piano con questo champagne, perché dà alla testa. Scherzo ovviamente, anche perché i vini sono serviti nel più assoluto anonimato. Sui tavoli infatti arrivano i calici precedentemente preparati lontano da occhi curiosi e indiscreti, in un luogo nascosto alla vista di tutti. I bicchieri contrassegnati con i numeri uno e due sono davanti ai nostri occhi e sotto le nostre narici e subito cominciano i primi commenti. Col senno di poi si vedrà che i più hanno avuto subito le idee chiare, riconoscendo nel campione numero uno il Pierre Moncuit e nel campione numero due il Bellavista. I più fortunati, che lo scorso maggio hanno calpestato le strade della Champagne, con la Delegazione Provinciale di Cremona ricorderanno sicuramente Mesnil-sur-Öger e il Clos du Mesnil; ebbene, è da quelle parti che arriva lo Champagne in degustazione questa sera. Giovane di belle speranze, ma non sicuramente un fuoriclasse come l’asso francese a cui è stato calcisticamente abbinato, è comunque di ottimo livello. Sa arruffianarsi i presenti. Di diversa stoffa l’antagonista italiano. Il Franciacorta risulta meno complesso, più delicato e con un soave tocco femminile. A questo punto il gioco viene interrotto per un evidente quanto involontario fallo di mano nel bel mezzo del terreno di gioco. Una piccola incomprensione tra due giocatori, cioè tra due sommelier addetti al servizio, peraltro come sempre impeccabili, ha mandato in frantumi alcuni bicchieri già pronti per essere serviti. Il tempo necessario per portare via morti e feriti e il gioco ricomincia. Nel frattempo, il risultato è cambiato: Italia 1 – Francia Ø, ma noi lo scopriremo solo alla fine, una volta effettuato lo spoglio delle schede con i voti. Dite la verità, stentate a crederlo anche voi. Il delicato Saten ha avuto ragione del più accattivante Champagne. Il nuovo confronto vede protagonisti due vini provenienti da due territori, uno italiano, il Collio nel Friuli e uno francese, il Sancerrois lungo la valle della Loira, che storicamente offrono grandi produzioni di vini bianchi. Qui il sauvignon blanc trova alcune delle sue migliori espressioni. Prima di approcciare i due vini, Stefano Mauri lancia il paragone calcistico. Questa volta ad essere tirati in ballo sono i due allenatori. Lippi da una parte e Domenech dall’altra. Il primo è ritenuto da Stefano un grande motivatore più ancora che un grande allenatore, mentre il francese viene definito istrionico, anche se risulterebbe un po’ troppo condizionato dai senatori dello spogliatoio. Quella che sulla carta si presenta come una sfida estremamente incerta in realtà non ha storia, come sarà poi anche confermato dalla votazione. All’italiano del Collio che si presenta con una complessità, una struttura e una stoffa degne di nota, non risponde il francese Sancerre che risulta un po’ spento e abbastanza banale. La differenza tra i due vini, come risulterà dalle schede è piuttosto elevata. Che altro dire: Italia 2 – Francia Ø. E vvaiiiii!!!!
Ora è la volta dei vitigni aromatici, o meglio del vitigno aromatico per eccellenza: il gewürztraminer. Alto Adige contro Alsazia. Per l’accostamento calcistico servono classe, potenza e fantasia. Ed ecco sfoderare dall’amico Stefano, Camoranesi per l’Italia e Ribery per la Francia (comincio a sospettare che il nostro opinionista sia juventino). Dalle sponde del lago di Caldaro ci arriva questo vino aggressivo (in senso buono) e potente, un vino al quale le accentuate escursioni termiche tra giorno e notte all’epoca della maturazione delle uve hanno regalato notevoli fragranza e profumi. Facendo un salto dall’Alto Adige all’Alsazia ci troviamo di fronte tutt’altro vino. Un vino non banale, ma più morbido e delicato e lievemente abboccato, penalizzato però da un confronto impari. Di fatto nel punteggio, tra i due vini c’è stato un abisso (3430 punti per l’italiano contro i 2470 del francese). Vox populi, vox Dei. Personalmente però, mi sentirei di concedere al francese almeno l’onore delle armi. Italia 3 – Francia Ø. Ora scendono in campo i pesi massimi. I primi a confrontarsi sono i due pinot noir. Il francese arriva niente meno che dalla Côtes de Nuits (Borgogna), nel regno del pinot nero per eccellenza ed è targato Michel Gros. Per l’italiano scendiamo dall’Alto Adige al Trentino, una delle zone dove vengono sicuramente prodotti alcuni dei migliori pinot italiani. Quello che ci viene proposto porta in etichetta il nome di Franz Haas. Per l’accostamento calcistico vengono chiamati in causa i due portieri: Buffon da una parte e Barthez dall’altra. Indiscusso numero uno il primo, ritenuto dai più il miglior portiere in circolazione in questo momento, discusso personaggio il secondo, molto amato dai compagni. Torniamo però ai nostri vini. Il francese ci chiede tempo, un tempo che la scaletta della serata purtroppo non concede. Lo si percepisce ancora chiuso, un po’ polveroso non riesce probabilmente a tirare fuori il meglio di sé in così poco tempo, ma la classe indubbiamente c’è. Sicuramente all’altezza del confronto l’italiano: delicato e garbato mostra sicuramente un buon equilibrio ma alla fine, seppur di misura, deve soccombere all’avversario francese. Risultato: Italia 3 – Francia 1. Arriviamo infine all’artiglieria pesante. Bordeaux da una parte – Toscana dall’altra. Château Gruaud Larose - AOC Saint Julien - 2eme Grand Cru Classé contro Castello del Terriccio - IGT Toscana – Lupicaia. Calcisticamente parlando, Trezeguet contro Materazzi. E in effetti il paragone ci sta tutto. Ruvido e potente ma dotato di grande classe il Lupicaia, proprio come il calciatore italiano; un’autentica macchina da goal il francese che come il vino ha classe e personalità da vendere. Il Lupicaia ha nella sua carta d’identità come data di nascita il 2001, e segnala il 90% di cabernet sauvignon e un 10% di merlot. Il Château Gruaud Larose è anche lui del 2001 ma presenta il 63% di cabernet sauvignon, 25% di merlot, 9% cabernet franc e 3% di petit verdot. Un testa a testa davvero entusiasmante. In entrambi i casi però, un po’ di tempo ancora in bottiglia non avrebbe fatto male. Che lo scontro sia stato equilibratissimo lo dimostra il punteggio: 3580 punti per il francese, 3600 per l’italiano. Come dire che è stato necessario il fotofinish. E così la “partita” finisce 4 a 1 per l’Italia. Vittoria dell’Italia dunque, anche se il punteggio per la Francia è un po’ troppo severo. Dopo la pausa estiva questa serata insolita e divertente, nella splendida cornice della Locanda San Martino a Grumello Cremonese, ci ha riavvicinato alle attività della delegazione cremonese. Abbiamo solo il tempo necessario per trasferirci in un altro territorio, in Ungheria per la precisione, ed ecco servita un’altra serata che si preannuncia a dir poco elettrizzante. Guidati per mano dal vulcanico Beppe Frigerio andremo alla scoperta dell’Eszencia: una volta nella vita bisogna proprio assaggiarlo. A bientôt.
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