Jacquesson, la filosofia di un produttore che cerca l'unicità di ogni annata.
L’identità di un produttore è una questione sostanziale in Champagne. Jacquesson si caratterizza per una precisa filosofia produttiva capace di rappresentare, in bottiglia, le peculiarità di ogni annata e la tipicità del suo territorio. La serata promossa dalla delegazione Ais di Monza e Brianza, presso il ristorante Il Chiodo di Usmate, ha dunque permesso di conoscere la sfaccettata personalità dei vini Jacquesson grazie a Pietro Pellegrini, suo importatore, in esclusiva, per l’Italia.
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Jacquesson è un produttore atipico, non c’è che dire. Innanzitutto perché è un négociant manipulant (NM), che vinifica partendo solo da uve proprie e in parte conferite, senza accettare i mosti o i vini base, prodotti da terzi. A questo si aggiunga che la filosofia Jacquesson lascia un’impronta fondamentale nella cura dei 36 ettari vitati, siano essi di proprietà (26 ettari) o in affitto (10 ettari). Ma è senza dubbio il nuovo progetto dei fratelli Chiquet, proprietari della maison, a fare di Jacquesson un marchio sui generis.
La maison è oggi l'azienda più antica, ancora attiva, di proprietà privata. Fondata nel 1798 da Memmie Jacquesson, venne riconosciuta nel 1810 da Napoleone con la medaglia d'oro per "la Beauté et la Richesse de ses Caves" a Reims, il più alto riconoscimento dell'epoca per un'impresa commerciale.
Adolphe Jacquesson, seconda generazione nell'azienda di famiglia, migliorò, non solo, i metodi di allevamento della vite, ma inventò nel 1844 la capsula per lo Champagne, depositandone il brevetto.
Oggi la maison Jacquesson è guidata dai fratelli Chiquet, famiglia appartente ad un ramo di quella di Dizy, anch’essa produttrice di Champagne.
Laurent si occupa della cantina, mentre Jean-Hervé della vigna, portando avanti l’ambizioso progetto comune di “produrre il miglior vino possibile che rappresenti appieno ogni annata”.
E’ noto, infatti, che le particolari condizioni climatiche della Champagne, non permettano ogni anno di fare dei millesimati. La maggior parte delle aziende, dunque, conserva dei vins de réserve di annate precedenti, di elevata qualità, per dare continuità nel tempo allo stile della maison. Con il dosaggio, infine, ogni produttore riesce a correggere l’elevata acidità di alcune annate non particolarmente fortunate, facendo Champagne molto simili ogni anno.
La filosofia Jacquesson si è discostata da questa consuetudine comune, realizzando Champagne con la più alta percentuale possibile di vino proveniente da ogni singola annata, completando la cuvée con basse percentuali di vins de réserve di millesimi precedenti. Il progetto ha preso l’avvio nel 2002, con la Cuvée 728, e sta proseguendo tuttora con la numero 735, l’ultima Cuvée immessa sul mercato. In annate eccezionali la maison esce con vini di singola vigna e con dei dégorgement tardif.
I terreni della maison, tutti Premiers Crus e Grands Crus, sono situati nella Vallée de la Marne, sul versante collinare, e nella Côte des blancs, su plateau con strato profondo di gesso. Durante la vendemmia l’uva ammostata è pigiata ad Avize e a Dizy, comuni che con Ay rappresentano il territorio nel quale sono coltivate la maggior parte delle vigne.
La produzione annua si attesta a 350 mila bottiglie, una goccia rispetto ai 350 milioni di bottiglie prodotte in tutta la Champagne. La maison usa solo il mosto estratto da pressatura soffice (detta cuvée, da non confondere con il sinonimo di “assemblaggio”), mentre conferisce le seconde pigiature (taille), ad altri produttori.
Il mosto è travasato in vasche dove, per effetto di caduta avviene la decantazione delle sostanze solide. La prima fermentazione è effettuata in grandi botti di rovere da 40-45 ettolitri, dove il vino fa anche la malolattica, proseguendo il proprio affinamento sui lieviti con batonage periodico. Grazie alla microssigenazione nel legno, i vini si stabilizzano naturalmente senza la necessità di filtrazioni. Il tiraggio viene effettuato nella primavera successiva alla vendemmia, poi ogni cuvée segue annualmente un percorso proprio.
Un progetto coraggioso, quello della famiglia Chiquet, che ricerca l’unicità di ogni annata anche grazie alle basse rese per ettaro, curando dalla vigna alla cantina, ogni fase di produzione in maniera accurata. Una scoperta che ogni anno si rinnova in prodotti sfaccettati che seguono lo stile dettato dal territorio e da ciascuna annata.
Champagne degustati durante la serata ed analisi organolettica:
Cuvée n. 735 (47% Chardonnay, 33% Pinot Noir, 20% Pinot Meunier). Elaborata a partire dall’annata 2007 con andamento meteorologico particolare: inverno mite, primavera contrassegnata da alte temperature, quasi estive. Vinificato in grandi botti di rovere ed affinato sui lieviti con batonnage regolare. Vini dell’annata 2007 (72%), del 2006 (22%) e del 2005 (6%).
Analisi organolettica: colore brillante. Al naso emergono immediatamente note agrumate e di lieviti giovani che ricordano lo yogurt magro. Dopo poco emerge un ricordo di frutta secca (nocciola), senza tostatura. Gli aromi di bocca sono perfettamente corrispondenti al naso. La freschezza ne fa presumere una buona evoluzione. Un vino molto interessante, che si farà.
Cuvée n. 734 (54% Chardonnay, 20% Pinot Noir, 26% Pinot Meunier). Elaborata a partire dall’annata 2006 con condizioni meteorologiche piuttosto caotiche: inverno freddo con alcune nevicate, primavera mite con un maggio contraddistinto da violente tempeste, estate inizialmente molto calda con agosto freddo e piovoso. Vini dell’annata 2006 (73%), del 2005 (22%) e del 2004 (5%).
Analisi organolettica: colore brillante, naso immediatamente minerale, con soffi di salamoia. Fresco e sapido in bocca, con minor durata gusto-olfattiva.
Cuvée n. 733 (52% Chardonnay, 24% Pinot Noir, 24% Pinot Meunier). Elaborata a partire dall’annata 2005 con andamento meteorologico costante, senza situazioni particolarmente difficili: inverno asciutto e freddo, primavera tranquilla, luglio piovoso che ha favorito lo sviluppo della botrytis. Vini dell’annata 2005 (78%), del 2004 (16%) e del 2001 (6%).
Analisi organolettica: bel colore brillante. Al naso emerge subito un netto profumo di lievito maturo (dado), arricchito da eleganti richiami vegetali (asparago, sedano). Fine ed elegante in bocca, con lunga persistenza gustativa e corrispondenza dei profumi percepiti al naso. Buona freschezza e sapidità.
Millésime 2002 (36% Chardonnay di Avize, 7% Chardonnay di Chouilly, 35% Pinot Noir di Dizy, 35% Pinot Noir di Ay 7% Pinot Noir di Mareuil sur Ay). L’annata 2002 ha avuto condizioni meteorologiche quasi perfette per le viti: assenza di gelo e grandine, estate calda e soleggiata con notti fresche, settembre con leggere piogge.
Analisi organolettica: colore giallo dorato brillante. Naso intenso, fragrante, fine ed elegante. In partenza si percepisce una nota quasi burrosa che lascia spazio alla mandorla tostata ed a un lungo ricordo minerale. Un prodotto che entusiasma per la ricca personalità olfattiva e per l’evoluzione del bouquet. In bocca fine, elegante con avvolgente e prolungato finale gustativo.
Avize Grand Cru 1995 Dégorgement Tardif (100% Chardonnay). Questo Champagne fa parte ancora della vecchia filosofia della maison, prima che i due fratelli Chiquet prendessero in mano l’azienda gestita allora dal padre.
La vendemmia è proveniente da tre vigneti situati rispettivamente nei “lieux dits” La Fosse, Némery e Champ Caïn. Le condizioni climatiche del 1995 sono state inizialmente piuttosto delicate: qualche gelata primaverile seguita da un lungo periodo piovoso, con temperature miti. L’estate è stata buona fino al ritorno delle piogge all’inizio di settembre. La maggior parte della Cuvée è stata sboccata tra il 2001 e il 2004 per essere commercializzata in quegli anni, ma si è deciso di conservare una piccola quantità di bottiglie, per un ulteriore invecchiamento sui lieviti, in vista di un dégorgement tardif effettuato nel giugno del 2010.
Analisi organolettica: colore giallo dorato. Naso intenso con una leggerissima nota ossidata. Complesso, emerge su tutti la frutta secca, (nocciola, mandorle), dei soffi di frutta gialla matura supportata da intriganti profumi minerali evoluti (quasi fumé). In bocca è sapido e fresco, con lunga persistenza gustativa.
N.b. nell’analisi sensoriale non è stato valutato il perlage perché, per dare risalto al bouquet degli Champagne, sono stati utilizzati dei calici che non hanno permesso di verificare persistenza e finezza delle bollicine.
* Pellegrini Spa – via Mazzini n. 43 – 24034 – Cisano Bergamasco (BG) – tel. 035787709 – 035781010 - Sito: www.pellegrinispa.net – E-mail: info@pellegrinispa.net
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