L’antica Tracia tutta da scoprire: i vini bulgari

La produttività vinicola della Bulgaria è in costante crescita. I vini bulgari, prodotti con vitigni autoctoni, si fanno sempre più spazio sul mercato internazionale

Giulia Cacopardo

«L’AIS deve insegnare la curiosità di assaggiare cose nuove» dice Guido Invernizzi. Con questa premessa inizia un altro viaggio, in uno dei territori di confine tra Europa e Asia, in cui Guido periodicamente si diverte a condurci: la Bulgaria.

La storia vinicola di questo paese parte da molto lontano. L’odierna Bulgaria era una volta l’antica Tracia, terra di guerrieri e mercenari, grandi orafi e abili produttori di vino. «In Bulgaria si produce vino da 3000 anni! Plinio racconta che il tracio Eumolpo fu il primo vinificatore d’Europa» racconta Guido Invernizzi. L’importanza dei Traci, nella produzione di vino, è attestata in quasi tutti i nomi delle odierne cantine del paese e nelle etichette delle loro bottiglie.

La storia vinicola della Bulgaria non è stata sempre rosea: ha vissuto battute di arresto e riprese dovute prevalentemente alle vicende storico-politiche, soprattutto in tempi più moderni, ma la fiducia nella qualità della sua produzione non è mai venuta a mancare nel tempo; basti pensare che, durante il periodo comunista, Churchill acquistava ben 500 litri di vino bulgaro all’anno! Oggi, comunque, il paese sta ritornando, dal punto di vista della produttività vinicola, ai suoi antichi splendori, registrando negli ultimi anni una notevole ripresa e un buon successo in Polonia, Germania, Stati Uniti e in altri paesi dell’UE.

La Bulgaria conta circa 60.000 ettari vitati, di cui oltre i 2/3 situati sotto i 600 m s.l.m., suddivisi in cinque regioni vinicole. Dal punto di vista climatico, sebbene sia un paese con clima prevalentemente continentale, gode di circa 2.200-2.500 ore di sole l’anno. Inoltre, le influenze del Mar Egeo a sud e del Mar Nero a est contribuiscono a mitigare il clima e favorire la crescita della vite.

Nelle pianure danubiane, cioè nell’area nord-occidentale compresa tra le rive meridionali del Danubio lungo il confine con la Romania e i monti Balcani che si allungano da est a ovest, si coltivano prevalentemente vitigni a bacca rossa. Oltre a cabernet sauvignon, merlot e pinot nero, crescono bene gli autoctoni gamza e pamid. Il gamza è un vitigno a maturazione tardiva, molto produttivo, particolarmente sensibile alla botritys cinerea e alle gelate, con il quale si producono vini di colore rubino chiaro, profumi delicati di fragola e lampone e, in genere, da consumare giovani. Anche il pamid, tra i più antichi e diffusi, è un vitigno adatto alla produzione di vini freschi e di pronta beva.

Nella parte centrale del paese, a sud dei monti Balcani e a nord della piccola catena montuosa Sredna Gora lunga circa 160 km, è situata la Valle delle Rose, famosa soprattutto per la produzione di prodotti a base di rose, come olii e liquori. In questa valle si coltiva il red misket o misket cherven, un’uva dal colore rosa che tende al violetto, che dà vini bianchi color “fieno”. Si tratta di vini freschi, leggeri, talvolta “salini”, contraddistinti da sentori di tè, erbe aromatiche, fiori, mela cotogna e fiori d’arancio.

A est delle precedenti regioni vinicole, lungo la costa del Mar Nero, si coltivano prevalentemente vitigni a bacca bianca come sauvignon blanc, chardonnay, ugni blanc, riesling, il georgiano rkatsiteli, ma anche le varietà autoctone misket e dimyat. Quest’ultimo è un vitigno a bacca bianca ideale per la produzione sia di vini secchi, freschi e delicati, sia di vini da dessert e brandy.

A sud, protetta dai venti freddi del nord grazie alla presenza dei monti Balcani e con un clima mitigato dal Mar Egeo, la Pianura Tracia è l’area da cui provengono i migliori vini di tutto il paese e in cui si coltivano vitigni internazionali come cabernet sauvignon e merlot, ma anche il rubin, incrocio tra nebbiolo e syrah, e il mavrud, vitigno a bacca rossa coltivato sin dall’antichità, che regala vini di struttura importante, con un buon corredo acido-tannico, dal colore rubino intenso e dai profumi di frutta rossa e spezia, che si prestano all’invecchiamento. Durante la serata abbiamo avuto modo di degustare AplauZ Mavrud Reserve 2015, affinato per 18 mesi in barrique.

Oltre al mavrud, che sembra avere un grande futuro nei mercati internazionali, altro autoctono fra i più popolari è il melnik a foglia larga (chiamato anche shiroshka melnika loza). Questo vitigno a bacca rossa è coltivato nella parte sud-occidentale del paese, nella Valle del fiume Struma, che comprende l’omonima valle e i monti Rodopi, caratterizzata da un clima secco mediterraneo. I vini, prodotti con il melnik, vitigno a maturazione tardiva, sono caratterizzati da un colore rosso intenso e sentori di cuoio e tabacco. Un esempio, in degustazione, l’AplauZ Shiroka Melnik Reserve 2015, affinato per 18 mesi in barrique.

Il viaggio in Bulgaria avrebbe meritato molto più tempo, ma certamente non finirà qui, perché - come dice Guido - «il sommelier che non è curioso, non ha capito il mondo del vino» e noi, invece, abbiamo capito e apprezzato.

Ecco i vini in degustazione, tutti prodotti dall’azienda Villa Melnik.

AplauZ Rosé 2017: assemblaggio di melnik e mavrud vinificato in rosé. All’esame visivo risulta trasparente, dal color rosa tenue per la permanenza delle bucce a contatto con il mosto per 24 ore, e di buona consistenza. Naso molto delicato, con note di cipria, ciclamino, geranio e arancia sanguinella. In bocca si percepisce una buona acidità, grande sapidità e una nota finale leggermente amaricante. Buona la persistenza.

Bergulé Rosé 2017: assemblaggio di cabernet sauvignon, melnik e pinot nero. Trasparente, rosa tenue con una nota di colore che richiama la “buccia di cipolla” e di struttura. Il naso risulta pulito con percettibili note erbacee e agrumate. Bocca leggermente “polverosa” con una nota amaricante.

AplauZ Viognier Sur Lie 2017: viognier sur lie fermentato e affinato in barrique. Color giallo paglierino con riflessi dorati, profumi di banana, vaniglia e una nota di burro. In bocca sentori di ginestra, pesca, albicocca e lavanda, e una grande freschezza.

Orange Wine Sauvignon Blanc 2017: 100% sauvignon blanc. Di colore dorato e buona struttura; al naso un profumo di confettura di pomodori verdi e in bocca leggermente astringente e amaricante.

AplauZ Melnik 55 Reserve 2016: il melnik 55 è un incrocio, creato nel 1963, tra il shiroshka melnika loza e i pollini di alcune varietà francesi. Fermentato in acciaio e affinato per 15 mesi in barrique, il vino si presenta di color rubino con toni violacei e di buona struttura. I profumi sono quelli di frutta rossa matura, con note di pepe e vaniglia. In bocca risulta molto fine, grazie ad una perfetta gestione dell’alcol e del tannino; ha un grande potenziale di invecchiamento.

AplauZ Shiroka Melnik Reserve 2015: affinato per 18 mesi in barrique, color rubino e di buona consistenza, al naso è delicato e fine, con profumi di frutta sotto-spirito, tabacco, sottobosco e un accenno di note terziarie. In bocca è fresco e abbastanza tannico, sembra più “giovane” rispetto a quanto rivelava il naso, ma ha un bel potenziale di invecchiamento.

AplauZ Mavrud Reserve 2015: affinato per 18 mesi in barrique di primo passaggio, si presenta di color rubino e buona consistenza. All’esame olfattivo è complesso: profumi di frutta rossa matura, pomodoro secco e olive nere in salamoia, note di pepe e menta. In bocca si avverte una importante acidità, con un tannino perfettamente gestito e una nota finale speziata.

Bergulé Melnik & Pinot Noir 2014: assemblaggio di melnik e pinot nero e affinamento di 12 mesi in barrique. Rubino con un naso in cui si avvertono note di sottobosco, fungo, terra bagnata. In bocca un tannino piacevole, ma non una grande acidità e poca persistenza.