La Borgogna e i suoi miti: Louis Latour

Ospite d’eccezione, in AIS Monza e Brianza, è una delle più prestigiose e storiche realtà della Borgogna: Maison Louis Latour. Un meraviglioso percorso con 8 vini, raccontati da Bruno Papin e Josefa Perret.

Raffaella Radaelli

In AIS Monza e Brianza, le serate dedicate alla Borgogna sono ormai di casa e sono tutte di grande spessore e approfondimento, ancor più quando a presentarcele sono gli stessi produttori o dei loro rappresentanti. È quello successo nel caso della Maison Louis Latour, celeberrima e storica realtà fondata nel 1797, raccontata da Bruno Papin e Josefa Perret, rispettivamente direttore vendite ed export manager dell’Azienda. 

Pillole di Borgogna

Bruno Papin, accompagnato da Massimo Bernardi, direttore commerciale di Sarzi Amadè, distributore per l’Italia, ci ha inizialmente fornito alcune coordinate sul vigneto borgognone, sempre utili per chi si accosta a questo territorio per la prima volta, sottolineando alcuno aspetti legati alla base ampelografica di questa regione.  Fino al 1395 in Borgogna si coltivavano molti vitigni oltre allo chardonnay e al pinot nero, oggi dominanti, con il 51% di superficie il primo e il 39% il secondo. Era, infatti, largamente diffuso il gamay, vitigno a bacca nera successivamente vietato dall’Editto del Duca di Borgogna Filippo II a beneficio del pinot nero, e la cui percentuale, oggi – per di più comprensiva di altri vitigni quali césar, sauvignon blanc, pinot blanc – è limitata al 4%. Sulla fiorente collina di Corton, particolarmente vocata alla coltivazione dello chardonnay, un tempo trovava dimora anche l’aligotè, che oggi raggiunge il 6%, vitigno facilmente distinguibile per la sua elevata acidità.

 

La superficie vitata borgognona si estende oggi su 30.815 ettari, equiparabile a quella della Champagne, che però rivendica soltanto un’Appellation, contro le 84 (23% delle AOC francesi) della Borgogna, ripartite nell’ormai famosissimo sistema di classificazione che parte da quelle regionali sino ad arrivare, al suo vertice, ai Premier Cru, che rappresentano solo il 10%,  e i leggendari 33 Grand Cru, che hanno una produzione pari  all’1% di tutta la regione.

Famiglia, Maison, Domaine Latour

La Maison Latour si estende su 48 ettari, 27 dei quali sono classificati come Grand Cru, primo Domaine per estensione di vigne Grand Cru. Un domaine centrale dal punto di vista produttivo in Borgogna e che ha in assortimento un numero importante di etichette, ben 130.

È l’unica azienda in Borgogna ad aver preservato il patrimonio vitivinicolo in ambito familiare, tant’è che nel 1997, in occasione del suo bicentenario, è entrata a far parte di Henokiens Club, un'associazione internazionale che riunisce le realtà familiari con più di duecento anni e la cui proprietà è ancora in mano alle famiglie fondatrici.
Nel 2023 è entrata in azienda la 12° generazione, nella figura della giovane Eléonore Latour, figlia di Fabrice Latour.

Rispettosa dell'ambiente, Domaine Latour ha una politica interna dedicata alla sostenibilità da almeno 25 anni, con un approccio determinato a preservare la biodiversità, l'ecosistema delle sue vigne e, più in generale, dell’intera regione. È con questo spirito che i metodi tradizionali di viticoltura vengono perpetuati insieme a tecniche più moderne e innovative. La lotta all'erosione, l'idrografia, l'impianto di alberi e siepi e la cura degli alveari in collina sono solo alcune delle azioni portate avanti dall'azienda.  A partire dal 2025, ci anticipa Josefa Perret, anche in etichetta verrà riportata la certificazione biologica.

Tra le curiosità da evidenziare, Louis Latour, sin dal 1731, costruisce internamente botti a mano, realizzate in legno di rovere di media tostatura. Oggi ne produce artigianalmente circa 3.500 all’anno, metà delle quali vengono utilizzate per i propri vini.

La degustazione

La degustazione, guidata da Josefa Perret, ha visto, come ordine di servizio prima i vini rossi a base pinot nero e poi quelli bianchi a base chardonnay. Una consuetudine borgognona dovuta alla forza e alla potenza dei vini bianchi, di gran lunga superiore a quella dei rossi.

Bourgogne Rouge Cuvée Latour 2021

Si tratta del vino più indicato per iniziare a scoprire la tipicità del pinot noir di Louis Latour. I vigneti posti su un terreno calcare, argilloso e granitico nella Côte de Beaune hanno un’età media di 30 anni, il vino si ottiene anche con uve di piccole parcelle di Santenay e Auxey-Duresses di qualità superiore. 

Fermentazione tradizionale in tini aperti, maturazione esclusivamente in vasche di acciaio inox per 10-12 mesi.

L’annata 2021, particolarmente fresca, si percepisce anche all’assaggio, con note di frutti rossi e sottobosco croccanti, quasi appena colti e non del tutto maturi. Un vino giovane e godibile, dalla struttura snella, da bere subito.

Chambolle Musigny 2020

Ci troviamo nella Côte de Nuits, Appellation Chambolle-Musigny, la più piccola della Côte d’Or con soli 180 ettari vitati, i cui suoli di origine calcare sono noti per la produzione di vini profumati ed eleganti. 

La fermentazione avviene nei tradizionali tini aperti e la maturazione dai 10 ai 12 mesi in botti, di cui 20% nuove.

A dispetto del vino precedente, l’annata 2020 fu particolarmente calda, eppure nel calice, sia al naso che in bocca, emerge finezza e freschezza unitamente alla struttura, alla persistenza e alla complessità che, evolvendosi, saprà arricchire le percezioni appena abbozzate. 

Vosne Romanée 1er Cru “Les Chaumes” 2021

Vosne-Romanée, famosa in tutto il mondo per i suoi Grand Cru, produce anche ottimi Premier Cru in grado di rivaleggiare con i più grandi. La composizione del terreno a base di ferro è ideale per la coltivazione del pinot nero. Il termine "Chaumes" ha la stessa origine di "Charmes": indica che si tratta di un antico terreno che giaceva incolto prima di diventare un vigneto.

La fermentazione avviene nei tradizionali tini aperti e la maturazione dai 10 ai 12 mesi in botti, di cui 40% nuove.

I sentori di frutta e fiori sono netti ed intensi, ma ad inebriarci sono i profumi orientali di spezie, sandalo, incenso, fumo di oppio, caratteristici dei pinot nero di questa straordinaria denominazione. Un vino che affascina per vigore e grazia. 

Château Corton Grancey Grand Cru 2020

Il quartetto di pinot nero si chiude con un vino eccezionale per classe ed eleganza. È il vino simbolo di Latour, unico ed esclusivo.

"Grancey" era il nome degli ultimi proprietari dello château situato sulla strada di Corton, prima che la famiglia Latour lo acquistasse nel 1891. È un assemblaggio di cinque aree del Domaine Latour Corton Grand Cru: Bressandes, Perrières, Grèves, Clos du Roi e Chaumes, le cui proporzioni variano a seconda dell'annata. L'età media delle viti è di oltre 40 anni. Dopo l'invecchiamento individuale, solo le migliori botti vengono assemblate per creare lo Château Corton Grancey. È un vino che viene prodotto solo se le uve sono di una maturità perfetta, le annate giudicate inferiori vengono sistematicamente declassate.

La fermentazione avviene nei tradizionali tini aperti e la maturazione dai 10 ai 12 mesi in botti, di cui 35% nuove.

Quello che ci sorprende di questo calice, e per cui i Grand Cru sono tanto acclamati, è la potenza, la persistenza, la complessità, con tannini setosi e finezza gustativa, senza essere pesante, «un vino aereo, che sembra elevarsi e non schiacciarsi a terra», come lo ha ben sintetizzato il nostro Delegato.

Bourgogne Blanc Cuvée Latour 2022

È il vino bianco di ingresso della serata, prodotto con le migliori uve di chardonnay dalla Côte Chalonnaise. L’annata è stata favorevole sia in termini produttivi che qualitativi.

Fermentazione tradizionale in tini di acciaio inox, a temperatura controllata, con malolattica completa. Maturazione di 8-10 mesi in vasche d'acciaio inox.

Il naso è semplice, con sottili profumi di mela e biancospino, eppure al palato non manca di forza e delicatezza, rimanendo teso fino alla fine.

Chassagne-Montrachet 2022

Chassagne-Montrachet si trova a sud di Puligny-Montrachet nella Côte de Beaune ed è una delle più grandi denominazioni di vini bianchi della Borgogna. Produce tutte le denominazioni, dal Villaggio al Grand Cru. La denominazione Village occupa un po' più della metà dell'area di denominazione.

Fermentazione tradizionale in botti di rovere con malolattica completa. Maturazione di 8-10 mesi in botti, di cui 15% nuove.

Presenta un naso più ricco e complesso del primo, percepiamo sentori di pesca bianca, vaniglia e nocciola. Qui il palato si fa più rotondo e ampio, con un finale lungo sorretto da grande mineralità.

Mersault 1er Cru “Genevrières” 2018

Situato a sud nella Côte de Beaune, Meursault è il più grande comune di vini bianchi della Côte-d'Or meridionale dove, incredibilmente, non c’è un Grand Cru. La perfetta esposizione a sud-est e i terreni sassosi e ghiaiosi contribuiscono alla notevole finezza dei vini di Meursault. "Genevrières" deriva da "ginepro", un arbusto con aghi pungenti e bacche viola che prospera sui terreni calcarei della Borgogna. 

Fermentazione tradizionale in botti di rovere con malolattica completa. Maturazione di 8-10 mesi in botti, di cui 50% nuove.

Il terzo calice si distingue per incisive note di frutti tropicali e tostatura di burro salato. Un vino che all’assaggio si concede con estrema generosità, pavoneggiandosi di avere struttura, pienezza, freschezza e sapidità, con un finale lunghissimo che difficilmente scorderemo.

Corton-Charlemagne Grand Cru 2018

Dopo le devastazioni della fillossera alla fine del XIX secolo, la famiglia Louis Latour decise di estirpare le viti morte di aligoté e pinot nero per sostituirle con lo chardonnay. Oggi, con 10.5 ettari (su 50 totali), Louis Latour è il maggior proprietario di questo Grand Cru. Il vigneto di Corton-Charlemagne si trova nella parte migliore della collina di Corton, dove l'esposizione a sud-est fornisce alle viti un'insolazione ideale e un perfetto equilibrio tra acidità e maturazione.

Fermentazione tradizionale in botti di rovere con malolattica completa. Maturazione di 8-10 mesi in botti totalmente nuove. Un vino che, senza troppi giri di parole, definiamo iconico. Proprio questa annata è stata premiata come miglior vino bianco al mondo da Wine Spectator Top 6 2021. Le bottiglie sono gelosamente custodite nella cantina di Louis Latour e vengono utilizzate per degustazioni e occasioni speciali.

Sia al naso che in bocca è d’obbligo il prefisso “super”: super-intenso, super-complesso, super-elegante, con note di frutta agrumata e pesca bianca, nocciola fresca, poi fiori di tiglio e vaniglia, marzapane, caffè tostato. Di volume e spessore, sensibile e risoluto, totalmente ammaliante, con una tensione e una componente minerale sottostante che conferisce energia e lunghezza.

Un tour meraviglioso, durante il quale ci è sembrato di calpestare quei minuscoli fazzoletti di terra di Borgogna, sorseggiando i vini rappresentativi di una Maison che custodisce, da più di 200 anni, un patrimonio vinicolo di bellezza e bontà inestimabile.