La Delegazione Ais Bergamo si presenta

La delegazione di Bergamo è nata nel 1976, grazie alla lungimiranza di Italo Castelletti, uno dei decani dell’Associazione Italiana Sommelier. Nives Cesari, vicepresidente di AIS Lombardia e attuale delegata della provincia di Bergamo, se lo ricorda bene quel padre putativo che l’ha instradata nel mondo della sommellerie. “È grazie a lui – ricorda – se ho iniziato ad appassionarmi al vino, ad analizzarne le caratteristiche organolettiche. Facevamo lunghi viaggi per conoscere i viticoltori e le loro filosofie produttive”.

Giordana Talamona

Nives CesariTratto da Viniplus di Lombardia N°2 - Marzo 2012

Erano viaggi verso la Francia, più e più volte, alla scoperta di una cultura vitivinicola del tutto nuova per l’Italia di allora. Oggi la delegazione di Bergamo, forte di quell’esperienza, può contare su un team di lavoro affiatato, su numerosi appassionati che affollano i corsi e su qualche novità per il 2012.

Già al secondo mandato. Bilancio positivo?

Credo proprio di sì. I sommelier iscritti alla delegazione sono circa 400, in turnover costante in questi anni, un numero ragguardevole visti i tempi che corrono. L’affluenza ai corsi è sempre stata buona? Sì, sempre molto alta, a parte l’ultimo anno e mezzo. In passato mi sono capitati dei primi livelli con 180 persone, riprova che in questi anni la passione per il vino è cresciuta molto nella provincia.

Da quando è delegata quanti sommelier ha diplomato?

Credo che 450 sia un numero più che attendibile, tenendo conto che in 4 anni abbiamo fatto cinque “Terzi livelli”.

So che lei ha un “naso” impareggiabile. Cosa fa la differenza: predisposizione o esercizio continuo?

Direi, entrambe le cose. Ammetto di essere stata molto fortunata, perché lavorando da tanti anni all’Enoteca al Ponte della famiglia Castelletti, ho avuto la possibilità di provare, sia con Italo, che con Luca suo figlio, innumerevoli vini di grande livello, analizzandone assieme le caratteristiche organolettiche. È stata una palestra formidabile che mi tiene ancora in allenamento.

Cosa consiglia ai suoi corsisti per affinare l’olfatto?

Investimento, allenamento e memorizzazione delle caratteristiche di un vino. Occorrerebbe, dunque, farsi una piccola cantina di livello, assaggiare i vini, ragionarci sopra e confrontare le sensazioni che si percepiscono. L’esperienza è un requisito essenziale.

La forza di una delegazione sta nella coesione. Vuole parlarci del suo gruppo di lavoro?

È un team molto affiatato, non c’è dubbio. Sono tutte persone che amano il vino e che fanno i sommelier per pura passione. Quello che apprezzo di più è l’entusiasmo che ci mettono durante tutti gli eventi e i corsi che teniamo. Dimostrano anche di avere un grande cuore, partecipando gratuitamente ad alcune manifestazioni benefiche che si tengono nella provincia, come “Inoltre”, o “A cena con le stelle”.

La zona di Bergamo può vantare la DOCG più piccola d’Italia, il Moscato di Scanzo, e il taglio bordolese del Valcalepio DOC. Prodotti con un grande potenziale ma che, purtroppo, sono poco conosciuti. Perché?

Sono fiera di essere bergamasca ma, in tutta onestà, quello che manca a molti produttori è il saper fare comunicazione. Più e più volte ho parlato con molti di loro, cercando di far passare il messaggio che, se non comunichi un prodotto, non uscirà mai dai confini del suo territorio. Alcuni, a onor del vero, stanno facendo comunicazione, anche molto bene, ma sono ancora troppo pochi.

Ais BergamoLa delegazione cosa potrebbe fare?

Molto, ma le cose non si possono fare da una parte sola. Il nostro ruolo è proprio quello di comunicatori del vino, questo talvolta i produttori della zona se lo dimenticano. Pensano che basti fare il vino, “tanto poi – qualcuno dice –lo vendo lo stesso”. Forse in passato era vero, ma oggi ragionare in questi termini è una visione miope.

Che cosa auspica?

Che certe sinergie, nate da alcuni anni con produttori di livello, possano spingere anche gli altri a capire che si possono fare cose molto interessanti, viticoltori e sommelier assieme.

Da pochi mesi la delegazione può contare su un nuovo punto di riferimento, “Il Caffè Falconi” del consigliere nazionale Luca Castelletti. Avete qualche novità che bolle in pentola?

Al momento abbiamo molte idee che vorremmo realizzare nel nuovo Caffè di Luca, che coinvolgeranno tutta la delegazione bergamasca in nuove, interessanti iniziative. Sono solo progetti in divenire; il locale è stato aperto da poco, quindi ci vorrà ancora del tempo.

Quali sono le novità pianificate per il 2012?

Il 27 febbraio partirà il corso per il terzo livello e nello stesso mese comincerà un nuovo master in viticoltura e tecniche di cantina, in collaborazione con l’azienda agricola Biava di Scanzorosciate. Si tratta di sei incontri durante l’anno, da febbraio a ottobre, in cui l’agronomo Manuel Biava, l’enologo Roberto Ravelli e Marco Malvezzi, assistente di cantina e futuro enologo, spiegheranno la produzione del vino, dalla vigna alla cantina.

La sinergica collaborazione con qualche produttore, dunque, è già cominciata?

Come dicevo prima, la delegazione è sempre presente per divulgare la cultura del vino, ma le cose non si possono fare da una parte sola.

Commenta la notizia

Per commentare gli articoli è necessaria la registrazione.
Se ancora non l'hai fatto puoi registrati cliccando qui oppure accedi al tuo account cliccando qui

I commenti dei lettori