La Delegazione Ais Pavia si presenta
L'intervista a Elisa Cremonesi, classe 1981, giovana Delegata di Ais Pavia
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Classe 1981, enologa, ristoratrice, figlia d’arte, probabilmente la più giovane delegata AIS d’Italia, tutti ruoli importanti.
Sì, tutti ruoli che mi stimolano; fin da piccola ho sempre vissuto tra la passione della cucina, del vino, e di conseguenza degli abbinamenti, valori trasmessimi da mia madre cuoca e da mio padre sommelier, che è stato anche delegato AIS di Pavia. Per me parlare di vino e cibo è naturale, così come l’aver partecipato ai corsi AIS. Questa passione mi ha portato ad una scelta universitaria nel campo dell’enologia col conseguimento della laurea all’Università di Milano.
Con determinazione si è impegnata fin da subito come delegata. Il bilancio ad oggi?
Sono soddisfatta dell’andamento, del copioso numero di nuovi iscritti, oltre che dell’attenta partecipazione dei soci che seguono le manifestazioni sul territorio. Intendo coinvolgere sempre più persone, stimolandole con eventi professionali e interessanti. Per esempio grande successo ha riscosso la serata su Champagne, ostriche e gamberetti rosa di Sicilia, il convegno sulla Mornasca, vitigno autoctono dell’Oltrepò, o la cena di Natale, che ricordo con affetto perché è stato un momento di aggregazione dei soci.
Ci presenta la sua delegazione?
Collaborano con me il Ristorante Ponterosso e l’Enoteca Cà di Sass di Voghera, l’Enoteca Nonsolobollicine di Vigevano, e il Caffè Ai Giardini di Stradella. Oltre a far conoscere la delegazione, mi aiutano nella raccolta delle iscrizioni. Altri soci mi supportano nei servizi e nell’organizzazione degli eventi, altri ancora sono attivi nel campo della comunicazione mantenendo un rapporto con gli organi di stampa, con articoli su testate/siti anche non di settore. Penso che alla fine tutti i soci siano dei referenti, che si adoperano per promuovere l’Associazione in tutte le sfaccettature, invitando parenti e amici anche attraverso i social network.
Fin dall’inizio ha affermato di voler creare in AIS Pavia una famiglia. Pensa di esserci riuscita?
Per me la delegazione è una famiglia, praticamente sono cresciuta con essa, spero di essere riuscita a trasmettere questa mia idea di professionalità legata alla possibilità di ritrovarsi tra amici per trascorrere qualche ora in compagnia parlando del meraviglioso mondo del vino.
Come Delegato AIS, rappresenta una delle zone più vocate alla viticoltura del Paese. Come colloca il suo ruolo sul territorio?
La mia figura ha il compito di avvicinare il mondo professionale enologico dei produttori al mondo dei sommelier e divulgare la bellezza del territorio sia a livello regionale che nazionale. Ho sempre un occhio di riguardo verso il “mio” Oltrepò, organizzando eventi itineranti direttamente in cantina, per far conoscere le realtà produttive.
Come viene percepita l’associazione?
Nel territorio esiste qualche difficoltà nella distinzione tra le varie associazioni presenti; capita che i vari sommelier siano confusi, non viene riconosciuta la differenza. Ho notato che, con una pubblicità capillare e continua, pian piano nasce la curiosità di capire e di conoscere. Fondamentale è la nostra costante presenza a tutte le manifestazioni di rilievo, come ad esempio Autunno Pavese o la fiera dell’Ascensione a Voghera. Inoltre, è importante effettuare degustazioni itineranti, in modo da far conoscere la delegazione e avvicinarsi a tutti i soci.
Quali sono i suoi rapporti con i produttori e con il Consorzio?
Fortunatamente ho costruito un buon rapporto con entrambi basato sulla fiducia e sulla volontà di voler esaltare questo territorio sottovalutato per anni.
Cosa pensa del Cruasé?
È un buon modo di aggregare diversi produttori con un’immagine forte e compatta del territorio, andando tutti verso un fine comune. Il mercato dello spumante rosé, pur in minoranza rispetto allo spumante classico, è in crescita, quindi rappresenta un ottimo strumento per imporsi sul mercato, sia italiano che estero, e per offrire una vetrina a tutti i molteplici prodotti di qualità dell’Oltrepò Pavese, dal Riesling al Pinot Nero passando per lo Spumante, i vini dolci e la classica Bonarda, senza dimenticare prodotti di nicchia come il Buttafuoco storico, oltre naturalmente alla cucina del territorio.
Che consigli può dare ai sommelier?
La ricetta per essere un buon sommelier sono l’umiltà e il continuo e incessante aggiornamento, sia nel campo enologico con la riscoperta dei vitigni autoctoni, sia nel campo gastronomico. Bisogna sempre rimanere al passo con i tempi, non sentirsi mai arrivati e cercare di migliorarsi di volta in volta. Inoltre, per conoscere il vino è fondamentale degustare e viaggiare, anche se non sempre è possibile farlo.
Prossimi eventi?
Ho in programma diverse iniziative: un incontro sui vini alsaziani, in particolare i famosi Gewurztraminer vendemmia tardiva, e Riesling, ma anche vini meno conosciuti come Cremant, Edelwicker, Muscat e Sylvaner; una verticale di Tignanello con annate storiche; un confronto tra Armagnac e Bas Armagnac; parleremo della Côtes du Rhône con i grandi produttori della Côte-Rôtie. Sto programmando anche un viaggio in Portogallo per conoscere il Porto, i vini e i sugherifici, e ancora un convegno sul sughero e i sistemi di tappatura con la partecipazione dell’Università di Milano. E altro ancora è in fase di elaborazione.
È il suo primo mandato, e forse ne seguiranno altri. Come vorrebbe essere ricordata?
Vorrei essere ricordata come la delegata che ha organizzato eventi e manifestazioni interessanti, ma anche come un’amica con cui trascorrere del tempo. Spesso creo incontri non direttamente collegati al mondo del vino, come aperitivi d’inizio estate o cene d’inizio anno, proprio per trasmettere questo senso di famiglia e di amicizia che si deve sentire appartenendo all’associazione. Essere socio non è solo aver provveduto all’iscrizione annuale, ma partecipare in modo attivo alla vita associativa.
Emozione, memoria: la sua più grande degustazione.
Grande emozione e dolce ricordo sono legati al festeggiamento della mia laurea: abbiamo brindato con amici e parenti degustando una verticale di Petrus 1973-1983-1993-2003.
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