La Sicilia di Pellegrino 1880

Racconti dalle delegazioni
20 novembre 2023

La Sicilia di Pellegrino 1880

La storica casa vitivinicola siciliana si racconta con le parole e le immagini di Nicole Casavola, brand ambassador di Pellegrino 1880, e del sommelier Bruno Ferrari: i vini, le tenute, le esperienze di una famiglia intrecciate con la storia di una regione e di un Paese.

Sara Missaglia

Sono rari i casi in cui una storia di famiglia diventa la storia della Sicilia, in un intreccio di percorsi, esperienze, produzioni e suggestioni: è il 1880 quando Paolo Pellegrino fonda le cantine che porteranno il suo cognome, avviando le vendite nei mercati europei. Sarà una donna francese, Josephine Despagne, la moglie di Carlo, il figlio del fondatore, a prendere le redini dell’azienda e a contribuire alla sua espansione oltreoceano.

Dall’intuizione di valorizzare il lavoro degli inglesi sul marsala, la cantina, nel tempo, sviluppa la cultura vinicola locale, acquistando nel 1980 la Tenuta Gazzerotta dedicata ai vini bianchi e rossi e, nel 1992, fondando la cantina di Pantelleria, per i moscati e i passiti dell’isola. Il fil rouge della sensibilità femminile accompagna la storia dell’azienda ed è ancora oggi presente con la quinta e la sesta generazione in posizioni apicali all’interno del gruppo, guidato dal presidente Benedetto Renda. Una storia enologica al femminile, che ha valorizzato ogni singola porzione del territorio in cui l’azienda è presente.

Nicole Casavola parla di unicità e trinità, legate alla triplice produzione enologica che oggi copre a 360 gradi la gamma dei più noti vini del continente Sicilia: Marsala, di cui Pellegrino ha fatto, insieme ai Florio, la storia, i passiti di Pantelleria, dove Pellegrino è il più importante produttore, e gli autoctoni di Sicilia, coltivati nei 150 ettari di cui dispone la cantina nella zona del trapanese, con vista sullo Stagnone, le sue saline e il mare delle Egadi. Tre territori diversi, dove Pantelleria è la perla nera, isola in cui il vento soffia costantemente e il paesaggio è caratterizzato da lava vulcanica e dalla luce abbagliante che si riflette sui tetti dei dammusi, le tipiche costruzioni pantesche, dove la pioggia è un beneficio rarissimo e dove la vite allevata ad alberello cresce in piccole conche scavate nel terreno.

Pellegrino, oggi, grazie ai 350 conferitori sull’isola e con 8 ettari di proprietà, è la più grande cantina di Pantelleria e leader nel mercato dei vini Passiti. Sull’isola Pellegrino ha costruito una cantina per la produzione di vini moscati e passiti, con una superficie di 10.000 metri quadri di cui 2500 coperti, e con una capacità di stoccaggio di oltre 10.000 ettolitri. «Con Pellegrino», commenta Bruno Ferrari, «va in scena la storicità. Non parliamo, infatti, solo di un’azienda, ma di una terra e di una delle più grandi interpreti della Sicilia. Quest’ultima è la più grande isola del Mediterraneo e la più grande regione d’Italia: è un vero continente del vino»: da Trapani all’Etna, da Siracusa alle isole di cui è circondata, dispone di climi e di terroir tra loro completamente diversi.

Nella zona del trapanese, dove vengono prevalentemente allevati catarratto, inzolia e grillo, i terreni vedono una prevalenza di sabbia, di calcare e di argille, mentre a Pantelleria il sottosuolo è principalmente vulcanico. Nei pressi dell’Etna elementi geologici vulcanici e le frazioni sabbiose rappresentano il sottosuolo idoneo per l’allevamento del carricante, del nerello cappuccio e del nerello mascalese. Infine, a Siracusa, nei pressi di Avola, i terreni hanno una matrice vulcanica con presenza di tufo e calcare, ideali per l’allevamento del nero d’Avola e del frappato.

Nel limbo più occidentale della Sicilia, nelle aree che circondano Trapani, troviamo una terra dalle molteplici ricchezze, caratterizzata da particolari condizioni di latitudine, esposizione e calore. Qui il flusso dei venti è accentuato dalle altissime temperature: ciò che sorprende è l’incredibile mosaico di colori e di profumi dove l’azzurro del mare si fonde con il verde brillante delle vigne e degli uliveti, e la luce abbagliante delle spiagge regala magia. Ci troviamo in un territorio dove le riserve naturali e i percorsi storico-culturali e monumentali conferiscono al territorio una bellezza distintiva. L’area del trapanese rappresenta la culla dei vitigni nativi italiani, in presenza di una grande varietà di microclimi. In questa porzione di Sicilia Pellegrino annovera numerose tenute che esprimono il meglio di alcuni vitigni che qui hanno trovato il loro ambiente ideale: nella tenuta di Salinaro il grillo, in quella di Kelbi il catarratto, a Rakalia la malvasia, a Rinazzo la syrah e a Gazzerotta il nero d’Avola, il malbec e il grillo superiore.

Bruno Ferrari e Fabio ScaglioneCardilla è invece una moderna cantina situata nella periferia di Marsala, interamente dedicata alla produzione di vini bianchi e rossi. Fondata nel 2004 ha una superficie di affinamento di 670 metri quadri, con oltre 400 barrique e 63 cisterne in acciaio. Rinazzo è una tenuta particolare, dalla terra aspra e desertica, arsa dal sole rovente in condizioni climatiche a tratti estremi. È qui che la syrah cresce forte e rigogliosa: i vini sono prevalentemente orientati alla freschezza, vellutati, dal colore rubino, di buona morbidezza e freschezza, con note di tabacco, caffè e cacao sul finale.

E infine Marsala, un territorio che profuma di storia e affascina per i suoi paesaggi al confine tra realtà e fantasia. Un luogo da sempre vocato alla coltivazione della vite, in un angolo della Sicilia dove, nonostante la forte esposizione ai venti e la vicinanza al mare, la natura sa essere generosa. Particolari condizioni di illuminazione e di ventilazione rappresentano condizioni ideali per la produzione di vini longevi e prosperi all’ossidazione come il marsala. Proprio in questa città Pellegrino ha le proprie cantine storiche, fondate nel 1880, su una superficie di 25.000 metri quadri con 27 tini, oltre 200 botti e 800 barrique, con una capacità di stoccaggio di 113.000 ettolitri di cui 30.000 in legno.

La degustazione

Pantelleria Bianco DOC Isesi 2021

Ci troviamo sull’isola di Pantelleria, con vendemmia nella prima settimana di settembre e con vinificazione mediante pressatura soffice, successiva lunga fermentazione a bassa temperatura, lungo affinamento sulle fecce fini. Il naso ha sfumature quasi dolci e una straordinaria lucentezza. Ricordi di vegetale, vira poi sull’agrumato, la pesca bianca, la salvia, il timo, speziature di vaniglia e note minerali. Al palato colpisce per una bella sapidità che ricorda quella del cappero dell’isola e che amplifica la sensazione di benessere.

Sicilia DOC Grillo Superiore Gazzerotta 2021

Si tratta di grillo in purezza, un vitigno di origine pugliese, un incrocio tra catarratto e zibibbo. Il vino è fresco, di spessore, dal colore paglierino intenso, con note floreali di gelsomino, di fieno, di ortica, di felce. Speziatura da pepe verde, leggermente tannico. Le sensazioni fruttate vanno dalla mela alla pera. Il passaggio solo in acciaio valorizza il varietale, e al palato prevalgono note sapide e minerali, per una bocca dotata di grande freschezza, croccantezza e avvolgenza.

Terre Siciliane Rosso IGT Frappato Junco 2022

Il terreno è di matrice argillosa ricca di minerali, la vinificazione avviene con macerazione soffice e lunga fermentazione a bassa temperatura, seguita da un affinamento in acciaio per quattro mesi. È un vino fresco che, per certi versi, ricorda la schiava. Il colore rubino è dotato di buona vivacità e di particolare intensità. Al naso ricordi di ribes rosso, lampone, amarena, rosa rossa, con uno sfondo vegetale. Bella bevibilità, gradevole acidità, di medio corpo e buona intensità.

Terre Siciliane Rosso IGT Syrah Rinazzo 2021

Syrah in purezza, con una vinificazione che prevede una lunga macerazione a temperatura controllata fino al completamento della fermentazione alcolica. L’affinamento avviene per almeno 24 mesi in vasche di acciaio e in barrique. Ha un colore impenetrabile, e al naso prevalgono sentori fruttati di ciliegia, mora, mirtillo nero, prugna e piccoli frutti rossi. Ricordi floreali di rosa canina e di violetta, sullo sfondo lievemente speziato di pepe bianco e cannella. In bocca è saporito, a tratti piccante, giocato sulla nota fresca: il tannino è delicato per una sensazione di morbidezza, con un finale che rimanda alla frutta matura.

Passito di Pantelleria Naturale DOC Nes 2022

Si tratta di zibibbo coltivato ad alberello pantesco. La provenienza è dall’isola nelle contrade di Campobello, Khamma e Bugener. Il sottosuolo è vulcanico e sabbioso, leggermente argilloso. La vinificazione prevede la pressatura soffice con aggiunta di uva passita a inizio fermentazione. L’affinamento avviene in vasche d’acciaio per dieci mesi. Il colore è dorato, con una sfumatura che vira verso l’ambrato. Il naso è estremamente suggestivo: albicocca disidratata, frutta candita, una nota cerealicola, zenzero, sbuffi resinosi e mentolati, rimandi di cioccolato bianco. In bocca prevale la parte fresca e sapida su quella zuccherina: in chiusura le note vegetali, di erbe officinali e ricordi di fiori secchi conferiscono una straordinaria eleganza al sorso. 

Marsala Vergine Riserva DOC 2000

Da vitigni grillo, catarratto e inzolia, prevede la fortificazione con alcol puro di vino fino al raggiungimento della gradazione ottimale. L’affinamento ha una durata di oltre dieci anni in botti di rovere da 80 e 50 ettolitri. Il calice è dotato di una straordinaria lucentezza, con una rara intensità cromatica. Al naso prevalgono note di noce, fico secco, legno di cedro, frutta passita, dattero, mallo di noce. Fiori secchi, erbe mediche, miele di castagno, fieno vegetale secco sono i descrittori principali, per un sorso di grande piacevolezza, in cui l’alcol non è mai invadente. Un vero e proprio caleidoscopio di sensazioni, esattamente come l’intera serata.