La sorprendente eleganza dello champagne dei piccoli grandi Récoltant Manipulant

Racconti dalle delegazioni
30 settembre 2019

La sorprendente eleganza dello champagne dei piccoli grandi Récoltant Manipulant

Il piccolo grande universo dei Récoltant Manipulant della Champagne raccontato con sei grandi protagonisti. La serata di approfondimento organizzata da AIS Pavia con la sommelier e Degustatrice AIS Alessia Occhipinti

Marco Agnelli

“Un bolide da corsa è come lo Champagne. O lo conosci bene o è meglio lasciar perdere” (Manuel Fangio)

Alessia OcchipintiCon questa citazione Alessia Occhipinti, Sommelier e Degustatore AIS nonché collaboratrice della guida “Grandi Champagne” apre la serata a Pavia dedicata alla magia delle bollicine francesi. Partendo proprio dalle parole del leggendario pilota argentino, Alessia introduce quello che è il concetto base per avvicinarci al mondo degli Champagne: è necessario conoscerli bene perché, benché ve ne siano per tutti i gusti e per tutte le tasche, non necessariamente “Champagne” è sinonimo di qualità a prescindere.

Quali sono dunque i primi passi da compiere per poterci addentrare in questa magnifica realtà spumeggiante?

Innanzitutto, approfondire la conoscenza del territorio. La regione della Champagne è situata nel nord-est della Francia, a circa 150 Km da Parigi, da cui ci si può anche agevolmente arrivare in treno. Si tratta di una zona che fino a 70 milioni di anni fa era interamente ricoperta dalle acque dell’oceano. Ritirandosi, le acque lasciarono uno strato calcareo-gessoso che è di fatto l’impronta digitale di questa regione. Successivamente, circa 20 milioni di anni fa, un grande terremoto ruppe la crosta di gesso, sollevando il terreno e facendolo impregnare di sedimenti marini. Infine, un ulteriore terremoto circa 10 milioni di anni fa portò alla formazione di un terreno collinare. I blocchi calcareo-gessosi (detti craie) sono il vero e proprio tesoro inestimabile della Champagne, per via della porosità di questo materiale, che regola il rilascio dell’acqua alla vite assicurando anche il drenaggio delle acque in eccesso.

La climatologia della regione è piuttosto difficoltosa, con temperature medie basse che espongono questa zona a un continuo rischio di gelate, e con scarsa esposizione solare, che rende la maturazione delle uve spesso complicata. Eppure, al di là di queste problematicità intrinseche, il fenomeno socioeconomico Champagne ha numeri impressionanti: si parla di oltre 300 milioni di bottiglie importate in ben 190 paesi del mondo, con una crescita esponenziale di consumatori soprattutto extra europei. Giappone, Cina, Canada e Sud Africa sono attualmente le nuove frontiere verso cui si sta indirizzando il mercato dello Champagne. 

Ma come è possibile, con questi numeri, mantenere un livello di qualità? 

Attraverso un disciplinare molto rigido che è sistematicamente seguito da tutti. Ogni anno il Comité interprofessionnel du vin de Champagne (CIVC) fissa la quantità di uva che i coltivatori sono autorizzati a raccogliere e quindi a trasformare in vino. Questo dunque fa sì che vi sia un perfetto equilibrio tra la domanda e l’offerta.

Il sistema Champagne è piuttosto complesso. Le maison hanno in mano circa il 70% dei volumi. I récoltant manipulant, ossia coloro che producono vino solo da uva di proprietà (i cosiddetti piccoli) sono in tutto circa 5000. In base alla filosofia produttiva potremo quindi distinguere tra Champagne de cuvée, influenzato dall’assemblaggio e tipica espressione dello Champagne de maison, e Champagne de terroir, influenzato dalla locale espressività della varietà e dunque tipicamente espressione di uno Champagne de vigneron.

Ed è proprio su quest’ultima tipologia che si andrà a indirizzare l’indagine di questa sera. In degustazione sei vini di récoltant manipulant. Piccoli gioielli, importati in Italia ma spesso in un numero estremamente limitato di bottiglie. Sei vini, sottolinea Alessia, con un sorprendente rapporto qualità/prezzo, attualmente (e spariamo ancora per un po’ di tempo!) tutti al di sotto dei 40 euro. Apriamo dunque le danze!

CHAMPAGNE ALAIN COUVREUR Blanc de Blancs

100% chardonnay 

Un vino proveniente dal comune di Unchair, nel dipartimento della Marna; realizzato solo in acciaio, con circa un 50% di vini di riserva. Nel calice brilla un colore paglierino lucente, con bollicine fini. L’impatto olfattivo è giocato sulla finezza, soprattutto su rimandi di pesca bianca e di agrumi. Dopo qualche secondo, emergono anche sentori iodati. In bocca entra con una bella cremosità, che si allarga quasi a ricordare una crema chantilly. Quel che rimane nel finale è il gusto agrumato e una importante coda minerale.

CHAMPAGNE JANISSON BARADON Non dosé Zéro Dosage

50% pinot noir, 50% chardonnay 

Fermentazione in vasche di acciaio smaltate. I vini di riserva sono in questo caso presenti per circa il 30%, invecchiati in fusti di rovere. Colore dorato pieno, l’impatto olfattivo è ricco e suggerisce un agrume maturo, quasi candito. Note di panificazione che già virano con decisone verso il pan brioche. Sotto si percepisce una nota erbacea. All’assaggio conferma un’ottima corrispondenza gusto olfattiva, con una notevole avvolgenza ben bilanciata da una piacevolissima acidità. Decisamente importante la persistenza.

CHAMPAGNE GUILLAUME SERGENT CUVÉE "LE CHEMIN DES CHAPPES" EXTRA BRUT

pinot noir 50%, meunier 50%

Da un’azienda piccolissima con 1,74 ha di vigneto. Ci troviamo con questo vino nel comune di Vrigny, nella Montagne de Reims. Il naso ci suggerisce immediatamente l’idea di una notevole complessità. Si avverte la grande potenza del pinot, che si estende da un ricordo di sottobosco fino addirittura allo champignon crudo. Seguono una fresca acidità declinata sulla mela verde e una netta sensazione di mineralità. Il sorso è pieno, fruttato, estremamente appagante. Nel finale emergono tamarindo e frutto rosso croccante.

CHAMPAGNE JEAN JOSSELIN CUVÉE DES JEAN

pinot noir 100%

Siamo nella parte meridionale dell’Aube. Il primo vigneto di famiglia fu acquistato addirittura a metà dell’’800. C’è qui vino di riserva, costituito da un blend di almeno due annate precedenti (2014 e 2015). L’impatto olfattivo è deliziosamente agrumato, e rivela in seconda battuta una ben percepibile nota di fragola. Segue poi la componente floreale, soprattutto di biancospino. All’esame gusto-olfattivo si conferma la succosità del frutto, con un ottimo equilibrio tra freschezza e morbidezza.

CHAMPAGNE CLAUDE LEMAIRE CUVÉE VIEILLE VIGNES BRUT

meunier 100%

Champagne di terreno argilloso-calcareo, dal comune di Buorsault, nella Vallée de la Marne. Se in Champagne lo chardonnay è l’anima e il pinot noir la muscolatura, il meunier è la spina dorsale. Questo vitigno, qui vinificato in purezza, regala corpo, profumo e morbidezza. L’apertura olfattiva è decisamente fruttata. Il primo naso esalta fortemente la componente citrina. La sensazione è quella di un vino gastronomico, che risulta molto succulento sia al naso sia in bocca.

CHAMPAGNE ALAIN COUVREUR Blanc de Noirs

pinot noir 85%, meunier 15%

Solo acciaio, assemblaggio di 60% di vino dell’ultima annata e di 40% di vini di riserva risalenti in media fino a sei anni prima. Naso potente, che sventaglia un sorprendente ricordo di ciliegia quasi candita. Segue un affascinante apertura marina giocata su note iodate e di conchiglie. Alla beva una bella cremosità e un tocco di pan brioche. Chiusura minerale che richiama nuovamente il versante salmastro.