La Spagna dei grandi rossi di Vega Sicilia
Racconti dalle delegazioni
04 giugno 2025

A Bergamo una serata per scoprire i superbi rossi a base tempranillo di Vega Sicilia, raccontati da Mariano Francesconi
RUBRICHE
Per molti appassionati del mondo del vino, la Spagna è famosa per la grande produzione di uva e per alcuni vini giustamente famosi ed apprezzati (pensiamo ad esempio allo Jerez, o Xérès, alla francese, o Sherry, all’inglese) ma spesso si tende a sottovalutare la qualità delle proposte enologiche del paese iberico pensando, erroneamente, che i suoi vini non possano reggere il confronto con i più blasonati “cugini” francesi o anche italiani.
A far cambiare idea o perlomeno a confutare questa diffusa opinione ci ha pensato Mariano Francesconi nel corso di una memorabile serata in quel di Bergamo dove i Soci presenti hanno potuto conoscere la Spagna enologica e le sue zone di produzione ma soprattutto degustare sei grandi rossi prodotti da un’Azienda fra le più prestigiose di Spagna e molto nota anche a livello internazionale, la “mitica” Bodegas Vega Sicilia, fondata nel 1864 da Eloy Lecanda e ritenuta oggi la cantina più rappresentativa della Spagna nonché una delle più antiche del paese e, senza dubbio, una delle migliori del mondo.
La Spagna vitivinicola
Prima nazione al mondo per superficie vitata con 928.108 ettari di vigneti, terzo paese produttore in termini di quantità dopo Italia e Francia, la Spagna vitivinicola può essere suddivisa in quattro zone principali: la Spagna Verde (Galizia e Pays Basque), il Centro Nord (che include la Castilla y Leon e la valle del fiume Ebro con la Rioja, la Navarra e l’Aragona), la Meseta (l’area centrale con la Castilla - La Mancha e l’Extremadura e che con circa 300.000 ha vitati è la zona produttiva più estesa) e infine l’Area Mediterranea con l’Andalusia, il Priorato e il Penedès, a sud di Barcellona, e le isole Baleari.
Il Sistema di Qualità dei vini spagnoli
In Spagna sono presenti numerose menzioni tradizionali che si integrano con le denominazioni standard europee (DOP e IGP). Le denominazioni di origine spagnole, risalenti ai primi decenni del secolo scorso e modificate nel 1970, si chiamano DO (Denominación de Origen).
Analogamente al sistema francese (AOC) e italiano (DOC), anche quello spagnolo prevede disciplinari che regolano le zone di produzione, le pratiche di coltivazione e di produzione, le rese per ettaro, i tempi minimi di maturazione e affinamento prima dell’immissione sul mercato e norme specifiche sul confezionamento e l’etichettatura.
Nel 1991 viene introdotto il livello più alto della “piramide della qualità”, corrispondente alla nostra DOCG e denominato Denominación de Origen Calificada (DOCa), cui si affianca nel 2003 l’indicazione geografica rappresentata dal Vino de Pago, un tipo di Denominazione di Origine Protetta spagnola per i vini che garantisce l'origine dell'uva e del vino da un luogo specifico (sito o posizione rurale) con caratteristiche specifiche del suolo, vale a dire quando una determinata azienda agricola o un determinato appezzamento di terreno presenta un particolare microclima e una particolare composizione del suolo che lo differenziano e lo distinguono dalle altre aree circostanti. Per la cronaca, ad oggi sono solo 23 i Vinos de Pago iberici di cui 11 concentrati nella Castilla - La Mancha.
Alla base della piramide qualitativa troviamo il Vino de Mesa (VdM), prodotto con uve coltivate in diverse regioni del paese. Altre menzioni tradizionali presenti nelle etichette dei vini spagnoli indicano il periodo di affinamento del vino prima della sua immissione sul mercato, e in particolare:
- Joven vini giovani, con circa un anno di affinamento
- Crianza vini rossi con almeno due anni di maturazione dei quali almeno uno in botte, o vini bianchi o rosati con affinamento di almeno sei mesi in botte. La dicitura Sin Crianza riportata in etichetta indica un vino imbottigliato giovane, senza periodo di maturazione aggiuntivo
- Reserva vini di qualità prodotti in particolari annate molto favorevoli. Per i rossi, vini con affinamento di almeno tre anni di cui almeno uno in botte. Per i vini bianchi o rosati, un affinamento di almeno due anni dei quali almeno sei mesi in botte
- Gran Reserva vini di qualità prodotti in particolari annate molto favorevoli. Per i rossi, prevede un affinamento minimo di cinque anni con almeno 18 mesi in botte. Per i vini bianchi o rosati, un affinamento di almeno quattro anni di cui almeno sei mesi in botte.
I vitigni
Con ben 600 varietà di vitigni, la Spagna è certamente uno dei paesi enologicamente più ricchi al mondo ma con la particolarità di avere una limitata diffusione dei vitigni cosiddetti “internazionali” cui vengono preferite, in quasi tutte le aree produttive, le specie autoctone.
Per quanto riguarda le uve a bacca nera, la specie spagnola più rappresentativa è il tempranillo (21% del totale vitato), con il quale si producono i vini della Rioja, assieme a garnacha (6%), bobal (6%), garnacha tintorera (4%) e monastrell (4%).
Fra le uve a bacca bianca prevale con il 21% l’airén (diffuso nelle pianure della Mancha) seguito a grande distanza dal macabeo (6%). In fondo alla classifica gli internazionali, che se la giocano fra il 2% del cabernet sauvignon e l’1% a testa di merlot e chardonnay.
Il tempranillo
Il tempranillo, conosciuto con vari altri nomi (tempranilla, tinto fino, tinta del país, tinta de toro, cencibel) è vitigno a bacca nera coltivato in modo estensivo in Spagna ed in particolare divenuto autoctono di La Rioja. Il suo nome è il diminutivo di "temprano" ("presto" in italiano). Alcuni studiosi ritengono che derivi dal vitigno perricone portato in Spagna dalla famiglia Vega, che lo aveva coltivato in Sicilia per duecento anni, quando fu costretta a tornare nel regno iberico a seguito della cacciata dei Borbone dal Regno delle Due Sicilie. Uva dalla buccia spessa, cresce meglio ad altitudini relativamente alte, però può anche tollerare climi più temperati. Il suo bouquet è caratterizzato da intensi profumi di ciliegia dolce, fichi secchi, legno di cedro, tabacco ed erbe aromatiche.
Le DO di riferimento di Vega Sicilia
La sede principale di Vega Sicilia si trova a Valbuena de Duero, all’interno della DO Ribera del Duero ma l’Azienda gestisce in Spagna altre tre Cantine: Alión, sempre nella Ribera del Duero, Pintia, nella vicina DO Toro e Macán nella DOC Rioja. Diamo un’occhiata più da vicino alle zone delle tre DO:
la Ribera del Duero, regione della Castilla y Leon di grande tradizione vitivinicola con la fondamentale attività del Monastero di Valbuena risalente al XII° secolo, si sviluppa lungo il corso del fiume Duero, con le città di Valladolid e Burgos a nord e Segovia e Soria a sud. Il Duero crea una falda freatica essenziale per la viticoltura nell’area della DO, caratterizzata da suoli molto drenanti ed un clima continentale accentuato, con precipitazioni scarse (450-650 mm/anno) e forte sbalzo termico di circa 12 °C fra il giorno e la notte (che però apporta acidità e quindi finezza e longevità ai vini). Regno del tempranillo che qui occupa il 95,77% della superficie vitata con 21.376 ha, seguito da garnacha (vitigno che necessita di climi molto caldi), albillo (vitigno a bacca bianca), cabernet sauvignon, merlot e malbec. Nella DO operano 8.258 viticoltori e 308 bodegas.
la Rioja è certamente la zona vinicola più famosa della Spagna: assieme al Priorato è una delle due regioni della Spagna a potersi fregiare della Denominación de Origen Calificada (DOCa). La Rioja, regione dalla storia vitivinicola importante e denominazione d’origine già nel 1925 (la più antica d’Europa) si trova a nord del paese, circa cento chilometri sotto la costa atlantica, e si estende lungo il corso del fiume Ebro. La zona vitivinicola, di 61.870 ha, è costituita da un altipiano che si trova a circa 450 metri di altitudine, ed è suddivisa in tre sottozone, Rioja Alavesa, Rioja Alta e Rioja Baja (o sud-orientale); i suoli sono argilloso-calcarei (Rioja Alavesa), argilloso-ferrosi (Rioja Alta e parte della Rioja Baja) e alluvionali (in particolare nella Rioja Baja). Le precipitazioni piovose sono simili a quelle della Ribera del Duero ma differiscono nelle tre zone, così come le ore di luce. Il tempranillo domina la regione con l’82% delle aree vitate, interessante la presenza di vitigni a bacca bianca fra il quali il tempranillo blanco. In Rioja sono attive 594 Bodegas che posseggono ben 1.271.688 botti!
la Castilla y Leon, uno dei regni storici della Spagna, ospita la DO Toro: anche qui grandi tradizioni vitivinicole (nacque qui il primo vino portato in America nel 1492 da Cristoforo Colombo, e guarda caso una delle tre caravelle era la Pinta…) per una zona che, sopravvissuta all’epidemia di fillossera nel 1870, ospita ancora oggi vigne di 200 anni d’età. Clima continentale semi arido ed estremo, con inverni molto rigidi ed estati molto calde, precipitazioni piovose scarsissime (350-400 mm/anno), poca escursione termica giorno/notte, suoli drenanti ed aridi che però donano maturità ed avvolgenza ai vini. Si allevano tempranillo, specialmente nella varietà tinta de toro (un tempranillo - con acini più piccoli ma molto più concentrati - definito “il più nero delle uve nere”), garnacha tinta e uve a bacca bianca come il verdejo e la malvasia castellana. Pochi gli ettari vitati, solo 8.000, coltivati da 981 viticoltori che conferiscono le uve a 63 Bodegas.
Vega Sicilia
La Bodegas Vega Sicilia viene fondata nel 1864 sulla sponda sinistra del fiume Duero, tra Valbuena e Quintanilla (a pochi passi da Valladolid) da Don Eloy Lecanda y Chaves, commerciante venezuelano che importa dalla Francia 18.000 talee di uve bordolesi, tra cui cabernet sauvignon, merlot e malbec (all'epoca, molto diffuso nei vigneti di Bordeaux) affiancandole al locale tempranillo, con l’intenzione di produrre brandy e non vino.
Il suo nome deriva dalla vega, il terreno alluvionale, pianeggiante e fertile del fiume Duero, e da una alterazione del nome Cecilia; la tenuta che comprende attualmente il vigneto era infatti nota in passato come Coto de Santa Cecilia, cioè “podere di Santa Cecilia”. Nel tempo, questo nome ha subito un adattamento fonetico ed è diventato Sicilia.
Nel 1906 l’enologo Domingo Garramiola (detto Txomin), intuendo la potenzialità dei terreni, fa eseguire un’analisi dei suoli, operazione quasi “fantascientifica” a quei tempi, e nel 1915 crea due grandi vini ancora oggi “flagship” della Bodega, gli ormai mitici Único e Valbuena.
Nel 1982, David Álvarez rileva l’Azienda da Hans Neumann, un uomo d’affari venezuelano, e tre anni dopo decide di affidare la guida della cantina al figlio Pablo, che ancora non aveva alcuna esperienza nel mondo del vino. La decisione, apparentemente rischiosa, si rivela invece vincente; diversi decenni dopo, Vega Sicilia non solo ha mantenuto il suo prestigio, ma lo ha portato a livelli inimmaginabili fino a pochi anni fa.
Oggi, Tempos Vega Sicilia, nome ufficiale dell’azienda controllante, gestisce 4 cantine oltre a quella originale: Alión, nella Ribera del Duero, acquisita nel 1991; Pintia, nella vicina DO Toro, acquisita nel 2001; Macán nella DOCa Rioja, acquisita nel 2013 e Tokaj-Oremus in Ungheria, cantina acquisita nel 1993 e che produce alcuni tra i migliori vini al mondo. Tra il 1985 e il 1998, l’enologo responsabile della Cantina fu Mariano García, il quale passò poi il testimone a Xavier Ausàs. Dal 2015, il direttore tecnico è invece Gonzalo Iturriaga de Juan, che risponde ai CEO Pablo Álvarez Mezquíriz e Emilio Álvarez Mezquíriz, mentre la “Presidenta” (avete letto bene, si chiama proprio così) è Marta Álvarez Mezquíriz.
Per Vega Sicilia, il vigneto è il fulcro di ogni attività e nel vigneto emergono il profilo e il carattere unico dei vini, confermati successivamente in cantina. Nei 210 ettari vitati si coltivano tre varietà: tempranillo (80%), cabernet sauvignon e merlot. Di questi 210 ettari, 140 vengono impiegati per la produzione del Vega Sicilia Valbuena 5º año, del Vega Sicilia Único e del Vega Sicilia Único Reserva Especial; il resto viene destinato alla cantina di Alión. Nella Finca Vega Sicilia sono stati classificati 19 tipi diversi di terreni, sui quali insistono 2.220 ceppi per ettaro di viti con un’età media 35 anni e una resa fra 1 e 1,5 kg di uva per pianta. Anche le lavorazioni in cantina sono seguite con un’attenzione spasmodica alla qualità, all’igiene (tutti i vini Vega Sicilia fermentano spontaneamente ma sono sottoposti a controlli rigorosi per evitare la presenza di inquinanti) e alle buone pratiche enologiche, al punto che l’Azienda produce in proprio le botti di rovere nelle quali affinano i suoi vini.
La degustazione
Ribera del Duero DO “Alión” 2019
100% tinto fino (tempranillo) - 15% vol.
Colore rubino quasi violaceo classico del tempranillo per un vino che al naso è moderno e vivace, con note legnose ben avvertibili nella evoluta componente speziata, insieme a ribes, viola, iris, erbe aromatiche e macchia mediterranea (timo e rosmarino). In bocca, dove ritorna la parte speziata avvertita nel naso, è avvolgente, coerente in entrambe le fasi olfattiva e gusto-olfattiva, con un tannino presente che cresce d’intensità nei sorsi successivi al primo e un’ottima piacevolezza di beva.
Rioja DOCa “Macán” 2018
100% tempranillo - 14% vol.
Una grande annata, il 2018, per questo vino di un colore che tende al viola anche se con una tonalità ed una vivacità meno evidenti rispetto all’Alión; all’olfatto l’apporto della parte aromatica (di vaniglia e pepe bianco) è più evidente che nell’Alión, pur trattandosi dello stesso vitigno (allevato però in un territorio diverso). Nel palato è elegante ma meno potente dell’Alión.
Toro DO “Pintia” 2019
100% tempranillo - 15% vol.
Un rosso dal colore saturo e concentrato per un vino dotato di una buona vivacità aromatica e di sentori floreali e vegetali più evidenti che nei primi due vini, il tutto unito a una nota lieve di cacao. Un vino di carattere, forte ed elegante, molto diverso dal Macán, che in bocca evidenzia parti tanniche e vanigliate.
Ribera del Duero DO “Valbuena n° 5” 2018
96% tinto fino (tempranillo), 4% merlot - 14,5% vol.
Il colore è più caldo e fitto rispetto ai tre vini già degustati, al naso si avvertono note di violetta e confettura di mirtilli, nel palato è fresco e avvolgente offrendo una piacevole sensazione di setosità.
Ribera del Duero DO “Único” 2014
94% tempranillo, 6% cabernet sauvignon - 14% vol.
Uno dei “pezzi da 90” di Vega Sicilia è l’Único, un rosso potente che nasce da una fermentazione alcolica effettuata con lieviti indigeni e solamente in tini di legno, con la conversione malolattica eseguita anch’essa solo in recipienti di legno, così come l’affinamento sempre in legno per almeno 6 anni seguiti da altri 3-4 anni in bottiglia. Tutte queste operazioni danno vita ad un vino con un potenziale di conservazione di 40/60 anni, che all’esame visivo si presenta di un rosso rubino profondo, ricco e vivace nonostante i 10 anni di età. Il naso è intenso e complesso di note balsamiche ben avvertibili, sentori vegetali di erbe aromatiche, viola, rosa appassita ed incenso; in bocca è carezzevole ed estremamente elegante.
Ribera del Duero DO “Único Reserva Especial” 2010+2011+2012
95% tinto fino (tempranillo), 5% cabernet sauvignon - 14% vol.
Il “meglio del meglio” di Vega Sicilia, riflesso del culto spagnolo del vino, omaggio alla tradizione, Único Reserva Especial è una sintesi delle ultime migliori annate del vino iconico della Bodega, un nettare che rimarrà a lungo nella “memoria gustativa” di chi lo ha potuto degustare e che si offre all’esame olfattivo con note profonde di sottobosco seguite, con l’ossigenazione nel calice, da sentori dolci e di caramello per un naso sempre molto complesso; nel palato è pieno, straordinariamente elegante, potente ma gentile.