Laurent-Perrier, i più piccoli tra i grandi, i più grandi tra i piccoli
La maison Laurent-Perrier raccontata da Alberto Lupetti, giornalista professionista, anima e mente della guida Grandi Champagne nonché Chambellan dell’Ordre des Coteaux de Champagne
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È sempre un grande piacere ritrovare Alberto Lupetti in AIS Milano. In questa sua nuova visita meneghina Alberto coglie l’occasione per presentare al nutrito pubblico in sala una della maison storiche della Champagne, Laurent-Perrier. Fondata nel 1812 da André-Michel Pierlot, la casa ha celebrato nel 2012 i duecento anni dalla fondazione all’insegna del motto: “Laurent Perrier, due secoli di eleganza”.
La storia ha inizio a Tours-sur-Marne, quando Pierlot decide di diventare negociant. Successivamente la maison passa al figlio Alfonse, che sceglie come chef de cave Eugene Laurent e, non avendo avuto figli, decide di lasciargli la casa vitivinicola. Nel frattempo Eugene si era sposato con una Perrier ed ecco svelata l’origine del nome della maison.
Acquistata nel 1939 dalla vedova Marie-Louise De Nonancourt (nata Lanson) con l’intenzione di lasciare l’azienda al figlio maggiore Maurice, alla morte del giovane durante il secondo conflitto mondiale, è il fratello minore Bernard de Nonancourt a prendersi carico di Laurent-Perrier non solo come amministratore, ma anche come direttore commerciale, chef de cave e vero e proprio factotum. Bernard fu un innovatore. A lui si deve l’adozione di tini termocondizionati per la fermentazione a bassa temperatura. Fu inoltre grazie a lui che vennero lanciati quattro Champagne inediti e che si perfezionò il lavoro per il miglioramento della qualità dello chardonnay. Con la straordinaria opera di Bernard, scomparso nel 2010, la maison passò dal centesimo al quarto posto tra i grandi produttori di Champagne.
In degustazione sei prodotti rappresentativi della filosofia e dello stile aziendale.
Blanc de Blancs
100% chardonnay. Base vendemmia 2012, 40% vins de réserve (annata 2009), 72 mesi in bottiglia, non dosato
La novità della gamma aziendale, un Blanc de Blancs sorprendentemente arrivato solo da pochi anni nonostante la fama della maison sia principalmente legata allo chardonnay. Il vino nei nostri calici costituisce, secondo Lupetti, «una sorta di tesi sullo chardonnay». Il mosaico del Blanc de Blancs è infatti realizzato con uve da Rilly-la-Montagne, Villers-Marmery, Tours-sur-Marne, Cramant, Avize, Chouilly e Oiry. Molto elegante al naso, di buona freschezza, prevale una sensazione di pulizia e nettezza, mai di spigolosità. Ha il carattere floreale che riporta alla varietà ma al tempo stesso esprime una spiccata mineralità. Bollicina carezzevole, l’attacco in bocca può inizialmente sembrare esile per via dell’estrema pulizia, anche se in realtà la materia è decisamente ampia. La bocca chiude sapida. Al momento ancora in piena evoluzione.
Ultra Brut
45% pinot noir, 55% chardonnay. Assemblaggio di due annate (2013 e 2009), almeno 48 anni in bottiglia, non dosato
Creato da Bernard nel 1981, è il primo champagne non dosato dell’era moderna. Frutta secca, leggerissima polvere di cacao e grande freschezza che rasenta il balsamico e il mentolato. Bollicina elegantissima, sorso succoso e di struttura. Avvolge la bocca ma non dà mai la sensazione di essere seduto. Il finale ci parla di nuovo, come il vino precedente, di una netta e ben percepibile mineralità.
La Cuvée
35% pinot noir, 55% chardonnay, 10% meunier. Base vendemmia 2014, 30% vins de réserve (annate 2013 e 2012), 48 mesi in bottiglia, dosaggio 9 g/l
Entriamo in quella che è la categoria più importante per tutti i produttori, il brut sans année, che rappresenta il biglietto da visita della casa, dovendo essere sempre uguale a sé stesso nella qualità e nel gusto. La Cuvée nasce dall’evoluzione del precedente Brut L-P, con l’allungamento dei tempi di affinamento, una selezione più ampia di cru di provenienza delle uve (100 contro i precedenti 50) e un aumento della quota parte di chardonnay. Carezzevole, bocca rotonda, fresca, con un bel carattere agrumato. Sorprendentemente non tradisce all’assaggio alcun ricordo di dolcezza, nonostante il dosaggio. Di piacevolezza irresistibile.
Cuvée Rosé
100% pinot noir. Base 2012 (100%), oltre 5 anni sui lieviti, dosaggio 9 g/l
Quando questo vino fu creato a fine anni ’60, il rosé aveva una fetta di mercato ristrettissima. L’audace progetto inizia con una selezione di parcelle coltivate a pinot noir caratterizzate da una maggiore maturità e da una resa minore. A tutti gli effetti quello che ci troviamo nel calice è un millesimato 2012 non rivendicato. Raffinato, fresco, in pieno stile della maison. Non percepiamo quella componente di frutta dolce tipica di molti rosati. Emerge invece il versante agrumato nonché una mineralità decisamente scura.
Millésime 2008
50% pinot noir, 50% chardonnay. Oltre 9 anni di affinamento sui lieviti, dosaggio 9 g/l
Nel calice un’annata considerata grandissima in Champagne, addirittura «la più bella che abbia mai vinificato» secondo Michel Fauconnet, chef de cave di Laurent-Perrier. Perfetta unione delle due uve al naso, dove la grassezza e la luminosità dello chardonnay vanno a braccetto con la struttura e il frutto del pinot noir. Notevole la freschezza all’assaggio, che riporta allo stile dell’annata. Bocca importante, la piacevolissima acidità è in questo caso accompagnata da una notevole componente materica.
Grand Siécle N°22
45% pinot noir, 55% chardonnay. Multivintage su tre annate: 2004 (55%), 2002 (30%), 1999 (15%), 8-10 anni in bottiglia, dosaggio 7 g/l, da magnum
La cuvée de prestige è stata la prima creazione di Bernard de Nonancourt. La grande intuizione fu quella di fare un assemblaggio supremo, per offrire ai suoi clienti il massimo: creare un’annata che non esiste unendo il meglio di tre grandissime annate. Complessità giocata su note di maturazione, ricordi dolci di panettone e a seguire quella punta di torrefazione tipica dei grandi Champagne quando invecchiano. Bocca di straordinaria eleganza e compattezza. Ha volume ma ancora un’impressionante spinta di freschezza, senza alcun sentore di ossidazione.
«Ci piace definirci i più piccoli tra i grandi, i più grandi tra i piccoli», chiude la serata Stefano Della Porta, direttore commerciale Laurent-Perrier Italia. «I nostri numeri sono importanti soprattutto per “La Cuvée” e per “Cuvée Rosé”», prosegue Della Porta, «ma il resto della gamma che abbiamo degustato insieme stasera è invece una vera e propria nicchia fatta di poche migliaia di bottiglie».