Le diverse espressioni del Pinot nero in Italia

Racconti dalle delegazioni
02 settembre 2024

Le diverse espressioni del Pinot nero in Italia

Il “Giro d’Italia” della rassegna Vinovagando ci porta alla scoperta delle caratteristiche del pinot nero nel Bel Paese. In un viaggio dall’Alto Adige alla Sicilia, condotti dal sommelier Gabriele Merlo, alla scoperta di segreti e sfumature di uno dei vitigni più affascinanti del panorama enoico mondiale.

Stefano Diegoni

Dentro il calice di un grande vino si cela sempre un’emozione e alcuni vitigni ci aiutano a trovarla un po’ più facilmente: è innegabile che il pinot nero sia uno di questi. Croce (del viticoltore) e delizia (di ogni appassionato) questo nobile cépage è sempre più nel cuore degli enofili grazie anche al successo produttivo e commerciale che sta avendo negli ultimi anni.

Gabriele MerloIl nobile pinot, letteralmente “pigna” in francese, ha numerose caratteristiche che lo rendono riconoscibile e largamente apprezzato: bassa carica cromatica dal colore carminio/rubino tenue (che volge al granato in evoluzione), dal tannino gentile e non irruente, esprime grande finezza e ampiezza di profumi, tra i quali spiccano violetta, cassis, frutti di bosco, arancia sanguinella, per poi passare alle spezie dolci sino a concludere con sentori tostati, di sottobosco e balsamici. Il carattere fortemente identitario di questo vitigno gli permette di essere il miglior interprete del territorio su cui germoglia, rendendo di volta in volta il vino da cui deriva sensibile e capace di tradurre nel calice la vera essenza di una zona geografica assieme al suo clima e al suo terreno.

Versatile e impiegato sia nella vinificazione in bianco (come base per spumanti Metodo Classico) che in rosso, in ambito colturale il pinot noir si concede solo in territori “eletti”. Testardo e recalcitrante dove non si acclimata, è in grado di esprimere finezza ed eleganza su vette celestiali nei terroirs da lui - e lui solo - prediletti. La patria originaria del pinot è dibattuta tra Ginevra e la Valle del Rodano mentre tra i luoghi di assoluta elezione campeggiano, storicamente, la Borgogna (per vinificazione in rosso) e la Champagne (per la spumantistica) ma l’orizzonte geografico si è ampliato notevolmente con espressioni moderne e interessanti nel nuovo mondo (Oregon e Napa Valley) e in Australia, senza dimenticare l’Italia e, soprattutto, la nostra Lombardia.

L’ Oltrepò Pavese, infatti, è la terza regione enoica mondiale per superficie vitata a pinot nero con ben 3500 ettari. La produzione si concentra prevalentemente sullo spumante che ricade sotto la denominazione Oltrepò Pavese Metodo Classico DOCG. Le condizioni pedoclimatiche simili alla Borgogna, con terreni di calcare e marne, ne fanno un luogo di produzione ideale. Ancora in Lombardia, e sempre nell’ambito della spumantistica, il pinot nero si esprime egregiamente anche in Franciacorta (dove copre 500 ha di vigneto e concorre, insieme allo chardonnay e al pinot bianco, alla produzione degli spumanti Metodo Classico). Piccola curiosità: agli albori della denominazione, a testimonianza dell’appeal che il pinot evocava nei consumatori, si preferiva addirittura scrivere in etichetta “Pinot di Franciacorta” lasciando ben in evidenza il nome del vitigno.

In Valle d’Aosta e Piemonte il pinot noir fu originariamente impiantato in Italia, complice anche la vicinanza della sua patria geografica. Qui la produzione è più votata (con l’eccezione dell’Alta Langa DOCG) alla vinificazione in rosso, con prodotti sottili e rispecchianti la vocazione “montuosa” delle zone ove cresce.

Tra i vigneti dell’Alto Adige si trovano terreni calcarei e di rocce sedimentarie dove le prime barbatelle di pinot nero furono importate nel lontano 1838 dagli Asburgo, i vini che ne derivano sono rossi di fine eleganza e levità. In Trentino lo spumante TrentoDoc si fregia del pinot nero vinificato in bianco come pregiato vino di riserva per i cd. “Metodo Classico di montagna”.

Passando al Centro Italia, troviamo la Toscana con 26 ettari e 15 produttori e la piccolissima enclave di Focara (microzona all’interno della DOC Colli Pesaresi) con vigne selvagge a picco sul mare nell’incantevole cornice del Parco Naturale Monte San Bartolo, tra Gabicce Mare e Pesaro. Da ultimo c’è la zona dell’Etna, dove illuminati produttori hanno impiantato alcuni filari a pinot nero per giovarsi del microclima “d’a Muntagna” (come viene chiamato in gergo il vulcano, dai catanesi) e sperimentare con successo nuove interpretazioni del versatile vitigno.

La degustazione

I vini in degustazione sono stati serviti rigorosamente alla cieca per giocare sensorialmente e tentare di riconoscere l’interpretazione dei territori attraverso il racconto di ciascun calice.

Oltrepò Pavese DOC Pinot Nero Tiamat 2021 - Cordero San Giorgio

Rubino scintillante, olfatto che si apre su croccanti frutti neri e rossi e poi violetta, lavanda e una leggera spaziatura dolce di cannella sul finale. Impatto di bocca intenso e fresco, sapidità e calore accompagnano il sorso che rimanda all’aroma di cassis.

Trentino DOC Pinot Nero Superiore Brusafer 2015 - Cavit

Granato con riflessi aranciati, naso carezzevole e complesso di fragola in confettura, arancia Moro, rosa fresca e ancora macis, cardamomo, anice stellato. Sorso pieno, elegante, morbido e di lunga persistenza fruttata con ritorni di fragola e frutti rossi.

Toscana IGT Pinot Nero 2014 - Gattaia

Granato di ottima consistenza, l’impatto olfattivo si apre su note di arancia sanguinella e frutti scuri (mora di rovo, mirtillo), fiori di ibisco a cui si aggiungono note balsamiche di eucalipto e cenere che impreziosiscono il corredo. Al gusto è teso, fresco, con rimandi di arancia e frutti rossi.

Terre Siciliane IGT Pinot Nero Sciaranèra 2014 - Duca di Salaparuta

Granato impenetrabile, all’olfatto è sfaccettato e profondo, umbratile con note di miele di castagno, evidentemente empireumatico con note di brace e cenere e poi prugne cotte, more in confettura, marmellata di fichi, garrigue e fiore di cappero. All’assaggio è fresco, sapido, avvolgente e con ritorni persistenti di marmellata di fichi e macchia mediterranea.

Toscana IGT Pinot Nero 2014 - Podere della Civettaja

Carminio vivace, il naso racconta una complessità stratificata e vivace che si apre su una vera e propria spremuta di frutti di bosco, rosa canina, scorza di arancia amara. Subentra poi una parte balsamica di menta piperita, legno di sandalo e pino silvestre. Bocca serica, tannino ricamato e di lunghissima piacevolezza fresca, con finale di cioccolato al lampone che ravviva ogni sorso.

Alto Adige DOC Pinot Nero Barthenau Vigna Sant’Urbano 2014 - J. Hofstätter

Carminio con riflessi granato, profumi di lampone e agrume biondo cui segue una suadente speziatura di noce moscata e anice stellato, con chiusura balsamica e mentolata. All’assaggio è sapido, morbido con persistenti aromi di frutta scura.

Toscana IGT Pinot Nero Cuna 2011 - Federico Staderini

Granato di marcata consistenza, naso di nocciola tostata, mandorla, mirtilli e more macerati. La bocca è esplosiva e molto intensa, di grande pienezza gustativa con sapidità e freschezza in equilibrio con un’avvolgente rotondità. I ritorni aromatici ricordano la frutta scura succosa (more e mirtilli) per un finale di grandissimo carattere.

Un tour di grandi emozioni per l’ennesima conferma che il pinot nero continua ad attestarsi su vertici di assoluta qualità nella produzione mondiale e che in Italia ha trovato molti terroir di elezione dove potersi esprimere al meglio.

Un internazionale autoctono a tutti gli effetti, un vitigno emozionante da godere calice dopo calice.