Lo Schioppettino di Prepotto: finezza ed equilibrio per un autentico Friulano DOC
Rude ma elegante, potente ma delicato, lo Schioppettino di Prepotto è uno schietto rappresentante della sua terra di origine, un “solitario senza macchia” come lo definì Mario Soldati. Insieme a sette produttori e al sommelier Diego Sburlino, AIS Bergamo ha approfondito la sua conoscenza.
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Tutto esaurito nella Sala Caravaggio dell’Hotel Settecento di Presezzo (BG), dove oltre cinquanta appassionati si sono ritrovati per l’evento del ciclo “Storie di Vigna” organizzato da AIS Bergamo e dedicato al figlio della ribolla nera, lo Schioppettino di Prepotto, vino di terroir che identifica la sottozona della DOC “Friuli Colli Orientali” ed esprime le sue migliore espressioni proprio nella denominazione di Prepotto, comune in provincia di Udine, dove il vitigno schioppettino (così vogliono chiamarlo i Produttori, preferendo questo nome a quello di ribolla nera) è coltivato da sempre.
Roberta Agnelli, Delegata AIS di Bergamo, nell’introdurre la serata, definisce lo Schioppettino di Prepotto “un vino che non vuole piacere a tutti i costi ma che sa piacere a tutti i costi” e in questo concordano anche Mattia Bianchini, Presidente dell’Associazione Produttori Schioppettino di Prepotto, e Diego Sburlino, apprezzato Relatore AIS e profondo conoscitore dei vini friulani.
Il Friuli Venezia Giulia e Prepotto
Per conoscere meglio lo Schioppettino di Prepotto dobbiamo assolutamente sapere qualcosa di più sulla sua terra di origine, il Friuli Venezia Giulia, 1.236.000 abitanti per 7.924 km² al confine con Slovenia e Austria, tra mare Adriatico e alte montagne, con un patrimonio culturale ricco e variegato, frutto di secoli di storia e della confluenza, in queste zone, di diverse popolazioni e culture.
Composta da due regioni geografiche con caratteristiche storico-culturali diverse - la regione storico-geografica del Friuli, che comprende gli ambiti provinciali di Pordenone, Udine e Gorizia, e la Venezia Giulia, che comprende quello del capoluogo Trieste - il Friuli Venezia Giulia occupa l'estremità nord-orientale del territorio italiano, a cavallo del 46° parallelo.
Il nome Friuli è di origine romana e deriva dalla città di Forum Iulii (ora Cividale del Friuli) fondata da Giulio Cesare verso la metà del I secolo a.C. e divenuta, dopo la distruzione di Aquileia ad opera degli Unni nel 452 d.C., il capoluogo della regione Venetia et Histria.
Prepotto (Prepot in friulano, Pràpot in friulano medioevale, Prapotno in sloveno), piccola cittadina di 715 abitanti di origine romana è uno fra i comuni più estesi della provincia di Udine, con 34,24 km² di superficie, e confina per 15 km con la Slovenia lungo le sponde del torrente Judrio. Il territorio comunale, prevalentemente montuoso e boschivo, si colloca a ridosso del Collio Friulano e del Collio Sloveno e il centro storico del paese, posto sull'altura di Castelmonte, si trova a 618 metri sul livello del mare.
Il nome di Prepotto viene fatto derivare dalla parola slovena pràpot che significa "felce" per la presenza notevole di questa pianta su tutto il territorio sin da tempi antichissimi; nell’abitato si parlano, oltre all’italiano, anche il friulano e un locale dialetto sloveno.
La geologia del Collio Friulano
L’areale della DOC “Friuli Colli Orientali”, di cui fa parte Prepotto, e il Collio Friulano vedono la presenza di rilievi di altitudine media compresa tra i 100 e i 350 metri s.l.m., omogenei tanto per condizioni climatiche quanto per l’origine geologica. Fra 35 e 55 milioni di anni fa la pianura friulana era invasa dal mare e le coste si trovavano quasi a ridosso delle attuali Prealpi Giulie. Sul fondo di questa arcaica laguna, nel corso dei millenni, si realizzò un lento processo di sedimentazione che diede origine a imponenti formazioni le quali, con il ritiro del mare, emersero dalle acque. Questi depositi di origine eocenica si mostrano oggi come un’alternanza di strati di marne (argille calcaree) ed arenarie (sabbie calcificate) dall’aspetto molto tipico.
In sintesi, le marne eoceniche che caratterizzano le colline di queste zone danno origine ad un terreno friabile di scheletro povero, composto da sedimenti marini e flysch di Cormons, o Ponca; la Ponca si presenta come un’alternanza di strati duri caratterizzati da sabbie cementate dal calcio (l’arenaria) e uno strato più tenero (la marna) formato da limo debolmente cementato.
Quello che rende caratteristica la Ponca è il susseguirsi di marne ed arenarie, che crea una perfetta macchina per regolare la disponibilità idrica della vite. L’acqua circola lungo lo strato duro di arenaria scendendo in profondità attraverso un perfetto sistema di drenaggio dell’acqua in eccesso. La marna invece funge da spugna, assorbendo l’acqua e trattenendola nel suolo.
Dal punto di vista geologico, il Collio Friulano è paragonabile ad altri terroirs originati anch’essi da bacini sedimentari come Chianti, Brunello di Montalcino, Barolo, Chablis, Sancerre, terreni tutti straordinariamente vocati alla viticoltura per la loro giacitura e composizione.
Il clima
In Friuli Venezia Giulia si trovano, in un breve raggio, condizioni tipicamente mediterranee, continentali, di transizione e alpine: quasi una sintesi naturale di un manuale di climatologia. La regione si caratterizza nel complesso per la sua alta piovosità annuale (1350/1450 mm/anno contro i 953, ad esempio, della Valpolicella) e anche per quanto concerne la frequenza e l’intensità delle piogge; non sono infrequenti, purtroppo, le grandinate estive.
Il Friuli è nel complesso abbastanza riparato dai venti, soprattutto per quanto concerne quelli freddi provenienti da nord, mentre è soggetta sulla fascia orientale, specialmente sul Carso e sulla città di Trieste, al ben noto vento proveniente da est-nord-est, la Bora, che penetra nella regione dalla Valle della Vipava. La Bora, un vento secco e freddo di origine continentale, si presenta soprattutto nel periodo invernale, ma non è raro nelle altre stagioni. Le brezze sono presenti su gran parte del territorio regionale e si alternano ai venti nordorientali, portatori di buon tempo, e a quelli meridionali (in particolare il caldo vento di Scirocco) che favoriscono le piogge.
L’abbondanza di acqua piovana contribuisce all’acidità dei vini friulani ma potrebbe generare anche delle muffe ed è qui che diventa decisivo il ruolo del vento che asciuga le uve bagnate bloccando la formazione di funghi parassiti.
Le temperature sono tutto sommato abbastanza miti, senza gli eccessi tipici delle regioni continentali: in pianura sono rare le temperature invernali inferiori ai -5 °C e le massime estive oltre i 32-33 °C. L’umidità relativa dell’aria si attesta su valori normali, presentando un massimo in novembre, e un minimo nei mesi di luglio o agosto.
La viticoltura in Friuli e la DOC Friuli Colli Orientali
Il Friuli Venezia Giulia è da sempre la terra dei grandi vini bianchi. La fama di questi vini, pur se con stili ed espressioni molto diverse tra loro, è arrivata a livelli tali da spingere qualcuno a definirli “superwhites“. Accanto alle uve di vitigni internazionali, che qui hanno in moltissimi casi trovato areali produttivi ideali, altrettanto importante è la presenza di vitigni autoctoni, che con i loro vini caratterizzano l’enologia della regione.
La superficie vitata del Friuli Venezia Giulia e di circa 22.000 ha, di cui il 43% in montagna, 19% in collina e 38% in pianura, con una produzione annuale di vino di 1.100.000 hl di cui vini DOP 43%, vini IGP 16%, vini rossi e rosati 30%, vini bianchi 70%.
I vitigni più coltivati sono:
- a bacca bianca: pinot grigio (29%), glera (25%), chardonnay (6%), ribolla gialla (6%), tocai friulano (6%), sauvignon blanc (5%)
- a bacca rossa: merlot (7%), altre uva a bacca rossa (cabernet franc, cabernet sauvignon, pinot nero, refosco dal peduncolo rosso, schioppettino, pignolo, tazzelenghe, terrano, altri)
Interessante notare che, negli ultimi 10 anni, la ripartizione dei 46 vitigni più coltivati in Friuli ha registrato, in termini di ettari vitati, la crescita esponenziale della glera (+415%, per un totale di 6.350 ha), della ribolla gialla (+340%) e del pinot grigio (+47%, per un totale di 7.250 ha, sull’onda del successo commerciale/turistico ottenuto dal Pinot Grigio della vicina DOC Venezia) mentre il merlot ha visto diminuire del 27% i suoi ettari.
I vigneti sono generalmente orientati verso sud-est.
Relativamente alle Denominazioni, in Friuli abbiamo 4 DOCG, 10 DOC e 3 IGT; la DOC “Friuli Grave”, a cavallo del fiume Tagliamento, tra le province di Pordenone e Udine, produce da sola il 50% del vino friulano.
La DOC Friuli Colli Orientali rappresenta una delle più importanti aree di produzione vitivinicola della regione. Si estende in quattordici comuni, nella fascia collinare della provincia di Udine a ridosso con il confine sloveno e abbraccia oltre 2.000 ettari vitati.
La DOC Friuli Colli Orientali comprende 5 sottozone:
- Sottozona Refosco di Faedis
- Sottozona Cialla (8 ettari a nord di Prepotto di proprietà di una sola famiglia)
- Sottozona Schioppettino di Prepotto
- Sottozona Ribolla Gialla
- Sottozona Pignolo di Rosazzo
Lo schioppettino e il Rotundone
Lo schioppettino, formalmente un clone della ribolla nera, è uno dei principali vitigni autoctoni del Friuli. Ha un’origine antica, con documenti che lo collocano fra la Valle di Cialla e Albana, nel piccolo comune di Prepotto, già nel 1282.
Deve il suo nome allo scoppiettare in bocca dell’uva matura, con la sua buccia sottile e tesa, anche se alcuni sostengono che l’appellativo sia dovuto alla fermentazione malolattica tardiva e all’anidride carbonica che il mosto sviluppa.
Uva di bassa fertilità basale e delicatissima, lo schioppettino ha una buccia pruinosa ed è molto sensibile alla peronospora; quasi scomparso dal territorio per favorire varietà più produttive, è stato recuperato negli anni ’70 grazie all’enologo dott. Walter Filiputti, a cui va il merito di aver innescato il “Risorgimento” del vino Schioppettino.
L’aspetto forse più intrigante dello schioppettino è la presenza nell’uva di una particolare molecola, in grado di sviluppare il tipico aroma di pepe nero (e a volte anche pepe verde) nei vini prodotti con alcuni varietali, fra cui appunto il nostro schioppettino: parliamo proprio del Rotundone, identificata nel 2008 dall’Australian Wine Research Institute (AWRI) che studiava i precursori aromatici del Syrah australiano.
Nel 2011 l’Istituto Agrario di San Michele all’Adige ha condotto studi analoghi su vitigni autoctoni e alloctoni che notoriamente presentano questa caratteristica componente organolettica nel loro spettro aromatico, individuando al presenza del Rotundone anche nello schioppettino, nella vespolina, nel groppello di Revò e nel gruener veltliner.
Oggi il “pinot nero del Friuli”, come definisce lo schioppettino Diego Sburlino, cresce in Friuli su 132 ettari di vigna, di cui 40 nel comune di Prepotto; nel 2008 è stata costituita la sottozona dello Schioppettino di Prepotto, un vero e proprio grand cru all’interno della DOC Friuli Colli Orientali.
Prima di passare alla degustazione dei sette Schioppettini, è doveroso riportare testualmente quanto ha scritto Walter Filiputti sul “suo” vino:
“Lo Schioppettino moderno dell’area storica di Prepotto nasce con la vendemmia 1977 quando, chi scrive, portò delle innovazioni che, per l’epoca, furono considerate rivoluzionarie e per alcuni blasfeme: sia nella vinificazione - sul modello della Borgogna - sia per il suo affinamento in barrique. Per cui sì: il vino di questa storica varietà autoctona fu il primo ad essere affinato in barrique del Friuli Venezia Giulia. Lo Schioppettino si meritava questo onore di essere il capostipite di un nuovo stile che guardava all’eleganza, alla valorizzazione dei suoi aromi speziati, alla capacità di invecchiare e soprattutto proporsi alla ristorazione di alta gamma” (fonte: www.sirchwine.com/it/schioppettino-prepotto).
La degustazione
Schioppettino di Prepotto 2019 - Azienda Vie D’Alt
13,5% vol., temperatura di servizio 17/18 °C, prezzo presumibile in cantina € 15-20.
Vie D’Alt lavora circa 50 ha vitati con una resa inferiore a 70 q.li di uva per ettaro, producendo circa 2.000 bottiglie all’anno di Schioppettino. La fermentazione è effettuata in fermentatori di acciaio inox e alla svinatura il vino matura per 12 o 24 mesi (a seconda dell’annata) in tonneau da 500 lt. di 2°/3° passaggio affinché non si perda la tipica nota speziata; la titolare dell’Azienda ha sottolineato che oggi a Prepotto molti Produttori preferiscono utilizzare botti grandi al posto delle barrique ritenendo che la botte grande rispetti maggiormente il vitigno e ne esalti le sue peculiarità. All’esame visivo è di un rosso brillante quasi porpora, all’olfatto avvertiamo aromi tipici dello Schioppettino (sottobosco, piccoli frutti, humus, ciclamino) e l’immancabile pepe nero, mentre al palato il tannino è gentile e levigato e, riscaldandosi, il vino vira su note di china e rabarbaro. Questo Schioppettino si rivela un poco per volta ma ha già una buona persistenza pur essendo ancora giovane (darà il meglio di sé fra 7-8 anni).
Schioppettino di Prepotto 2018 - Azienda Colli di Poianis
14% vol., temperatura di servizio 16 °C, prezzo presumibile in cantina € 15-20.
Colli di Poianis ha impiantato 41 anni fa uno dei primi vigneti di Schioppettino a Prepotto e ancora oggi, effettuata la svinatura, il vino viene affinato in piccole botti di rovere francese ove completa la conversione malolattica. Rispetto al primo Schioppettino, al naso si sente una frutta più matura (ciliegia), una nota amarognola (radice di genziana) e naturalmente il pepe (qui verde) del Rotundone ma anche della noce moscata mentre in bocca sono evidenti la speziatura e una nota legnosa.
Schioppettino di Prepotto 2018 - Azienda Pizzulin
14% vol., temperatura di servizio 16/18 °C, prezzo presumibile in cantina € 15-20.
Lo Schioppettino di Pizzulin, che viene affinato in tonneau da 5 hl di rovere francese per 24 mesi, si presenta all’olfatto molto diverso dai primi due vini degustati; ha bisogno di aprirsi per poi offrire sentori di radice di liquirizia, china, pepe ben evidente, spostandosi verso la frutta rossa matura all’aumento della temperatura nel calice. Al palato il suo tannino è deciso e in grado di asciugare perfettamente anche una succulenza importante come quella di una classica fiorentina.
Schioppettino di Prepotto 2019 - Azienda Vigna Petrussa
13,5% vol., temperatura di servizio 18/20 °C, prezzo presumibile in cantina € 15-20.
Affinato in barrique di rovere francese per 24 mesi e 6 mesi in bottiglia, al naso è pieno e persistente liberando note di liquirizia, ancora pepe, sebbene meno pungente, cuoio e pellame. In bocca il tannino è presente ma non aggressivo, tanto da richiamare i tannini di alcuni Pinot Noir di Borgogna o Nerello Mascalese dell’Etna; un vino potente, elegante, senz’altro più corposo di un Merlot o di un Cabernet Franc ma delicato e che ad alcuni ha ricordato il famoso Trebbiano d’Abruzzo di Emidio Pepe.
Schioppettino di Prepotto 2018 - Azienda Grillo Iole
14% vol., temperatura di servizio 18 °C, prezzo presumibile in cantina € 15-20.
Lo schioppettino coltivato in 2 ettari nella frazione Albana di Prepotto ha regalato, nell’ottima annata 2018, un vino equilibrato e complesso che profuma di viola, rosa canina, pepe nero, noce moscata e leggeri sentori floreali; al palato si avverte subito il pepe nero seguito poi dalla cannella. L’Azienda produrrà, utilizzando l’annata 2018, una Riserva che farà 4 anni di maturazione in legno e 1 anno di affinamento in bottiglia.
Schioppettino di Prepotto 2017 - Azienda Vigna Traverso
14% vol., temperatura di servizio 18 °C, prezzo presumibile in cantina € 15-20.
Il vino di Vigna Traverso deriva da uve allevate in vigneti a quote più alte rispetto ad altre vigne di Prepotto e in una zona con maggior presenza di argille nelle marne, elemento che apporta allo Schioppettino una rilevante freschezza; inoltre matura in barrique (con diversi cicli) per almeno 12 mesi e affina in vetro per alcuni mesi. All’olfatto si sente una leggera nota vegetale e un pepe presente ma meno importante degli altri Schioppettini degustati, caratteristica dovuta all’uso delle barrique, che rende questo vino di gusto più “internazionale” rispetto agli altri. Il pepe ritorna alla chiusura dell’assaggio accompagnato ad un sentore amaricante più deciso.
Schioppettino di Prepotto 2011 Riserva - Azienda Ronc Soreli
14% vol., temperatura di servizio 18/20 °C, prezzo presumibile in cantina € 25.
Da uve impiantate fra il 2002 ed il 2004 nasce questa Riserva, vinificata con macerazione (per estrarre più sostanza) in vasche di cemento termo-condizionate per 15-20 giorni e successiva conversione malolattica sulle bucce. Dopo un affinamento di 24 mesi in tini tronco-conici da 2.600 lt e tonneau di rovere francese e di Slavonia, prima di essere commercializzato il vino trascorre ancora 24 mesi in bottiglia. Il metodo produttivo impiegato regala alla Riserva un bel colore rosso rubino tendente al granato, un naso complesso ed equilibrato di frutta essiccata (ciliegia, prugna), liquirizia, tabacco e una spezia sottile. Molto diverso, essendo una Riserva, rispetto agli Schioppettini - più giovani - degustati sino ad ora, è meno tipico di questi però in bocca si rivela fresco e dotato di un tanino fine e sottile, è intenso e apporta una evidente sensazione pseudocalorica. Lo giudichiamo pronto e in grado di mantenere inalterata la sua piacevolezza ancora per 5-6 anni, se ben conservato in cantina.
Al termine delle nostre “fatiche” degustative e prima di assaporare il piatto preparato per noi dagli Chef dell’Hotel Settecento, una tenerissima guancetta di vitello su foglia di radicchio croccante, con i Produttori e Diego Sburlino cerchiamo di individuare alcune caratteristiche salienti dello Schioppettino: se il “filo conduttore” di questi vini è certamente il famoso Rotundone, con il suo “giusto” apporto di pepe - nero o verde - al vino, anche i tannini sono gentili e piacevoli e la combinazione di questi due elementi contribuisce a rendere lo Schioppettino un vino versatile e complesso, un vino che gradisce un lungo affinamento che ne esalta l’eleganza. Infine, anche se per noi appassionati non è un fatto sconosciuto, è sempre emozionante constatare come lo stesso vitigno, coltivato nella medesima zona e con vigne poste a pochi km di distanza fra loro si esprima nel vino in un modo sempre molto diverso, anche se vendemmiato nello stesso anno.