Lo Spoletino. Un trebbiano non trebbiano

«Di ciò che posso essere io per me, non solo non potete saper nulla voi, ma nulla neppure io stesso». Da questa citazione pirandelliana siamo partiti guidati da Maurizio Dante Filippi, miglior sommelier d’Italia 2016, e da Claudio Ciotti, delegato di AIS Montefalco-Spoleto, alla scoperta di un vitigno fino a pochi anni fa quasi sconosciuto, ma che grazie alla determinazione di alcuni produttori dell’areale di Montefalco e Spoleto, è stato valorizzato e apprezzato anche al di fuori dei suoi confini di origine.

Rocco Brucoli

Un trebbiano non trebbiano

Non si può non spendere qualche parola sulla provenienza dello spoletino, e sulla confusione riguardo alla sua collocazione ampelografica. Lo spoletino rientra, infatti, nella famiglia dei trebbiano (ne ha scritto approfonditamente Manuela Basaglia qui Gli innumerevoli volti del trebbiano) pur essendo ben diverso dai suoi componenti e non condividendone la base genetica. A confondere pare sia stato il nome che potrebbe derivare da “trebulanum”, termine latino che identificava quei vini che davano sostentamento ai soldati dell’esercito romano in assenza di acqua potabile, oppure dalla città di Trevi, situata proprio vicino a Spoleto.

Per citare alcuni esempi, a dimostrazione di tale incertezza sull’origine dello spoletino, nel 1879 Achille Sensi scriveva: «lo spoletino viene attribuito a Foligno e a Todi, mentre il trebbiano risulta presente a Perugia, a Spoleto, a Città di Castello e a Todi». Pochi anni dopo, nel 1893, Guglielmo Baldeschi in “Vini e Vitigni dell’Umbria” parlava di greco spoletino nel perugino, chiamato trebbiano nella zona di Spoleto.

Sarà il prof. Francolini, agli inizi del ‘900, a fare un po’ di chiarezza e a ritrarre da un punto di vista fenologico lo spoletino, la cui descrizione definitiva si avrà nel 2001 nel volume “I vitigni di Italia”. Nel 2006 il professor Attilio Scienza conduce uno studio individuando 4 biotipi con caratteristiche morfologiche diverse.

Nel 2011 nasce la DOC Spoleto, che prevede la produzione di un vino a denominazione prodotto da uve trebbiano spoletino.

Caratteristiche

Lo spoletino è un’uva estremamente versatile. Lo dimostra la variegata produzione di vini, che va dagli spumanti, ai macerati e ai passiti, senza dimenticarsi i bianchi fermi. Questo è possibile per la contemporanea presenza di un buon numero di gradi Babo (tra 17 e 21) e un’elevata acidità (fino anche a 10 g/L), che consente di avere sempre uve a piena maturazione senza sacrificare la freschezza. Queste caratteristiche lo rendono particolarmente adatto a lunghi invecchiamenti.

Fino alla fine degli anni ’60 del secolo scorso, la forma di coltivazione era quella ad alberata, con la vite maritata ad alberi di olmo o acero, che lascia alla pianta la possibilità di esprimere la sua natura rampicante con lunghi tralci carichi di grappoli. A seguito della meccanizzazione dell’agricoltura, alberi e viti sono stati sostituiti da campi coltivati, motivo per cui lo spoletino stava per scomparire. Oggi, pochi produttori ancora utilizzano questa forma di allevamento.

La degustazione 

Con la curiosità di che sta per assaggiare qualcosa di nuovo, e un po’ fuori dagli schemi classici delle categorie enologiche, ci lasciamo guidare in questo cammino di dieci vini, che coprono quasi interamente le tipologie derivanti dallo spoletino. 

Spoleto DOC Trebbiano Spoletino Vino Spumante Brut (Metodo Martinotti) 2022 – Colle Uncinano

Cantina con 20 ha vitati nel territorio di Spoleto, che produce quattro referenze a base di trebbiano spoletino. La vinificazione prevede la pressatura soffice delle bucce prima della fermentazione alcolica a temperatura controllata. Vinificazione e spumantizzazione avvengono in totale assenza di ossigeno. Spumantizzazione in autoclave con metodo charmat lungo.

Giallo paglierino intenso, fitto e brillante. Al naso pesca gialla, cedro candito, scorza di limone e una nota polverosa di ghiaia. Vino di estrema verticalità in bocca: freschezza e sapidità giocano una partita ad alto livello, alternandosi fino a raggiungere un ottimo equilibrio. Il risultato finale, dopo la deglutizione, è una bocca asciutta, pulita, pervasa da una lunga persistenza agrumata, che fa finire il calice. 

Spoleto DOC Trebbiano Spoletino “Poggio del Vescovo” 2023 - Cantina Ninni

Cantina a conduzione biologica anch’essa situata a Spoleto. Fermentazione spontanea con lieviti indigeni in acciaio, dove permane fino all’imbottigliamento. Prodotto non filtrato e non chiarificato, con basso contenuto di solfiti.

Dorato intenso, leggermente opalescente per effetto della vinificazione. L’incipit olfattivo è su profumi fruttati di pera, mandarino, seguiti da fiori gialli ed erbe aromatiche (menta e salvia). Chiara la nota iodata sul finale. Il sorso è profondo, morbido, fresco; chiude su una spiccata sapidità che gli dona slancio. È un vino gastronomico, che ben si abbina a funghi, carni bianche o uova al tartufo.

Montefalco Bianco DOC “Sperella” 2023 - Tenuta Bellafonte

Viene prodotto a partire dalle uve provenienti dai vigneti più giovani di Tenuta Bellafonte. Il solo mosto fiore viene lasciato fermentare spontaneamente a temperatura controllata prima di una maturazione di circa 5 mesi sui lieviti in vasche di acciaio. Riposa in vetro per qualche mese prima della messa in commercio. Non filtrato.

Paglierino fitto con riflessi dorati, lucente. Portato il calice al naso, il vino evidenzia subito un chiaro respiro balsamico, con rimandi alla resina di pino che dà l’idea di trovarsi proprio in un bosco. Arrivano poi i sentori fruttati di mela golden, pera, e quelli floreali dei fori di campo. Complesso e attraente. L’ingresso in bocca è in punta di piedi, per poi aprirsi al centro del palato, sfoderando maggiore sapidità che freschezza. Chiusura su una piacevole nota amaricante.

Spoleto DOC Trebbiano Spoletino 2023 - Bocale

La vinificazione prevede la macerazione pellicolare a freddo per 12-18 ore, successiva chiarifica statica a freddo e fermentazione con lieviti naturali a temperatura di 18 gradi per alcune settimane; segue maturazione sui lieviti per alcuni mesi.

Paglierino con riflessi verdolini, di media intensità e vivida luminosità. Complesso il ventaglio aromatico: frutta a polpa gialla matura, mango, gelsomino, ginestra, salvia, menta e maggiorana. Note speziate di pepe bianco sul finale. Il sorso rappresenta il DNA del trebbiano spoletino: entra come una lama, evidenziando una freschezza dinamica, progressiva, che porta nel finale a una bocca perfettamente pulita. Il tutto accompagnato dall’immancabile sapidità. Lungo finale floreale.

Spoleto DOC Trebbiano Spoletino “Avventata" 2022 - Ilaria Cocco

Ilaria Cocco inizia la sua avventura da viticoltrice agli inizi del 2000 nel territorio di Montefalco, concretizzando la prima produzione nel 2008.  La vinificazione dello spoletino in degustazione prevede la diraspa-pigiatura e pressatura soffice delle uve, la chiarifica statica e la successiva fermentazione in acciaio del mosto limpido alla temperatura di 18 °C. Permanenza di 10 mesi sulle fecce fini in acciaio, cui seguono 6 mesi di affinamento in bottiglia. Non ci sono filtrazioni.

Colore paglierino al limite del dorato. Molto fitto e luminoso. Profilo olfattivo di assoluta eleganza, raffinatezza e complessità. Il ventaglio aromatico apre su note floreali di fiori bianchi, seguiti da sentori di pesca, pera, alloro, macchia mediterranea e fieno. Il volume del sorso è piramidale, fine in ingresso, ampio a centro bocca. La freschezza, mai citrina, dona dinamicità, producendo un effetto finale molto rinfrescante. La chiusura è sapida, incentivante la beva. Lungo il potenziale di invecchiamento. 

Spoleto DOC Trebbiano Spoletino Superiore 2021 - Le Cimate

L’azienda di 23 ha viene fondata nel 2011 ed è situata sulla sommità di una collina con vista panoramica sui monti Martani e la città di Montefalco. Dopo la diraspa-pigiatura il vino macera 4 giorni sulle bucce. Fermenta per 20 giorni in botti francesi dove poi matura per 12 mesi. Affina altri 12 mesi in bottiglia.

Questo è il primo vino in cui troviamo l’utilizzo del legno, i cui effetti vedremo sia alla vista, che al naso. Il colore è un dorato pieno e diffuso in tutto il calice, di affascinante brillantezza. Ampio e coinvolgente il corredo dei profumi: agrumi canditi, albicocca disidratata, mandorla, nocciola, fiori appassiti, zafferano, erbe aromatiche (menta e rosmarino), miele, vaniglia, pepe bianco e cipria.   La complessità olfattiva si rispecchia in un perfetto equilibrio gusto-olfattivo. Vino corposo, ma non pesante. La morbidezza è perfettamente bilanciata dalla freschezza e dalla sapidità. Lungo il finale su note di mandorla ed erbe aromatiche.

Montefalco Bianco DOC “Aria di Casa” 2021 - Tenuta Alzatura

Tenuta Alzatura appartiene alla famiglia Cecchi, già presente in Toscana. Consta di tre vigneti in aree diverse: Monterone, San Marco e Alzatura.

Lucente paglierino di media fittezza. Un po’ scuro al naso, apre su note tostate e affumicate attribuibili alla maturazione in legno. Successivamente troviamo sentori di frutta gialla ed erbe aromatiche essiccate. All’assaggio si intuisce una tensione gustativa calcolata, che si traduce in un volume del sorso costante e avvolgente. Avvertiamo un’acidità più citrica e un finale tostato. Vino sartoriale.  

Spoleto DOC Trebbiano Spoletino “Vigna Tonda" 2022 - Antonelli San Marco

Il vino proviene dall’omonima vigna, un ampio cerchio incastonato nella collina a 350 metri di altitudine, circondata per metà dal bosco a favorire la biodiversità. La vinificazione prevede la fermentazione spontanea senza controllo della temperatura, con lunga macerazione sulle bucce in contenitori ceramici. Matura in anfora per alcuni mesi.

L’effetto della macerazione lo vediamo subito nel colore, un dorato lucente omogeneo e intenso. I profumi sono carezzevoli, nitidi e delicati: albicocca disidratata, pesca sciroppata, ginestra, camomilla, salvia, pepe bianco, vaniglia e miele. In bocca è morbido, rotondo, avvolgente. Entusiasmante il gioco tra la freschezza caratterizzante dello spoletino che ci fa salivare e l’effetto immediatamente asciugante del tannino estratto durante la macerazione. Un sorso tira l’altro. Finale di erbe aromatiche.

Spoleto DOC Trebbiano Spoletino “Le Tese” 2021 – Romanelli

L’Azienda Agricola Romanelli nasce nel 1978 a Montefalco; 30 gli ettari di proprietà, di cui 8 a vigneto. La vinificazione de “Le Tese” prevede una lunga macerazione di 45/50 giorni sulle bucce. Matura, quindi, sulle fecce fini per 8 mesi, cui seguono 6 mesi di affinamento in bottiglia.

Colore ambrato brillante. Naso ricco di note agrumate, di frutta esotica e a polpa gialla, impreziosito da sentori lievemente tostati, seguiti da sbuffi di erbe aromatiche e paglia secca. In bocca è diffuso, morbido e vellutato. Anche in questo vino ritroviamo l’alternanza tra acidità e tannicità, tra salivazione e astringenza. Vino complesso, ricercato, da meditazione.

Spoleto Trebbiano Spoletino Passito DOC 2022 - Le Cimate

Dopo 45 giorni di appassimento in locale a temperatura e umidità controllata, fermenta per circa 20 giorni in barrique, dove poi matura per 10 mesi.

Alla vista risulta di un brillante ambrato fitto. Frutta candita, albicocca disidratata, mallo di noce, nocciola, mandorla, fiori di zagara, rosmarino, salvia, timo, vaniglia e miele di castagno compongono il caleidoscopio olfattivo di questo vino. Il sorso spicca per agilità, mai stucchevole; la dolcezza è sostenuta da una vivace acidità e da una decisa sapidità. Equilibrio perfetto per una beva continua. Nel finale mandorla, nocciola ed erbe aromatiche.

Un gran finale per una grande degustazione. Impressionanti le diverse sfaccettature di questo vitigno il cui successo sembra ormai essere segnato.