Masterclass Chiavennasca. Trilogia del nebbiolo delle Alpi: le Riserve del Superiore

Episodio due della saga Valtellinese. In questa occasione va in scena una delle due DOCG, il Valtellina Superiore Riserva. Un’espressione particolarmente identitaria, con l’ambizione di declinare l’apogeo qualitativo di ogni sottozona, investendo il vignaiolo del ruolo di interprete del territorio.

Diego de Vargas

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Triduo di costanti quello dedicato alla valle di traverso. Ricordiamo infatti che la Valtellina si sviluppa inusualmente in senso longitudinale rispetto alla gran parte delle vallate alpine che prevedono invece un orientamento da nord a sud. Eccezion fatta per questa atipicità, la seconda serata dedicata al nebbiolo delle Alpi è costellata di assunti. Sette cantine, sette vini, chiavennasca, viticoltura eroica, Valtellina. Sono alcuni degli elementi che determinano le eccellenze in degustazione presso la sede di AIS Brescia. 

La Denominazione di riferimento

Questa volta è il turno della prima delle due DOCG. oggetto dell’approfondimento. Dopo aver conosciuto la tipologia Rosso di Valtellina DOC, inquadriamo meglio il Rosso di Valtellina Superiore e lo facciamo con i riflettori puntati sulle riserve. Dal 1998, trent’anni dopo il riconoscimento della DOC. alla base della piramide qualitativa, il disciplinare irrigidisce i criteri di produzione con l’obiettivo di palesare in ogni referenza l’essenza del terroir e l’espressione della cantina. Prevede rese inferiori agli 80 quintali per ettaro (un miraggio in diversi vigneti), presenza di almeno il 90% del vitigno principe, nebbiolo-chiavennasca, 24 mesi minimi di affinamento (36 per le riserve), di cui almeno 12 in botti di legno. Ad accentuare la provenienza parcellare è inoltre possibile riportare in etichetta una delle cinque sottozone previste, che ci piace sempre ricordare da ponente a levante: Maroggia, avamposto per chi proviene dal Lago di Como, Sassella e Grumello ad abbracciare Sondrio capoluogo, Inferno, prosecuzione ad oriente fino al comune di Tresivio e Valgella, enclave tra Chiuro e Teglio in direzione Passo dell’Aprica.

La Degustazione

Valtellina Superiore Riserva Inferno 2018 - Aldo Rainoldi

Diamo via al valzer dei calici partendo da un’azienda storica. La Aldo Rainoldi è oggi condotta dall’omonimo nipote del fondatore, fervente promotore della viticoltura di qualità, molto impegnato nell’attività consortile, ritenuta da molti fondamentale per una crescita organica dell’area.
Dalle impervie pareti arse dal sole della sottozona Inferno si raccolgono mediamente 60 q.li/ha. Fermenta in acciaio, affina in legni piccoli per 18 mesi, un ulteriore passaggio in vasche inox lo prepara alla bottiglia dove attenderà ancora un anno prima di potere essere servito.

Timida cromia mattonata dalle screziature aranciate. Potente all’olfatto, rivela subito il carattere alpino attraverso note di grafite ed erbe balsamiche a rendere eleganti sentori di amarene, ribes e more, dapprima fragranti e agrumati si lasciano andare a maturazioni carnose da confettura. Deliziosi toni floreali accompagnano una terziarizzazione eterea. Il sorso raccoglie il testimone dalla varietà olfattiva declinandola in schietta freschezza sapidamente gustosa. Pimpante e scorrevole, a dispetto della lunga persistenza, ci trattiene curiosi al bevante per scorgere tutto quanto manifestabile lasciandogli il tempo di concedersi. Trama tannica sontuosa ed elegante, un tappeto vellutato su cui marcia durevole piacevolezza.

Valtellina Superiore Riserva Valgella Cristina Scarpellini 2018 - Tenuta Scerscè

Giovani aziende crescono e per Tenuta Scerscè, guidata da Cristina Scarpellini, la crescita passa attraverso il rispetto del territorio e le attenzioni nei processi di lavorazione, dalla vigna alla cantina.
Condividere il nome con la Riserva di Valgella dovrebbe darci un indizio di quanto Cristina creda in quello che fa. Un mese di macerazione tra rimontaggi e dèlestage (tecnica con cui si separa il cappello dalla parte liquida del mosto per favorirne l’estrazione colorante e polifenolica) a cui seguono minimo 12 mesi in botti da 25hl e 13 mesi di bottiglia.

Il risultato è elegante e floreale sin dall’habillage. Tonalità granate intense, probabile conseguenza della lavorazione particolarmente estrattiva. Impatto olfattivo ai frutti di bosco e rosa selvatica impreziosito da una balsamicità tra le erbe aromatiche ed il legno di sandalo. Profumi da tisana alpina, assenzio, malva e genziana sfumati da cannella e pepe bianco. Sorso un po’ chiuso, palesa note di sottobosco, terrose e lignee, su di uno sfondo di incenso, china e rabarbaro. Tannino ben integrato ad una buona persistenza.

Valtellina Superiore Riserva Emma 2018 - La Grazia

Paolo Oberti è un'altra vittima del fascino enoico valtellinese. Dopo anni di presenza nel mercato agricolo, nel 2012 da vita al progetto cantina vinicola “La Grazia”, cedendo alla passione per la viticoltura ed in particolare per quella a vocazione eroica come si può definire da queste parti.
Tempo prezioso alleato, in macerazione come in affinamento. 30 i mesi in botti e barrique a cui si sommano altri 12 mesi di bottiglia. Un sostegno alla struttura è dato dall’antica pratica del rinforzo che prevede l’aggiunta di alcuni grappoli soggetti ad un lieve appassimento, provenienti dalle “murache”, i terrazzamenti di roccia granitica valtellinesi.

Il tema cromatico della serata non si distingue certo per variabilità. Ritroviamo un calice granato dalla tonalità abissale con lievi riflessi carmini. Le pareti del calice veicolano morbide nuance di vaniglia, noce moscata e mallo di noce seguiti da una liquirizia toffee ed una spezia pungente. L’ingresso al palato è misurato, erbe aromatiche, erbe da amaro alpino e tannino vivido dal sipario amaricante. Di spiccata freschezza funzionale alla gestione delle morbidezze.

Valtellina Superiore Riserva 2017 - Mamete Prevostini

Dal 1928 Mamete Prevostini è protagonista dell’enologia in Valtellina. Una storicità importante in perfetta armonia con la lungimiranza progettuale di questa cantina. Sostenibilità incondizionata: la cantina CasaClima è un riferimento di efficienza. L’importanza del “network”, oltre il consorzio, la “Rete dei Giardini Sospesi” tutela la bellezza unica dei vigneti alpini.

Trenta mesi in botte di rovere dopo una macerazione prolungata. Un altro anno di bottiglia a tondeggiarsi. Il risultato porta al calice un rosso granato sferzato da venature rubino rilucente. Impatto olfattivo di erbe di montagna, caffè verde e spezia dolce. Finissimo il frutto di bosco, fragrante e balsamico tra anice stellato e pino mugo. Una nota smaltata si fa preludio di strutture importanti. Il sorso conferma un’avvolgenza generosa allo stesso tempo fresca e gustosa. Sorprendentemente equilibrato, tra un frutto maturo invitante ed una freschezza balsamica ed agrumata. Encomiabile trama tannica, marcatamente composta. Molto lungo.

Valtellina Superiore Riserva Valgella Carterìa 2017 - Sandro Fay

Quello di Sandro Fay è probabilmente il nome maggiormente evocativa la sottozona Valgella, dai rimandi a vini di spiccata freschezza. Vignaiolo indipendente, fermo sostenitore dell’espressione parcellare, come i circa tre ettari del vigneto Carterìa a 500 metri di altitudine, nell’omonima frazione del comune di Teglio.

12 mesi in botti da 30hl e barrique da 500lt; 18 mesi in bottiglia prima di poter essere stappato. Ritroviamo un granato limpido e deciso. More e ribes nero addolciti da vaniglia. Genziana e carciofo si fanno balsamici da eucalipto. Uno spunto agrumato ravviva il bouquet. Ingresso composto ed elegante. Torna un frutto fragrante, amarene tra rosa canina ed arancia rossa. Decisa speziatura, cannella protagonista. Sorso fresco e longilineo dal gusto ammaliante e durevole, bene accompagnato da una levigata tannicità.

Valtellina Superiore Riserva 2016 - Nino Negri

“Sembra passato un secolo. E, in effetti, è così.” Il 1897 è l’anno di fondazione della cantina. Il futuro sta nelle mani di Danilo Drocco che raccoglie il testimone dal leggendario Casimiro Maule dopo quasi mezzo secolo. E ancora sostenibilità nel rispetto della montagna e profonda identità dando spazio alle singole espressioni di ogni vigna.
La prima di questa etichetta riporta il millesimo 1959. Terrazze esposte a sud tra i 350 ed 550 metri. Due anni minimi di affinamento in legno di grande formato ed immissione sul mercato non prima del quarto compleanno di affinamento.

Lampi di rubino intarsiano il calice rosso granato. Un mazzetto di viole stanche cede il passo a sciroppo di granatina e rabarbaro. Una spezia piacevolmente integrata alterna sbuffi pungenti da pepe nero a carezze vanigliate. Naso nitido e ben definito. Al palato si mostra generoso, frutta scura e subito erbe alpine e ancora spezie rispondenti il sentito olfattivo. Tannino cesellato, in sinergia ad una buona freschezza e spiccata sapidità, reggono il sorso in una lunga persistenza.

Valtellina Superiore Riserva La Botte 23 2015 - Bettini

La Casa Vinicola F.lli Bettini di San Giacomo di Teglio, comune situato nella sottozona Valgella, condivide una storicità secolare. Grande esperienza, attenta selezione delle uve, permettono a questa azienda di portare al mercato prodotti rappresentativi del territorio, di grande qualità.

“La Botte 23” è il numero del contenitore dedicato alla maturazione di questo vino frutto di una selezione di grappoli dai vigneti di proprietà della Famiglia Bettini.
Rosso granato, limpido ai margini e saturo al centro. Naso “alpino”, genziana, genepì e liquirizia dominano la scena, relegando una confettura di frutta scura ed un floreale attempato al ruolo di comparse. Toni “dark” anche al palato; segue la trama di tisana alle erbe concedendo un frutto generoso, integro e succoso. Bella speziatura alternante zenzero e noce moscata. Gustosamente sapido e piacevolmente perdurante.

Si chiude qui la serata dedicata ai Valtellina Superiore Riserva, tra gli applausi per la sapiente guida di Artur Vaso, l’organizzazione impeccabile della delegazione di AIS Brescia ed il pregevole servizio dei sommelier di sala.