Mille sfumature, tre cru, un solo Pinot nero

Ines Giovanett, manager commerciale di Castelfeder, e Federico Bovarini, Miglior Sommelier della Lombardia 2023, accompagnano il folto pubblico di AIS Monza alla scoperta del Pinot Nero e di un ambizioso progetto.

Monica Berno

Sorella, figlia e nipote di enologi e vignaioli, Ines Giovanett è talmente innamorata del proprio territorio, della propria azienda e del proprio lavoro da riuscire subito a coinvolgere la platea con la sua passione comunicativa. Ines rappresenta la terza generazione dell’azienda vinicola Castelfeder, fondata dal nonno Alfons nel 1969 e passata nel 1989 al figlio Günther affiancato dalla moglie Alessandra e dai figli, Ivan, enologo, e Ines, direttrice vendite e responsabile marketing. 

“We are family”

Lo slogan dell’azienda “We are family” ben rappresenta l’importanza di mantenere Castelfeder ancorata alle tradizioni e alla sua storia: l’idea portante è che se una famiglia unita lavora a un progetto comune, il risultato non potrà che essere eccellente, a patto di non rinunciare a guardare al futuro e alle sfide interessanti per lo sviluppo aziendale.

Il cuore di Castelfeder batte nella Bassa Atesina, la zona più a sud dell’Alto Adige, 70 ettari sparsi nella valle che da Merano giunge fino alla chiusa di Salorno e che, nel fondovalle è dominata su 20000 ettari dai meleti, mentre i vigneti occupano circa 5000 ettari tra i 200 e i 1000 metri. 

L’Azienda punta la propria produzione su 5 vitigni: chardonnay, sauvignon, pinot grigio, lagrein e pinot nero, con un’attenzione particolare a chardonnay e pinot nero, dai quali nascono i primi vini più importanti per l’Azienda, quelli su cui puntò Günther Giovannett a partire dal 1989. 

Il progetto del pinot nero 

Il pinot nero, blauburgunder in tedesco, arrivò in Alto Adige due secoli fa circa, si trovava nella zona fresca della Val Sarentino, ma non arrivò mai ad avere produzioni significative fino al XX secolo. Infatti, solo intorno al 1980 si assistette a un incremento notevole, dovuto anche al riscaldamento globale che spronò i viticoltori a piantare le viti sempre più in alto. In 15 anni la superficie vitata dedicata a questo vitigno è passata da 216 ettari a più di 500, il suo areale ideale è nella Bassa Atesina, in particolare sulla sinistra orografica del fiume Adige a Mazzon e a Montagna e lungo la sponda destra a Cornaiano e Appiano Monte.

Il “progetto del pinot nero” nasce nel 2018, quando alcuni produttori di Mazzon e Buchholz chiesero a Castelfeder di vinificare il loro blauburgunder. Una richiesta da cui nacque l’idea di Ivan e Ines di creare tre vini diversi che potessero raccontare il territorio, le esposizioni, le altitudini: i Pinot Nero di Gleno, Buchholz e Mazzon vengono vinificati in modo identico (42 micro vinificazioni con successiva permanenza in barrique per 12 mesi in egual misura nuove e di 1°, 2°, 3° e 4° passaggio), imbottigliamento a dicembre e minimo 3 mesi di affinamento in bottiglia. È così che le differenze del terroir si fanno più evidenti. 

I tre areali di Gleno, Buchholz e Mazzon hanno in comune 4 fattori:

  • posizione: lato est della Bassa Atesina;
  • clima: corridoi microclimatici con venti freschi (vigneti tra 450 e 800 m s.l.m.); 
  • terreni: argillosi con diversi contenuti di calcare (a Mazzon c’è più argilla, a Glen più calcare, a Buchholz prevale il calcare);
  • opera dell’uomo: vinificazione identica, ma secondo lo stile di Ivan Giovannet.

Insieme a Federico Bovarini abbiamo dunque degustato 6 diverse interpretazioni provenienti dai diversi areali, intervallando l’assaggio dei vini all’esposizione dei caratteri salienti di ciascuno di essi.

Vigneti delle Dolomiti IGT Pinot Nero - Mont Mès 2021 

Il primo vino è stato il nostro punto di partenza, sia perché frutto di un assemblaggio dei pinot nero di Gleno, Buchholz e Mazzon, sia perché è lo stesso Ines Giovannet a definirlo «un vino moderno», una sorta di biglietto di presentazione del pinot, per tal motivo pensato e voluto maggiormente sul frutto. Il “Mont Mès” (il monte di mezzo) è una sfida importante per l’Azienda, perché ne identifica la filosofia.

Brillante e trasparente. Da subito intenso al naso, colpisce con una delicata nota floreale che lascia il posto a un frutto croccante e acidulo come il ribes rosso e il lampone e poi, mentre il vino si scalda, pare liberarsi una ventata di aria fresca montana, di erbe aromatiche. La bocca è concentrata sulla freschezza, sulla succosità di un frutto appena morso e sui tannini eleganti che spingono a bere ancora. Delicato e persistente.

Buchholz

A 440-630 m s.l.m., sopra il villaggio di Salorno, si trovano le piccole terrazze di Buchholz, esposte a NO-SO. Su un totale di 110 ettari piantati a chardonnay, pinot nero e pinot grigio, Castelfeder coltiva qui 2,4 ettari e le sue viti hanno un’età variabile tra i 25 e i 60 anni. Interessante notare che tra i vigneti passa la faglia di Trodena, linea di demarcazione tra la dolomia calcarea e il porfido (con alta sovrapposizione di argilla rossa) particolarmente adatto al pinot nero. 

Alto Adige DOC Pinot Nero – Buchholz 2021

L'etichetta del Pinot Nero “Buchholz” racconta la leggenda di Perkeo, il coppiere del principe Carlo Filippo III del Palatinato che pare bevesse dai 20 ai 30 litri di schiava al giorno. Morì a causa di un dottore che lo obbligò a bere un bicchier d’acqua.

Un vino fine ed elegante dal colore terso. Il profumo è un pout pourri sinfonico di frutta, fiori, erbe aromatiche, roccia bagnata: un unicum. Passano i minuti ed ecco fare capolino altri profumi: liquirizia e sensazioni balsamiche. In bocca è vellutato, ma la frutta esplode e caratterizza il vino con la sua morbidezza; il tannino delicato contribuisce ad apportare grande eleganza. 

Glen

Il pinot nero di Gleno è il punto di forza dell’Azienda: è questa la zona storicamente più importante per Castelfeder, dai 450 ai 791 m s.l.m., sopra Mazzon. È un’area complessa proprio per la variante dell’altitudine che durante la vendemmia si traduce in diversi tempi di maturazione delle uve (100 metri in più di dislivello comportano una settimana di ritardo nella vendemmia). La raccolta può durare più di un mese e mezzo, da metà settembre a fine di ottobre, e ogni anno vengono realizzate fino a 40 micro vinificazioni separate. L’area è molto parcellizzata e qui l’azienda ha 7 ettari di pinot nero. L’esposizione S-SO, non ideale per il pinot nero, è bilanciata dall’altitudine e dalla presenza del monte Cislon che protegge i vigneti dall’insolazione. 

Alto Adige DOC Pinot Nero - Glen 2021

L'etichetta del Pinot Nero “Glen” ritrae il ponte ferroviario di Glen, oggi in disuso, simbolo di partenza dell'industrializzazione della zona. Oggi è un punto panoramico da cui si gode una vista unica su Bolzano e su tutta la Bassa Atesina: da qui si vede l'85% dei vigneti dell'Alto Adige. 

Limpido, carminio, si racconta in modo delicato. È un vino timido, schivo, un po’ chiuso: si distinguono subito arancia sanguinella e spezie puntute (peperoncino, pepe in grani) che quasi pizzicano il naso. All’assaggio colpisce una morbidezza glicerica che patina il palato, una bella freschezza e i tannini setosi. Molto equilibrato e armonico, ha un finale sapido e balsamico.  

Mazzon 

 «Il grand cru del pinot nero italiano» è un altopiano nel comune di Egna, dove Castelfeder, dal 2018, possiede 3 ettari su un totale di 65. Mazzon si estende tra i 300 e i 450 m s.l.m. con un’esposizione dei vigneti a NO che gioca un ruolo molto importante sulla maturazione delle uve. Le vigne sono tra le più vecchie dell’Azienda, tutti i cloni sono borgognoni (cloni Digione 777, 828, 165, 943) e danno vita a vini ricchi e strutturati.

Alto Adige DOC Pinot Nero - Mazon 2021

Sull'etichetta del Pinot Nero “Mazon” sono rappresentati i vigneti con le rovine del castello di Kaldiff dei Signori di Enn.

Un vino muscolare, potente da subito. Le note di tostatura sembrano stemperarsi in sensazioni sulfuree di pietra focaia. Lentamente, senza sosta, affiorano frutti scuri, pepe, liquirizia in polvere. In bocca è un fantasma, al primo sorso non si percepisce nulla, ma poi esplode l’anima del pinot nero, che si racconta in tutta la sua struttura austera e nella persistenza lunghissima. È un vino masticabile, con un tannino masticabile. Le note più alcoliche sono date dalla bassa altitudine. Si potrebbe definire il vino di mezzo tra i tre del Progetto, oggi ottimo, tra vent’anni straordinario. 

Alto Adige DOC Pinot Nero Riserva - Burgum Novum 2020

È questo il vino più tradizionale di Castelfeder. Burgum Novum, fondato nel 1189, era l’antica Egna, luogo in cui nacque l’azienda nel 1969. Nel 1989, in occasione degli 800 anni della fondazione del borgo, Alfons e Günther Giovanett scelsero di utilizzare questo nome per i vini di punta della cantina. L’uva proviene da Gleno, l’affinamento è di 18 mesi (50% legno nuovo e 50% botti di secondo passaggio), l’assemblaggio è in acciaio dove il vino resta per 6 mesi, per poi riposare in bottiglia per 12 mesi ed essere commercializzato dopo 3 anni. L’annata 2020 è in vendita ora, mentre la 2015, il nostro sesto vino in degustazione, è considerata una rarità. 

Brillante, carminio. Il naso è composito: si colgono dapprima sentori di liquirizia e poi di frutta sotto spirito, di spezie dolci che non incidono sull’identità del pinot nero con le sue more e i suoi lamponi. Il sorso è morbido, elegante, il tannino graffiante. Un grande vino da riassaggiare fra qualche tempo. 

Alto Adige DOC Pinot Nero Riserva - Burgum Novum 2015

Il granato scintillante lascia presagire che il 2015 è stata un’annata calda e siccitosa, una conferma che si percepisce anche dall’evoluzione importante dei profumi, che sono tanti e tra i quali spiccano dattero, caramello e fiori appassiti. Il sorso è fine, elegante, avvolgente segnato da un tannino morbido e rotondo che si accompagna a note di caffè e nocciole tostate. La persistenza è notevole.

Le giornate del Pinot Nero 

La serata, condotta con entusiasmo e maestria da Ines e Federico, si conclude con un invito a partecipare a Le giornate del Pinot Nero dal 10 al 13 maggio 2024, dove nei paesi della Bassa Atesina si celebra il pinot nero dell’Alto Adige. Convegni, seminari, visite guidate tra i vigneti e nelle cantine locali e degustazioni enogastronomiche sono alla portata di tutti. Si potrà anche partecipare a una Pinot Noir Experience lungo il Percorso del Pinot Nero a Montagna ed Egna. Un programma fitto e molto interessante.