Nizza DOCG, l’evoluzione attraversa il tempo
AIS Monza e Brianza e l’Associazione Produttori del Nizza hanno organizzato una degustazione verticale, guidata da Francesco Ferrari, per scoprire e approfondire l’evoluzione di un gioiello del Monferrato: il Nizza DOCG.
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«Nizza è barbera», chiosa Francesco Ferrari e, aggiungiamo noi, barbera è una eco che si diffonde in tutto il Piemonte: non c’è luogo in cui non sia conosciuta, è il vitigno più piantato e sono decine le denominazioni legate a quest’uva così popolare, tra cui spiccano - per vocazione, numeri produttivi e prestigio - la Barbera d’Alba e la Barbera d’Asti. Ma se Nizza è barbera, la barbera è Nizza, perché questo territorio è un’eccellenza nell’ambito della vasta zona di produzione della Barbera d’Asti, è il suo genius loci che comprende 18 comuni situati proprio intorno a Nizza Monferrato.
Il percorso del Nizza DOCG
La denominazione Nizza DOCG nasce da un lungo cammino di valorizzazione e riconoscimento che ha inizio con la vendemmia del 2000 - quando venne riconosciuta come sottozona della Barbera d’Asti DOC Superiore - e culmina nel 2014 con l’attribuzione della Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG). Questo passaggio è stato fondamentale per la storia del vino piemontese, ma le sue radici affondano molto prima, in un contesto di evoluzione e rafforzamento del prestigio della barbera.
«Il 19 novembre del 2002», racconta Gianluca Morino, già presidente dell’Associazione e titolare di Cascina Garitina, «nasce l’Associazione Produttori di Nizza, un vero e proprio incubatore di idee» che cresce e si sviluppa dall’esigenza condivisa di tutelare la tipicità e l’eccellenza di questo vino e di fare in modo che fosse riconosciuto e valorizzato a livello nazionale e internazionale. L’Associazione promuove tra gli associati periodiche degustazioni alla cieca allo scopo di accertare la qualità dei vini Nizza DOCG, individuando imperfezioni o indicando miglioramenti da apportare. Oggi l’Associazione è impegnata in un progetto di zonazione per arricchire il valore e il riconoscimento della DOCG con l’introduzione delle Menzioni Geografiche Aggiuntive.
Rewind
Una citazione del 1226 ritrovata in un contratto d’affitto del Casalese, de bonis vitibus berbexinis, ha fatto pensare che la barbera esistesse già a quei tempi, ma il suo nome in realtà non comparve prima del XVIII secolo. Questo non significa che non esistesse, anzi è probabile si trattasse della stessa varietà che l’agronomo del XIII secolo, Pietro de’ Crescenzi, nel suo Ruralium Commodorum libri XII, chiamava «uva grissa». Universalmente riconosciuta, invece, è l’attribuzione della definizione barbera, che si fa risalire al conte Giuseppe Nuvolone Pergamo, vicedirettore della Società Agraria di Torino, nella sua istruttoria del 1799, parlando di una varietà coltivata ad Alba.
Ma l’era d’oro della barbera è l’Ottocento, periodo in cui il vino si diffuse molto anche grazie all’arrivo della ferrovia che influì sul commercio di questo vino.
Le 4 F del declino, ma non solo
Ferrovia: la diffusione della barbera e l’aumento di richiesta si deve proprio allo sviluppo ferroviario voluto da Cavour. Ma, vista l’alta richiesta, i produttori cominciarono a puntare un po’ più sulla quantità e un po’ meno sulla qualità.
Fillossera: devastazione delle vigne e crisi della viticoltura.
Fascismo: con il duce, che pare fosse astemio, il vino è un alimento che serve per la sussistenza, non esiste il concetto del grande vino, ma solo del “vino da battaglia”.
Fabbriche: lo sviluppo del paese e l’avvento delle fabbriche porta a uno svuotamento delle campagne e a un abbandono della vigna.
E poi nel 1986 la barbera muore con lo scandalo del metanolo: alcol metilico aggiunto proprio a questo vino per aumentarne la gradazione alcolica. Ventitré le vittime, decine le persone che dopo aver bevuto quel vino persero la vista o restarono paralizzate. Ma come una fenice anche la barbera muore per rinascere, perché da questa crisi presero vita nuove opportunità.
Un viaggio attraverso la mappa dei suoli
I suoli della Nizza DOCG sono il fondamento della qualità e dell’identità di questo vino. La combinazione di calcare, argilla, marne e arenaria, insieme alla variabilità delle colline e delle esposizioni, crea un terroir unico, capace di conferire alla barbera freschezza, struttura e complessità aromatica. I suoli sono prevalentemente calcareo-argillosi, con una buona presenza di marne, rocce sedimentarie caratterizzate da argilla e calcare. Questa composizione permette di mantenere un buon equilibrio tra drenaggio e ritenzione idrica, due fattori fondamentali per la coltivazione della barbera.
La vasta area collinare della DOCG ha suoli e microclimi diversificati con una variabilità del suolo che crea differenze significative anche all’interno di piccoli appezzamenti, portando alla formazione di “microzone” che influenzano il carattere e lo stile del vino prodotto.
Il Nizza DOCG «deve fare legno»!
Guida fondamentale per i produttori della zona di Nizza Monferrato e dei comuni limitrofi, il disciplinare stabilisce criteri specifici per la coltivazione, vinificazione e affinamento. I punti salienti:
- Uve: vitigno Barbera al 100%.
- Tipologie: Nizza e Nizza Riserva.
- Rese uva/ettaro: 7t/ha per Nizza e Nizza Riserva; 6,3t/ha per Nizza vigna e Nizza vigna Riserva.
- Affinamento minimo richiesto:
- Nizza DOCG minimo di 18 mesi di invecchiamento di cui almeno 6 in legno;
- Nizza Riserva DOCG minimo di 30 mesi di invecchiamento di cui almeno 12 in legno.
- Caratteristiche al consumo: alcol minimo per Nizza e Nizza Riserva 13%; Nizza vigna e Nizza vigna Riserva 13,5%.
La degustazione
Nizza DOCG “A. Veronelli” 2021 – Antiche Cantine Brema
Da vigne nel cru “Bricco di Nizza”, nel comune di Nizza Monferrato. Vinificazione tradizionale, affinamento 12 mesi in piccole botti e barriques di rovere francese, quindi 12 mesi in bottiglia.
Matrice cromatica fitta, intensa, sfumature violacee nell’orlo che parlano della sua gioventù. Al naso è barbera: frutto rosso, marasca, una nota di sottobosco e una leggera speziatura. Domina il frutto, ma c’è spazio anche per la nota floreale fresca e leggera del geranio. All’assaggio è morbido e fresco, richiama il sorso con il suo frutto croccante. Ha una struttura importante e un bell’equilibrio. Persistente.
Nizza DOCG “Favà” 2021 – Tenuta Garetto
Da vigne adiacenti alla tenuta, nel comune di Agliano Terme. Macerazione 10 giorni in acciaio e cemento. Affinamento in legno e cemento con minimo 12 mesi in legno, quindi almeno 6 mesi in bottiglia.
Dalla zona marnosa di Agliano Terme e da viti che hanno più di 90 anni arriva questo vino che si offre al naso con profumi di mora, marasca, fragola macerata. Tra i fiori si fa spazio la viola, con un sentore dolciastro su uno sfondo speziato meno incisivo. In bocca è potente, equilibrato, fresco e morbido e con una nota sapida e di caramelle toffee.
Nizza DOCG Riserva “Zana” 2020 – Marenco
Da vigne nel cru “Zana” nel comune di Castel Boglione, su terreni bianchi e sabbiosi a oltre 400 metri di altitudine. Fermentazione e macerazione in vasche di acciaio, con brevi e delicati rimontaggi. Malolattica in acciaio. Affinamento 18 mesi in tonneau di rovere francese, segue affinamento in bottiglia.
Carminio, luminoso, vivace e fitto. I profumi sono intensi e freschi, di piccoli frutti rossi appena colti e croccanti. Insieme alla viola fa capolino una nota vegetale di macchia mediterranea e nel finale emerge l’agrume: «una profondità olfattiva importante» suggerisce Ferrari. All’assaggio il tannino è molto ben integrato, il vino è strutturato, fine e fruttato.
Nizza DOCG “Fida” 2020 – Cascina Nuova
Da vigne su terreni di marne calcaree e sabbiose nel comune di Castel Boglione. Vinificazione tradizionale, affinamento 24 mesi in botti di rovere, segue affinamento in bottiglia.
«Forse è il primo vino tra quelli fin qui degustati in cui si sente meno il frutto esplosivo» – chiosa Ferrari. Il naso è intrigante, particolare, emergono sentori di china, rabarbaro, erbe officinali e ciliegie sotto spirito che si intrecciano con profumi di scorza d’arancia. In bocca è una sinfonia di china, erbe officinali, liquirizia nera che giocano sulla sapidità. Molto persistente.
Nizza DOCG “Gavelli” 2019 – Garesio
Da vigne di proprietà aziendale nel cru “Gavelli”, nel comune di Castelnuovo Calcea. Fermentazione e macerazione a bassa temperatura per circa 25 giorni con periodici rimontaggi e délestage. Affinamento da 12 a 18 mesi in botti grandi di rovere austriaco, segue lungo affinamento in bottiglia.
Rosso rubino, intenso. Il profumo è un pot-pourri di diversi tipi di frutta rossa con sentori di fragola, ciliegia, mora e amarene sotto spirito, ma anche di spezie come il cardamomo. Al palato è vellutato e fresco, con note di spezie e una nota pepata. Potente e strutturato, la sua evidente nota speziata rimane in bocca. Il sorso è molto profondo e lungo.
Nizza DOCG 2018 – Tre secoli
Da vigne nel cru “Casalotto” nel comune di Mombaruzzo. Fermentazione in vasche di acciaio a temperatura controllata. Affinamento 12 mesi in barriques e botti di rovere, segue affinamento in bottiglia.
Un vino elegante dal colore rosso carminio carico e dal profumo di prugna, ciliegia scura e ribes; ha note speziate, ma anche balsamiche di aghi di pino, radici, foglie secche. In bocca si sente tutta la sua struttura, un vino muscoloso, dalla grande persistenza. Un vino coerente al naso e in bocca.
Nizza DOCG “Cec” 2019 – Cascina Garitina
Proviene dall’omonima vigna piantata nel 1947 nel comune di Castel Boglione. Il terreno è di marne limoso-argillose. Macerazione pre-fermentativa a freddo per 3-4 giorni, quindi macerazione e fermentazione per 7 giorni circa. Malolattica in acciaio. Affinamento 14 mesi in legno, quindi assemblaggio in vasca per 4 mesi e a seguire imbottigliamento, con affinamento minimo di 12 mesi prima della messa in commercio.
È un vino che si caratterizza per la sua acidità (pH 3.35); al naso è ancora leggermente chiuso, ma i profumi si sviluppano nella direzione di note speziate (noce moscata, rosmarino, foglie secche), i profumi dei fiori sono quelli dei fiori rossi appassiti e caramella alla liquirizia. Assaggiandolo si percepisce un frutto maturo, una melagrana che sfuma in liquirizia nera.
Nizza DOCG 2017 – Il Botolo
Da vigne poste a un’altitudine di 210 m s.l.m. Terreno di tipo argilloso, vigneti di oltre 40 anni. Fermentazione in vasche di acciaio a temperatura controllata. Affinamento 18 mesi, con almeno 12 mesi in barrique di rovere francese di media tostatura, segue affinamento in bottiglia.
Rosso carminio intenso, con riflessi granati; al naso maturo e dolce, con note di frutta matura, sciroppata e spezie dolci e tabacco. La florealità è suadente, di rosa. In bocca gioca con la freschezza della barbera, corposo e morbido con un finale caldo, lungo e avvolgente che riporta la liquirizia e la scorza d’agrume. Molto equilibrato.
Nizza DOCG “Cala delle mandrie” 2015 – La Giribaldina
Proviene dal vigneto “Giribaldi” In località San Vito nel comune di Calamandrana. Fermentazione e macerazione in acciaio per 15-20 giorni con frequenti rimontaggi. Fermentazione malolattica in legno. Affinamento 18 mesi in tonneau di rovere francese e ulteriori 10 mesi in bottiglia.
Carminio impenetrabile, lucente, vivido. Al naso emerge una nota leggermente evoluta; il profumo è quello della frutta rossa in confettura e all’assaggio colpisce subito per la corrispondenza con l’olfatto. In bocca resta una nota vegetale, balsamica, una speziatura orientaleggiante, nel finale fa capolino il pompelmo rosa e una caramella alla viola.
La serata si conclude con la certezza che la Nizza DOCG rappresenti un fiore all’occhiello della produzione vitivinicola piemontese, espressione pura e ricercata della barbera. Nove i vini assaggiati nelle loro diversità, con differenti matrici territoriali, ma tutti con una freschezza e una golosità davvero importanti.