Nododivino: un legame d’amore tra l’uomo e la sua terra
Una serata alla scoperta di calici dalla forza e schiettezza d’Abruzzo, presentata dal responsabile artistico della guida Vitae Davide Garofalo, in compagnia del Presidente e del Direttore tecnico dell’azienda ortonese, Licio Colantuono e Davide Dias.
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Iniziamo il nostro viaggio partendo da Citra, virtuosa realtà cooperativa traino del comparto vitivinicolo abruzzese dal 1973, una vera portaerei dalla crescita costante in termini qualitativi e produttivi, che a oggi raggruppa 3.000 soci conferitori, lungo una superficie vitata che si estende nella provincia di Chieti per ben 6.000 ettari, dalla costa dei trabocchi al massiccio della Maiella.
All’interno di questa enorme e consolidata realtà, cinque anni fa prende vita l’azienda Nododivino, una start-up nata non solo dalla volontà di valorizzare la tipicità del territorio, ma soprattutto per far conoscere l’incredibile potenziale qualitativo ed evolutivo di un terroir considerato con pregiudizio, seppur ampelograficamente ideale per la coltivazione della vite e vocato all’eccellenza.
Il progetto era precedentemente conosciuto come Codice Vino, nome cambiato ufficialmente quest’anno, con l’intento di trasmettere con maggiore immediatezza l’identità e il carattere distintivo della terra d’Abruzzo, facendo riferimento alla tipica tecnica della legatura dei tralci usata dai vignaioli della zona con il sistema d’allevamento a pergola abruzzese. L’aderenza ai valori della tradizione è ulteriormente sottolineata dal simbolo della Presentosa impresso sulle bottiglie, il caratteristico pegno d’amore abruzzese scelto per simboleggiare una promessa di qualità nei confronti del consumatore e il profondo legame affettivo con la terra d’origine.
Un progetto ambizioso iniziato partendo dalla zonazione di 4 macroaree vocate (Teate, Ortona, Lanciano, Vasto) e la successiva selezione di soli 18 ettari all’interno delle stesse avvalendosi di evoluti sistemi di indagine satellitare in vigna e tecnologie all’avanguardia in cantina nonché della collaborazione nella conduzione agronomica ed enologica degli illustri Attilio Scienza e Riccardo Cotarella.
Proprio quest’ultimo ha aperto la serata in collegamento web definendo l’azienda Nododivino «un’isola felice», a dimostrazione di quanto sia importante non fermare mai la ricerca nel campo della viticoltura, perché può aprire nuove strade attraverso scoperte inaspettate, regalando vini sorprendenti come in questo caso. Due le linee produttive: i Monovarietali e la linea Superiore Oro, entrambe finalizzate a valorizzare le caratteristiche e le potenzialità dei vitigni autoctoni, ma con tempi di affinamento diversi.
Andiamo a scoprirle.
La degustazione
Luminoso giallo paglierino con striature verdi. Al naso si apre su nitidi sentori vegetali di salvia ed erbe aromatiche che si alternano al ricco corredo floreale di ginestra, magnolia, gelsomino, camomilla, lavanda, per poi svelarsi in un crescendo di frutti a polpa bianca e agrumi, con una pungente chiusura speziata di pepe bianco. In bocca la dirompente freschezza ne rivela la potenziale longevità. Il sorso è pieno, rotondo con un’importante vena sapida che svetta nel persistente finale. Fragrante.
Colore giallo paglierino dai riflessi verdolini. L’intenso profilo aromatico è caratterizzato da note di frutta esotica, mango e ananas su tutti; seguono pompelmo, pesca bianca, lievi sentori di fiori bianchi e gardenia, con note vegetali di basilico, fieno e cereali a chiudere. L’entrata in bocca è di una corroborante freschezza, in perfetto equilibrio con la morbidezza e la sapidità del lungo finale. Teutonico.
Luminoso giallo paglierino con sfumature verdoline. Al naso prevale una ricca matrice fruttata di macedonia, pesca bianca, pera Williams, ananas, cedro, gherigli di noce, cui seguono delicate note vegetali e floreali di timo e mughetto. Al gusto è di nuovo la freschezza a farla da padrona dialogando armoniosamente con la vena sapida e sorreggendo il sorso nel persistente finale. Stratificato.
Colore giallo paglierino con venature dorate. All’olfatto è quasi graffiante, granitico, con nitidi sentori di pietra focaia e spezie dolci intervallate da note fruttate mature e agrumate, susina, pesca gialla, mango, cedro, mandarino e nuance floreali di gelsomino nel finale. L’entrata in bocca è permeata da un’acidità vibrante e da un’intensa matrice sapida che si svela nella lunga chiusura. Roccioso.
Giallo paglierino con riflessi dorati. L’impatto olfattivo è ampio e austero: frutta a polpa bianca, intense note agrumate di cedro e pompelmo, richiami di nocciola, ginestra, note amaricanti che ricordano il tarassaco e che s’intrecciano con echi fumé. Un naso che ben anticipa l’avvolgente sorso di pieno corpo, dalla spalla acida in perfetto equilibrio con la modulata sapidità del lunghissimo finale. Marziale.
Splendente ramato con sfumature salmone. Il delicato profilo aromatico è caratterizzato da sentori di piccoli frutti rossi, dalle fragoline di bosco al lampone, con lievi note balsamiche, tiglio e fiori d’acacia. L’assaggio, in piena corrispondenza col naso, è armonico e fresco, dalla piacevole bevibilità con una nota quasi salata che gli conferisce carattere e personalità. Leggiadro.
Colore rubino fitto con sfumature carminio. Il complesso profilo aromatico si apre su note fruttate scure di visciola, mora, prugna e fiori purpurei che si intrecciano al ricco ventaglio speziato, dai chiodi di garofano all’anice stellato, dal pepe nero alla vaniglia, lasciando spazio ai sentori empireumatici di tabacco e cacao in chiusura. L’entrata in bocca è vivace, con morbidezza e acidità ben sostenute da un tannino integrato che accompagna il durevole finale. Indomito.
Rubino compatto con venature carminio. L’impatto olfattivo è terroso, ampio e avvolgente, con note di frutta matura e sottospirito, dalla mora alle visciole. Pungenti spezie e assidui richiami di genziana, si intervallano alla nota silvestre di sottobosco, radice di liquirizia, corteccia di china e resina. L’impronta gustativa ne conferma il corredo balsamico, svelando un significativo potenziale di longevità, con un tannino in evoluzione che si accompagna all’importante spalla acida nel permanente finale. Ipogeo.
Il fitto color rubino dall’orlo granato lascia presagire un complesso ventaglio olfattivo. Al naso si apre su sentori fruttati di confettura di mora, marasca sottospirito, visciole, prugne secche, intervallati da note speziate di ginepro, rabarbaro, liquirizia e un pungente pepe nero che anticipa le nuance di cioccolato fondente e cuoio. In bocca è vigoroso ma elegante, privo di esuberanza alcolica, con un tannino integrato e un’accattivante vena sapida che accompagna la vivida freschezza nel lunghissimo finale. Risoluto.
Nododivino è un progetto che può ambire a essere d’ispirazione per i comparti cooperativi di tutto il paese, e generare una vera valenza aspirazionale nei soci conferitori nel perseguire qualità e sostenibilità, contemplando la ricerca con metodi scientifici e intraprendendo la sperimentazione di nuove strade con lungimiranza e maggiore rispetto per l’ambiente.
I vini in degustazione l’hanno dimostrato in modo schietto, interpretando fedelmente l’incipit del nome aziendale scelto, e incarnando non solo negli intenti, ma nella concretezza e carattere, l’imprescindibile legame con le tradizioni e la terra tanto cara al popolo abruzzese, popolo definito ad hoc da Davide Garofalo, «dal piede franco».