Quando un vino può aiutare un bambino

Racconti dalle delegazioni
06 dicembre 2023

Quando un vino può aiutare un bambino

Bellissima serata di beneficenza organizzata da AIS Brescia, con la collaborazione di Ruben Larentis, per Nati per Vivere Onlus, associazione che si occupa di assistenza a bimbi nati prematuri e alle loro famiglie.

Giovanni Sabaini

Sembra quasi un paradosso che in questo momento storico, in cui qualcuno vorrebbe catalogare il vino come prodotto altamente dannoso, si sia utilizzata una degustazione per fare del bene. Invece è così, e c’è da esserne fieri. Diverse personalità del mondo del vino hanno contribuito alla buona riuscita di una degustazione piena di grandi vini e di buone intenzioni. L’intero incasso della serata è stato, infatti, devoluto alla Nati per Vivere Onlus. Ma andiamo per ordine.

Con Alessandro Caccia, delegato di AIS Brescia, nei panni di mattatore della serata, l’evento si è aperto con alcuni interventi di chi ha le conoscenze per educare la platea sul problema delle nascite premature. Prima fra tutte la presidentessa di Nati Per Vivere, Flora di Flora, che si è presentata come “la mamma di Giulio, un bimbo nato di 27 settimane” e che ha raccontato della sua esperienza di un parto sì complesso, ma d’ispirazione per il futuro: “abbiamo pensato che il sostegno che abbiamo trovato noi in clinica dovesse essere messo a disposizione di tutti i genitori che vivono un’esperienza analoga a quella che abbiamo vissuto io e mio marito. È per questo che oggi Nati Per Vivere è presente all’Ospedale Civile e da qualche anno anche alla Poliambulanza di Brescia.” Proprio dalla Poliambulanza sono arrivate le testimonianze di chi queste esperienze le vive da medico, ovvero il dott. Paolo Villani, direttore della Terapia Intensiva Neonatale (TIN), il dott. Giuseppe Paterlini, responsabile RSS TIN, la dott.ssa Silvia Stefana, responsabile marketing e fundraising e la dott.ssa Sara Pini, responsabile dell’oculistica neonatale, in un certo senso la madre di questa serata. Il dott. Villani ci ha tenuto particolarmente a sensibilizzare i presenti “sull’impatto violento che ha nelle famiglie la nascita di un bimbo prematuro. Qui, in Italia, le speranze di vederlo sopravvivere sono più che concrete, ma in altre parti del mondo non è così”, mentre è il dott. Villani a ricordare che “il ruolo dei genitori è quello di stare vicino ai loro bambini, in terapia intensiva. È dimostrato che i bambini hanno molti meno problemi se la famiglia è fisicamente presente e avere un luogo dove è possibile farlo è fondamentale.” Dal canto suo la dott.ssa Stefana ci ha tenuto a ringraziare “tutte le cantine che hanno donato i vini per la serata e hanno sostenuto quelle famiglie che per un periodo della loro vita hanno nella Terapia Intensiva Neonatale la loro seconda casa.”

È proprio dalle cantine e dai loro rappresentanti che riparte la serata: in primis il già introdotto Ruben Larentis, enologo di fama mondiale e produttore di un Metodo Classico, il Nonno Felice, non in vendita e messo a disposizione in cinque differenti millesimi solo per questa serata. Poi, a turno, le presentazioni delle cantine e dei loro vini sono toccate a Rebecca Ridoli per Barone Pizzini, Matteo Gatti per Ferghettina, Maria Pia Berlucchi per la F.lli Berlucchi, Ferdinando Dell’Aquila per la Guido Berlucchi e Alessandro Vavassori per Uberti, senza dimenticare Bellavista e Ca’ del Bosco che pur senza rappresentanza fisica, hanno voluto contribuire attraverso la donazione del vino. Anche AIS Lombardia si è fatta avanti donando un Pol Roger millesimato, mentre gli altri champagne sono stati donati da Chiara Govoni.

Vino che è comunque stato il protagonista della serata, grazie ad una degustazione alla cieca con una formula particolare in cui, dati i nomi dei vini e i vitigni con cui vengono prodotti, si è giocato a collocarli all’interno del millesimo di produzione tra il 2011 e il 2015, tenendo presente la presenza fissa di un Nonno Felice per ogni annata e almeno un Franciacorta e/o uno Champagne.

2011

Il 2011 in Franciacorta è stato l’anno dei vini che, per così dire, non sono mai al loro massimo splendore. Si ha sempre la sensazione che, anche distanza di più di una decade, il calice possa dire ancora di più, sempre di più. Un’annata in qualche misura magica, con un andamento climatico ai limiti della perfezione per quelle che sono le necessità delle vite. Forse proprio per questo gli antagonisti del Nonno Felice in questa prima batteria sono stati il Palazzo Lana Extreme di Guido Berlucchi, prodotto con il 100% di pinot nero proveniente dalla Vigna Brolo e in piccola percentuale da altre vigne altamente vocate, estremamente pulito al naso e verticale in bocca, e il Bagnadore Riserva di Barone Pizzini, assemblaggio di chardonnay 60% e pinot nero 40%, con una bellissima nota di leggera ossidazione perfettamente integrata nella possente struttura del vino. Non ce ne vogliano i cugini d’oltralpe, ma la complessità di questi due vini ha davvero poco da invidiare anche ai migliori Champagne… 

2012

Come spesso accade in tutti gli areali vitivinicoli, quando un’annata dà risultati straordinari, quella successiva tende a rallentare in termini di qualità. Regola che vale anche viceversa e in effetti ce lo dimostra la sequenza 2011-2012 in Champagne in cui la prima era stata per lo più deludente, mentre la seconda ha dato risultati al di là di ogni aspettativa, grazie ad un’estate perfetta che ha aiutato i grappoli a recuperare da una primavera piuttosto rigida. Ne è la prova il Lanson Millesime 2012, ottenuto da 52% di pinot nero e 48% di chardonnay, un vino votato all’esuberanza nei toni della frutta matura, quasi candita e dal sorso morbido e setoso. A fianco del Nonno Felice 2012 anche il Franciacorta “Casa delle Colonne” che nonostante l’annata dall’andamento non perfetto riesce ad esprimersi egregiamente con un bouquet che alterna sentori terziarizzati ad eleganti ricordi di frutta gialla matura e fiori secchi.

2013

Annata dura sia in Franciacorta che in Champagne a causa di eccessive piogge nella stagione estiva e conseguenti ritardi nella maturazione del grappolo. Ma c’è chi è riuscito a fare qualcosa di straordinario. A far da spalla al Nonno Felice è la volta del Comarì del Salem di Uberti, un vino particolare, nato da vigne di chardonnay e pinot bianco vecchie più di cinquant’anni. 60 mesi sui lieviti e un dosaggio zuccherino molto basso consentono di avere nel calice un vino la cui evoluzione sembra essere solo all’inizio. Note tostate alternate a sentori di frutta tropicale accompagnano verso un sorso di grande raffinatezza, con una bollicina che accarezza il palato senza mai essere pungente.

2014

Se è vero che è molto interessante il confronto tra grandi annate di vari territori, è altrettanto vero che è estremamente stimolante trovare grandi prodotti ottenuti da millesimi complicati. È il caso della 2014 che sia in Franciacorta che in Champagne ha dato filo da torcere ai viticoltori, che però non si sono arresi. Un’attenta selezione dei grappoli prima della pigiatura hanno sì abbassato le rese, ma permesso di alzare l’asticella della qualità a discapito della quantità. Lo testimonia il Milledì di Ferghettina, arrivato ai giorni nostri a cinque anni dalla sboccatura, avvenuta nel 2018, ancora in forma smagliante. Nessuna traccia di sentori ossidati, anzi, un naso che si esprime su note ancora fresche, da fiore giallo e albicocca su uno sfondo di pasticceria dolce, e un sorso succoso, ma slanciato, dal finale sapido come si addice ad un grande Franciacorta. Straordinario anche il Millésime di Benoit Munier nella sua parte minerale e agrumata, con un sorso particolarmente educato e cremoso, dalla grandissima persistenza.

2015

Come già visto per la 2012 e la 2014, accanto al Nonno Felice troviamo di nuovo un Franciacorta e uno Champagne. Considerata l’annata eccellente in Champagne, al contrario di quanto accaduto in Franciacorta in cui la totale assenza di precipitazioni ha causato l’anticipo forzato della vendemmia, avrebbe potuto essere un confronto impietoso… invece Bellavista è stata in grado di estrarre tutto il meglio dalle uve di chardonnay e pinot nero che compongono la cuvée del Teatro La Scala e di portare in bottiglia un vino dalle grandissime potenzialità evolutive. Ciò non toglie che il Pol Roger Blanc de Blancs sia un vino che gioca una partita a sé: potente, naso estremamente espressivo fin dalla prima olfazione e in continuo mutamento, partendo dall’impatto agrumato fino ad arrivare alla frutta candita e alla pasticceria secca. In bocca risponde esattamente alle aspettative che genera un grande metodo classico da chardonnay in purezza, ovvero le note burrose e di crema pasticcera.

Ma il Nonno Felice? Il Nonno Felice è un Metodo Classico 100% chardonnay in grado di esprimersi in ogni annata con grande costanza. Naso pulitissimo e fine nelle annate più recenti sulle note di frutta fresca, più vicino a sentori di pasticceria quando evoluto. Al palato mantiene una costante: la straordinaria freschezza che rende il sorso di grandissima piacevolezza, di beva quasi compulsiva e una bolla sempre finissima. Estremamente gradevole, un vino umile come l’uomo che l’ha pensato, Ruben Larentis, che dà sempre l’impressione di avere i piedi ben piantati per terra nonostante una vita da protagonista in Ferrari Trento, una delle aziende vitivinicole più importanti d’Italia.

Ultima tappa, ma non ultima per importanza, l’asta alla quale i presenti hanno partecipato per aggiudicarsi una serie di bottiglie e di grandi formati messi a disposizione dagli sponsor della serata e i cui proventi verranno interamente devoluti all’associazione Nati per Vivere Onlus, così come le quote di partecipazione alla degustazione.

Sono questi i momenti che devono renderci orgogliosi di far parte di AIS, un’associazione che da statuto è dedita alla comunicazione e alla diffusione della cultura del cibo e del vino, ma che non dimentica l’importanza del vivere in una società in cui c’è chi ha bisogno di aiuto.

I doverosi e sentiti ringraziamenti vanno a tutti i partecipanti della serata, dal pubblico ai medici della Poliambulanza, da Alessandro Caccia, eccellente presentatore, a Ruben Larentis, ospite graditissimo, dai rappresentanti di tutte le cantine ai sommelier di servizio, perfetti anche questa volta nella gestione di una degustazione piuttosto lunga e articolata.

Non si può non chiudere questo racconto con l’auspicio che tutti i bimbi nati prematuri e loro famiglie, grazie all’aiuto di Nati per Vivere Onlus, possano sempre avere l’assistenza di cui hanno bisogno per far sì che ognuna di queste storie possa sempre chiudersi con un lieto fine.