Rodano in bianco: l’altro volto della valle

Non solo syrah e grenache, non solo i grandi rossi che da nord a sud hanno reso celebri i suoi vini in tutto il mondo. La Valle del Rodano è anche lo scrigno di alcune denominazioni che nascondono un cuore “bianco” grazie alla presenza di varietà dotate di grande personalità.

Paola Lapertosa

Con il suo amore incondizionato per il mondo enologico in tutte le sue declinazioni, dalla produzione alla degustazione fino alla convivialità, Artur Vaso ci ha guidati nell’esplorazione di alcune importanti denominazioni della Valle del Rodano. Per Artur il viaggio comincia con il racconto del passato, per comprendere la storia di questa splendida regione francese celebre in tutto il mondo per i grandi vini rossi da syrah o grenache, e per cercare di ripercorrere le tappe con cui la vite è arrivata in questa parte di Francia, si è ambientata ed è diventata grande fino a competere, senza timore, con Borgogna e Bordeaux e i loro vini tanto blasonati.

La storia

Da sempre via di grande passaggio e strada di collegamento tra il Mediterraneo e l’Oceano Atlantico, quest’area è stata influenzata notevolmente dall’andamento di un fiume e dalla storia dalla Chiesa che, nei secoli, hanno contribuito a creare un ricco patrimonio architettonico e naturale tanto da rendere la Valle del Rodano un luogo affascinante, diverso da ogni altra parte di Francia, nessuna delle quali può vantare tutte queste caratteristiche.

Artur Vaso e Fabio Scaglione

Il vigneto della Valle del Rodano è profondamente ancorato alla storia di Focea, città ionica dell’Asia Minore fondata da coloni Ateniesi, Focesi e Peloponnesiaci, i cui abitanti furono costretti dai persiani, nel VI secolo a.C., ad abbandonare la loro patria ed emigrare in Occidente: Marsiglia, Menace in Spagna, Aleria in Corsica, Velia, Olbia e Andorra sono alcune delle cittadine da loro fondate in cui, naturalmente, portarono anche la vite. Con i Greci arrivarono anche l’arte della potatura e il commercio di vino, ma è con i Romani che la vite si diffonde e l’industria vitivinicola si sviluppa, grazie al corridoio del Rodano, la rotta fluviale che dalle coste del Mediterraneo si diffondeva verso l’Atlantico per rifornire i paesi del nord. Durante l’età di Augusto ci fu una vera e propria ricerca per arricchire i vigneti con nuove varietà del Rodano e alla fine del suo Principato era già stata costruita la prima cantina vinicola romana a Donzère, nella villa gallo-romana di Molard. Con la fondazione della città romana di Vienne, i Romani impiantarono i primi vigneti terrazzati lungo le rive del Rodano e iniziarono a produrre il vinum picatum (ottenuto da vitis allobrogica e vinificato in fusti di resina). Con il I secolo d.C. il vigneto della Valle del Rodano faceva concorrenza a quello italiano e con il crollo dell’Impero Romano fu una delle poche aree a non subire un duro colpo grazie al fiume che continuò a essere navigato in direzione nord e a trasportare vino verso Lione.

Nel Medioevo l’influenza della Chiesa e lo spostamento della Santa Sede ad Avignone nel XIV secolo fece ripartire la viticoltura: Clemente V (1305-1314) introdusse tecniche agronomiche di Bordeaux, impiantò la prima vigna papale a Malaucène e scoprì la ricchezza del suolo di Châteauneuf-du-Pape, diventando a tutti gli effetti uno dei primi produttori di vino. Giovanni XXII (1316-1334) fece costruire il castello conferendo al vino ivi prodotto lo status di vino del papa, il famoso Châteauneuf-du-Pape, celebrato dai poeti provenzali come “vino reale, imperiale, pontificio”.

Nel 1731 la città di Tavel e l’area circostante furono regolamentate e sulle botti apparvero le lettere CDR (Coste du Rhône. Nel XIX secolo la Coste du Rhône divenne Côtes du Rhône includendo anche i vigneti sulla riva sinistra del Rodano. Nel 1923 nacque il Sindacato dei proprietari e viticoltori di Châteauneuf-du-Pape per la difesa delle appellazioni d’origine e il 15 maggio 1936 il Presidente della Repubblica francese Albert Lebrun firmò i decreti delle prime 6 AOC (Appellation d'Origine Contrôlée): Arbosis, Tavel, Cognac, Cassis, Monbazillac e Châteauneuf-du-Pape.

Il territorio

A livello geologico, la Valle del Rodano nasce come fossa di crollo del territorio compreso tra il Massiccio Centrale e le Alpi. Il golfo così creato viene inghiottito dal Mediterraneo che deposita gradualmente una base di calcare e marna; a nord, l’attività vulcanica del Massiccio Centrale produce roccia granitica mentre a sud depositi fluviali e marini si susseguono fino a creare rilievi come i Dentelles de Montmirail e il Mont Ventoux. La successiva chiusura dello stretto di Gibilterra provoca un significativo abbassamento del livello del mare tanto da creare dei terrazzamenti fluviali sul versante della valle e mescolare i suoli dei versanti (sabbia, argille e ciottoli silicei). Oggi i terreni sono costituiti da 4 tipi di roccia madre - granito, silice sabbiosa, calcare, argilla - che svolgono un ruolo fondamentale nella regolazione dell'approvvigionamento idrico per la vite.

La valle del Rodano è riconosciuta dal sistema di qualità francese come AOC ed è suddivisa in due aree geografiche separate al centro da una zona di circa 50 chilometri in cui la presenza dei vigneti è piuttosto ridotta e definite in base a due precisi stili di produzione enologica:

  • la Vallée du Rhône Sud o Méridionale, caratterizzata da altopiani e dolci colline modellate dagli affluenti del Rodano, un clima montuoso e fresco, suoli prevalentemente calcarei o ciottolosi (les galets, che di notte rilasciano il calore del sole e preservano la vite dalle malattie) dove si coltivano molte varietà di uva, vinificate in blend, con predominanza di grenache. Qui lo stile vitivinicolo è rivolto alla tradizione: l’uva non viene diraspata permettendo ai tannini del raspo di combinarsi con quelli dell’uva e conferire ai vini struttura ed elementi essenziali per la maturazione. Le AOC di questa area sono: Côte-Rôtie, Condrieu e Château-Grillet, Saint-Joseph, Hermitage, Crozes-Hermitage, Cornas e Saint-Pérey;
  • la Vallée du Rhône Nord o Septentrionale, caratterizzata da suoli antichi, granitici o scistosi e vigneti stretti e in pendenza, spesso disposti in terrazzamenti sorretti da muretti e dedicata a 4 cultivar: syrah, viognier, marsanne e roussanne. Qui lo stile vitivinicolo è rivolto all’innovazione: l’uva viene diraspata per cambiare il profilo organolettico dei vini. Le AOC di quest’area sono: Châteauneuf-du-Pape, Gigondas, Vacqueyras, Tavel, Beaumes-de-Venise. Straordinaria per i rossi, questa parte di mondo vitivinicolo ha, però, anche un animo “bianchista” poco battuto, ma altrettanto affascinante, che ha portato agli onori della cronaca vini come Condrieu e Château-Grillet (queste due denominazioni sono le sole in cui si producono esclusivamente vini bianchi).

Unico nel suo genere, il viognier nasce proprio nelle aree di Condrieu e Château-Grillet. Dal significato di legno (dal celtico), importato dalla Dalmazia nel II secolo d.C., è un vitigno vigoroso che apprezza i terreni poveri, secchi e ciottolosi e che regala vini di incredibile ricchezza e di concentrazione aromatica che non ha eguali tra i bianchi. Ha un fascino seducente, tanto da renderlo famoso in tutto il mondo, grazie alle sue note di frutta gialla matura, tropicale e al gusto soave, complesso e dalla persistenza infinita. Tipici dell’area sono anche il marsanne e il roussanne, due vitigni imparentati tra loro secondo quanto scoperto con le analisi del DNA effettuate nel 2010; il primo, così chiamato per il possibile legame con l'omonimo comune nel dipartimento della Drôme, produce vini bianchi corposi, con acidità moderata e diversi aromi di mandorla, caprifoglio e pera, mentre il secondo, il cui nome deriva dalle bacche color ruggine (roux), regala vini con un carattere più aromatico ed elegante, con un’ottima e lunga freschezza.

La degustazione

Condrieu AOC Invitare 2021 - Michel Chapoutier
100% viognier

Condrieu è la patria indiscussa dell'uva viognier, non solo nella Valle del Rodano ma anche nel mondo, e la sua produzione riguarda esclusivamente vini bianchi caratterizzati da aromi di frutta esotica, fiori e frutta matura. Michel Chapoutier è uno dei più grandi interpreti di questo territorio, dallo spirito innovatore e pionieristico che con il suo Invitare racconta la personalità di questa piccola e leggendaria Appellation. Le vigne coltivate su terreni pietrosi vengono vendemmiate a perfetta maturazione e i migliori grappoli sono pressati in modo delicato. Dopo la fermentazione il vino matura per 8 mesi sui lieviti in botti di rovere (il 15% in barrique nuove e il restante 85% in demi-muid di primo o secondo passaggio). Nel calice è luminoso; al naso è articolato con aromi di pesca gialla, albicocca, ananas e frutta tropicale, frutta a guscio, vaniglia, mandorla e foglie secche. In bocca è caldo e avvolgente con una sorprendente ricchezza aromatica. Nonostante la gioventù è un vino pieno che entra fresco e immediato e termina burroso e persistente.

Châteauneuf du Pape Blanc Tradition 2021 - Domaine Raymond Usseglio
40% grenache, 30% roussanne, 20% clairette, 10% bourboulenc

Châteauneuf-du-Pape è l'area vinicola più celebre della Valle del Rodano meridionale, nota soprattutto per i suoi vini rossi da grenache noir, di grande personalità e struttura. Di notevole interesse sono anche i vini bianchi e rosati. In questa area si trova il Domaine Raymond Usseglio, un’azienda che racconta la storia di un immigrato italiano, Francis Usseglio che, dopo essersi stabilito in Francia a Châteauneuf-du-Pape nel 1931, nel 1948 inizia la produzione di vino. Oggi i suoi 24 ettari, di cui 19 all’interno dell’AOC, sono un mosaico di terroir differenti capaci di esaltare le caratteristiche intrinseche di ciascun terreno. Tradition è un blend di quattro vitigni che crescono su due terrori distinti: terreni sabbiosi esposti a nord e argillosi misti a pietre grandi, lisce e arrotondate esposti a sud. Il profumo è più timido rispetto al precedente, ma i profumi sono netti di mela, pera e crosta di pane. Al gusto risulta meno caldo, meno alcolico del precedente, con un sapore ammandorlato sul finale, frutta a guscio e un retrogusto da tannino del legno.

Hermitage Blanc 2021 - Les Alexandrins
50% marsanne, 50% roussanne

La zona di Hermitage rappresenta una prestigiosissima area classificata come cru che prende il nome dall'omonima montagna e che regala vini da syrah in grado di esprimere grandi note minerali grazie alla particolare composizione del terreno. Qui Nicolas Jaboulet, Guillaume Sorrel e Alexandre Caso hanno fondato, nel 2009, la Maison et Domaines Les Alexandrins. Questo trio appassionato e curioso ha deciso di unire le proprie competenze e conoscenze sulla Valle del Rodano in un progetto comune, volto a valorizzare le proprie terre e i propri vini. Il lavoro in vigna si svolge “alla vecchia maniera”: la terra viene lavorata tutto l'anno affinché possa respirare e mantenere in salute le viti mentre l’approccio in cantina è nel segno dei massimi standard qualitativi per esaltare attraverso i vini ciò che il territorio e la stagione hanno saputo plasmare nei grappoli. Questa espressione dell’Appellation sorprende già ora in giovinezza, ma sarà ancora meglio dopo qualche anno in cantina: un vino elegante che regala un colore ricco, profumi di macerazione, erbe, succo d’uva, frutta a guscio e mela dando un gusto ricco, piacevole e morbido.

Crozes-Hermitage Les Terres Blanches 2021 - Domaine Belle
70% marsanne, 30% roussanne

Ai piedi della collina di Hermitage si trova l'area vinicola di Crozes-Hermitage in cui si producono vini rossi con prevalenza syrah e che, nelle migliori annate, produce vini robusti, complessi e ricchi, e vini bianchi con prevalenza marsanne e roussanne. Nella vasta proprietà di Philippe Belle, che si estende su sei comuni, nascono diversi vini interessanti, tra cui questo, aromatico e goloso, che seduce fin dal primo sorso con il suo equilibrio e la sua persistenza. Il colore è brillante e luminoso; il profumo, complesso, sprigiona aromi di frutta fresca, note di agrumi, scorza di arancia e sentori di nocciola La bocca è ampia, fragrante e saporita con un retrogusto amaricante.

Quintessence Blanc 2020 - Château Pesquié
80% roussanne, 20% clairette

Una delle cantine più iconiche della denominazione Ventoux e della Valle del Rodano meridionale, con uno dei microclimi più freschi del sud della regione, che consente di creare vini di grande equilibrio e freschezza. In regime biologico e biodinamico, porta avanti anche una coltura di copertura che favorisce l'incomparabile biodiversità della zona e la vitalità del suolo. Quintessence rappresenta l’esemplificazione dei valori di eleganza, freschezza ed equilibrio di questa azienda. Prodotto in quantità molto ridotte è vinificato in due momenti in base alle vendemmie separate delle due uve che lo compongono: il roussanne, varietà a maturazione precoce e la clairette, vitigno tardivo, entrambi macerati a freddo, poi pressati e travasati dal mosto. Il vino che ne deriva ha un colore dorato come il sole, un profumo complesso che spazia dalle erbe aromatiche alle note di legno, dalla frutta esotica come l’ananas alle spezie come zafferano e curry e un sorso potente, con una ricchezza di gusto notevole e una persistenza importante.

Muscat de Beaumes de Venise 2019 - Delas Frères
100% muscat blanc à petit grains

Dalle umili origini risalenti al lontano 1835, la cantina Delas Frères è oggi una vera istituzione della Valle del Rodano i cui vini coprono le principali Appellation della regione, da Hermitage a Saint-Joseph, da Crozes-Hermitage a Côte Rôtie, da Condrieu a Cornas. Tutte le lavorazioni avvengono utilizzando solo la forza di gravità, in modo da non stressare le uve e i mosti, per realizzare vini raffinati ed eleganti. Tra le etichette anche il Muscat de Beaumes de Venise, un vin doux naturel (VDN) prodotto con uva muscat blanc à petits grains coltivata su terreni calcarei punteggiati da zone di arenaria e sabbia. Il profumo è accattivante con l’impronta aromatica ben in evidenza e note di salvia, rosmarino, rosa e fiori. In bocca persistono l’aroma e lo zucchero, ma sono ben equilibrati grazie anche all’aggiunta di alcol e alla decisa sapidità.