Sassicaia in verticale: appunti di un’intima serata con un vino straordinario

Racconti dalle delegazioni
16 febbraio 2023

Sassicaia in verticale: appunti di un’intima serata con un vino straordinario

Dieci persone, quattro bottiglie, un vino d’eccezione. Ecco Wine Top, il nuovo format di AIS Monza al suo debutto con un vino iconico come il Sassicaia di Tenuta San Guido

Giuseppe Vallone

Diciamolo subito: il nuovo format proposto da AIS Monza è davvero top. E non per via del nome scelto, Wine Top, ma perché introduce nel contesto associativo un modo di vivere il vino che è proprio quello tipico della più classica cena tra amici.

L’idea è semplice: dieci persone, quattro bottiglie, una verticale di un vino d’eccezione da scoprire insieme. La sua realizzazione, altrettanto: saletta raccolta, un tavolo a ferro di cavallo, nessuna slide né tantomeno un relatore. Perché il grande vino, se è tale, non necessita di troppi ricami, fronzoli e storie: va soltanto degustato. 

Per il debutto AIS Monza ha pensato al Sassicaia e, nello specifico, a quattro grandi annate: 2015, 2011, 2001 e 1995. Il taglio bordolese di Tenuta San Guido – cabernet franc e cabernet sauvignon –, nato come vino da tavola nel 1968 e dal 1994 unica DOC monopole d’Italia, rappresenta la quintessenza del grande vino italiano: le bottiglie stanno lì, davanti a noi, con la loro storia incastonata nella più vasta e certamente imponente mitologia che ruota intorno alle intuizioni e alle opere del Marchese Mario Incisa della Rocchetta e del celebre enologo Giacomo Tachis. Non chiedono altro che essere aperte, e che il vino che custodiscono da lustri venga ascoltato e compreso.

Così, la serata ha inizio: con i quattro i vini nel calice, il confronto prende il via tra i partecipanti che, caso vuole, si dividono equamente tra appassionati di più giovane esperienza e di più lungo corso. Ne nascono, per ogni vino, pareri, idee, confronti e un unanime apprezzamento, seppur diversamente declinato. In altri termini, appunti di degustazione, che di seguito vi proponiamo, insieme a una breve descrizione di ciascuna annata tratta dal sito internet di Tenuta San Guido.

Bolgheri Sassicaia DOC Sassicaia 2015

L’annata

«Un’annata molto valida quella del 2015. Dopo un inverno complessivamente mite, con temperature sotto la media stagionale nei mesi di gennaio e febbraio e piogge abbondanti, la fase vegetativa è iniziata nella seconda settimana di aprile con l’arrivo di temperature miti e giornate di sole. Le piogge, che hanno interessato la prima parte della primavera, hanno favorito una più rapida vegetazione delle piante e altrettanto reso idonea la riserva idrica dei suoli. Ottima la fioritura, che si è conclusa a fine maggio, e anche la successiva allegagione, favorita da un clima perfetto. Giugno e la prima metà di luglio hanno avuto temperature al di sopra della media stagionale che, dalla fine luglio, si sono abbassate tornando nella norma. Questo grazie anche ad alcune precipitazioni che hanno portato aria fresca a beneficio dei vigneti e dell’ottima produzione di uve. La buona escursione termica tra la notte e il giorno, che si è verificata in tutto il mese di agosto, ha garantito una perfetta maturazione fenolica delle uve».

Note di Degustazione

L’approccio trasmette un’idea granitica: alla vista, e inizialmente anche al naso, è compatto. Ma se il colore, un bel rubino lucente, manterrà la sua intrigante nuance lungo tutto il tempo che sosterà nel calice, il naso ben presto – complice anche l’apertura della bottiglia circa 6 ore prima della degustazione – si apre e rivela, con un ritmo tambureggiante, tutte le sue sfaccettature solari e luminose. E dunque ecco l’arancia sanguinella, poi il mirtillo, la grafite, la paprica, l’incenso, e quindi una vasta componente floreale, di iris, violetta e lavanda essiccate. È un susseguirsi di suggestioni, l’humus di foglie, un lieve accenno di tartufo nero, il tabacco, seguito dal muschio, dal cipresso e da una vaga e lenta nota di talco. È un naso vastissimo, austero, molto nitido, che preannuncia un assaggio di spessore. 
In effetti assaggiandolo, questo Sassicaia 2015 dimostra un notevole peso specifico, proprio delle grandi annate, con un tannino gustoso, croccante e persistente. L’ottima freschezza agrumata ricorda che è un vino ancora “in fasce” e che, nonostante sia davvero buonissimo già ora, ha dinanzi a sé ancora tanto tempo per potersi esprimere al meglio. 

Bolgheri Sassicaia DOC Sassicaia 2011

L’annata

«L’andamento climatico del 2011 è stato veramente ottimo», scrive Tenuta San Guido. «Può essere considerata una delle migliori annate dal 2000. L’inverno è stato rigido, con temperature al di sotto della media stagionale soprattutto nei mesi di novembre e gennaio. La primavera è iniziata presto con temperature miti e ottimo apporto idrico con piogge graduali non accompagnate da vento. Questo ha favorito un ottimo sviluppo vegetativo delle piante a tutto vantaggio della produzione. L’estate è stata calda e lunga, ma con temperature nelle medie stagionali, fatta eccezione in luglio ove il caldo si è fatto più sentire, ma con una buona escursione termica tra la notte e il giorno che ha evitato stress idrico delle piante e fenomeni di surmaturazione delle uve».

Note di Degustazione

Se il 2015 si è proposto come un vino solare e dalla complessità gioviale, il 2011 è di tutt’altra fattura. Al naso è austero, scuro, monacale, con eleganti profumi di china, frutta matura, cioccolato al latte, funghi, chinotto ed erbe aromatiche amare (ruta e melissa). Prosegue, e scaldandosi propone il tabacco scuro, il legno di cipresso, il peperone rosso grigliato, il cardamomo e la curcuma e, come per il vino precedente, accenni di paprica.
L’evoluzione che potevamo attenderci l’abbiamo effettivamente riscontrata al naso, tuttavia l’assaggio non è ancora compiutamente maturo, deve ancora assestarsi, specie il tannino, che risulta al confronto meno fine di quello della 2015. Ciò nonostante la beva è seducente e invitante, equilibrata e di grande freschezza, con aromi di mirtillo e di prugna della California. Il finale è intenso e sfrutta il suo essere contratto per tenere lì, per svariati secondi, la profonda concentrazione aromatica del vino. 

Bolgheri Sassicaia DOC Sassicaia 2001

L’annata

La 2001, ricorda Tenuta San Guido, ha avuto un andamento climatico «particolarmente favorevole, con pochissime piogge durante l’estate. Le temperature, molto simili a quelle del 2000, si sono mantenute al di sopra della media stagionale favorendo così una completa e precoce maturazione dell’uva».

Note di Degustazione

Il calice rimanda un colore dalle inequivocabili tonalità granate. Avvicinandolo al naso arrivano chiari e d’impeto profumi d’evoluzione: inizialmente note di caffè e glutammato poi, a poco a poco, l’ossigenazione favorisce l’emersione di profumi di funghi secchi, tè in infusione, anice e rosa appassita. È un quadro olfattivo vasto, maturo: c’è il cardamomo e la noce moscata, il legno di sandalo e il legno di cipresso, la cera d’api.
L’assaggio è espansivo eppure sussurrato, caldo, con un tannino più pronunciato e a tratti polveroso dei due campioni precedenti ma coerente con il contesto e per questo piacevole. Gli aromi di bocca proseguono sulla scia dei sentori olfattivi e propongono tabacco, cioccolato fondente, prugne sotto spirito e un vago ricordo ferroso. Molto lunga la persistenza gusto olfattiva.

Bolgheri Sassicaia DOC Sassicaia 1995

L’annata

«L'andamento stagionale è stato irregolare con temperature estive basse e piogge frequenti, provocando ritardo di maturazione di circa 10 giorni, e il mantenimento di un'acidità naturale più elevata del normale con conseguenze positive sul patrimonio aromatico primario».

Note di Degustazione

La compattezza con cui si era presentato il 2015 qui è elevata all’ennesima potenza. Certo, i colori hanno tonalità più granate e meno spiccatamente rubino, ma il calice restituisce – anche in questo caso, soprattutto in questo caso – un vino davvero monolitico. 
Il naso, poi, ne è ulteriore prova: 28 anni sulle spalle, di cui circa 26 in vetro, invocano tempo e ossigeno per poter districare una matassa olfattiva densa e molto fitta. Così, col passare dei minuti, il vino sciorina in progressione mirtillo e ciliegia nera in confettura, cardamomo, cannella, noce moscata, e poi un nostalgico profumo di cassetto della nonna – qui in chiave di lavanda essiccata –  e un tuffo diretto negli anni ’90 con ricordi di crystal ball. Ancora, erbe officinali, legni aromatici, un contorno di rosolio e profumi dolci di pasticceria. 
In bocca è un’epifania, l’assaggio è estroverso e molto comunicativo, coniuga alla perfezione spessore e delicatezza, imponenza e freschezza. Il tannino è elegantissimo, la componente alcolica molto delicata.