Savoia. Il vino venuto dal fresco

Racconti dalle delegazioni
22 settembre 2025

Savoia. Il vino venuto dal fresco

Un viaggio alla scoperta della viticoltura savoiarda con Samuel Cogliati Gorlier. In degustazione sei vini selezionati dal relatore e serviti rigorosamente alla cieca per riscoprire una regione dal sorprendente potenziale.

Danilo Pasquale Marotta

Dimenticate l’idea di una Savoia ai margini della scena vitivinicola francese. Dimenticate i pregiudizi su una produzione “minore”, confinata nell’ombra delle più celebrate Borgogna o Bordeaux. Oggi la Savoia è pronta a prendersi la scena, forte di una rinascita lenta ma decisa, che profuma di autenticità e di riscossa.

AIS Milano, presso l’UNAHOTELS Galles, ha ospitato una serata interamente dedicata a questa affascinante regione del sud-est francese. A condurci in questo viaggio sensoriale è stato Samuel Cogliati Gorlier, voce autorevole e appassionata della divulgazione enoica d’Oltralpe, nonché savoiardo d’origine. Giornalista, editore indipendente e autore, Samuel è tornato a raccontarci una terra che conosce profondamente, con l’entusiasmo di chi ne ha vissuto l’evoluzione da vicino. Il pubblico è stato accompagnato alla scoperta di sei bottiglie, sei storie, sei modi di raccontare un territorio.

Un territorio da riscoprire

Situata nel sud-est della Francia, la Savoia ha sempre sofferto di una certa “marginalità, complice una superficie vitata contenuta, una produzione spesso confidenziale e, per troppo tempo, standard qualitativi non all’altezza. Ma il XXI secolo ha cambiato le carte in tavola. Oggi, la regione può contare su un terroir di grande potenziale, vitigni autoctoni unici e un clima che, paradossalmente, trae beneficio anche dal riscaldamento globale.

Geograficamente francese ma con profonde radici italiane, la Savoia è una terra di passaggio, di mescolanze, di culture intrecciate. Lo si intuisce dai nomi, dai dialetti, persino dall’approccio al vino: mai commerciale, mai costruito. Anche il suolo è un mosaico: rocce calcaree, marne, depositi glaciali e alluvionali. Una varietà che si riflette nel calice, rendendo ogni vino una piccola sorpresa. La Savoia è infatti una terra di montagne e pendii, con un mesoclima fresco, una viticoltura pedemontana e 20 cru che testimoniano la varietà e la complessità del suo patrimonio vitinicolo. A questi si aggiungono tre Appellations riconosciute e la possibilità di produrre Metodo Classico: un insieme di elementi che sta attirando l’attenzione del mondo del vino francese (e non solo). Una terra che non ha bisogno di effetti speciali: la sua forza sta nella sincerità del paesaggio, nei vitigni autoctoni, nella fatica quotidiana di chi coltiva la vite tra le pendenze e il vento.
Il risultato? Vini freschi, tesi, minerali. Vini che non inseguono la moda ma raccontano una storia antica e sempre nuova.

Vini alla cieca, emozioni in chiaro

La degustazione, cuore pulsante della serata, ha proposto sei etichette savoiarde di altissimo profilo, selezionate personalmente da Samuel Cogliati Gorlier e servite rigorosamente alla cieca. Un’esperienza che ha messo al centro il gusto, la sorpresa, la scoperta autentica, liberandoci da ogni preconcetto legato a nomi, etichette o reputazioni.

I calici hanno parlato con sincerità: acidità vibrante, mineralità tagliente, eleganza inattesa. Alla Savoia bastano i suoi vitigni come jacquère, altesse o mondeuse e il talento di una nuova generazione di vignaioli per raccontare un’identità forte, originale e in continua evoluzione.

La Degustazione

A impreziosire la degustazione, la narrazione sempre puntuale e appassionata di Samuel Cogliati Gorlier, che collabora con AIS Lombardia dal 2012 e rappresenta una delle voci più competenti in materia di enografia francese.

Inauguriamo la degustazione con il Vin de Savoie AOC Black Giac 2023 del Domaine Giachino. Il Black Giac è l'espressione più autentica del mondeuse, il vitigno simbolo della Savoia, coltivato con passione dai fratelli Giachino nel cuore del Parco Naturale della Chartreuse. Questo vino rosso biodinamico, certificato Demeter, nasce da un vigneto di due ettari con esposizione sud-est e su suoli argillo-calcarei, situato sui contrafforti del Mont Granier. Le uve, vendemmiate manualmente per preservarne l’integrità e con selezione dei grappoli migliori, subiscono una macerazione pre-fermentativa di 2-5 giorni seguita da una macerazione di 8-15 giorni a grappolo intero. Durante questo periodo, si effettuano rimontaggi giornalieri, senza pigiatura. L'affinamento avviene in botti (demi-muids) su fecce fini, per 12 mesi, senza travasi, per preservare l'autenticità del frutto, fino all'imbottigliamento. Il risultato è un vino di grande personalità: una veste rubino con riflessi violacei, un naso che evoca frutti rossi come la groseille (ribes rosso) e la griotte (amarena, visciola), con delicate note speziate e tostate. In bocca, la persistenza è accompagnata da una struttura elegante e una freschezza che richiama il terroir montano. Ideale in abbinamento a carni rosse, piatti in umido, selvaggina e formaggi stagionati, il Black Giac è un vino da conservare per 8-10 anni, che evolve con grazia nel tempo.

A seguire abbiamo apprezzato il Vin de Savoie AOP Mondeuse La Deuse 2023 del produttore: Gilles Berlioz. La Deuse rappresenta la vera espressione del mondeuse allevato con dedizione nel Domaine Partagé di Gilles Berlioz. Situato a 14 km a sud di Chambéry, il vigneto si estende su terreni calcarei e limosi nel lieu-dit Bordiot, con esposizione sud-ovest. Questo vino rosso, con un contenuto alcolico del 9,5% in volume, si presenta con una veste rubino profonda e riflessi violacei. Il naso è un bouquet complesso che spazia dalla frutta rossa matura come il cassis e la prugna, a note floreali di violetta e peonia, fino a sentori speziati di pepe nero e cacao. In bocca offre una struttura fine e vellutata, con tannini eleganti e una freschezza vibrante che ne esalta la bevibilità. Vinificato in modo delicato, con fermentazione in vasche di vetroresina e affinamento di circa sei mesi in vasche ovoidali coricate per favorire un vortice continuo, questo vino esprime la purezza del frutto e la mineralità del terroir. Può essere apprezzato fin da subito ma ha anche un potenziale di invecchiamento fino al 2030 e oltre. Ideale in abbinamento a piatti come un plateau di charcuterie, jambon d'Aoste o magret de canard, La Deuse incarna l'eleganza e la tipicità della Savoia, offrendo un'esperienza sensoriale unica e raffinata.

È stata poi la volta del Vin de Savoie AOC Ayze Les Perles du Mont Blanc Brut Nature 2019 del Domaine Belluard. Un gioiello effervescente nato nel cuore delle Alpi, dove il terroir unico di Ayze dona a questo spumante Metodo Classico una personalità straordinaria. Firmato Domaine Belluard, pioniere nella valorizzazione del vitigno autoctono gringet, questo brut nature incarna la purezza e l’eleganza di una regione montana che sa stupire. Di un bel giallo paglierino brillante, si distingue per il suo perlage finissimo e persistente che regala un bouquet vibrante e complesso. Al naso emergono delicate note floreali di biancospino e fiori di montagna, accompagnate da accenti di frutta a polpa bianca e una lieve mineralità che richiama i terreni granitici dell’area.
Al palato, l’assenza di dosaggio gli dona una freschezza vibrante e una secchezza elegante, sostenute da un equilibrio perfetto tra acidità e struttura. Il finale è lungo, minerale, con un sottile richiamo alle erbe alpine, confermando il carattere territoriale del gringet.
Un vino da abbinare a crudi di pesce, crostacei e formaggi freschi di montagna ma anche da gustare da solo, come raffinato aperitivo. Les Perles du Mont Blanc è una perla rara nel panorama spumantistico francese, che rappresenta con orgoglio la Savoia e il suo straordinario patrimonio vitivinicolo.

Il quarto calice della serata è stato il Vin de Savoie AOC Monfarina 2024 del Domaine Giachino, una raffinata espressione bianca della Savoia, che racchiude in sé l’autenticità e la complessità di un terroir montano unico. Firmato Domaine Giachino, questo blend di jacquère, mondeuse blanche e verdesse rappresenta un incontro armonioso tra freschezza, mineralità e profondità aromatiche. Il vino si presenta con un brillante colore giallo paglierino, attraversato da sfumature dorate, segno di una maturazione equilibrata e di una vinificazione attenta. Al naso emergono profumi delicati ma articolati: fiori bianchi di acacia e sambuco, note di frutta a polpa bianca come la mela renetta, accompagnate da un sottile accenno erbaceo e da una piacevole sensazione minerale che rimanda ai terreni calcarei e argillosi delle vigne. Al palato Monfarina rivela una freschezza vibrante e una struttura elegante, con una trama sapida che sostiene un corpo rotondo e dinamico. L’equilibrio tra acidità e morbidezza regala un sorso armonioso, dal finale persistente, in cui emergono ritorni floreali e un leggero tocco di mandorla amara. Un bianco di carattere, ideale compagno di piatti di montagna come i formaggi freschi e i risotti ma anche perfetto da solo. Una testimonianza della capacità di Domaine Giachino di interpretare con modernità e rispetto la tradizione vitivinicola della Savoia.

A seguire lo Chignin Bergeron AOC Le Grand Rebossan 2022 di André et Michel Quenard, emblema della raffinata eleganza che il vitigno roussanne (localmente chiamato bergeron) riesce a esprimere nel cuore della Savoia. Questo bianco rappresenta una perfetta sintesi tra il carattere complesso e la freschezza vibrante tipica del terroir di Chignin. Alla vista si presenta di un luminoso giallo dorato, segno di una maturazione ottimale e di una vinificazione curata nei minimi dettagli. Al naso, il vino apre con aromi intensi e avvolgenti: sentori di frutta a polpa bianca come pesca e pera, arricchiti da note floreali di camomilla e tiglio, con un accenno minerale. Al palato si mostra in tutta la sua nobiltà: struttura piena e vellutata, equilibrio perfetto tra morbidezza e freschezza, con una vibrante acidità che dona energia e slancio al sorso. La persistenza è lunga e avvolgente, con un finale lievemente speziato che lascia il segno. Un vino capace di accompagnare con eleganza piatti di pesce, carni bianche e formaggi stagionati ma anche in solitudine, come raffinato momento di piacere.

Per concludere, il Roussette de Savoie AOP Marestel 2019 del Domaine Dupasquier: una raffinata espressione del vitigno autoctono altesse, coltivato sulle pendici soleggiate del prestigioso cru Marestel, in uno dei terroir più vocati della Savoia. Questo bianco incarna l’eleganza, la freschezza e la complessità che caratterizzano i vini bianchi di montagna di questa regione.
Di colore giallo paglierino intenso, con riflessi dorati, si apre al naso con un bouquet ampio e sofisticato, dominato da sentori di fiori bianchi, pesca bianca e agrumi, arricchiti da delicate note minerali e di mandorla. La complessità aromatica è un segno distintivo di questo terroir unico, che conferisce profondità e autenticità al vino. Al palato si distingue per un perfetto equilibrio tra freschezza vibrante e struttura avvolgente. La trama sapida e minerale sostiene un sorso lungo e armonico con una piacevole morbidezza e una persistenza elegante che si chiude su ricordi floreali e fruttati. Ideale in abbinamento a piatti di pesce nobile, crostacei, pollame e formaggi delicati ma apprezzabile anche da solo, come raffinato esempio della grande tradizione vitivinicola della Savoia.

La Savoia, oggi, non è più una promessa. È una realtà viva, dinamica, che merita attenzione e rispetto. Serate come questa ci ricordano quanto sia importante guardare oltre i soliti nomi, lasciarci guidare dalla curiosità e concedere spazio alla scoperta. Il mondo del vino non si esaurisce nei territori più celebrati: è fatto anche di angoli silenziosi, di vitigni resilienti, di produttori appassionati che lavorano lontano dai riflettori.
E proprio lì, tra le pieghe meno illuminate delle mappe enologiche, si nascondono spesso le storie più affascinanti. Storie che parlano di territorio, di identità, di coraggio. Storie che meritano di essere ascoltate e, soprattutto, assaporate.