Sbarbatelle. Le giovani vignaiole sbarcano a Milano

Il tour organizzato dalle giovani produttrici di vino under 35 arriva a Milano, per una serata di conoscenza e di degustazione. A fare gli onori di casa Luca Giordana, sommelier, degustatore, relatore, commissario d'esame e redattore della guida Vitae per il Piemonte, insieme a Paolo Poncino, delegato AIS Asti e ideatore del progetto Sbarbatelle.

Valeria Mulas

Sbarbatello s. m. (f. -a) [dim. di sbarbato]. – Giovane ancora immaturo, privo di esperienza (il termine è usato sempre in tono scherz., iron. o anche spreg.): sei ancora uno s. e ti dai tante arie?; certi s. che appena laureati credono di sapere già tutto!

La definizione della Treccani non lascia dubbi sull’accezione di “giovane” per questa parola, ma chi il vino lo frequenta dalla vigna al calice, sa che include in sé, proprio nella sua versione femminile, la propaggine della vite. Ed è proprio al gioco di parole tra i due significati che il movimento delle Sbarbatelle deve aver pensato quando, sotto l’egida di Paolo Poncino, ha iniziato a muovere i primi vagiti nel 2017. Molte di loro hanno fatto gruppo proprio tra i banchi dei corsi sommelier di AIS Piemonte, altre sono state intercettate in successive occasioni dallo stesso Paolo Poncino che, nel 2016, ha iniziato a pensare a come poter valorizzare le esperienze, l’entusiasmo e la curiosità di queste giovani produttrici.

La prima edizione di Sbarbatelle ha visto la presenza di 15 vignaiole, diventate 30 già l’anno successivo e, nonostante lo stop per l’epidemia da Covid-19, arrivate a 60 l’anno scorso, a rappresentare 17 regioni. Un movimento nato per condividere le pratiche in cantina, ma anche per socializzare, creare amicizie e una vera e propria rete per confrontarsi, formarsi e promuovere l’imprenditoria femminile. L’evento si svolge ogni anno a giugno a San Martino Alfieri (AT) presso la bellissima location della Tenuta Marchesi Alfieri. Questa convention ha ormai assunto risonanza nazionale portando già ad alcuni premi (Evento Wine 2020 e 2022 di Food and Travel Italia); appare però ormai evidente la necessità di far crescere il collettivo creando magari una vera associazione con un respiro più internazionale. Il tutto senza perdere quella freschezza e quel brio informale nella comunicazione di sé, che ne caratterizza le radici.

Siamo di fronte a delle imprenditrici del vino, donne che non hanno paura di mettere in rete la propria esperienza e che, con grande naturalezza e vivacità, si pongono l’obiettivo di abbattere gli stereotipi di genere ancora presenti in vigna e in cantina.

La degustazione vede l’alternarsi di sette Sbarbatelle che ci racconteranno 12 tra i propri vini provenienti da tre aziende lombarde, due del Piemonte e una dell’Umbria.

La degustazione

Metodo Classico Grande Annata Rosé - Azienda Costaripa
chardonnay 80%, pinot nero 20%
Nicole Vezzola rappresenta la quarta generazione dell’azienda Costaripa, una piccola realtà famigliare sulla sponda bresciana del Lago di Garda, a Moniga del Garda, in piena Valtènesi, un territorio contraddistinto da un microclima dal carattere mediterraneo dove il groppello diventa il re dei vini rosé. Ma questa sera Nicole ci porta prima di tutto a conoscere la grande passione del papà Mattia Vezzola: il Metodo Classico. Dopo gli studi in enologia, Mattia parte per la Champagne e scopre una viticoltura molto tradizionale, legata non all’acciaio e alla tecnologia che facevano scuola negli anni ’70 del secolo scorso, ma al legno e all’attesa. Nel 1973 nasce il primo Metodo Classico di Mattia Vezzola. La Grande Annata Rosé in degustazione germoglia nel solco delle sue scoperte francesi: fermenta ed evolve, per il 50%, in botti di rovere bianco da 228 L per circa 8 mesi e prosegue l’affinamento per 54–60 mesi. Naso intrigante in cui il pinot nero è chiaramente identificabile nelle sfumature speziate e di piccoli frutti rossi. Bollicina finissima, croccante e persistente che si accompagna alla struttura del vino creando un unicum armonico. Si tratta di un non-dosato, seppur non dichiarato, dedicato a Nicole dal papà Mattia, che colpisce per la forza della spalla acido-sapida, per la struttura, ma anche per l’estrema bevibilità data dall’avvolgenza della bollicina e dallo chardonnay. Un vino rosé che rivoluziona il concetto, tutto italiano, del rosa legato al femminile.

I viniOltrepò Pavese Metodo Classico DOCG Pinot Nero Brut Cruasè Roccapietra 2017 - Scuropasso
pinot nero 100%
Passiamo in Oltrepò Pavese con Flavia Marazzi, che ci racconta della sua azienda e del legame profondo e indissolubile tra le bollicine e il territorio. Dal 1865, infatti, l’Oltrepò Pavese è patria del Metodo Classico, grazie alle intuizioni di Carlo Gancia e le prime barbatelle di pinot noir francese impiantate proprio qui. Flavia rappresenta la quarta generazione aziendale. Il Brut Cruasè Roccapietra che assaggiamo vinifica con una macerazione a freddo che di anno in anno cambia per poter far emergere la migliore espressione territoriale. Permanenza sui lieviti di circa di 60 mesi per una «bollicina rosa e paziente», come la definisce la stessa Flavia: il rosé richiede tempo per poter esprimere croccantezza, freschezza e corpo. Un vino “gengivale” di pienezza gustativa e grande fascino.

Umbria Bianco IGT Grechetto 2022 – Tenuta Placidi
grechetto 100%
Dall’Umbria arriva Arianna Placidi, con un brio che non nasconde quanto le Sbarbatelle l’abbiano in qualche modo salvata da una possibile depressione. La sua piccola azienda apre nel 2017. Lei è la prima generazione, partita dai pochi filari di famiglia. Terra e fatica, dopo gli studi di enologia, e la prima produzione che si blocca a causa della pandemia. Qui i sogni si arrestano e quando Paolo Poncino la contatta per invitarla all’evento di Sbarbatelle dopo la riapertura, la necessità di riprendere contatti umani e connessioni è fortissima, tanto più che il contesto del tessuto vitivinicolo umbro è quasi esclusivamente maschile. Arianna accetta l’invito senza neanche saper bene a cosa andrà incontro. La ripresa post-Covid ha permesso di espandere gli ettari fino a 12 dai 2 iniziali. Per la degustazione ha scelto il grechetto per farne conoscere il potenziale al di là della fama di vino a basso prezzo che si era standardizzata in regione. Raccolto leggermente in anticipo e fermentato a bassa temperatura, mai sopra i 15 gradi centigradi, è, invece, un vitigno capace di regalare grandi soddisfazioni e non solo a chi lo produce. Profumi varietali intensi di fiori bianchi e frutta matura, grande salinità, acidità contenuta e struttura importante danno a questo vino le carte vincenti per migliorare con il tempo, sperando possa diventare sempre più portabandiera dell’Umbria.

Vino Bianco Ardì – Azienda Adriano Marco e Vittorio
moscato 100%
Michela Adriano porta in degustazione un moscato secco, un vino coraggioso e ardito esattamente come il movimento Sbarbatelle, che nasce per creare un’alternativa di mercato al classico moscato dolce che, tra il 2008 e 2009 aveva subito una crisi nelle vendite. Siamo ad Alba e, raccolte da vigneti meno esposti al sole, le uve moscato fermentano in acciaio a temperatura controllata a 15-16 °C; il vino che se ne ottiene sosta poi in bottiglia per 8-12 mesi. Naso aromatico con note di salvia, tiglio e pesca gialla. Trova un abbinamento ideale con il pesce crudo grazie al suo gusto persistente e secco, ma anche con piatti orientali speziati e piccanti.

Valtènesi DOC RosaMara 2022 – Azienda Costaripa
groppello gentile 50%, marzemino 30%, sangiovese 10%, barbera 10%
Fiore all’occhiello dell’azienda Costaripa e pieno rappresentante di quei rosé della Valtènesi la cui fama si sta giustamente facendo riconoscere, proviene da viti allevate su terreni morenico-ghiaiosi con presenza di argilla. Questo vino rappresenta appieno il territorio, con una vinificazione separata per parcelle e per uve e una fermentazione e affinamento del 50% del mosto in piccole botti di rovere bianco di secondo e terzo passaggio. Vino completo ed estremamente gastronomico, dai profumi floreali e con accenni di pompelmo rosa e pesca. Bocca fresca, semplice, ma mai banale, elegante e persistente.

Monferrato Rosso DOC Hosteria 2020 – Bonzano Vini
pinot nero 60%, barbera 40%
Francesca Bonzano ci riporta in Piemonte e precisamente in Monferrato. Bonzano Vini sorge nel 2017 nel solco della tradizione di famiglia dell’azienda Castello di Uviglie, ma con il desiderio di creare un prodotto giovane e meno blasonato. Nasce così Hostaria, una provocazione sia a livello di grafica e packaging (con una bottiglia che ricorda il fiaschetto e una label molto colorata), sia a livello di scelta di uve. Note vegetali ed erbacee, unite a quelle di frutti rossi, rivelano le due anime nel calice: pinot nero e barbera. Bocca coerente, fresca e franca, come una chiacchierata tra amici in osteria.

Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese DOC Tiāmat 2021 – Azienda Cordero San Giorgio
pinot nero 100%
Caterina Cordero è la Sbarbatella unione di due regioni: il Piemonte, le Langhe, dove è nata e dove affondano le sue radici, e la Lombardia, l’Oltrepò Pavese, che ha accolto, sulle Colline di Santa Giuletta, nel 2019, il nuovo progetto aziendale e famigliare, per ricercare qualcosa di nuovo e diverso dal passato. La Tenuta San Giorgio ha come focus il pinot nero, di cui assaggiamo due esemplari diversi. Tiāmat gioca sulla freschezza e sull’immediatezza: un vino per tutte le occasioni, con profumi di ciliegia e melagrana, violetta su un fondo di liquirizia. Bocca fresca con un tannino salato ben integrato e ritorno aromatico della componente vegetale.

I viniPinot Nero dell’Oltrepò Pavese DOC Riserva Partù 2020 – Azienda Cordero San Giorgio
pinot nero 100%
Il secondo vino che Caterina ci presenta è Partù, una sfumatura più austera di pinot nero, grazie all’affinamento di 12 mesi in barrique e un anno in bottiglia. La potenza dell’attesa arriva con finezza, mantenendo intatte tutte le caratteristiche del pinot nero. Note di viola e spezie, bocca piena ed equilibrata.

Buttafuoco dell'Oltrepò Pavese DOC Pianlong (Buttafuoco Storico) 2018 – Azienda Scuropasso
croatina, barbera, uva rara e ughetta di Canneto
Se è vero che l’Oltrepò Pavese è soprattutto pinot nero, sia vinificato in rosso che spumantizzato, è ugualmente vero che c’è un vino altrettanto rappresentativo della zona: il Buttafuoco. E un vino estremamente legato alla vigna è Pianlong, che dal 2017 è iscritta al Consorzio Club del Buttafuoco Storico e da cui derivano tutte le uve vinificate insieme, con una grandissima attenzione ai tempi di maturazione e di raccolta. Fermentazione in cemento con lieviti indigeni e macerazione sulle bucce per circa 40 giorni. Due anni in botte di rovere francese e affinamento in bottiglia di almeno un anno. Sentori di prugna, marasca sotto spirito e pepe nero. Struttura, tannino (croatina) e freschezza (barbera) in perfetto equilibrio con la persistenza gusto-olfattiva donata dall’uva rara e dall’ughetta.

Monferrato Rosso DOC 1491 2016 – Azienda Castello di Uviglie
albarossa 100%
Beatrice Bonzano, cugina di Francesca, ci racconta l’azienda Castello di Uviglie nella sua veste legata alla tradizione (mentre avevamo conosciuto con Bonzano Vini il ramo dedicato alla modernità e all’innovazione). 1491 è la data di impianto delle prime barbatelle all’interno del Castello di Uviglie, che ci dà il senso della storicità di questa azienda. L’albarossa è un vitigno derivato dall’incrocio tra il nebbiolo di montagna e la barbera, che copre una piccolissima produzione di circa 80 ettari in tutta Italia, di cui la maggior parte in Piemonte. Il Monferrato Rosso DOC 1491, dal colore rubino impenetrabile, regala profumi di frutta rossa in confettura e spezie calde. Bocca potente e ricca, con ritorni aromatici balsamici. Matura in barrique per 18-20 mesi e affina in bottiglia per circa 6 mesi.

Umbria Rosso IGT Hyrtis 2019 – Azienda Tenuta Placidi
sagrantino 100%
Torniamo in Umbria per assaggiare Hyrtis, un vino a base di sagrantino in purezza, uno dei vitigni più tannici d’Italia. In etichetta una donna senza volto rappresenta il vitigno non menzionabile, perché il vino è fuori dalla denominazione DOC: le vigne sono, infatti, a Montefalco, zona elettiva, ma la vinificazione viene fatta nell’unica cantina della giovanissima azienda, a Perugia. Lunga macerazione sulle bucce e affinamento in barrique per 14 mesi, più tre mesi in bottiglia, permettono di domare l’irruento tannino del vitigno regalando un vino che, seppur nella sua verve giovane, fa già presagire un’estrema eleganza di bocca. Piccolissima produzione di 3000 bottiglie.

Barbaresco DOCG Basarin 2019 - Azienda Adriano Marco e Vittorio
nebbiolo 100%
Chiudiamo con Michela e il suo Barbaresco Basarin, che è la Menzione Geografica Aggiunta (MGA) di identificazione del vigneto piantato in comune di Neive, su marne di Sant’Agata Fossili ed esposizione a sud-est. Affinamento di 12 mesi in botti grandi di rovere e nove mesi in bottiglia. Bouquet caratteristico di rosa e violetta con sentori di spezie e liquirizia. In bocca stupisce per una raffinata semplicità che invita alla beva conviviale, ma che ci suggerisce anche una grande capacità di evolvere nel tempo.

Sigilliamo questa serata con l’augurio che, prima o poi, la stessa Treccani aggiornerà le sue definizioni, riconoscendo il contributo di questo movimento ed includendo:

Sbarbatella s. f. – Giovane gemma vignaiola italiana di età sotto i 35 anni, capace di grande resistenza agli stereotipi di genere e sguardo lungimirante verso il futuro. Il rosso pantone 485C è il suo colore distintivo.