Schioppettino di Prepotto, eleganza e potenza

Racconti dalle delegazioni
19 dicembre 2019

Schioppettino di Prepotto, eleganza e potenza

«Sono vini fatti così». Poche parole, pronunciate da Diego Sburlino, per estrarre l’essenza dello Schioppettino di Prepotto e consegnarlo a una platea in ascolto, affascinata dall’austerità solenne che non si piega al gusto di alcun mercato e alle tendenze di nessun tempo.

Sofia Landoni

Lo schioppettino era così quando apparve le prime volte in terra friulana, era così quando crebbe e ne diventò bandiera. Era così quando scelse in autonomia la “sua” zona, quella di Prepotto, dove mostrare il lato più vero e intrigante di sé. E poi era così anche quando fu espiantato a favore della viticoltura a bacca internazionale ed era ancora ostinatamente così quando qualche coraggioso lo reimpiantò, infine, per restarci. Era tornato a casa, lo schioppettino, senza mai esserne andato via realmente. Aveva assistito all’avvicendarsi della storia più aspra e brutale dell’umanità. Quelle due guerre lo vessarono. Vessarono i campi, le vigne, il bestiame, le case; deformarono profili e confini, alterarono il concetto di familiarità e lo strapparono all’affettività umana, che fu percossa dalla desolazione del vuoto materiale e immateriale.

La nobiltà più grande del popolo friulano fu quella di rialzarsi e vivere ancora, imperterrito, muovendo i piedi e i nuovi timidi sogni sopra le macerie del passato. La viticoltura locale non fu da meno, e lo schioppettino con lei. Molti si accostarono ad esso nel tentativo di riappropriarsi di un’identità che trapelasse anche dal vino. Il Friuli si cercava, cercava sè stesso e si è trovato, fortunatamente, nella dimensione della sua territorialità. Ha riscoperto molto presto l’autoctono, il Friuli, imparando che lo schioppettino – altrimenti detto ribolla nera – si esprimeva al meglio fra i terreni marnosi del comune di Prepotto, poveri di sostanza organica e ricchi di arenarie. Al di fuori di questa zona speciale – talmente speciale da essere diventata una sottozona della DOC Friuli Colli Orientali – la ribolla nera viene spesso fatta appassire. Ma tale vitigno ha bisogno di essere vinificato fresco, vivo, scalpitante come può permettersi di essere a Prepotto e, probabilmente, lì soltanto.


Il relatoreLa sua impronta di pepe nero, riflesso della presenza di un composto chimico noto come rotundone, accompagna lo svolgimento del naso così come del gusto e diventa tratto riconoscibile – se non addirittura inconfondibile – della sua fisionomia. Un vino che è inequivocabilmente rude, e lo è perché i viticoltori hanno il merito di averlo lasciato essere. Ma in questa libertà lui ha regalato l’eleganza, quel meglio di sé che conquista nella potenza e ammalia in una delicatezza che sa di mansueto, finalmente, dentro un’agitazione che per tanto tempo non ha trovato pace. E che ora porta tutto con sé senza tralasciare nulla, senza omettere alcuna diapositiva della propria storia, concedendo il tenero spiraglio di un tocco leggero che quasi commuove a pensarlo come una carezza.

Schioppettino 2016 - Colli di Poianis

Al naso la nota pepata emerge nella coesione di un profumo omogeneo e fruttato. Ricorda le bacche rosse e il fungo fresco, con un lieve accenno balsamico che colora l’atmosfera soffusa da sfondo. In bocca esplode la connotazione speziata, nella freschezza e nella vivacità sapida.

Schioppettino 2016 – Grillo Iole

Naso più morbido, pur nell’accezione della bacca rossa asprigna. Prevalgono le erbe aromatiche sulla speziatura, in una cornice di cuoio e pellame. Il pepe nero affiora invece al gusto, pervaso immancabilmente dalla sapidità omogenea.

Schioppettino 2016 - Ronco dei Pini

La suggestione dolce del naso regala note di ciliegia e di frutta rossa matura. La trama speziata si articola nella bacca di ginepro e nel pepe, deviando sull’aromaticità mediterranea del rosmarino essiccato. Tabacco, foglie secche e cioccolato amplificano il bouquet, che si impreziosisce di una bellissima complessità. Fresco e sapidissimo in bocca, trova grande pregio nell’equilibrio, dipinto nella carezza di un appagante apporto glicerico.

Schioppettino 2015 - Vigna Traverso

Naso dall’impronta decisa, agrumata e mentolata. Ricorda il basilico, l’alloro e la salvia. La bocca è spessa e carnosa, ravvivata dalla nota di pepe ed elevata in un equilibrio complesso, avviluppato in una compostezza elegante.


I viniSchioppettino 2016 - Vie D’Alt

Convivono, al naso, una parte acidula di frutto di bosco e una parte gessosa. Terra, mora e castagne colorano il suo tratto più scuro, mentre la varietale nota pepata si pone come filo conduttore sia del bouquet che del sorso. Bocca mediamente carnosa, con una buona coesione nelle sue componenti che non sfocia, tuttavia, nell’esuberanza.

Schioppettino 2016 - Vigna Petrussa

Naso fine, completo. Sullo sfondo fruttato della bacca di bosco affiora una componente agrumata di arancia rossa, erbe aromatiche e caffè. Il palato viene ricoperto dalla sapidità vibrante, che lo rende un vino estremamente vivo. Sfuma su una piacevole nota di liquirizia.

Schioppettino Riserva 2008 - Ronc Soreli

Naso scuro di mora, mirtillo, frutta nera. L’intensa nota di propoli apre il sipario su uno sfondo fatto di erbe medicinali ed essenze balsamiche, nella cornice animale del cuoio ma anche nella traccia di caffè. In bocca mostra ancora la baldanza della sua vita in atto. Fresco, sapido, con un tannino ben percepibile eppure vellutatissimo. Elegante nelle movenze e rude in quell’animo vivo, indomabile, che ha saputo accettare la propria veemenza regalandoci oggi un sorso equilibrato, dove la nota pepata è perfettamente integrata a tutto il resto.