Sicilia fuori dal comune – Seconda parte

Il secondo incontro è dedicato alla Sicilia occidentale, che detiene il primato della produzione di vino e di ettari vitati, in prevalenza con uve bianche. Giorgio Fogliani ci guiderà nella degustazione di otto vini bianchi secchi e fermi.

Daniela Recalcati

Enografia

In Sicilia sono state riconosciute 24 DOP (1 DOCG e 23 DOC) e 7 IGP. Il numero delle denominazioni e la loro concentrazione sono maggiori nella Sicilia occidentale rispetto all’orientale. Andando a vedere quanto pesano le varie DOP nella produzione del vinoSiciliano, ci accorgiamo che c’è una grossa prevalenza della DOP Sicilia (83,6%), cui seguono la DOP Marsala (7,8%) e la DOP Etna (3,9%) mentre tutte le altre sono davvero minoritarie. Considerando anche le IGP questo squilibrio risulta ancora più evidente: la maggior parte della produzione si divide tra la IGP Terre Siciliane (48,6%) e la DOC Sicilia (43,6%). La IGP Terre Siciliane è nata nel 2011 quando la IGT Sicilia è diventata DOP.

Altra curiosità è legata alla presenza di DOC e IGT “fantasma” caratterizzate da produzioni veramente infinitesimali, in alcuni casi addirittura nulle. Le denominazioni di origine dovrebbero tutelare un’origine controllata, proteggendo il nome di un territorio da frodi, truffe e sofisticazioni, proporre uno standard gustativo e regolamentare la produzione di un dato territorio. In realtà, molte DOC sono state istituite prima dell’effettiva valorizzazione del territorio forse proprio per promuoverlo, e poi sono scomparse. Dietro ad altre, sembrano “nascondersi” certe aziende particolarmente radicate sul territorio; altre ancora prevedono maglie larghissime, sia come parametri richiesti che come tipologie previste, penalizzando la riconoscibilità da parte del consumatore. La creazione della DOC Sicilia ha, inoltre, svantaggiato le DOC meno note, perché la forza del “brand” Sicilia è maggiore della forza dei singoli terroir. Non a caso, da pochi anni, il legislatore ha consentito alle DOC minori, di indicare in retro-etichetta il termine “Sicilia”, come “menzione aggiuntiva”. Inoltre, dal 2017 i vitigni grillo e nero d’Avola si possono menzionare in etichetta solo nei vini DOP, il che impone a questi vini di passare dalla valutazione delle commissioni di assaggio che, spesso, tendono a “bocciare” i vini fatti con una stilistica diversa da quella voluta dalle commissioni.

Giorgio FoglianiLa DOC Sicilia, nata nel 2011, produce 96.260.000 bottiglie all’anno ed è la quinta DOC italiana per volumi prodotti, ma solo la decima per valore economico e qualitativo dei vini; è producibile in tutta l’isola, è declinabile in tutte le tipologie di vino e ha delle rese per ettaro piuttosto alte (120-130 q/ha). La IGT Terre Siciliane, (2011), produce 107.275.600 bottiglie all’anno, rappresenta il 49% del vino prodotto in Sicilia ed è la seconda IGT italiana per vini confezionati, dopo l’IGT Emilia; interessa tutta l’isola, comprende tutte le tipologie, le rese sono altissime (fino a 180 q/ha). La DOC Alcamo, (1972), interessa la parte orientale della provincia di Trapani al confine con la provincia di Palermo ed è declinabile in tutte le tipologie di vino, anche se più del 99% dell’Alcamo prodotto è bianco, a base catarratto. La DOC Contea di Sclafani o Valledolmo-Contea di Sclafani, (1996), occupa il grande centro della Sicilia, a cavallo delle province di Palermo, Caltanissetta e Agrigento; è declinabile in bianco (catarratto) e in rosso (nero d’Avola e/o perricone). La DOC Contessa Entellina, (1993), interessa l’estremo sud della provincia di Palermo, al confine con la provincia di Agrigento ed è declinabile in bianco (inzolia), rosso e rosato (nero d’Avola e/o syrah). La DOC Delia Nivolelli, (1998), interessa la zona del marsalese e produce quasi esclusivamente vino rosso a base syrah. La DOC Erice, (2004), nella provincia di Trapani, si può declinare in bianco (catarratto), rosso ((nero d’Avola) e spumante. La DOC Menfi, (1995), interessa la provincia di Trapani al confine con quella di Agrigento ed è declinabile in tutte le tipologie. La DOC Monreale, (2000), copre otto comuni a sud di Palermo e si può declinare in bianco (catarratto e inzolia), rosso (nero d’Avola e perricone) e rosato. LaDOC Riesi, (2001), interessa la provincia di Caltanisetta ed è una delle DOC “fantasma”; produce solo 1.350 bottiglie, tutte nella tipologia nero d’Avola, anche se si potrebbe declinare in tutte le tipologie. La DOC Salaparuta, (2006), interessa i “terreni vocati alla qualità” del comune di Salaparuta ed è declinabile in bianco (catarratto) e in rosso (nero d’Avola). Per concludere abbiamo una carrellata di DOC “fantasma”: la DOC Sambuca di Sicilia, (1995), non produce vino, ininterrottamente, dal 2012; la DOC Santa Margherita di Belice, (1996), che non produce vino dal 2012, quasi ininterrottamente e la DOC Sciacca, (1998), che ha una produzione minima attuale di 8.800 bottiglie (73% bianco, 27% rosato), ma non ha prodotto vini tra il 2012 e il 2020.

Uve bianche

Il catarratto è un vitigno attestato dal 1696, il più rappresentativo della Sicilia e il più coltivato; è anche la seconda uva bianca coltivata in Italia. Adatto ai terreni più poveri delle zone interne, è molto versatile. Esiste una varietà comune (23% delle uve bianche) e una varietà lucida (25%) in forte ascesa, caratterizzata da un’acidità più spiccata e che dà vini leggermente più fini, aromatici e meno potenti. Il grillo (14%), incrocio di catarratto e zibibbo, mantiene una buona acidità anche in surmaturazione e cresce bene sui terreni costieri sciolti, profondi e ricchi. Il carricante, così detto perché abbondante nelle rese, è presente quasi solo sull’Etna, ha un’acidità alta, che lo rende particolarmente adatto all’invecchiamento, un’alcolicità moderata e un profilo aromatico neutro. Ama il fresco, la pioggia e le altitudini elevate (altrimenti matura troppo rapidamente) e ha la tendenza a ossidare in pianta. Lo zibibbo o moscato di Alessandria (4%) è un incrocio tra moscato bianco e il vitigno sardo axina de tres bias. Sopporta bene il caldo e il vento ed è diffuso a Pantelleria. L’inzolia (7%) è un’uva resistente alla siccità, produttiva, tannica e neutra, con una bassa acidità. La malvasia delle Lipari è un’uva aromatica molto adatta ai vini dolci, ma non solo, e ha una maturazione tardiva; è autorizzata solo in provincia di Messina e coltivata praticamente solo nelle isole Eolie. Il grecanico (5%) è un’uva diffusa, ma tutto sommato minore ed è identica, dal punto di vista genetico, alla garganega.

Vini bianchi

Fino agli anni ’50 erano vini ad alta gradazione alcolica (15-18% vol.), più o meno ossidativi, bianchi da dessert (moscato dello Zucco, di Noto, Siracusa e Pantelleria), rari bianchi “da pasto”, “robusti e generosi”. Quest’ultima tipologia veniva incontro al gusto e alle abitudini della popolazione, favorita dalla naturale generosità del clima e dall’assenza della tecnologia moderna.

Oggi i vini bianchi prodotti si possono declinare in:

  • secchi, figli dello sviluppo della tecnologia che consente il controllo della temperatura in vinificazione, la scelta di vendemmiare in anticipo e di ridurre la macerazione sulle bucce proteggendo il vino dall’ossidazione, e variabili per stile (aromatici, uso del legno, ecc.) e per vitigno (dagli anni ’90 grande exploit degli internazionali);
  • bianchi macerati sulle bucce, di nuovo in voga dopo il 2000;
  • ossidativi;
  • dolci (Pantelleria, Lipari, moscati di Noto e Siracusa).

La degustazione

Terre Siciliane IGT bianco Volcano 2019 – Monterosso
carricante 100%.
Azienda sita in contrada Monterosso, sul versante sud-est dell’Etna. Viticoltura biologica non certificata. Vinificazione spontanea in acciaio e affinamento in bottiglia per 6 mesi.
Il naso è elegante e vibrante, con note leggermente affumicate e rocciose, fruttate di mela al forno, lievemente balsamiche ed erbacee. La bocca è tesa, con note agrumate, un’acidità vibrante e una sapidità immediatamente percepibile. Media persistenza.

Sicilia DOC chardonnay Vigna San Francesco 2020 – Tasca d’Almerita
chardonnay 100%
Tenuta Regaleali, sita a Sclafani Bagni, a sud-est di Palermo. Vigneto di 5 ha. Terreno sabbioso-argilloso debolmente calcareo. Vinificazione e affinamento di 8 mesi in barrique con bâtonnage.
Al naso il vino appare compìto, quasi tecnico con note di mentuccia e sensazioni pannose e lattiche, di crema di yogurt, di frutta croccante e fiori bianchi. La bocca è meno spigolosa di quella del vino precedente, con acidità e sapidità presenti, ma più misurate. Media persistenza.

I viniTerre Siciliane IGT catarratto Mete e Apedia 2021 – Terra Tinta
catarratto 100%
Azienda sita a Camporeale, di 2 ha vitati su 35 in policoltura. Suoli sabbiosi e argilloso-calcarei. Macerazione pre-fermentativa di 48 ore, vinificazione in acciaio a temperatura controllata, affinamento in acciaio per 6 mesi e in bottiglia per 2 mesi.
Al naso si apprezzano note di cereali tostati, malto, fiori dolci di magnolia e di camomilla, erba tagliata e salvia. La bocca ha un ingresso morbido, è densa e concentrata, più sapida che acida, con una bella lunghezza e un’ottima corrispondenza gusto-olfattiva.

Terre Siciliane IGT bianco G 2021 – Barraco
grillo 100%
Azienda di 10 ha in contrada Rina vecchia a Castelvetrano. Terre rosse sabbiose. Macerazione di 3-6 giorni in acciaio e affinamento di un anno in cemento.
Il naso è un po’ chiuso e leggermente ridotto, con note iodate, di salsedine, alghe e pietra bagnata. Dopo rotazione nel bicchiere emergono sentori di fiori bianchi, di pesca e di nespola. La bocca è molto verticale ed esprime grande freschezza e sapidità. Bella la lunghezza.

Menfi DOC inzolia Dietro le case 2019 – Cantine Barbera
inzolia 100%
Azienda di 15 ha vitati sita a Menfi. Suoli argilloso-calcarei ricchi di scheletro del Pleistocene. Agricoltura biodinamica. Macerazione pre-fermentativa di 48 ore, fermentazione e affinamento in acciaio con bâtonnage.
Il naso appare solare e ampio, con note di miele, arancia, albicocca disidratata, uva e fiori carnosi. In bocca il vino si presenta concentrato, più sapido che acido, con note mielate e agrumate. Buona la persistenza e la corrispondenza gusto-olfattiva

Salina IGT malvasia secca Infatata 2019 – Caravaglio
malvasia delle Lipari 100%
Azienda di 20 ha sita in contrada Tricoli nel comune di Malfa. Terreni vulcanici di medio impasto e limosi. Agricoltura biologica. Criomacerazione e vinificazione in acciaio a temperatura controllata, fermentazione con pied de cuve e affinamento sur lies.
Il naso è intenso, fine e piuttosto balsamico, ed esprime note agrumate e di fiori bianchi, fiori d’arancio e glicine. La bocca è di spessore, con un ingresso abbastanza morbido, cui seguono freschezza e sapidità. Buona anche la persistenza.

Salina IGT malvasia Nzemi 2020 – Caravaglio
malvasia delle Lipari 100%
Pressatura a grappolo intero e chiarifica del mosto per sedimentazione naturale a freddo. Fermentazione in botte con bâtonnage manuale. Affinamento in botte per almeno 20 mesi e in bottiglia per 6 mesi.
Il naso appare un po’ condizionato dall’uso del legno, con note di cocco, vaniglia e latte condensato. Anche la bocca ne risente, con un’astringenza da tannino ellagico.

Terre Siciliane IGT zibibbo Integer 2020 – De Bartoli
zibibbo 100%
Azienda di 5 ha sita in contrada Bukkuram a Pantelleria. Terreni vulcanici terrazzati. La vinificazione prevede che una massa maceri con le bucce in legno per 10 giorni mentre un’altra riposa in anfora per alcuni mesi.
Unico vino della batteria che si presenta leggermente torbido. Il naso è accattivante, fragrante, accogliente e solare che ci regala un’aromaticità golosa con note di pompelmo rosa, bergamotto, litchi e zenzero. La bocca è armonica, soave, equilibrata e persistente, balsamica e rinfrescante.