TASTE CAMP 3: dialogare al buio

Racconti dalle delegazioni
19 settembre 2019

TASTE CAMP 3: dialogare al buio

L’ultima serata estiva del ciclo Taste Camp si conclude con una degustazione completamente alla cieca di otto vini, in compagnia di Samuel Cogliati

Sara Missaglia

Spegnete la luce, please. In sala cala il buio. E cala sugli occhi, ma non sul resto.
Un’avventura dove i sensi non sono diminuiti, ma potenziati. Less is more: mai più vero. Le parole di Samuel Cogliati che indossa i panni della nostra guida, in questa terza serata estiva di approfondimento degustativo, vanno esattamente in questa direzione: degustare alla cieca si riconferma un’attività complessa.

Il relatore

Con il trascorrere del tempo, tuttavia, mente e sensi lentamente si abituano alla dimensione “senza rete”, migliorando incredibilmente l’efficacia percettiva e la concentrazione. Inizialmente scomoda, nuova, rischiosa: una zona di discomfort che gradualmente diventa tuttavia più familiare, sia dal punto di vista fisico che emotivo. Le insidie sono costanti, un vero percorso a ostacoli: un cabernet franc poco tannico? Un gewürztraminer poco alcolico? Un prosecco molto strutturato? Scherzi della mente, un paradosso incrociato tra sensazioni nuove e ricordi, nel tentativo di riconoscimento del vino o del vitigno. Si procede per detrazione, per esclusione, concentrandosi più su ciò che non è che su ciò che invece sta rivelando in termini di sensazioni e percezioni: decriptare il calice, alla ricerca di un codice.

E se per un istante riuscissimo a liberarci dalle regole scritte e da quelle impresse nella mente? Se per un istante riuscissimo ad abbandonare la divisa, a sciogliere le trecce, a consentire ai sensi di condizionare la nostra degustazione? Conferire ai sensi questo immenso potere, e lasciare che sia. Let it be. Scomporre la realtà e il palato, scardinare gli abituali canoni di degustazione.

Il Westin Palace Hotel, per questa sera, si prende tutto il buio dell’Istituto dei Ciechi di Milano, che propone esperienze e percorsi dove si ascolta non con le orecchie, ma con il corpo; dove è il tatto a leggere il contesto: un gradino, il liscio, il ruvido. Sensazioni che sono emozioni, al naso e al palato. Ascoltare i frammenti e mettere - se possibile - in ordine, i pezzi del puzzle solo alla fine: appigli aromatici, tattili, naturalmente cromatici.

Equilibristi senza rete: perché degustare alla cieca è coraggio e gioco, e aggiunge valore: quello dell’autenticità. La degustazione alla cieca è libertà, ci racconta Samuel: senza preconcetti, senza pregiudizi. Degustare alla cieca dona uno straordinario potere: dona la libertà di poter esprimere quello che il “momento” ci sta regalando, senza gerarchia, senza nomi, senza annate. La degustazione alla cieca è quel lento rimescolare le carte, ma il poker d’assi è in ogni mano: il mago sei tu. La degustazione alla cieca, a questo punto, non può che esprimere qualità.

Amplificare, non sacrificare. Una danza che ha passi e voce propria. Permette questo ballo? Sì, senza fine.

Vini in degustazione

  • Champagne Premier Cru Noir Tentation Brut - Raineteau Grimet (pinot noir in purezza)
  • Champagne Grande Réserve Vieilles Vignes Brut - Claude Lemaire (pinot meunieur in purezza)
  • Soave Classico DOC Calvarino 2016 Pieropan (garganega 70%, trebbiano di Soave 30%)
  • Lugana DOC Vigne di Catullo Riserva 2015 - Tenuta Roveglia (turbiana 100%)
  • Tauma Vino Rosato 2015 - Azienda Agricola Pettinella (montepulciano d’Abruzzo 100%)
  • Valle d’Aosta DOC Pinot Noir 2016 - Azienda Agricola Anna De Santis (pinot nero 100%)
  • Lazio Rosso IGT Montiano 2012 - Falesco (merlot 100%)
  • Collio DOC Leopold 2007 - Fiegl (merlot 100%)