Tenuta San Leonardo 1724, trecento anni di nobili vini nella Valle dell’Adige

Racconti dalle delegazioni
14 febbraio 2024

Tenuta San Leonardo 1724, trecento anni di nobili vini nella Valle dell’Adige

Il Trentino è da sempre terra di vini di grande finezza ed eleganza, due qualità che, oltre ad essere un biglietto da visita perfetto dei rossi di Tenuta San Leonardo 1724, definiscono in maniera precisa l’aderenza al terroir e il carattere dei vini dell’Azienda.

Stefano Vanzù

Una storia plurisecolare, quella di Tenuta San Leonardo, legata a doppio filo alla famiglia Guerrieri Gonzaga che nel XVIII° secolo si insedia in questo territorio incastonato nella Valle dell’Adige fra le pendici del Monte Baldo e i Monti Lessini. È il Marchese Anselmo Guerrieri Gonzaga, attuale Amministratore dell’Azienda, a sintetizzare il racconto di quanto accaduto nei secoli in questo lembo di Trentino, che più di mille anni fa ospitava un monastero dedicato a San Leonardo di Noblac, un abate ed eremita francese vissuto a metà del VI° secolo d.C. nonché uno dei santi più venerati nel Medioevo in Europa.

Sui terreni che appartenevano al monastero si coltivava la vite per produrre vino destinato al consumo interno ma già nel 1741 il trisnonno dell’attuale Marchese Anselmo, il Marchese Oddone, avvia un’attività di vendita del vino prodotto. Bisogna però arrivare sino al 1957 quando il Marchese Carlo Guerrieri Gonzaga, padre di Anselmo, studia enologia presso la Station Federal di Losanna e si appassiona al taglio bordolese, tecnica che approfondirà nei suoi soggiorni in Toscana presso la tenuta di San Guido, ospite dell’amico Marchese Mario Incisa della Rocchetta.

Ritornato in Trentino, il Marchese Carlo prende le redini dell’Azienda e decide, sono proprio le sue parole, “…di creare vini ben caratterizzati, che siano diretta espressione del territorio e comunichino il nostro spirito e personalità, attraverso l’estrema attenzione per ogni particolare, la ricerca tenace della qualità, la meticolosa cura dei vigneti e le pazienti pratiche in cantina”.

È il 1978 quando vengono piantate le prime barbatelle di cabernet sauvignon, che si affiancano alle antiche vigne di carmenère, messe a dimora sin dalla metà dell’800, e a quelle di merlot, a dimostrazione della passione del Marchese Carlo per i grandi vini, Bordeaux in primis; è sempre il Marchese Carlo che chiama a San Leonardo due enologi di chiara fama, nel 1985 Giacomo Tachis (l’uomo cui si deve la rinascita del vino italiano sul piano internazionale e la creazione di nuovi generi di rosso italiano, in particolare il Sassicaia, il Solaia, il Tignanello e appunto il San Leonardo) e nel 2000 Carlo Ferrini.

Nel 1992 il San Leonardo 1988 riceve i Tre Bicchieri del Gambero Rosso e nel 1997 Wine Spectator proclama il San Leonardo il 12° miglior vino del mondo.

Nel 2018 Tenuta San Leonardo ha concluso il percorso di conversione all’agricoltura biologica e inoltre ha conseguito anche la certificazione Biodiversity Friend®, uno standard volontario aperto a tutte le aziende agrarie a produzione vegetale che credono in un modello di agricoltura sostenibile, a basso impatto ambientale e integrata nel paesaggio.

La prestigiosa tradizione famigliare prosegue da vari anni con il figlio del Marchese Carlo, il Marchese Anselmo, come lui innamorato di questa terra trentina che, come avrebbe detto Luigi Veronelli, ama camminare per osservare le foglie di vite e i grappoli e, in periodo di vendemmia (fra la metà di settembre e la fine di ottobre), assaggiare quotidianamente le uve, insieme ai suoi collaboratori, per coglierne la perfetta maturazione, convinto altresì che le condizioni indispensabili per ottenere grandi vini siano innanzitutto la salute e la freschezza del frutto.

Freschezza, eleganza e finezza che saranno le protagoniste della degustazione brillantemente condotta da Federico Bovarini, miglior Sommelier della Lombardia 2023.

Il territorio e l’Azienda

Tenuta San Leonardo occupa una superficie di circa 300 ettari nel comune di Avio (TN), di cui 30, posti ad un altitudine di 150 metri s.l.m., sono riservati ai vigneti di tre uve a bacca rossa, il merlot, il cabernet sauvignon e il carmenère. In particolare, le vigne di merlot sono allevate su terreni ricchi di ciottoli, l’antico letto di una diramazione dell’Adige, mentre è prevalentemente un suolo sabbioso quello che accoglie il cabernet sauvignon e il carmenère; ben drenati e a bassa fertilità, questi suoli consentono la maturazione di uve ricche di antociani.

Il microclima della zona è particolarmente favorevole allo sviluppo dei grappoli e alla maturazione delle uve; in inverno i vigneti sono di frequente coperti dalla neve che li protegge così dal freddo intenso, mentre la forte escursione termica fra il giorno e la notte, ben avvertibile anche nei mesi estivi, dilata i tempi di maturazione e  favorisce sia la formazione di terpeni e polifenoli (che garantiscono un prodotto finale con profumi più intensi ed eleganti) che la concentrazione di acidi fissi nella polpa, elementi entrambi indispensabili per una buona conservabilità del vino. Infine, durante l’intero arco dell’anno e in particolar modo nei mesi più caldi, un vento proveniente da sud, l’Ora del Garda, soffia impetuoso scaldando ed asciugando le foglie delle viti e preservandole dalle malattie.

I sistemi di allevamento utilizzati sono la classica pergola trentina per il 35% del totale dei vigneti, il guyot e il cordone speronato per il restante 65%.

La densità di impianto varia a seconda del tipo di allevamento: 6.200 ceppi ad ettaro per il guyot e il cordone speronato e 1.800 per la pergola doppia trentina.

La fermentazione dei mosti avviene in vasche di cemento, spontaneamente e senza l’ausilio di alcuna tecnologia o di lieviti selezionati; per ottenere il San Leonardo, i vini dei tre vitigni a bacca rossa vengono vinificati separatamente mentre l’assemblaggio è realizzato dopo 20-24 mesi, al termine dei quali il blend ottenuto affina altri tre mesi in vasca e almeno 24 mesi in piccole barriques di rovere francese di primo, secondo e terzo passaggio.

La degustazione

IGT Vigneti delle Dolomiti Carmenère 2018
13% vol., 100% carmenère 100% 

Il colore, rubino scuro ma vivace, richiama l’uva appena raccolta. All’olfatto è intenso e dona sensazioni “scure” di frutta fresca e succosa, che fanno intuire subito una grande potenzialità d’invecchiamento. Nel palato è coerente con l’olfatto, un vino rotondo e molto fresco, con tannini vellutati ed eleganti, ancora giovane ma “rampante”.    

IGT Vigneti delle Dolomiti San Leonardo 2018
13% vol., 60% cabernet sauvignon, 30% carmenère, 10% merlot 

Il primo vino della Tenuta, creato nel 1982 dal Marchese Carlo Guerrieri Gonzaga che decise di parcellizzare i terreni e vinificare separatamente ogni varietà per mantenerne inalterato il carattere. Il colore è vivace, il naso fine ed elegante, un intreccio di frutta e spezie (violetta, ribes croccante, pepe nero) unite ad una nota balsamica. In bocca evidenzia un tono salato molto gradevole, un tannino elegante e un’acidità piacevole ed equilibrata, caratteristiche che ne fanno un vino pulito, armonico e rotondo che ha appena iniziato ad esprimersi al meglio.

IGT Vigneti delle Dolomiti San Leonardo 2015
13% vol., 60% cabernet sauvignon, 30% carmenère, 10% merlot 

Una delle migliori annate prodotte, in cui il San Leonardo ha raggiunto il massimo delle sue potenzialità. Odorando il calice, si avvertono aromi di frutta scura (susina), pot-pourri di fiori e spezie dolci (cannella), il sorso è orizzontale poiché coinvolge tutto il palato, risulta naturalmente più avvolgente del 2018 e denso di sfumature delicate; un vino che durerà un’eternità, è il giudizio, condiviso da tutti, del Marchese Anselmo e di Federico.

IGT Vigneti delle Dolomiti San Leonardo 2014
13% vol., 60% cabernet sauvignon, 30% carmenère, 10% merlot 

In un’annata in tono minore rispetto ad altre, caratterizzata da molta pioggia nei mesi di luglio ed agosto ma fortunatamente “graziata” da un settembre spettacolare, il vino è ancora rosso rubino vivace con una punta granata e un naso sottile ed elegante di frutta secca e anice stellato; in bocca tornano delle sfumature dolci, un tannino più deciso rispetto al 2018 e al 2015 e un tessuto compatto e coerente.

IGT Vigneti delle Dolomiti San Leonardo 2008
13% vol., 60% cabernet sauvignon, 30% carmenère, 10% merlot 

Nato in un annata molto asciutta, il colore è più scuro rispetto ai precedenti e all’olfatto suggerisce sensazioni di amarena, chiodi di garofano e un leggero mentolo, rivelandosi sensuale e privo di note ossidative pur avendo già 16 anni. Nel palato ha un ingresso pieno e fresco (un tratto comune a tutti i san Leonardo), un tannino asciugante e una persistenza a gogò.

IGT Vigneti delle Dolomiti San Leonardo 2003
13% vol., 60% cabernet sauvignon, 30% carmenère, 10% merlot 

Un vino che ha visto la luce in un anno caldo e problematico, simile al 2017 e al 2022, nel quale è stato necessario incrementare l’acidità mediante l’aggiunta di uve verdi agli uvaggi vendemmiati ancora poco maturi. Al naso si evidenziano note di caffè e di paté di olive che virano successivamente verso l’alloro, il tamarindo e una leggera nota ossidativa. In bocca è morbido ma deciso ed offre una sensazione resinosa; nel complesso è un vino dotato di grande equilibrio e finezza.