TeRoldeGo (R)Evolution. Il futuro di una Doc

Racconti dalle delegazioni
13 dicembre 2022

TeRoldeGo (R)Evolution. Il futuro di una Doc

“Un vino sublime con un sapore caratteristico riconoscibile tra mille”, così Mario Soldati descrisse il Teroldego Rotaliano. AIS Monza l’ha scoperto attraverso le eccellenze di nove produttori dell’associazione TeRoldEgo Evolution, indagando l’incredibile diversità espressiva e il potenziale di invecchiamento.

Raffaella Radaelli

Non capita tutti i giorni di bere con un principe, appellativo dato al Teroldego Rotaliano, il vitigno a bacca rossa più rappresentativo del Trentino. Ci avventuriamo curiosi nel suo lussureggiante regno, la Piana Rotaliana, dove la vite si coltiva da ben 600 anni.

Giorgia Roncarati, sommelier, degustatrice e social media manager di AIS Monza e Brianza, amante del Trentino, ha organizzato questa serata con i produttori di TeRoldEgo Evolution per farci conoscere i loro vini di punta e sfatare il mito che i vini a base teroldego siano semplici e di pronta beva.  

Giorgia RoncaratiL’atmosfera è decisamente piacevole e Giorgia ci coinvolge con il suo innato entusiasmo e in pochi istanti riesce a farci immaginare di camminare fra quei vigneti che respirano l’aria di montagna e crescono rigogliosi su un fazzoletto di terra di soli 435 ettari. Non a caso Goethe lo decantò come “il giardino delle viti” e Cesare Battisti lo etichettò come “il giardino vitato più bello d’Europa”.

Il Campo Rotaliano e la sua vocazione per il Teroldego

Se vogliamo comprendere a fondo questo vitigno autoctono dobbiamo scavare nel territorio in cui si esprime al meglio. Il Campo Rotaliano ha origini glaciali e alluvionali, forma un vasto triangolo fra il fiume Adige e il torrente Noce, con al vertice la Val di Non e sui tre lati le pareti rocciose dolomitiche. Il suolo si presenta limoso-sabbioso, fertile per la vite grazie ai minerali, mentre il sottosuolo si compone quasi unicamente di ciottoli, con effetto drenante. I terreni non sono omogenei, possono avere uno spessore variabile fra i 30 e i 200 cm, così come varia l’altezza della falda acquifera che influisce sulla vigoria della vite. L’area gode di particolari condizioni pedoclimatiche. L’incontro fra le correnti fredde dei ghiacciai e lo spirare quotidiano del vento caldo Ora dal Garda, garantisce notevoli escursioni termiche tra il giorno e la notte, essenziali per un ottimale sviluppo della vite.

Il Campo Rotaliano comprende una parte dei tre comuni di Mezzocorona, Mezzolombardo e la frazione di Grumo di San Michele all’Adige. Mezzocorona si distingue per avere una esposizione completamente a sud, l’uva qui gode del soleggiamento, matura prima e i vini generalmente sono morbidi; Mezzolombardo è rivolto ad est coi monti che impediscono l’irraggiamento solare diretto, i vini sono tendenzialmente più austeri; a Grumo di San Michele all’Adige, grazie al soffiar del vento Ora, le uve surmaturano in pianta senza rischio di muffe, i vini sono più ricchi e strutturati. Per consentire alla varietà di bilanciare al meglio la sua naturale vigoria si utilizza principalmente la tradizionale pergola doppia trentina.

Alle origini del nome "Teroldego"

Ci lasciamo affascinare da qualche chicca sull’origine del nome. La versione più accreditata sarebbe la provenienza del vitigno dalla Valpolicella conosciuto come “Tirodola”, segue quella tirolese “Tiroler Gold”, l’oro del Tirolo, tanto apprezzato da Maria Teresa d’Austria alla corte di Vienna. Ci piace tuttavia credere alla versione favoleggiante del sangue del drago, la vittoria del giovane conte e cavaliere Firmian contro il drago che dimorava nel Castel San Gottardo e le cui gocce di sangue, cadendo nel terreno rotaliano, si narra abbiano fatto nascere i primi germogli di Teroldego. 

L’associazione “TeRoldEgo Evolution”

Sono attualmente nove i produttori che aderiscono all’associazione TeRoldEgo Evolution: Foradori, Donati Marco, Gaierhof, De Vescovi Ulzbach, F.lli Dorigati, De Vigili, Martinelli, Zeni, Endrizzi. Si definiscono “giovani viticoltori liberi”, profondamente legati al territorio. Consapevoli dello straordinario patrimonio ereditato, nel 2018 decidono di unirsi con la mission di valorizzare e innalzare insieme la qualità del vitigno teroldego del Campo Rotaliano. Credono che soltanto condividendo sforzi, studi agronomici ed enologici, con una comune visione sulla promozione e commercializzazione, potranno andare lontano.

I produttori dell'associazione Teroldego Evolution presenti alla serata

Il Teroldego Rotaliano DOC, prima denominazione varietale presente in Trentino dal 1971, ha un disciplinare che secondo i membri dell’associazione TeRoldEgo Evolution non tiene conto di esigenze innovative e qualitative. Per questo motivo hanno costituito internamente un proprio disciplinare dove, fra i tanti obiettivi, ci sono la diminuzione della resa per ettaro e la necessità di realizzare una zonazione. 

I cinque viticoltori presenti alla serata, coordinati da Giorgia Roncarati, ci hanno raccontato le loro realtà, allietandoci con aneddoti di famiglia e la descrizione delle meticolose pratiche che attuano all’interno delle loro cantine, sempre con il sorriso sul volto e quella invidiabile grinta che appartiene a chi ama la propria terra e il proprio lavoro. I vini nel bicchiere ci hanno restituito le fatiche e i meritati riconoscimenti ricevuti, ma soprattutto la loro straordinaria unicità e la capacità di evolvere nel tempo. 

La degustazione

Comune di Mezzolombardo
Teroldego Vigneti delle Dolomiti IGT Morei 2016 (bottiglia magnum), 12,5% vol. - Foradori

A raccontarci l’azienda c’è Emilio Foradori, alla guida della cantina. Mezzolombardo è la zona più in ombra e fredda della Piana Rotaliana, ma nonostante questo, come lo stesso produttore ci tiene a sottolineare, è in grado di donare vini “caldi”, fini ed eleganti, come in questo caso. Si tratta di un cru chiamato “Morei” di circa 2,6 ettari con un terreno sassoso. La vinificazione si ispira allo storico metodo che si utilizza in Georgia nella regione del Kakheti: una lunga macerazione di 8 mesi sulle bucce in anfore di terracotta “tinajas” di provenienza spagnola. Risultato: una vinificazione pura, nessuna influenza del contenitore, privo di vanillina e tannini, perché è solo grazie all’ossigeno che il vino muta nel tempo.
Di colore rosso rubino cupo e compatto, al naso emergono nette fragranze di piccoli frutti come mora e mirtillo e di sottobosco, accenni di china, spezie e karkadè. L’assaggio è vibrante, il tannino è percettibile ma piacevole, spiccano freschezza, rotondità, sapidità e una elegante persistenza il cui finale rimanda al frutto iniziale. Ottima la corrispondenza tra naso e bocca. 

Comune di Mezzocorona
Teroldego Rotoliano DOC Sangue di Drago 2019, 13% vol. - Donati Marco 

Le uve di teroldego provengono da una vigna storica di 70/80 anni del Maso Donati, posta ad una altezza di 280 metri di altitudine, le cui radici affondano in un primo strato più fine, profondo circa 130 cm., per poi incontrare sabbia, ciottoli e ghiaia. La fermentazione del mosto avviene in tini di acciaio, segue una maturazione di almeno 16/18 mesi in barriques di rovere francese e un affinamento in bottiglia fino a settembre.
Vestito di un rosso rubino fitto con venature purpuree, al naso percepiamo note di frutta matura come mora e prugna, frutta secca, cacao e spezie dolci di vaniglia e cannella. In bocca ci sorprende il tannino levigato; un vino carnoso e morbidissimo, l’affinamento in legno risulta discreto. Ci sembra solo all’inizio della sua capacità di evoluzione.

Comune di Roveré della Luna
Teroldego Rotaliano DOC Superiore Riserva 2018, 13,5% vol. - Gaierhof

L’azienda non possiede vigneti di proprietà e collabora con conferitori locali. Il vino in degustazione è prodotto esclusivamente nelle annate migliori. Le uve provengono in parte da Mezzocorona ed in parte da Mezzolombardo da vigne che hanno una età compresa fra i 25/40 anni. La fermentazione avviene in acciaio, al quale segue un passaggio in barrique con lo svolgimento della fermentazione malolattica. Matura in legno per 2 anni e poi affina per ancora 12 mesi in bottiglia.
Trama rosso rubino profondo, all’olfatto si avvertono subito profumi terziari di confettura, fiori secchi, spezie dolci e note balsamiche che si sono sviluppate grazie al lungo riposo in legno. Al palato il tannino ci sembra più pronunciato rispetto ai precedenti. Vino di struttura, dotato di un’ottima freschezza e persistenza. 

Comune di Mezzocorona
Teroldego Rotaliano DOC Le Fron 2019, 13,5% vol. - De Vescovi Ulzbach

Giulio De Vescovi ci presenta brevemente la sua famiglia, che ha una storia nobiliare antica alle spalle, rinata nel 2003. Il vino nel calice viene prodotto per la prima volta nel 2016 su un impianto originario del 1909, ricevuto in affitto e salvaguardato, dove sono presenti vigne dell’età media di 60/70 anni. La vinificazione è in cemento non vetrificato, segue una maturazione di 15 mesi in contenitori di ceramica. Alcun uso del legno perché, secondo il produttore, in questo modo è possibile restituire inalterate le caratteristiche autentiche del vitigno, che inoltre cresce su un terreno “talentuoso”. Nel 2019, annata del vino in degustazione, la resa per ettaro è stata di soli 48 quintali.
Rosso rubino vivace, ha profumi floreali di geranio e viola e fruttati di fragolina di bosco, erbe selvatiche insieme a una nota di china. Al sorto è invitante, i tannini dell’uva sono ben presenti ma equilibrati. È un “bimbo” raffinato, interessante e di carattere, in attesa di crescere e sbocciare ulteriormente.

Comune di Mezzocorona
Teroldego Rotaliano DOC Riserva Diedri 2016, 13,5% vol. - F.lli Dorigati

Paolo Dorigati ci racconta la storia dell’azienda, fondata nel 1858 dalla sua famiglia, oggi giunta alla quinta generazione. Il vino che assaggiamo nasce nel 1988 da un vigneto posto in località “Bagolari”, selezionato per merito della sue caratteristiche: qui l’uva, secondo Dorigati, matura meglio, e il vigneto è dotato di solo un metro di limo e sabbia (anziché il classico metro e mezzo) prima di trovare i ciottoli. L’annata 2016 è certamente da ricordare per la maturità fenolica raggiunta, il grande colore e la freschezza del frutto. La vinificazione avviene con lunga permanenza sulle vinacce, la maturazione è di 12 mesi in piccole botti di rovere e 6 mesi in acciaio, l’affinamento di 6 mesi in bottiglia.
Dal manto rosso rubino denso, spiccano sensazioni olfattive di confettura di ribes, mora, erbe aromatiche e una nota balsamica. In bocca si rivela con un gusto pieno, deciso, una certa tannicità. È un vino di stoffa e dotato di grande longevità.

Comune di Mezzolombardo
Teroldego Rotaliano DOC Superiore Riserva Ottavio 2018, 14% vol. - De Vigili

Si tratta di un’antica realtà familiare, rinata nel 2015. Il vino che assaggiamo proviene da un appezzamento, il cru Pasquari, caratterizzato dalla presenza di vigne vecchissime, alcune delle quali centenarie, limoso per 40 cm. e poi dotato di ghiaia e ciottoli. La vinificazione avviene in acciaio, poi maturazione di 12 mesi in barrique di rovere francese e palatinato, poco tostate e, infine, ulteriori 12 mesi in bottiglia di affinamento.
Rosso rubino quasi impenetrabile, sfoggia immediatamente sentori balsamici e di confettura di ciliegia con una leggera nota speziata di chiodi di garofano. Sorso pieno ed elegante, morbido, tannino impercettibile, con un finale piacevolmente ammandorlato.

Comune di Mezzocorona
Teroldego Rotaliano DOC Maso Chini 2018, 13,5% vol. - Martinelli

Cantina storica nata nel 1860 e a conduzione familiare. La selezione Maso Chini proviene da una sezione privilegiata del vigneto migliore dell’azienda e che riesce a “domare” le caratteristiche varietali tipiche del teroldego con espressioni più eleganti e internazionali. La fermentazione avviene in tini di rovere per 10/15 giorni, la maturazione per circa 20 mesi in tonneaux e infine ulteriori 8/10 mesi di affinamento in bottiglia.
Nel calice troviamo un rosso rubino intenso, ne apprezziamo il profumo di confettura di ciliegia, speziato di vaniglia e chiodi di garofano. Il sapore ci rivela una notevole struttura, un tannino avvolgente, una buona freschezza e grande sapidità. La persistenza è incisiva e richiama le note di cacao.

Comune di Grumo, frazione di San Michele all’Adige
Teroldego Rotaliano DOC Riserva Pini 2017, 12,5% vol. - Zeni

Rudy Zeni, quarta generazione di un’azienda a gestione familiare nata nel 1882 e che oltre alla produzione di Teroldego prosegue nella tradizione trentina della distillazione, ci spiega come la frazione di Grumo dia origine a vini più fruttati, con precursori netti di ciliegia e marasca, e quindi sia idoneo sia per la produzione di vino novello che anche per la sovramaturazione. A tal proposito dal 2003 hanno sperimentato la vinificazione di uve ottenute attraverso la tecnica dell’appassimento, inusuale per questo vitigno a bacca rossa. Il Teroldego Pini 2017, dal vigneto omonimo di oltre 40 anni, è composto infatti per il 30% di uva appassita sulle arelle per un mese e mezzo. Vinificato in acciaio, matura in barrique per 24 mesi e segue ulteriore affinamento in acciaio per 6 mesi prima dell’imbottigliamento.
Livrea rosso rubino profondo, il profumo è intenso, fruttato di prugna matura, floreale di viola e peonia, speziato alla vaniglia, anice stellato, liquerizia e cacao. Non manca la nota balsamica. Vino strutturato, robusto, ben bilanciato, sapido e decisamente persistente.

Comune di San Michele all’Adige
Vigneti delle Dolomiti Rosso IGP Gran Masetto 2018, 15,5% vol. - Endrizzi

Daniele Endrici, della cantina Endrizzi, nata nel 1885, ci spiega come il Gran Masetto, sia un rosso importante, il loro vino più premiato e apprezzato. Vinificato con parziale appassimento dell’uva a freddo per circa 3 mesi (co-fermentazione da un teroldego fresco e uno appassito), matura in barrique per 20 mesi e affina almeno 6 mesi in bottiglia prima della commercializzazione. Attraverso l’appassimento delle uve teroldego, il padre di Daniele Endrici ha voluto sperimentare la maturazione fenolica, perché il vinacciolo quando è maturo si esprime al meglio.
Colore rosso rubino carico, siamo inebriati da un’esplosione di profumi fruttati, frutta nera matura con sfumature eteree e sfumature vegetali, ingentilite da note tostate, minerali, di spezie, di vaniglia e burro. Anche al gusto si rivela un vino di grande potenza, praticamente “masticabile”, in sintonia con quanto percepito all’olfatto. L’elevata alcolicità ne esalta la pienezza tannica e allo stesso tempo lo rende molto equilibrato e armonico. Decisamente lungo e piacevole il finale. Un vino da meditazione che si abbina perfettamente con le castagne.

Non resta che fare i complimenti a Giorgia Roncarati, per essere riuscita a trasmettere emozione, passione e competenza, e all’ambizioso gruppo TeRoldEgo Evolution.