TerreStregate all'Angiolina

Racconti dalle delegazioni
20 febbraio 2009

TerreStregate all'Angiolina

L'incontro con Armando Iacobucci, dell'azienda TerreStregate e con i suoi vini prodotti intorno al Monte Taburno...

Valerio Bergamini

Armando Iacobucci ci ha guidato alla conoscenza delle zone vitivinicole del beneventano, ed in particolare dei suoi vini, prodotti a Guardia Sanframondi.
TerreStregate ha sede a in questo piccol paese situato a 428 metri di altitudine, tra i più popolosi della Valle Telesina con spledida vista sul Monte Taburno. I terreni circostanti, visibili dalla strada che sale al centro storico, sono coltivati a vite ed olivo: il territorio, infatti, vanta una millenaria tradizione nella produzione di vino ed olio. La qualità è ben rappresentata dal motto dell’azienda: “un ceppo una bottiglia”, filosofia che, abbinata ad impianti a cortina bassa e potati a “guyot”, permette di ottenere ottimi prodotti. Il clima fresco e sempre ventilato abbinato ad una perfetta esposizione al sole danno consentono infine di ottenere risultati perfetti.

Lo Chef Stefano Gallazzi de l'Osteria dell'Angiolina ha creato un menù basato sulle materie prime del territorio campano per creare un giusto abbinamento con i vini di TerreStregate e permetterci un viaggio fantasioso in questa meravigliosa regione.
La serata ci ha permesso di conoscere e degustare i vini tipici del Sannio e della DOC Guardiolo, prodotti con i vitigni autoctoni, Falanghina, Greco, Fiano e Aglianico.

Abbiamo abbinato all’antipasto una Falanghina Sannio Doc “Svelato”, per proseguire con il Fiano Sannio Doc “Genius Loci” ed il Greco Sannio Doc “Aurora” come accompagnamento con le lasagne di pesce ed il risotto con carciofi. Al coniglio all’Ischitana è stato accostato l’Aglianico Guardiolo Doc “Manent” mentre con la pastiera è stato presentato il “Malaga” un vino dolce IGT.
Sicuramente tutti i vini degustati erano ottimi, ma vorrei segnalarne due in particolare; lo "Svelato" bianco prodotto da vitigno falanghina e lasciato maturare "sur lies" per circa otto mesi. Abbiamo assaggiato l'annata 2006 che si presentava con un bellissimo colore dorato ed al naso lasciava percepire i sentori di frutta a polpa bianca matura, fiori e sensazioni fragranti e minerali. Al palato era equilibrata e i suoi 14% erano supportati da una perfetta freschezza. Un vino veramente interessante che ci ha fatto capire che alcuni vini bianchi migliorano col tempo.

Infine il "Malaga" vino ottenuto da uve appassite e che si ricongiunge sia nel nome che nella tipologia ad una produzione storica del territorio. Vino con un importante residuo zuccherino ma mai stucchevole. I profumi ricordavano la frutta essiccata ed il confetto, oltre a sensazioni di frutta tropicale matura.

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