Tra fiordi e vigneti: la sorpresa del vino svedese

Racconti dalle delegazioni
20 febbraio 2024

Tra fiordi e vigneti: la sorpresa del vino svedese

Con estrema chiarezza e sottile ironia Therése Lönnqvist, degustatrice AIS, ci introduce alla viticoltura svedese, alle sue pratiche e ai suoi interessanti progressi.

Sara Passerini

All'estremo nord Europa, tra il 57° e il 59° parallelo, lì dove il clima è subpolare e boreale, dove il ghiaccio del Mar Baltico ammalia lo sguardo a perdita d’occhio, dove “buio” non vuol dire ombra ma vuol dire notte, mesi di sola notte, dove si scherza dicendo che l’estate, l’anno precedente, è stata di mercoledì… proprio lì, in Svezia, si fa il vino; e si fa, come vedremo nella degustazione, del buon vino.

Da tempo la Svezia si misura con la produzione del vino (è del 1999 il riconoscimento quale Paese atto a produrlo), prima importando le uve, negli ultimi anni piantando i vigneti e sperimentando. Attualmente gli ettari vitati sono all’incirca 135 e il numero di produttori si aggira attorno ai 50, senza contare chi il vino lo fa per hobby. Si potrebbe pensare che a spingere verso questo interesse per la viticoltura sia il cambiamento climatico - per certi versi il surriscaldamento globale non è un fattore ininfluente - ma non è la ragione primaria: passione, consumo e vitigni Piwi sono gli elementi fondamentali della nascita del vino svedese.

Therése LönnqvistDove, come, cosa

La zona dedicata alla coltivazione della vite si trova nella parte meridionale della Svezia: qui, lungo la costa, vicino al mare, troviamo la vite che cresce in un ambiente ventilato ma costantemente minacciato dal gelo. Per proteggerla dagli inverni quasi perenni, sono state adottate strategie particolari, come l'utilizzo di sensori in vigna che segnalano le temperature critiche in cui le piante rischiano di congelarsi e l'applicazione di nebulizzatori che, proprio con l’abbassarsi delle temperature, creano uno strato di ghiaccio protettivo attorno a tralci e gemme; tra questo strato di ghiaccio e i germogli (o le foglie, d’autunno) la temperatura si mantiene costante e superiore a quella esterna.

Per compensare la mancanza di luce e calore, i terreni su cui cresce la vigna - derivanti da rocce formatesi due milioni e mezzo di anni fa, vi si trovano argilla, sabbia, sassolini morenici - vengono necessariamente concimati e, se di solito si pratica il sovescio, in Svezia si usano le alghe; sono raccolte d’autunno con il cambio delle maree, si lasciano per tutto l’inverno all’aperto così che perdano il sale, e poi si appoggiano sul terreno, tra i filari. 

La nascita e l’uso dei vitigni Piwi (PilzWiderstandsfähig) è l’elemento che ha veramente incentivato e agevolato la coltivazione della vite in Svezia. Come noto si tratta di varietà sviluppate nella seconda metà dell'Ottocento attraverso l'incrocio di vitis vinifera europea con varietà come vitis riparia e vitis rotundifolia, vitis labrusca e vitis amurensis. I vitigni Piwi si sono dimostrati più forti contro malattie come l'odio e la peronospora, resistono meglio al freddo e non richiedono l’uso di pesticidi, rame o zolfo.

Tra i vitigni più coltivati in Svezia spicca il solaris tra i bianchi e il rondo tra i vitigni a bacca rossa.

La degustazione

Therése conduce una panoramica di sei solaris in purezza con diverse vinificazioni e affinamenti: partiamo con la versione spumantizzata, proseguiamo con una versione solo acciaio, poi tre vini maturati in legni diversi per concludere con un solaris leggermente botritizzato.

Skepparps Grand Prix Brut 2021 - Skepparps vingård

Azienda fondata nel 2011 e fin dall’inizio concentrata sulla spumantizzazione (faceva sidro e spumanti con uve e vini importati), possiede 6 ha vitati e produce 15.000 bottiglie; il solaris proposto trascorre 9-12 mesi sui lieviti prima della sboccatura.

D’aspetto giallo paglierino delicato, impreziosito da una corona di bollicine. Esordisce con profumi di limone e erbe aromatiche, ricordi di fiori di sambuco in macerazione, scorza di limetta, ribes bianco a volontà e un leggero richiamo di bosso. Al palato è di una freschezza intrigante e quasi tattile, ha effervescenza decisa, buona lunghezza, si congeda con aromi di ananas.

Österlens Vida 2022 - Österlenvin

Fondata nel 2002, un solo ettaro vitato e 2.500 bottiglie prodotte di tante varietà tra cui rondo, bolero e cabernet curtis. Il vino proposto vinifica e matura in acciaio.

Un giallo tenue dalla bella luminosità propone un naso semplice e sottile che racconta di mela verde, uva spina ancora acerba, rimandi citrini e vegetali. La bocca ha un’acidità sferzante e il vino si mostra masticabile, minerale, verticale. Piacevolissima la chiosa salina, interessanti le potenzialità evolutive che, secondo Alessandro Sala - noto e premiato produttore lombardo della cantina Nove Lune - «evolverà e svilupperà note di idrocarburo».

Elsa 2022 - Fredholms Vingård 

Nata nel 2008, un solo ettaro diviso tra solaris, rondo e siramé. Il vino in degustazione, imbottigliato nel formato 0.5 l, matura per 8 mesi in botti d’acacia.

Il giallo paglierino ha toni più decisi e la trama si presenta più ricca. Al naso presenta una preponderante nota di mandorla, una dolcezza che intrecciata a note floreali lascia spazio al frutto maturo e dalla polpa gialla. Non manca una decisa sfumatura vanigliata. Al palato l’uso del legno si fa palpabile, concreto e percepibile, si sentono bene la salinità e la freschezza, ma a livello aromatico è un po’ appiattito.

Lotima Terroir 2020 - Lottenlund Estate

Attiva dal 2016, 10,5 ha vitati, produce solaris, muscaris, souvignier gris, donauriesling, monarch e cabernet curtis. Il vino proposto matura per due anni in botti di rovere svedese. La produzione di botti in Svezia è relativamente recente, prima quello stesso rovere era usato nella produzione navale; si tratta di un rovere simile a quello ungherese, con pori stretti e un approccio gentile con il vino.

Anche Lotima si presenta di un bel color paglia con riflessi dorati. L’ouverture odorosa è dolce, narra profumi di crema, di vaniglia e di frutta matura, esotica, di pesca sciroppata. Al palato ha una splendida rotondità, un sapore deciso, è una bocca volumica, che mantiene una sua verticalità. Lascia un piacevole retroaroma speziato. Tra qualche anno forse sarà ancora più interessante e bilanciato, purtroppo sono vini in cui non c’è una storicità, è degustazione dopo degustazione che viene scritta la storia di questa viticoltura.

Midnattssol 2020 - Flädie Vingård 

Nata nel 2007, 2,5 ettari vitati tra solaris, rondo, cabernet curtis e phönix. Il vino proposto è un blend di diverse annate: 38% del 2020, 24% del 2021 e 38% del 2022, trascorre 12 mesi in barrique francesi.

Splendida luminosità, un giallo mimosa dalla buona concentrazione. Un ventaglio di fitti sentori burrosi, dolci, di frutta matura a polpa bianca, arricchiti da un floreale accennato e da una spezia appena sussurrata. Gusto rispondente, una sensazione tattile di morbidezza e cremosità, palato dalla persistenza notevole e dal sapore seduttivamente salino.

Paradiset 2021 - Kullabergs Vingård

Fondata nel 2001, l’azienda possiede 14 ettari vitati, ha una vigna sperimentale a piede franco e produce 60.000 bottiglie di solaris, muscaris, souvignier gris, donauriesling, pinot nova e cabernet noir. L’ultimo vino degustato viene prodotto usando solo acciaio, le uve sono state parzialmente attaccate da botrytis cinerea.

Un giallo pieno dalla consistenza invitante. Naso ricco e generoso, molta frutta: mela rossa, mandarino, poi macedonia di frutta fresca. Sensazioni evolute, di agrume candito e albicocca secca. Esame gusto-olfattivo superato a pieni voti: vino abboccato e dalla morbidezza avvolgente e mai eccessiva, perfetta corrispondenza con i profumi, sviluppo lungo e saporito di arancio candito e sale.

Alla degustazione dei vini segue il servizio di un piatto con tre tipi di aringhe marinate: con cipolla, con salsa all’astice e con senape e whisky, un assaggio di pane nero con polpette su salsina di rape e maionese e un biscottino speziato con crema al gorgonzola. La sala compie numerose e soddisfacenti prove di abbinamento, per noi vince aringa marinata con cipolla e secondo vino!

Come capita spesso nella delegazione di AIS Monza e Brianza, la serata si chiude con una sorpresa, l’ultimo brindisi vede di nuovo il solaris protagonista, ma questa volta a raccontarlo e a produrlo è Alessandro Sala - vignaiolo e proprietario dell’azienda Nove Lune e presidente di Piwi Lombardia - che festeggia al premio “Personaggio dell’Anno” conferitogli da AIS Lombardia.

Ecco, la magia del vino è di nuovo compiuta, e noi godiamo del momento, sempre più consapevoli delle sfaccettature e della ricchezza di questo mondo enologico.