Un viaggio tra vini, emozioni e note di De André

Fondere la poesia di Fabrizio De André con una selezione di vini unici. Un’idea avvincente, ideata e condotta dal sommelier Altai Garin, che ha coinvolto in AIS Milano i partecipanti a scoprire come la musica e il vino possano interagire per creare un’esperienza emozionale e sensoriale senza precedenti.

Susi Bonomi

Altai Garin è un nome ormai conosciuto tra gli amanti del vino all’interno di AIS Lombardia, non solo per la sua grande competenza come sommelier, ma anche per il suo approccio creativo e profondo. Come ha raccontato durante la serata, le canzoni del grande cantautore genovese Fabrizio De André hanno fatto parte della sua vita fin dall’infanzia, sottolineando come queste melodie siano diventate una costante nella sua vita, fino a ispirare eventi unici come questo.

La serata, organizzata da Altai con la complicità di Amalia Della Gatta, vice delegata di AIS Milano, descrive una storia meravigliosa: unire la passione per il vino e la musica proponendo un’esperienza sinestetica in cui ogni canzone di De André viene abbinata a un vino in grado di amplificarne il messaggio. «L'idea di avere una commistione tra vino e canzoni nasce da una cosa che io faccio quotidianamente: ascolto le canzoni e ci abbino sopra dei vini – spiega Altai all’inizio dell’incontro –. Credo che, al netto del fatto che sia una cosa complicata, astrusa, magari anche cervellotica a volte, ci siano dei momenti in cui queste evidenze vengono spontanee e ci sia quella sensazione di avere sotto le mani, sotto le orecchie, sotto la bocca qualcosa che funziona, che ha senso, che ha una continuità, un filo conduttore che lega note e sapori».

Una serata volutamente differente da quelle classiche che vedono un relatore illustrare il vino che ha nel bicchiere attraverso le sue note degustative. «Non ci sarà la degustazione, non ci sarà la mia egemonia su quello che sarà la vostra esperienza personale dell'ascolto della canzone con il vino in degustazione. Questo per me è un punto importantissimo perché, per quanto sia giusto dare una direzione, richiesta a noi professionisti, di raccontare un vino secondo le nostre papille degustative, questa sera non lo farò per darvi l'opportunità di creare la vostra personale esperienza, guidata solo dalla mia scelta per quelli che saranno i vini e le canzoni che ascolterete».

Degustazione di vini e canzoni

Iniziamo subito con il più grande, il più importante e decisivo album della storia e della fabbricazione di Fabrizio Di André, Crêuza de mä, e la prima grande tematica della serata, ovvero il concetto di viaggio, per andare oltre la propria territorialità, oltre la propria storia e il proprio tempo «abbracciando qualcosa di lontano, profondamente lontano nello spazio e nel tempo».

Crêuza de mä & Spigau Senza Tempo - Rocche del Gatto: Un Mare da Bere

Crêuza de mä, dall’album omonimo del 1984, è una celebrazione della Liguria, delle sue crêuze, i sentieri che si arrampicano sui monti a partire dal mare. De André, con l’aiuto di Mauro Pagani, crea un'opera che riscopre le sonorità del Mediterraneo e le fonde con il dialetto genovese, in un viaggio musicale che ha fatto la storia. «Questo è un album che rappresenta l’anima stessa della Liguria», spiega Altai, sottolineando l'importanza di questa canzone nel panorama musicale italiano.

Il vino scelto per accompagnare il suggestivo brano è lo Spigau Senza Tempo di Rocche del Gatto, prodotto da Fausto De Andreis, un viticoltore che ha saputo catturare l’essenza del territorio ligure. «Fausto ha creato un Pigato che è l’espressione più autentica di questa terra. Ha deciso di farlo macerare sulle bucce per dare profondità e complessità, e il risultato è un vino che parla di mare, di sale, e di radici profonde», racconta Altai.

Con questo abbinamento si cerca di esaltare quel senso di appartenenza al mare e alla terra ligure. Le note saline del vino richiamano l’acqua salmastra che bagna le coste liguri, proprio come le parole di De André evocano immagini di marinai e mulattiere che portano al mare. «Questo vino è il mare in un calice», conclude Altai.

Sally & Bianco Breg 2010 - Gravner: Un Viaggio di Rinascita

Sally, dall’album Rimini del 1978, è una canzone che parla di cambiamento e di rinascita. Sally non è altro che una donna che ha vissuto dolori e sconfitte, ma che trova la forza di ricominciare. Il testo, intriso di malinconia e speranza, risuona in tutti coloro che hanno attraversato momenti difficili e si sono rialzati. «Sally rappresenta il coraggio di guardare avanti, di affrontare il futuro senza paura», spiega Altai.

Il vino abbinato a questo brano è il Bianco Breg di Joško Gravner, un visionario che ha trasformato la sua produzione, tralasciando le tecnologie moderne, per tornare alle antiche tecniche di vinificazione in anfora. «Joško Gravner - mi azzardo a dire, un amico - è uno che ha abbandonato la strada conosciuta per inseguire la sua visione, proprio come Sally. Questo vino, complesso e ricco di sfumature, rappresenta la rinascita».

Ogni sorso del Bianco Breg è un invito a scoprire nuove dimensioni, proprio come Sally esplora un nuovo capitolo della sua vita. Le note profonde e complesse del vino accompagnano perfettamente la melodia malinconica ma speranzosa della canzone. «Questo vino e questa canzone parlano la stessa lingua: quella del cambiamento».

Smisurata preghiera & Black Rebel 2018 - Granja Farm: Ribellione e Resistenza

Dall’album Anime salve del 1996, Smisurata preghiera è una delle canzoni più intense di De André, che celebra la resistenza contro le ingiustizie. È una preghiera per gli ultimi, per coloro che non si piegano ai soprusi, e che continuano a lottare nonostante tutto. «Questo brano è un inno a chi resiste, a chi non si arrende mai».

Per questo motivo, Altai ha scelto il Black Rebel di Granja Farm, un progetto nato nella Valsusa, per ripristinare una zona nota per la sua viticoltura eroica. «Questo vino nasce da una terra che non si piega, proprio come le persone di cui parla De André in questa canzone. Il Black Rebel è un vino che sa di terra, di lotta e di resistenza». Per andare a lavorare in cantina i produttori devono letteralmente attraversare ogni giorno i presidi di polizia e poi andare a curare i pochi filari che crescono in un fazzoletto di terra aspra e indomita. «D’ora in poi mi vergognerò sempre quando parlerò di viticoltura eroica per la Valle d'Aosta. Ne ho avuto la consapevolezza quando sono andato a camminare su queste pareti rocciose, dove si ottiene pochissima uva strappata a pochissimo territorio», ammette Altai.

L’abbinamento tra Smisurata preghiera e il Black Rebel enfatizza la forza e la determinazione. Ogni sorso del vino rispecchia il coraggio di chi continua a lottare, esattamente come le parole di De André invitano a fare. «Questo è un vino che non si arrende, proprio come la canzone».

Preghiera in gennaio & Monfrère 2013 - Vinirari: Memoria e Ricordo

Scritta in memoria dell’amico Luigi Tenco, Preghiera in gennaio è uno dei brani più struggenti di De André, «una delle più belle canzoni che io abbia mai sentito nella mia vita» confessa Altai. La canzone è una preghiera per i suicidi, un invito a non giudicarli, ma ad accoglierli con pietà. «Questa canzone parla di ricordo, di dolore, e di un amore che non si spegne nemmeno con la morte».

Il Monfrère è stato scelto per questo abbinamento proprio per il suo legame con il concetto di memoria. Giulio Moriondo, produttore di questo vino valdostano, ha dedicato il Monfrère al fratello scomparso, unendo tutte le uve autoctone della sua vigna per creare un vino che parla di legami indissolubili. «Questo vino è una dedica, proprio come la canzone di De André. Ogni sorso è un tributo a chi non c’è più, ma continua a vivere nei nostri ricordi. Io, che ho la fortuna di poter assaggiare costantemente i prodotti di Giuli, devo dire che in nessun altro vino ho percepito questo dolore, questa forza, questa continuità: lo trovo fantastico, davvero delicato e dolce».

L’eleganza e la delicatezza del Monfrère, infatti, amplificano l’emozione della canzone creando un momento di intensa riflessione. «Questo abbinamento è un invito a ricordare chi abbiamo amato e perso», conclude Altai.

Verranno a chiederti del nostro amore & Cabernet Sauvignon 2018 - Beaulieu Vineyard: Passione e Rimpianto

Tratta dall’album Storia di un impiegato del 1973, Verranno a chiederti del nostro amore è una canzone che esplora il rimpianto e la passione di un amore finito. Il brano è un’intensa riflessione sui sentimenti contrastanti che accompagnano la fine di una relazione. «Questa è una canzone che parla di rimpianti, ma anche di amore profondo e appassionato».

Il Cabernet Sauvignon di Beaulieu Vineyard, una delle cantine storiche della Napa Valley, è stato abbinato a questo brano per la sua capacità di esprimere intensità e complessità: «è un vino che avvolge i sensi, proprio come la canzone avvolge il cuore», confida Altai.

Il suonatore Jones & Ai Suma 2020 - Braida: Libertà e Gioia di Vivere

Il suonatore Jones, dall’album Non al denaro non all’amore né al cielo del 1971, è una celebrazione alla libertà e alla leggerezza dell’essere. Il suonatore Jones è un uomo che ha vissuto la sua vita senza rimpianti, dedicandosi alla musica e alla gioia del momento presente, un inno alla libertà, alla vita vissuta con leggerezza e passione.

L’Ai Suma di Braida è stato scelto per accompagnare questo brano proprio per la sua capacità di esprimere gioia e leggerezza. Giacomo Bologna, il creatore di questo vino, ha fatto nella sua vita quello che voleva arrivando a cambiare una porzione di mondo, il Monferrato, e il destino di un'uva altrimenti destinata al dimenticatoio. C'è molto di Giacomo Bologna nel suonatore Jones di Fabrizio De Andrè e di Edgar Lee Masters, un pioniere nel trasformare la barbera in un grande vino. «Ai Suma, letteralmente, ci siamo, eccoci qui, è un vino che parla di passione per la vita, proprio come il suonatore Jones», spiega Altai.

Ascoltando questa canzone mentre degustiamo l’Ai Suma siamo avvolti da un’atmosfera di allegria e spensieratezza e ci lasciamo trasportare in attesa di ritornare alle intense emozioni del prossimo abbinamento.

Hotel Supramonte & Vernaccia di Oristano Riserva 1997 - Contini: Sopravvivenza e Speranza

Dall’album Fabrizio De Andrè (L'Indiano) del 1981, Hotel Supramonte è ispirata al rapimento subìto da De André e Dori Ghezzi in Sardegna. È una canzone che parla di sofferenza e speranza, di prigionia e di amore, una riflessione sulla forza interiore necessaria per sopravvivere ai momenti più bui «che racconta la resilienza, la capacità di trovare speranza anche quando sembra impossibile».

Stavolta è la Vernaccia di Oristano Riserva 1997 di Contini ad accompagnarci, un vino che, come la canzone, racconta una storia di sopravvivenza. Maturato sotto un velo di lieviti, sviluppa una complessità e una profondità che lo rendono unico nel suo genere. «La Vernaccia di Oristano è un vino che sa di terra, di mare e di tradizioni antiche. È un vino che parla di Sardegna, proprio come l’Hotel Supramonte». «Un vino pazzesco, rarissimo, incredibile, che ha tutte queste caratteristiche all'interno di sé: aromaticamente dolce, ha una fortissima sapidità. E’ il vino dei contrasti e, secondo me, il miglior vino bianco d'Italia», ci confida Altai.

Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers & Cremisi Zero Infinito 2023 - Pojer e Sandri: Ironia e Leggerezza

Fabrizio De Andrè ha avuto la fortuna di avere tanti amici, tante persone di successo che avevano grandi interessi culturali, ma anche dei semplici “cazzoni”. Oltre a Beppe Grillo, l'amico più importante nella vita di De Andrè è stato Paolo Villaggio. E proprio secondo l’attore comico genovese l'immagine che la stampa e la critica hanno voluto appioppare a De Andrè in realtà lo sminuisce, lo riduce a un artista di maniera anche se ma nella realtà non era assolutamente così. E allora, demistificandolo un po' come persona e richiamando la canzone che più di tutte rappresenta il concetto stesso di demistificazione e di amicizia profonda, eccoci arrivati all’ultima accoppiata.

Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers è una delle prime canzoni di De André, un brano che mescola storia e ironia con un tono leggero e giocoso. Il racconto delle disavventure del re Carlo Martello è un esempio perfetto della capacità di De André di usare l’umorismo per raccontare storie profonde. «Questa è una canzone che fa sorridere, ma che ci invita anche a riflettere sull’assurdità del potere», spiega Altai.

Il Cremisi Zero Infinito 2023 di Pojer e Sandri è un vino rosato frizzante prodotto con metodo ancestrale, ottenuto da sevar, un piwi ideato e costruito in Repubblica Ceca, caratterizzato da una freschezza e una vivacità che lo rendono perfetto per chiudere la serata con leggerezza. «Questo vino è un invito a lasciarsi andare, a godere del momento, proprio come la canzone. Un vino defaticante che ci alleggerisce di tutto il peso accumulato finora, per chiudere la serata con un tocco di leggerezza e ironia».

E così termina questa serata iniziata con un po’ di timore e grandi aspettative. L’applauso del pubblico non lascia dubbi: è chiaro ormai a tutti che musica e vino, insieme, possono dialogare tra loro e creare momenti di pura bellezza.

L’ultima parola va ad Altai, visibilmente emozionato: «Chi l’avrebbe mai detto che un bicchiere di vino potesse far cantare il cuore?».