Una magnifica provocazione

“Una magnifica provocazione”, in questo modo Guido Invernizzi ha definito il terzo appuntamento sui “Vini della Borgogna”, promosso da Ais Monza e Brianza, presso il ristorante Il Chiodo di Usmate. Un incontro suggestivo per l’eloquenza del relatore ed affascinante per il protagonista della serata, il Pinot Noir, vero Enfant Terrible della viticoltura mondiale.

Giordana Talamona

Ma se di provocazione si è trattato, non lo è stato certamente per il vitigno in sé, quanto piuttosto per la sua declinazione in un territorio vocato tipicamente per i bianchi, la Cote de Beaune.

Scoprire infatti che uno dei terroir più vocati al mondo per lo Chardonnay possa produrre dei grandi Pinot Noir, seppur diversi da quelli della vicina Cote de Nuits, non può che far riflettere sulle infinite sfaccettature di certe importanti zone vitivinicole.

La serata è iniziata con un “fuori programma” da aperitivo a cui il patron del locale, Stefano Cesana, ha ormai abituato gli affezionati ospiti delle sue degustazioni. Si è trattato di un Bourgogne Aligoté Aoc, un vino da Aligoté in purezza che ha aperto la serata col suo colore paglierino, la buona consistenza, l'aroma agrumato e floreale, (fiore del sambuco), e una buona persistenza gustativa.

“Aperte le danze” della degustazione, l'incontro è proseguito col territorio della Cote de Beaune e con i suoi Pinot Noir.

La zona si estende a sud di Nuits St. Georges per 26 chilometri, con esposizione sud est e clima semi-continentale. A causa della conformazione geologica del terreno, in questa striscia, i vini cambiano caratteristiche anche in poche decine di metri. Nel corso di milioni di anni, infatti, lo scontro tra le numerose faglie sotterranee ha determinato una variabilità di terreno (calcareo, marnoso, argilloso) che può mutare sostanzialmente il carattere di un vino.

La prima Aoc interessante per i rossi è la Pernand Vergelles che si trova a nord di Beaune, vicino a Nuits St. Georges. In questa Aoc vengono prodotti dei Pinot Noir molto eleganti, certamente non opulenti come i cugini della Cote de Nuits, ma dal bel colore rubino e dalla fine nota fruttata.

Altre due piccole, ma interessanti Aoc sono quelle di Chorey e di Savigny- les – Beaune dove si producono sia bianchi da Chardonnay, che rossi da Pinot Noir caratterizzati, questi ultimi, da grande delicatezza gusto-olfattiva.

Una nota più minerale la si può apprezzare in un'altra Aoc, una tra le più importanti del territorio, l'Aloxe-Corton. In questa zona, famosa nel mondo per il Grand Cru Corton-Charlemagne da Chardonnay in purezza, iniziamo ad incontrare dei Pinot Noir più fini e morbidi a causa del terreno e dell'esposizione a sud-sud est.

Proseguendo lungo la Cote de Beaune raggiungiamo Volnay e Pommard, zone calcareo argillose-marnose, dove l'alta presenza di ossido di ferro nel terreno caratterizza fortemente il Pinot Noir conferendogli un colore più carico e scuro.

Di seguito la recensione dei vini degustati:

Santenay Premier Cru – Les Gravieres – Bruno Colin – 2007: colore rubino luminoso. Al naso emergono subito dei piccoli frutti rossi, corredati dall'humus e da una nota speziata(tabacco e cuoio). In bocca ritroviamo gli stessi aromi del naso. Elegante, fine, persistente e minerale.

Aloxe Corton Premier Cru – Les Vercots – Tollot – Beaut – 2006: colore rubino. All'esame olfattivo si sentono delle note floreali (viola), fruttate (mirtillo) e animale. Ben diverso dal vino precedente, con una speziatura delicatamente dolce. In bocca l'animale scompare per lasciare il posto all'aroma fruttato e alla mineralità. Un vino molto più simile a quelli prodotti in Alto Adige di quelli tipicamente speziati della Borgogna.

Volnay Premier Cru – Caillerets – Marquis d'Angerville – 2006: rubino con riflessi granati. Note fruttate (ciliegia, amarena, lampone, ribes), mentolate e balsamiche. In bocca buon corpo, persistente, minerale e fine.

Pommard - Chateau de Pommard – 2005: colore più cupo per la presenza dell'ossido di ferro nel terreno. Consistente. Naso straordinario. Speziatura intervallata dalla confettura di ciliegia, elegantemente superata dalla nota animale. Compaiono il tabacco, l'incenso, la melassa, il balsamico e il rabarbaro a più riprese. All'esame gustativo colpisce per struttura e morbidezza. Elegantissimo. 

Corton Grand Cru – Bonneau di Martray – 2003: granato. Note erbacee di fieno, rabarbaro, floreale (fiori appassiti), richiamo minerale intenso. Le note animali non sono presenti. In bocca emergono i funghi, gli aromi di terra e la sapidità. Lunga persistenza.

Le serata si è chiusa degustando tre piatti in stile francese tra cui le tipiche escargots alla borgognona.

Il quarto incontro è previsto per venerdì 13 maggio alle ore 20.30 con protagonisti i “Blancs de la Cote d'Or”.

Si degusteranno i seguenti vini:

 

-      Saint- Aubin Premier Cru – Le Charmois – Bruno Colin – 2008

-      Morey-Saint –Denis “En la Rue de Vergy” – Bruno Clair – 2007

-      Meursault – Les Luchets – Domaine Roulot – 2004

-      Puligny – Montrachet Premier Cru – Les Pucelles – Marc Morey – 2007

-      Corton Charlemagne – Grand Cru – Bonneau du Martray - 1997

 

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