Viaggio al centro dell’Europa (parte I).
Prima puntata del viaggio al centro dell’Europa in compagnia di Nicola Bonera che, dopo averci guidato alla scoperta della Mosella e del suo Riesling, questa volta ci conduce nel cuore dell’Austria, nel Wachau, per approfondire la conoscenza del principale vitigno austriaco: il Grüner Veltliner.
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L’Austria vitivinicola viene suddivisa in sedici zone, di cui sette hanno aderito al DAC (Districtus Austriae Controllatus), sistema romanico di classificazione delle zone di produzione dei vini tipici di qualità, in vigore dal 2002.
Il Wachau, stretta valle che segue il corso del Danubio nella Bassa Austria, tra Melk e Krems, fa eccezione e ha adottato un proprio codice di classificazione e di norme molto semplici, ma chiare: origine rigorosamente controllata, nessuna correzione dei mosti, nessuna concentrazione di vini e mosti, nessuna aromatizzazione, nessun frazionamento, rispetto della natura.
Questa valle, famosa per la sua bellezza e per le sue abbazie, gode di un clima estivo caldo, con clima pannonico e venti caldi dell’est e clima continentale da Spitz.
Le sue vigne hanno una resa media inferiore ai 40 ettolitri per ettaro e crescono su terreni misti: il löss, sedimento eolico molto fine; lo gneiss, roccia scistosa; l’ortogneiss, a base silicea; il paragneiss, da arenarie.
Se, come ci racconta Nicola, la produzione e il consumo del vino in Austria si sta spostando dai vini bianchi ai vini rossi, il Grüner Veltliner rimane comunque di gran lunga il vitigno più diffuso, arrivando quasi al 30% della produzione nazionale e lasciando ben distanziato il primo vitigno rosso, lo Zweigelt (letteralmente “due soldi”, nome analogo al nostrano Pagadebit), fermo al 14%.
Il Veltliner ha origini antiche risalenti alla metà del ‘600 ed è conosciuto anche col nome di Weissgipfler (cima bianca) e di Grünmuskateller (moscato verde). Nato da un incrocio naturale tra un Traminer (Savagnin Blanc) e il St. Georgen, lo si può trovare fuori dall’Austria anche in Slovacchia, nella Repubblica Ceka, in Moravia e in Italia, principalmente nella Val d’Isarco.
Prodotto in tutto il paese può dare vita sia a semplici vini senza molte pretese e di pronta beva, che a vini strutturati e importanti. Al naso è caratterizzato da un forte accento piccante, di pepe buono, non invadente, con una acidità morbida e composta. Sono vini spesso ricchi e carichi di frutta bianca matura, molto sapidi.
Il Codex Wachau classifica il Grüner Veltliner in tre categorie in base alla densità del mosto secondo la scala KWM (Mostwaage Austriam Klosterneuburger) e alla gradazione alcolica:
· Steinfeder, alcol massimo 11,5%, minimo 15 KMW. Vini freschi e fruttati dalle prime uve raccolte. Il nome deriva dal prato che in genere viene coltivato a fianco delle viti.
· Federspiel, alcol tra 11,5 e 12,5%, minimo 17 KMW, Vini ottenuti da uve più mature, di carattere e forti ma con una gradazione alcolica non troppo elevata. Il nome è un omaggio alla falconeria, storicamente praticata nella regione.
· Smaragd, alcol minimo 12,5%, minimo 18,2 KMW. Vini più evoluti e con grande capacità di invecchiamento, di corpo e ricchi di sapore. Il nome deriva dalla lucertola di colore smeraldo che vive nelle vigne.
Con l’aperitivo a buffet viene servito un Grüner Veltliner Federspiel Hinter der Burg 2011 Prager (Riesling 70%, Grüner Veltliner 30%). Da una vigna con 15 ettari di estensione proviene l’unico Federspiel della serata, prodotto con fermentazione spontanea e maturazione in acciaio per dare eleganza. Al naso è molto chiaro e definito; oltre a un accenno pepato, si riconoscono la mela matura e la pera. In bocca è fresco e molto equilibrato. Buona mineralità e persistenza. Alcol 12,5%.
Per la degustazione vengono disposti sulle fantasiose tovagliette cinque Smaragd, tutti con alcol al 14%, dei migliori produttori della Wachau, tra i migliori produttori austriaci. Sono tutti produttori di dimensioni ridotte e con tirature limitate, che nel tempo si sono costruiti una buona reputazione, riuscendo a esportare in tutto il mondo i loro prodotti.
Si parte con un Grüner Veltliner Smaragd Axpoint 2011 F. Hirtzberger (Grüner Veltliner 45%, Riesling 40%, altri 15%). Da vigne di 35 anni piantate su un terreno Urgestein, caratterizzato da abbondante mineralità, nasce questo Smaragd, il cui affinamento avviene soprattutto nella tradizionale botte vecchia di legno grande da 1000 o 2000 litri. Di un bel colore giallo con riflessi verdognoli. Al naso se ne apprezza la freschezza e l’immediatezza e si distingue un piccolo aroma di legno; semi-aromatico è più vicino a un Riesling Renano. In bocca evidenzia ancora la necessità di riassorbire un minimo il legno. Si riconoscono aromi vegetali, floreali, di frutta bianca, di mela verde e una nota di miele, un sentore di lievito di birra. Acidità e mineralità fini.
Si passa poi a un Grüner Veltliner Smaragd Kollmütz 2010 Rudi Pichler (Grüner Veltliner 65%, Riesling R 30%, Pinot bianco e Roter Veltliner 5%). Da vigne relativamente giovani di appena dieci anni si ottiene questo Veltliner, con lieviti indigeni e maturazione sulle bucce di trenta ore. Al naso è molto caldo, molto minerale, si sente maggiormente il pepe e il sentore è di frutta gialla e matura, mela gialla e agrumi per finire con alcune note tropicali. In bocca è molto sapido, al limite del fastidioso, il tono appare più alcolico e ricco, si avverte una traccia minerale di scogliera e un sentore etereo di vernice. Salinità quasi imbarazzante, ideale da abbinare a un piatto come il risotto alla parmigiana.
Si continua con un Grüner Veltliner Smaragd Schütt 2011 Emmerich Knoll (Grüner Veltliner e Riesling 90%, altri 10%). Da vigne di 40 anni ottimamente ventilate con esposizione sud-est, su terreni argillosi con elementi calcarei, si producono dei vini sempre molto fini. Fresco al naso assomiglia al primo vino degustato, con una spiccata nota di tè verde e un tono speziato. Più in bocca che al naso si riconoscono aromi floreali e vegetali, note minerali il pepe. Ottima persistenza. Vino giovane ma già pronto, anche se darà il suo meglio fra dieci anni.
Si procede quindi con un Grüner Veltliner Smaragd Achleiten Stockkultur 2011 Prager (Riesling 70%, Grüner Veltliner 30%). Storico vigneto Achleiten, con vigne di 72 anni, su strette terrazze piantate su terreno composto da “Gföhler Gneis” che dona ai vini provenienti da questa parcella la loro tipica speziatura ed una mineralità molto fine ed elegante. La fermentazione è spontanea e la maturazione avviene in acciaio per dare eleganza. Di colore giallo paglierino con riflessi verdi, al naso evidenzia una nota vegetale e speziata, di frutta matura e mela gialla. Di struttura e grande mineralità. Buona freschezza finale e ottima persistenza. Quasi dispiace berlo adesso perché se ne intuisce la grande capacità di invecchiamento.
Si termina con un Grüner Veltliner Smaragd Loibner Berg 2011 F.X. Pichler (Grüner Veltliner 50%, Riesling 48%, Sauvignon Blanc 2%). Da vigne di 30-40 anni, su terreno con alta acidità e mineralità (Urgestein, granito e gneiss). E’ un po’ il riassunto di tutti i vini assaggiati. Si riconoscono il piccante del pepe, la liquirizia, la frutta e ancora un sentore di lieviti. Ben equilibrato, produce una forte salivazione.
Dopo la degustazione di rito la serata procede con la cena preparata dallo chef del “Griso” che, in perfetto abbinamento con i cinque vini in assaggio, prevede spatzli di farina e uova con crema di latte, speck austriaco e spinaci; filetto di maialino cotto al forno con miele, crauti stufati e patate e sorbetto al limone.
A causare le ansie provvede la vita, a interromperle provvede la vite!
Johann Wolfgang Goethe
La felicità è un vino pregiato e deve essere assaporato sorso a sorso
Ludwig Feuerbach
Chi non ama le donne, il vino e il canto, è solo un matto e non un santo!
Arthur Schopenhauer
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