Viaggio nel tempo e nell'arte di Moët & Chandon
Da Gran Vintage a Collection Impériale Création No.1. Insieme all’esperta Chiara Giovoni, un viaggio in cinque tappe per conoscere dettagliatamente storia, visione e prospettive di Moët & Chandon, nome leggendario della Champagne.
RUBRICHE
«A qualcuno piace fare il botto. E piace ancora di più quando lo si fa con una bottiglia di Moët & Chandon». Così esordisce Chiara Giovoni. Ambassadeur du Champagne per l’Italia e viceambasciatrice europea del CIVC - il Comité Interprofessionnel du Vin de Champagne -, è certamente fra le esperte italiane più adeguate a introdurre una delle più prestigiose e antiche case produttrici di Champagne al mondo, della quale la leggenda vuole si stappi una bottiglia al secondo.
Fondata nel 1743 a Épernay, la storia di Moët & Chandon è strettamente legata all’evoluzione dello champagne come bevanda di lusso e simbolo di celebrazione. Grazie alle abilità commerciali del fondatore Claude Moët e del nipote Jean-Rémy, la Maison riuscì velocemente a diffondere la fama dei suoi prodotti nei circoli altolocati. «È documentato che l’imperatore Napoleone Bonaparte abbia visitato più volte i vigneti di Épernay. Negli archivi della Maison è stato addirittura scoperto un ordine del 1801 da parte sua per l’acquisto di 100 bottiglie di “Rozé”». Una storia interessante quella ricordata da Chiara Giovoni, che sottolinea il legame storico con figure illustri della grande politica e dello spettacolo, dalla dama di corte Madame de Pompadour (la favorita di Luigi XV) a Bonaparte, fino alle odierne stelle di Hollywood.
Nel corso dei secoli, Moët & Chandon ha innovato, espandendosi in nuovi mercati: nel 1971 si fuse con il marchio di lusso Hennessy (famoso per il cognac) creando la società Moët-Hennessy e nel 1987 il gruppo si unì alla casa di moda Louis Vuitton formando la multinazionale e il conglomerato del lusso LVMH (Moët Hennessy Louis Vuitton) consolidando così il suo status di brand leader di Champagne. E ciò, naturalmente, a buon diritto. È la prima Maison in termini di estensione del vigneto (circa 1.300 ettari per il 50% classificato Grand Cru e per il 25% Premier Cru sparsi tra Montagne de Reims, Vallée de la Marne, Sézanne, Aube e Côte des Blancs); la prima per quanto riguarda la produzione (sfiora i 32 milioni di bottiglie annue, ossia il 10% dell’insieme dell’intera denominazione); e, con oltre 28 km di labirinti sotterranei, le cantine di vinificazione e stoccaggio sono le più ampie del comprensorio. Per completare il quadro, Moët & Chandon è il primo marchio di vini e champagne al mondo, con un valore di circa 1,4 miliardi di dollari.
La degustazione
Cinque sono stati i vini protagonisti dell’evento in una degustazione che ha esplorato lo stile e il savoir-faire di Moët & Chandon, attraverso tre etichette iconiche che intercettano le preferenze di un vastissimo pubblico: il portabandiera Moët Imperial, il Grand Vintage e la new entry, Collection Impériale Création No.1. A condurre la degustazione assieme a Chiara Giovoni, Davide Garofalo, direttore creativo e responsabile artistico della rivista e della guida Vitae.
Moët Impérial: la griffe della Maison
Una delle Cuvée più famose al mondo, prodotta per la prima volta nel 1869, il Moët Impérial è stato pensato per celebrare il legame della casa con l’impero napoleonico (da cui prende il nome) e per affermare la cifra stilistica della casa: è il vino cosiddetto “base” della Maison. «Uno stile universale che piace a tutti; uno champagne accessibile e lussuoso al contempo, perfetto per ogni occasione», racconta Garofalo. Creato con oltre 100 vini diversi - di cui il 20-30% di vini di riserva appositamente selezionati per esaltarne la complessità -, contempla il meunier in modo da aumentare la percezione della componente fruttata ed è dosato ai livelli bassi del Brut.
Moët Impérial
pinot noir (30-40%), meunier (30-40%), chardonnay (20-30%); dosaggio: 7 g/L; fermentazione in acciaio inox e malolattica svolta; almeno 24 mesi sui lieviti e 3 mesi in bottiglia dopo la sboccatura prima dell’immissione sul mercato
Colore giallo paglierino con riflessi dorati e perlage fine. Spettro aromatico in principio contratto che si apre poi su un floreale di gelsomino, erbe aromatiche (rosmarino, maggiorana) e pesca saturnina. Buona presenza fisica al sorso, ininterrotto, con chiusura scorrevole. Nota di merito va alla salinità che spinge egregiamente fino in fondo su una nota fruttata. Un vino sicuramente versatile.
Moët Impérial Rosé
pinot noir (30-40%, di cui circa 10% vinificato in rosso), meunier (30-40%), chardonnay (10-20%); dosaggio: 7 g/L; fermentazione in acciaio inox e malolattica svolta; almeno 24 mesi sui lieviti e 3 mesi in bottiglia dopo la sboccatura prima dell’immissione sul mercato
Veste rosa/granato invitante e spuma tenace. Note di fragola, pompelmo rosa, fico, pepe bianco e qualche sfumatura di pasticceria indirizzano un quadro olfattivo di piacevole fattura, mai sopra le righe. Tutt’altro che banale anche l’assaggio, setoso e avvolgente, incoraggiato dalla fragranza dei lieviti e da un’acidità tartarica incisiva che allunga il palato.
Gran Vintage: l’essenza dell’annata
Prodotto esclusivamente in annate eccezionali (dal 1842, la Maison ha prodotto solamente 76 champagne millesimati), il Gran Vintage vuole consegnare sia il carattere dell’annata di vendemmia sia l’interpretazione che ne fa lo chef de cave. «Dal 2005, è Benoît Gouez il custode del know-how che rende unica la vinificazione di Moët & Chandon. Per lui, creare Champagne eccezionali, richiede un approccio artigianale che prescinde da qualsiasi nozione di standardizzazione o ricetta. Occorrono costante adattamento e flessibilità, che costituiscono il nucleo dell’approccio “su misura” alla vinificazione», spiega Giovoni.
Grand Vintage 2015
pinot noir 44%, chardonnay 32%, meunier 24%; dosaggio: 5 g/L; 6 anni sui lieviti e 6 mesi in bottiglia dopo la sboccatura prima dell’immissione sul mercato
Chiaro e luminoso. Profuma di mandorla e gariga, insieme a cedro candito, aghi di pino e fiori di sambuco: un quadro compiuto, armonioso. Al gusto è analogamente convincente, succoso e reattivo, piacevolmente fruttato: appagano l’acidità (persino elettrica), l’assenza di sbilanci verso dolcezze e l’allungo sapido che si scioglie su un minerale di silice.
Grand Vintage Rosé 2015
pinot noir 52% (di cui 14% vinificato in rosso), chardonnay 27%, meunier 21%; dosaggio: 5 g/L; 6 anni sui lieviti e 6 mesi in bottiglia dopo la sboccatura prima dell’immissione sul mercato
Rosato. Ha naso di pietra focaia e fiori bianchi (come di gelsomino), note di fragoline e qualcosa di affumicato. Ottimi l’equilibrio al palato (avvolgente insieme a una freschezza che fa da pilastro), la pressione della CO2, quasi sussurrata, e l’estensione della persistenza, lineare e limpida.
Collection Impériale Création No.1: la nuova frontiera del lusso
Per celebrare il 280° anniversario dalla sua fondazione, Moët & Chandon ha presentato la Collection Impériale Création No.1, che raffigura l’apice della cosiddetta Haute Œnologie (Alta Enologia) della Maison. «La Collection Impériale Création No.1 è un blend di sette annate straordinarie - ognuna con delle peculiarità distintive - selezionate con cura e fatte maturare in ambienti diversi per valorizzarne le caratteristiche», illustra Giovoni. Il loro complesso assemblaggio comincia con il Grand Vintage 2013 maturato in vasche di acciaio inox (42,5% del blend), cui si aggiungono annate invecchiate in botti di rovere - la raffinata annata 2012, la potente 2010, la tesa 2008, la corposa 2006, la vivace 2000 - e, infine, l’elegante 2004, vinificata in acciaio inox e affinata sui lieviti in bottiglia dopo la seconda fermentazione. Sfruttando l’arte della selezione, dell’invecchiamento, dell’assemblaggio e della maturazione - senza zuccheri aggiunti al dosaggio - la Collection Impériale è uno champagne brut nature, che offre una espressione pura dei suoi sapori.
Collection Impériale Création No.1
chardonnay 40%, pinot noir 40%, meunier 20%
Si ha la sensazione di un obiettivo raggiunto. Dorato pieno, senza alcun cedimento. Al naso presenta una lieve riduzione, che però si alterna e fonde con un repertorio di profumi di ottima energia, infinitamente più complesso dei precedenti: tabacco, erbe officinali, bergamotto, inserti di frutta, una nota di bourbon evidente ma non invasiva. Il gusto ha ritmo ed è articolato: una CO2 calibrata lascia spazio a uno sviluppo splendidamente sapido e a una chiusura sull’elemento agrumato. Un insieme olfattivo e gustativo armonioso, capace di calamitare il degustatore.