Vini rosati: tutte le sfumature del rosa

Guidato da Alessandro Rosti, giovane sommelier della Delegazione di Pavia, un gruppo di appassionati ha messo alla prova le proprie capacità nel riconoscere e approfondire le caratteristiche di cinque rosati lombardi.

Mauro Garolfi

I vini rosati, spesso poco considerati, di difficile collocazione, a volte pure bistrattati, quando se non proprio maltrattati. Una sorta di “via di mezzo” tra un bianco e un rosso secondo molti, in realtà spesso rappresentano invece un’ottima soluzione per l’abbinamento col cibo, molto più appropriata e intrigante di quanto si possa immaginare.

Per il ciclo di incontri di “Allenamento” organizzati da AIS Pavia, la serata di venerdì 25 giugno ha visto come protagonisti di una degustazione alla cieca cinque vini rosati lombardi. A guidarci Alessandro Rosti che ha raccontato le loro origini, che spesso affondano le radici tra fantasia e storia, tra realtà e mito.

Suggestiva e singolare, ad esempio, è la leggenda di quel curato del veronese che, vistesi diminuire sensibilmente le offerte dei fedeli anche in termini di quantitativi di vino, pensò di trafugarne dalla cantina sociale del paese, per usarlo durante la messa. Si ritrovò con un vino dal colore rosato: il contatto del mosto con le bucce era stato di sole poche ore. Il fatto avrebbe poi stimolato la creatività dei viticoltori del villaggio che, di lì a poco, avrebbero iniziato a produrre anche vino rosato.

Al di là della leggenda, sembra la Francia il paese dove questa tipologia di vini sarebbe nata. La diffusione in Italia sulle rive del lago di Garda è ascrivibile, nell’Ottocento, al senatore veneziano Pompeo Molmenti, il quale, tornato dalla Francia, dove ne aveva apprezzate le caratteristiche e approfondito i metodi produttivi, nella zona del Garda, dove possedeva dei vigneti, applicò la vinificazione in bianco ad alcuni vitigni tipici del territorio come il groppello, la barbera, il sangiovese e il marzemino.

D’obbligo citare, nella storia di questa tipologia di vini, l’azienda Leone de Castris che, in Puglia, nel Novecento, iniziò a produrre e ad imbottigliare vino rosato con il nome di Five Roses, a base negroamaro e malvasia nera.

Alessandro ci conduce poi alle diverse categorie dei vini rosati, ottenuti a partire da uve a bacca rossa, con tipologie e tempi di macerazione diversi.

  • Vini di un giorno: la macerazione del mosto a contatto con le bucce dura attorno alle ventiquattro ore.
  • Vini di una notte: la macerazione del mosto a contatto con le bucce dura circa sei/dodici ore.
  • Vin gris (vino grigio): vino dal colore rosa tenue, ottenuto da uve poco pigmentate. Il colore viene rilasciato durante la pigiatura e la macerazione del mosto a contatto con le bucce non viene effettuata.
  • Saignée (salasso): durante la macerazione, una parte del mosto viene prelevata (fino al 20-30%) per permettere una maggiore concentrazione di fenoli ed altre sostanze che conferiscono colore e sapori al vino. Il mosto prelevato viene poi vinificato in bianco.

La Degustazione

BRUT ROSÉ ZILIANI C - FRANCIACORTA DOCG – Cantina Chiara Ziliani

Vitigni: 75% pinot nero, 25% chardonnay. Fermentazione parte in acciaio, parte in barrique. 24 mesi sui lieviti.

Dal bel colore buccia di cipolla, con un perlage sottile e persistente, al naso si apre lentamente diventando sempre più raffinato nei profumi e acquisendo una bella complessità: dopo le prime note di pane e pasticceria, emerge una piacevole parte floreale di fiori rossi e fruttata, tra fragola e agrume, pompelmo in particolare. Dotato di buona morbidezza e freschezza, presenta una piacevole nota sapida.

BRUT ROSÉ- FRANCIACORTA DOCG – Majolini

Vitigni: pinot nero 100%. Macerazione a freddo (max. 5° C, 6-8 ore), seguita da soffice spremitura e fermentazione in vasche d’acciaio a circa 18° C. Almeno 24 mesi sui lieviti.

Dall’elegante pérlage, al naso si rileva una evidente nota di mela, a seguire un delicato sentore di crosta di pane, balsamicità e profumi di erbe aromatiche. Al gusto emerge una piacevolissima sensazione tattile data dall’effervescenza, una grande persistenza, un’appagante bevibilità.

IL CHIARETTO 2019 - VALTENESI RIVIERA DEL GARDA CLASSICO DOC - Pasini San Giovanni

Vitigni: groppello, marzemino, barbera e sangiovese. “Vino di una notte”, quindi macerazione con le bucce di 6/12 ore, poi fermentazione separata del mosto, in acciaio, a 17° C.

Dall’affascinante color rosa vivido, si apre a poco a poco con note floreali e fruttate di lampone e fragola e una piacevole ed intrigante mineralità. Al palato si manifestano freschezza, persistente sapidità ed equilibrio.

SCHIAVA DELLA BERGAMASCA IGP - Cantina Sociale Bergamasca

Vitigni: schiava 100%. Bucce separate dopo 24 ore di contatto e fermentazione a temperatura controllata.

Rosa cerasuolo lucente e vivido, di grande intensità al naso, rivela una certa complessità che va dal ribes all’agrume (scorza d’arancia, chinotto) fino a sentori vegetali di peperone verde. Dotato di buona morbidezza, risulta piacevole, delicato, immediato.

WAI ROSÉ 2018 PROVINCIA DI PAVIA IGT – Tenuta Belvedere

Vitigni: pinot nero 100%. Vinificazione spontanea con soli lieviti indigeni a cui segue un affinamento di 7 mesi in acciaio. Rifermentazione in bottiglia secondo il Metodo Ancestrale.

Dal colore rosato velato, al naso rivela intriganti note di fiori e piccoli frutti di bosco croccanti, aprendosi poi a sentori di crosta di pane. Fresco e immediato, è pulito, al naso e al gusto, piacevole e dotato di grande equilibrio e grande bevibilità.