Vino e benessere. Tradizionali e naturali a confronto

Per una volta niente lezione frontale di un esperto che illustri storie e caratteristiche di un vitigno e che guidi la degustazione di alcuni vini, ma una piacevole discussione e un confronto aperto tra tanti amanti, alcuni curiosi, qualche esperto e professionista del mondo del vino.

Valerio Mondini

Serata Vini Naturali Ais LeccoLa serata è informale, ad eccezione dei sommelier di servizio, come sempre impeccabili, e per chi ha avuto tempo è stata preceduta da una sosta ristoratrice alla vicina spa di Monticello. A tirare le fila l’enologo Giulio Armani, dell’azienda La Stoppa di Rivergaro (PC), che preferisce essere definito un vignaiolo e che è anche produttore di alcuni vini interessanti.

Le sue scelte professionali lo hanno portato ad abbandonare i metodi tradizionali, ad adottare tecniche naturali e a sperimentare pratiche innovative, come le lunghe macerazioni per i vini bianchi. Forte delle sue convinzioni, esterna tutta la sua insofferenza verso l’imperante omologazione del gusto e le difficoltà che si riscontrano nel tentativo di riconoscere un territorio e l’annata in un vino.

A confronto quindi, quattro coppie di vini, due bianchi e due rossi, da degustare alla cieca, con la possibilità di annotare le impressioni personali sulle sempre più fantasiose tovagliette di degustazione.

Colore, limpidezza e impatto olfattivo consentono a quasi tutti i presenti di distinguere i vini tradizionali dai naturali, con l’eccezione dell’ultima coppia di rossi, in cui la distinzione è meno facile.

Tutti i vini naturali in degustazione manifestano un approccio meno immediato dei corrispondenti vini tradizionali, che all’olfatto appaiono inizialmente più gradevoli e piacevoli. Col passare dei minuti però le note di anidride carbonica che da principio disturbano nei vini naturali scompaiono, svelando un bouquet di sentori più complesso e con una maggiore persistenza olfattiva.

Serata Vini Naturali Ais LeccoIl primo vino è di colore giallo paglierino brillante, aromi fruttati e agrumati, buona freschezza, sufficiente sapidità, forse un po’ troppo acido. Il suo opponente ha un colore più dorato e una leggera velatura; al naso non è inizialmente molto significativo ma la complessità cresce nel tempo e svela una notevole persistenza; buona freschezza, acidità inferiore al precedente, sapidità decisamente elevata e una nota tannica, inusuale per un normale vino bianco. Alla distanza si rivela di qualità superiore al precedente.

Malvasia IGT Perticato “Beatrice Quadri” 2010, Az. “Il Poggiarello” Scrivellano di Travo  PC – Malvasia di Candia in purezza,13°

Dinavolino, Az. Agr. Denavolo, Rivergaro PC – Valtrebbia, Ortrugo, Malvasia di Candia, 11,5°

Nella seconda coppia di vini il confronto si ripete. Il primo ha un colore oro pallido ed è più limpido, il naso è floreale e fruttato, complessità non elevata, sufficiente persistenza, sapidità con una nota amarognola, discreta acidità.

Il secondo è giallo dorato e carico, è intenso, fine e con una buona complessità; la sapidità quasi manca, ma una buona acidità viene equilibrata dalla mineralità e dalla struttura, entusiasmante.

Buoni vini in entrambi i casi, con il secondo però che ha una personalità decisa e ben caratterizzata.

Sancerre Comte Lafond 2010, de Ladoucette, Pouilly-sur-Loire F - Sauvignon blanc, 12,5° 

Sancerre Akmèniné 2009, Az, Sebastien Riffault, Sancerre F – Sauvignon blanc, 13° 

Si arriva quindi ai rossi. Si inizia con un vino che inizialmente sembra prevalere dal punto di vista olfattivo, ma che si spegne progressivamente quasi a scomparire dopo una decina di minuti. Si sente troppo decisamente l’apporto del legno, il tannino è scomposto e in generale il vino risulta poco equilibrato. Del secondo si apprezzano la maggiore complessità, la lunga persistenza e la buona sapidità.

Serata Vini Naturali Ais LeccoVignamorello - Colli Piacentini D.O.C. Gutturnio Superiore 2010, Az. Agr. “La Tosa”, Vigolzone PC – Barbera 60%, Bonarda 40%, 15°

Rosso 2009, Az. La Stoppa, Rivergaro PC – Barbera 60%, Bonarda 40%, 13,5°

Per chiudere una coppia di rossi che rivelano già dal colore un maggiore invecchiamento. Rosso rubino intenso, al naso spiccano note di frutta rossa, prugne mature, e note speziate. Tannino morbido e maturo, buona persistenza, discreto equilibrio.

E’ decisamente il confronto più equilibrato.

Il Veltro Brunello di Montalcino 2005, Az. Col d’Orcia, Montalcino SI – Sangiovese, 13,5°

Brunello di Montalcino 2005, Az. Agr. “ Il Colle”, Montalcino SI – Sangiovese, 14°

Si scambiano quindi le impressioni e si analizzano le diverse caratteristiche dei vini degustati e se qualcuno confessa candidamente di non essere ancora in grado di apprezzare i vini naturali e di preferire l’immediatezza dei vini tradizionali, molti rivelano la volontà di approfondire l’argomento, non ritenendosi sufficientemente preparati a riconoscerne le caratteristiche salienti.

La discussione è stata vivace e sono ormai le 23 quando si passa alla cena, a base di risotto con sughetto di lumache e una ampia selezione di formaggi di alpeggio, malga ed erborinati, preparati dalla trattoria “Il Portico” di Prebone di Monticello Brianza.

I veri intenditori non bevono vino:
degustano segreti.

Salvador Dalí

 

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