Viognier, la visione italiana
Dal Piemonte all’Alto Adige, dall’Umbria alla Toscana. E poi ancora Trentino, Umbria e Lazio. Sette interpretazioni del Viognier in Italia, raccontati dal sommelier Federico Bovarini.
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L’origine storica del viognier è controversa. Una prima ipotesi considera la Croazia e i Balcani territori di origine del vitigno. C’è poi la visione tradizionalista francese e, infine, la teoria, peraltro molto probabile, che attribuisce l’origine ai Romani che, dal Lazio, portarono il vitigno nella valle del Rodano. In epoca prefillosserica, il viognier era molto coltivato in Europa. Dopo l’avvento della fillossera e la Prima guerra mondiale, la coltivazione venne abbandonata a causa della fragilità e della scarsa produttività del vitigno. Il viognier è ritornato in auge grazie alla famiglia Vernay, che abitava nel nord del Rodano, vicino a Condrieu. Per capire meglio l’exploit del viognier, basti pensare che, nel 1965, gli ettari mondiali vitati a viognier erano solo 8 mentre, oggi, sono arrivati a 2359.
Il viognier è un vitigno a bacca bianca, geneticamente imparentato con la freisa e il nebbiolo; è soggetto all’oidio e al marciume grigio, resiste bene alla siccità e al caldo, è sensibile al vento che lo aiuta tuttavia a sopravvivere nelle zone particolarmente calde e ha una maturazione lenta. Di solito, viene assemblato con altri vitigni, raramente vinificato in purezza. Con il viognier si producono vini di grande qualità, dotati di una struttura importante che dona avvolgenza e morbidezza, e un finale che esprime grande freschezza e sapidità. Lo spettro olfattivo è importante, a volte imponente, e vario, con note di aromaticità. Il vitigno è dotato di una speziatura varietale che va dal pepe bianco alle note balsamiche, alla cannella. Le note fruttate sono sempre succose e, talora, croccanti. Caratteristica è la pungenza al naso, con leggere sensazioni di biancospino e spezie orientali piccanti, come la curcuma e il curry. Dotato di una considerevole sapidità e ottima persistenza, ben si presta all’invecchiamento.
Nel mondo viene prodotto prevalentemente nella Valle del Rodano, in Provenza, Svizzera, Australia, Austria, California, Croazia, Macedonia e Spagna. InItalia lo troviamo in Valle d’Aosta dove viene vinificato, prevalentemente, in assemblaggio con vitigni autoctoni valdostani, in Piemonte, Trentino, Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Umbria, Lazio, Abruzzo e Sicilia.
Federico Bovarini, sommelier, degustatore e relatore AIS, ci ha guidati in un’interessante escursione lungo l’Italia, alla scoperta del vitigno viognier, vinificato in purezza (e non solo), dalle molteplici espressioni e sfaccettature, attraverso sette calici che ci hanno raccontato un vino dove la struttura gioca elegantemente con freschezza e sapidità.
La degustazione
Umbria IGT Viognier 2021 – Palazzone
Azienda biologica di 24 ha nata alla fine degli anni ’60, sita a Orvieto. Terreno di origine sedimentaria e argillosa, a 250 m s.l.m.; esposizione E-NE. Viognier 100%. Fermentazione 70% in acciaio, 30% in barrique. 13,5% vol.
Colore giallo-paglierino con sfumature lucenti. Al naso si apprezzano una potente nota balsamica di mentuccia, una delicata speziatura dolce, note fruttate di ananas maturo ma dall’acidità ben conservata, floreali di camomilla, erbacee di tè verde e sensazioni di scorza di agrume. La bocca ha un ingresso morbido, rotondo e pieno, cui segue una bella sferzata acida, sorretta dalla sapidità. Grande persistenza sia tattile che aromatica. Si percepisce, inoltre, una sottile punta di astringenza, probabilmente legata al tannino del legno, che aiuta a equilibrare il palato.
Langhe Bianco DOC Rebelle 2020 – Agricola Brandini
Azienda biologica sita a La Morra. Viognier 100%. Fermentazione in acciaio e affinamento parte in acciaio e parte in tonneaux da 5 hl. 13,5% vol.
Colore giallo-paglierino vivace, più carico di quello del vino precedente. Il naso è dinamico, giovane e rampante ed esprime una nota citrica spiccata, sentori di frutta tropicale, sensazioni erbacee, di lavanda e di canfora. La bocca ha un ingresso vellutato, rotondo, glicerico e avvolgente e un finale di grande freschezza citrica e buona sapidità. Buona anche la persistenza.
Toscana IGT Giovin Re 2021 – Michele Satta
Azienda sita a Castagneto Carducci. Viognier 100%. Fermentazione metà in cemento e metà in barrique, affinamento di un anno in acciaio. 13,5% vol.
Colore giallo-paglierino leggermente perlato. Il naso è austero, timido, molto fine ed esprime, all’inizio, una leggera nota iodata, di smalto e di pietra focaia, cui segue un fruttato maturo e una speziatura più carica e più dolce rispetto a quella del vino precedente, probabilmente legata all’uso del legno in fermentazione. La bocca è avvolgente, morbida, elegante, di bella struttura e persistenza. Finale piacevolmente sapido accompagnato da una lieve astringenza dovuta all’uso del legno.
Toscana IGT Fontarca 2019 – Tenimenti d’Alessandro
Azienda biologica sita a Cortona, in una zona molto assolata e calda. Terreno argilloso/limoso, a 270 m s.l.m.. Viognier 100%. Affinamento di 18 mesi in legno usato da 20 hl e in barrique. 13,5% vol.
Colore giallo-paglierino brillante. Al naso si apprezza una leggera nota di idrocarburo, una speziatura dolce di vaniglia, sentori di pasta di mandorla, di frutta secca, di schiuma di latte, una leggera nota umami e vegetale di mallo di noce, sentori fruttati di albicocca e pesca e floreali di violetta. La bocca all’ingresso è avvolgente, morbida e cremosa, con note di caramella al miele. Chiude con un finale decisamente fresco e leggermente sapido. Bella persistenza.
Sicilia DOC Viognier Riserva Viafrancia 2019 – Baglio di Pianetto
Azienda biologica sita nella valle di Noto, vicino a Palermo. Terreni di medio impasto e argillosi, a circa 650 m s.l.m.. Viognier 100%, proveniente da una singola vigna. Fermentazione in acciaio, affinamento in barrique di rovere francese per nove mesi. 13% vol.
Colore giallo-paglierino brillante. Il naso è ampio ed esprime note di zafferano, di zucchero filato, di vaniglia, di pompelmo, uno sfumato sentore di mora, di cassis e di violetta. La bocca è avvolgente, morbida, vellutata, rotonda, con note di liquirizia; si percepisce una leggera nota di tannino legata all’uso del legno. La freschezza è decisamente citrica e richiama una spremuta di pompelmo, lime e mapo. È una riserva molto giovane che, nell’evoluzione, riuscirà a raccontare tanto altro e ad amalgamare le diverse sensazioni che oggi percepiamo un po’ separate l’una dall’altra.
Lazio IGP Viognier Ars Magna 2018 – Ômina Romana
Azienda di circa 120 ha, sita nella zona di Velletri. Terreno vulcanico, a 200 m s.l.m.. Bassissima resa per pianta (2-3 grappoli). Viognier 100%. Criomacerazione senza pressatura, affinamento in barrique di rovere francese per 10-12 mesi e poi acciaio per circa 6 mesi. 13,5% vol.
Colore giallo-paglierino tendente al dorato. Il naso esprime note fruttate di papaia e mango, di erbe aromatiche e biancospino, speziate di curcuma e pepe bianco, balsamiche di mentuccia ed erbacee amaricanti. La bocca all’ingresso è morbida e avvolgente, con un uso del legno ben integrato che non prevarica il varietale; segue una sensazione sapida molto intensa ed emerge una bella freschezza nel finale. Buona la persistenza.
Vigneti delle Dolomiti IGT Bianco Casòn 2019 – Alois Lageder
Azienda biodinamica di 50 ha, fondata nel 1823, sita a Magré in Trentino. Terreno sabbioso, pietroso con calce dolomitica, a 230-360 m s.l.m.. Viognier 70% e petit manseng 30%. Fermentazione spontanea in barrique e affinamento sulle fecce per undici mesi, cui segue un ulteriore affinamento in botti di legno. 13% vol.
Colore giallo-paglierino brillante. Al naso si apprezza una sensazione di fermentato che richiama la birra Lambic e che esprime freschezza, gioventù e goliardia; segue una lieve nota di tostatura, sentori di idrocarburo, pietra bagnata e note verdi particolarmente acerbe. La bocca ha un ingresso morbido legato a un frutto succoso, una spiccata freschezza e una sapidità asciutta. Grande potenzialità evolutiva.