Vitovska del Carso: vitigno e territorio

Roberto Filipaz, vicepresidente regionale AIS Friuli-Venezia Giulia, e Robi Jakomin, narratore e curatore di esperienze enogastronomiche, hanno condotto una serata dedicata alla vitovska e al territorio di cui è espressione ed essenza.

Sara Missaglia

Il Carso, terra aspra e pietrosa, è molto più di un semplice paesaggio: è un territorio che impone alla vite di farsi strada con fatica, determinazione e tempo. Un territorio dove la viticoltura è eroica, perché piantare una vigna qui, non è come altrove. Non basta un aratro: servono anni, ingegno e macchinari pesanti per frantumare il calcare che domina il sottosuolo. Eppure, da questa fatica, dal sottile strato di terra rossa che ricopre a malapena per 10-15 cm il calcare, nascono vini straordinari, capaci di raccontare la complessità e la purezza di un luogo unico. L’incipit di Roberto Filipaz è preludio di una serata e di una degustazione che sono molto legate al terroir: nelle sue parole e in quelle di Robi Jakomin l’orgoglio di rappresentare produttori e vini unici.

Il terroir: calcare, terra rossa e la Bora

Il sottosuolo del Carso è prevalentemente calcareo, con tratti quasi lunari, dove le radici delle viti devono penetrare in profondità per sopravvivere. Prima si mette da parte il poco strato superficiale di terra rossa, poi si frantuma la roccia, quasi come per creare una massicciata ferroviaria, e infine si riposiziona quella sottile pellicola di terra fertile in cima. Le radici, solo così, si possono insinuare tra le pietre, cercando nutrimento e acqua nel cuore stesso della roccia. Da questo sforzo nasce una viticoltura che è anche una testimonianza di resistenza e rispetto per l’ambiente: un'agricoltura integrata che mantiene viva la vegetazione originaria e i boschi, ricostruiti dopo devastanti incendi che hanno svelato l’anima selvaggia e incontaminata di queste terre. Il Carso è fortemente influenzato dalla Bora, vento freddo e secco che soffia con forza, pulendo l’aria e proteggendo le vigne da molte malattie. Le escursioni termiche tra giorno e notte, soprattutto in prossimità del mare, conferiscono ai vini una vibrante acidità e grande longevità. Il clima, unito alla povertà del suolo, dà origine a uve concentrate, intense, perfette per ottenere vini dalla forte personalità.

Vitovska: un’identità da scoprire

In questo contesto nasce la vitovska (o vitoska), un vitigno autoctono a bacca bianca profondamente legato al Carso. Si tratta di una varietà frutto dell’incrocio naturale tra malvasia e glera, due uve simbolo dell’identità viticola del territorio. Questo legame genetico è solo uno dei tanti indizi che ci parlano della sua origine e delle connessioni profonde con la storia vinicola dell’area, ma anche con il Mediterraneo orientale. Non a caso, la malvasia è di origine greca. E lo stesso nome “vitovska”, con i suoi soprannomi locali come gargania o grganja, evoca echi di altri vitigni come la garganega o il grechetto. Tutti nomi che, per assonanza e affinità, riportano alla Grecia, culla della viticoltura antica. Un’origine che ci fa pensare a rotte mercantili, scambi culturali e contaminazioni enologiche. Oggi la vitovska viene vinificata sia in versione tradizionale (bianca, non macerata) sia come vino macerato o “orange”. La differenza non è solo stilistica, ma si riflette anche sull’identità sensoriale del vino. I vini non macerati, nel tempo, sviluppano profumi straordinari che ricordano il Riesling: sentori di idrocarburo, leggermente affumicati, che emergono solo con l’invecchiamento – spesso dopo otto, dieci anni – e che sorprendono anche i degustatori più esperti. Un fenomeno scoperto solo recentemente, grazie alla scelta di alcuni produttori di conservare annate vecchie per studiare l’evoluzione del vitigno. I macerati, invece, mostrano un altro volto della vitovska. Il contatto prolungato con le bucce arricchisce il vino di tannini, colori più intensi, sentori di frutta matura come pesca e albicocca e, in alcuni casi, anche note più inaspettate come la foglia d’incenso. Alcuni esempi significativi sono i vini di Matej Skerlj, Presidente dell’Associazione Viticoltori del Carso, che vinifica con sei o sette settimane di macerazione, o di produttori come Zidarich e Škerk, rappresentanti di uno stile più estrattivo e identitario. Due filosofie opposte ma complementari, che convivono all’interno dello stesso microcosmo territoriale.

Il dibattito sulla macerazione

Molto si discute sui vini macerati. Alcuni ritengono che la macerazione possa appiattire le differenze territoriali, dando vita a vini simili tra loro anche se provenienti da zone diverse del mondo. Tuttavia, è importante sottolineare che quando la macerazione è ben fatta, spiega Filipaz, il territorio si sente. Test alla cieca hanno dimostrato che le migliori Vitovske macerate sono perfettamente riconoscibili rispetto a quelle provenienti da Georgia, Liguria o altri territori. Il Carso, con la sua firma minerale, salina, profonda, resta sempre distinguibile. In un contesto in cui il termine “orange wine” viene spesso abusato, è fondamentale approcciare questi vini senza pregiudizi. Come diceva il filosofo goriziano Carlo Michelstaedter, spiega Robi Jakomin, è necessario distinguere tra retorica e persuasione. «Non lasciamoci convincere dall’esterno, ma persuadiamoci internamente, attraverso l’esperienza diretta del bicchiere. Solo così potremo dire, con onestà, se un vino ci piace o meno».

La degustazione

Venezia Giulia IGT Vitovska 2021 - Azienda Ostrouska

Il vino si apre con un’esplosione floreale elegante e intensa, in cui spiccano con nitidezza i profumi della ginestra, caldi e avvolgenti, accompagnati da delicati sentori di fiori bianchi e accenni di zagara. Al naso richiama in modo sorprendente un Riesling, per la finezza e la precisione aromatica, ma con una personalità tutta sua, radicata nel territorio d’origine. Al palato colpisce per la sua freschezza vibrante, che dona slancio e bevibilità, sostenuta da una struttura fine e ben bilanciata. La coerenza tra naso e bocca è assoluta, confermando un’identità aromatica chiara e armoniosa. Il sorso è dinamico e preciso, con una persistenza che si prolunga nel tempo senza perdere in intensità o definizione. Il finale è fortemente caratterizzato da una spiccata sapidità, quasi salmastra, in cui si intrecciano note di erbe aromatiche – in particolare salvia e rosmarino – che lasciano una sensazione di pulizia e freschezza sul palato. È un vino che resta impresso, un vino "di memoria", capace di evocare luoghi e sensazioni grazie alla sua eleganza sottile e a una persistenza sorprendentemente lunga e suggestiva.

Venezia Giulia IGP Vitovska 2022 - Miliĉ

Gradazione alcolica contenuta e tutti gli aromi distintivi della Vitovska – mineralità, sapidità e note erbacee – vinificata senza macerazione. Il processo produttivo è completamente artigianale, sia in vigna che in cantina. Il vino affina per 8 mesi sui lieviti nobili in botti di legno usate, per poi essere trasferito in acciaio prima dell’imbottigliamento. Le marcate escursioni termiche della zona contribuiscono a sviluppare profumi intensi e inconfondibili. Vino dalla straordinaria lunghezza di bocca, appare più completo rispetto al precedente: prevalgono al naso componenti aromatiche, ma è la struttura che sorprende, in grado di reggere un piatto completo. Finale con note di burro fuso, e una texture che regala grande avvolgenza.

Venezia Giulia IGT Vitovska 2022 - Dimitri Cacovich

All’assaggio, il vino si presenta con una struttura morbida e avvolgente, in cui la freschezza sembra meno protagonista rispetto al profilo olfattivo. Al contrario, è il frutto a dominare la scena gustativa, con note piene e succose che richiamano la polpa matura di frutta gialla e sfumature di agrumi dolci. La persistenza al palato è particolarmente interessante, prolungata e armoniosa, con un finale che lascia una piacevole impronta gustativa. Emergono con chiarezza accenti sapidi, che conferiscono al sorso una dinamica vivace e una buona tensione, senza però alcuna traccia di sentori di idrocarburo, spesso tipici di alcuni vini evoluti. Questa assenza ne sottolinea la pulizia espressiva e l’equilibrio. Il profilo complessivo, sia per l’impronta aromatica che per la rotondità e la vena salina, richiama da vicino la Malvasia, ricordandone lo stile e la tipicità varietale, pur mantenendo una sua personalità distinta. Un vino che si lascia scoprire con eleganza e progressione.

Venezia Giulia IGT Vitovska 2022 - Grgič

Vino di grande opulenza olfattiva, capace di catturare e avvolgere i sensi con una complessità aromatica sorprendente. Al naso si apre con intense note di frutta gialla matura – albicocche, pesche e melone – che si fondono armoniosamente con sentori di erbe aromatiche mediterranee, come timo e salvia. Emergono poi spezie fresche e avvolgenti, tra cui cardamomo e pepe bianco, che conferiscono profondità e vivacità al profilo. Il bouquet si completa con delicate sfumature di tabacco biondo a suggerire una struttura elegante e una ottima finezza. Un vino che promette ricchezza sensoriale e lunga persistenza.

Venezia Giulia IGT Vitovska 6/7 2022 - Skerlj

Il nome è curioso: si tratta della data di nascita di entrambe le figlie, nate il 6 luglio ma di millesimi diversi, di Matej Skerlj, Presidente dell’Associazione dei Viticoltori del Carso. Il vino si presenta con un profilo olfattivo ricco e seducente, dominato da un bouquet complesso e ben articolato. Al naso emergono subito dolci note di miele e un ventaglio di erbe aromatiche finemente intrecciate, che creano una sensazione di eleganza naturale. Seguono accenti speziati di zenzero candito e una delicata vena salina che dona profondità e vivacità all’insieme. Non mancano sfumature esotiche e tropicali: ananas maturo e frutto della passione si fanno strada tra i profumi, accompagnati da una nota vellutata di cioccolato bianco. Il fruttato è intenso e ben definito, con sentori di albicocca disidratata e pesca sciroppata che conferiscono calore e morbidezza all’olfatto. All’assaggio, il vino conferma le promesse del naso con una struttura piena, dolce ma ben bilanciata, nobile nella sua espressione. L’ingresso in bocca è ampio, integro, con una dolcezza composta che richiama la frutta matura senza mai risultare stucchevole. La presenza di leggere sensazioni tanniche al palato aggiunge struttura e grip, regalando una trama interessante e insolita per un bianco di tale profilo. Un vino aristocratico, complesso, dalla lunga persistenza e dall’eleganza inaspettata, che lascia il segno con il suo carattere ricco e multisfaccettato.

Venezia Giulia IGT Vitovska Kamen 2021 - Zidarich

Questo vino si presenta con una tessitura gustativa avvolgente e armoniosa, in cui freschezza e speziatura si fondono con naturalezza, offrendo un sorso lungo e profondamente persistente. È il risultato di una rigorosa selezione delle uve coltivate con attenzione e sensibilità. In bocca rivela subito il suo fascino: il corpo è pieno, strutturato, mentre la consistenza vellutata e quasi cremosa deriva dalla prolungata maturazione del vino sui lieviti che ne arricchisce la complessità. L’acidità, ben delineata e incisiva, non è mai aggressiva e contribuisce in modo essenziale alla vivacità del vino, donandogli tensione, energia e una sensazione succosa che invita al sorso successivo. I tannini, seppur presenti, si integrano con grande delicatezza, accarezzando il palato e sostenendo la struttura senza mai sovrastarla. In questa particolare zona, la vitovska esprime al massimo la sua natura minerale, regalando vini dalla forte identità, in cui la nota salina è netta e distintiva. Nel Kamen questo carattere si manifesta con estrema finezza, arricchendo ulteriormente il suo profilo gustativo. Il risultato è un vino di straordinaria eleganza, ma anche di grande profondità e articolazione, capace di raccontare con autenticità e precisione il territorio carsico da cui proviene. Merito della visione e della sensibilità enologica di Benjamin Zidarich, che arriva a interpretare la vitovska con maestria rara. Un piccolo capolavoro enologico, che conquista per equilibrio, intensità e personalità.