You had me at Merlot
Improvvisazione, didattica, confronto: queste le chiavi di lettura di un’insolita degustazione guidata da Nicola Bonera nel variegato mondo del Merlot.
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Otto i merlot proposti alla cieca, diversi per tipologia, millesimo e provenienza geografica, comparati attraverso l’ausilio di un supporto multimediale interattivo con domande a risposta multipla: un divertente gioco didattico, finalizzato a testare la capacità degustativa del singolo partecipante. Ma facciamo un passo indietro, alla scoperta di alcuni aspetti del vitigno protagonista della serata.
Il merlot è originario della celebre Gironda, dove riesce ad esprimersi al meglio, raggiungendo in quel di Pomerol un’inarrivabile vetta con l’iconico Château Pétrus. In Italia è nel territorio friulano che viene impiantato per la prima volta, grazie alle sperimentazioni nelle proprietà del senatore Luigi Pecile e del conte Savorgnan di Brazzà, il quale lo fece conoscere presentandone la prima bottiglia prodotta all'esposizione di Cividale del 1896, per la quale si aggiudicò la medaglia d’oro.
Dai quei primi impianti nelle aziende di Fagagna e San Giorgio della Richinvelda, nelle provincie tra Udine e Pordenone, in poco più di vent’anni il merlot conobbe una folgorante ascesa grazie alla sua notevole vigoria, adattabilità e alla non comune resistenza alla fillossera, cosa che al tempo, lo rese particolarmente adatto per ricostruire i vigneti devastati dal letale parassita. Venne impiantato successivamente in Veneto e via, via nel resto del paese, trovando condizioni mediamente ideali in tutta la penisola, fino a raggiungere picchi di indiscussa eccellenza, soprattutto in alcune zone della Toscana: Palazzi di Tenuta di Trinoro, La Ricolma di San Giusto a Rentennano, Redigaffi di Tua Rita, ne sono solo una piccolissima parte.
Il merlot ha una straordinaria capacità di interpretare la zona in cui si radica, ed è da nord a sud, ancora oggi tra i principali vitigni coltivati in Italia, nonostante la sua superficie vitata si sia quasi dimezzata negli ultimi decenni (dal 1970 ad oggi, si è passati da circa 52.000 ha vitati a 28.000 ha attuali), sono numerose di fatto le denominazioni in cui ne rientra l’uso: 4 DOCG, 99 DOC e ben 109 IGT. Grazie alle sue straordinarie caratteristiche di adattabilità pedoclimatica, la coltivazione del merlot è tra le più diffuse anche nel resto del mondo: un vero vitigno ubiquitario.
La degustazione
Ticino DOC Cent Cuvée Centenario 2019 – Matasci
100% merlot - Sistema di allevamento: guyot - Affinamento: 18 mesi in barrique
Nel territorio del Ticino è proprio il merlot a farla da padrone, coprendo l’83% della superficie vitata. L’azienda Matasci sorge sulle colline a ridosso del Lago Maggiore, zona in cui, a differenza delle altre regioni vitivinicole svizzere, i vigneti non solo si dislocano su pendii dalle diverse alture, ma possono beneficiare di un clima mediterraneo, con tante ore di sole e temperature miti.
Dal color rubino intenso, al naso profumi netti di piccoli frutti di bosco, dalla mora al cassis, che si amalgamano con dolci note speziate. L’entrata in bocca è rinfrescante e snella, pulito e nitido, vino immediato dal finale di persistente piacevolezza.
Costantia Merlot 2018 – Groot Costancia
100% merlot - Sistema di allevamento: traliccio verticale - Affinamento: 18 mesi in barrique
Ci spostiamo nella più antica zona di produzione del Sud Africa, a Costantia, la culla della vinificazione nei pressi di Cape Town. Situata sotto il parco nazionale della Table Mountain, Costantia Valley, è una regione con una storia viticola che risale niente meno che al 1685, di cui l’azienda Groot Constantia, grande in lingua afrikaans, ne è la più antica testimonianza.
I vigneti sorgono tra le pendici montuose di Constantiaberg e False Bay, dove grazie alla vicinanza dell’oceano e l’orografia della valle, possono godere di un microclima differenziato e ventilato che favorisce un’ottimale maturazione delle uve.
Nel bicchiere si presenta di un rosso rubino concentrato, con tinte quasi violacee, che fanno presagire un’intensa gamma aromatica. Al naso immediati i sentori balsamici e di humus, ma si svela a poco a poco con prugne mature, fondo di caffè e cioccolato fondente che si alternano a tabacco e cannella. Sentori che accompagnano anche il sorso, avvolgente e pieno, quasi denso, massiccio, con un tannino deciso e dal finale sostenuto.
Lazio Igt Montiano 2017 – Cotarella
100% merlot - Sistema di allevamento: guyot - Affinamento: 12 mesi in barrique
Sulle colline della Tuscia, al confine tra il Lazio e l’Umbria, seppur terra bianchista, la coltivazione del merlot insolitamente vanta una lunga tradizione. Le uve raggiungono qui uno straordinario livello di maturazione, esprimendosi in vini di altissima qualità e perfettamente bilanciati: Il Montiano ne è una grande testimonianza.
Dal manto rubino profondo e luminoso, al naso è spiazzante: si avvicendano una moltitudine di nuances, dai fiori freschi a secchi, dal frutto succoso, a quello sciroppato. A seguire entrano in gioco note di smalto e resina, china e rabarbaro, chiodi di garofano con intarsi di cuoio e tabacco: un profluvio di aromi. Al palato è cremoso e ricco, particolarmente sapido e dal tannino in evoluzione, con un finale lunghissimo e appagante. Un’emozione nel bicchiere.
Patagonia Sarmiento 45°Rugientes Merlot 2019 – Otronia
100% merlot - Sistema di allevamento: parral cuyano - Affinamento: 12 mesi in foudre di rovere
É nella steppa della Patagonia, la regione viticola più meridionale al mondo, come riporta l’indicazione in etichetta, oltre il 45°parallelo, che sorgono i vigneti di proprietà dell’azienda Otronia, nei pressi delle variegate sponde del lago Musters. Qui le condizioni climatiche sono estreme, con frequenti gelate e venti che raggiungono i 100 km/h, presupposto che consente di produrre vini longevi dall’elevata acidità.
Timido rosso porpora, al naso ricorda il succo di melograno, mirtillo fresco, piccoli frutti di bosco e delicate note erbacee, a tratti terrose. Il sorso seppur fluido, rivela un tannino avvolgente e una spiccata acidità. Finale che si rivela lentamente per profondità. Un merlot estremo come la terra in cui cresce, decisamente fuori dal comune.
Valli Ossolane DOC Tarlàp 2016 – Cantine Garrone
100% merlot - Sistema di allevamento: pergola - Affinamento: 6 mesi in botte grande e 6 mesi in bottiglia
Ci spostiamo nell’estremo nord del Piemonte, in Val d’Ossola, piccolo lembo di terra in provincia di Domodossola. In questa zona la viticoltura è molto radicata, con vigne antiche, alcune centenarie a piede franco, che si dislocano lungo ripidi terrazzamenti delimitati da muretti a secco: la coltivazione è manuale, dalla potatura alla vendemmia.
Nel bicchiere il colore rubino impenetrabile, con riflessi violacei, lascia intuire un corredo aromatico che il naso non disattende: un vino che ricorda un distillato torbato. La confettura di prugne e le note balsamiche in primo piano, si alternano a numerose note terziarie ed eteree molto nitide, dal pellame al cuoio, dalla cera per mobili allo smalto. In bocca non solo non stanca, ma colpisce per immediatezza e bevibilità, con un tannino incisivo seppur vivace, e dal pieno e durevole finale. Un merlot di montagna, un tarlàpsorprendente (goccio nel dialetto locale).
Alto Adige DOC MMXI 2011 – Alois Lageder
100% merlot - Sistema di allevamento: pergola - Affinamento: 12 mesi in barrique e 12 mesi in bottiglia
Lungo i pendii del Monte Favogna, nei pressi di Magrè, si estende un appezzamento chiamato Punggl, non solo particolarmente vocato per la viticoltura, ma terra di merlot già dagli anni Quaranta. Data l’eccellente qualità delle uve prodotte, intorno al 1995, l’azienda Lageder decise di vinificare il merlot in purezza e di nominare il vino con il corrispettivo millesimo in numeri romani, in quanto sarebbe stato commercializzato con l’avvento del nuovo millennio.
Nel calice il color rosso rubino è luminoso e intenso. Al naso racconta un’evoluzione importante: confettura di prugne, cassis, estratto di carne, soya, e ancora, carbone, china, pellame, terra umida, legna arsa e note ferrose che si svelano a tratti. Un bouquet aromatico ricchissimo e avvolgente. In bocca è vigoroso, con un tannino strutturato e ben bilanciato con l’acidità. In assoluta armonia con il naso, dal finale persistente e in crescendo.
Friuli Colli Orientali DOC Altromerlot 2009 - Torre Rosazza
100% merlot - Sistema di allevamento: guyot - Affinamento: 24 mesi in barrique
Si torna dove il merlot venne impiantato per la prima volta in Italia, nella provincia friulana di Udine.
Qui la commistione di terroir e condizioni climatiche permettono alle uve di raggiungere una maturazione ottimale e di arricchirsi nel corpo e nella mineralità: i vigneti sorgono sui ronchi, ovvero sulla sommità delle alture, con escursioni termiche e ventilazione eccezionali, favorite dalla bora e dai venti provenienti dal Mar Adriatico. La poncacontribuisce al resto.
Nel 1987 in azienda nacque l’idea di produrre un merlot diverso rispetto a quanto proponeva la tradizione friulana del tempo, scegliendo di affinarlo inusualmente in barrique per lungo tempo e chiamarlo appunto altro.
Dal colore rosso rubino molto profondo. Al naso si apre con profumi delicati di piccoli frutti a bacca rossa e mirtilli, per poi lasciar spazio a sentori di muschio e sottobosco: le note floreali e vegetali sono nitide e si alternano delicatamente con intermezzi più sviluppati di sciroppo e legno. In bocca l’avvolgente tannino si avverte immediatamente e l’eleganza ne è l’attributo più evidente. Il finale riempie il palato di morbidezza e consistenza. Un vino maturo.
Napa Valley Merlot 2005 - Chappellet
76% merlot 12% cabernet sauvignon 9% malbec 3% petit verdot - Sistema di allevamento: guyot - Affinamento: 22 mesi in barrique
L’ultima espressione serale dell’eclettico merlot, ci porta ai piedi del monte St.Helena, nella zona più vocata e importante della California: la Napa Valley. I vigneti si trovano nel cuore della valle, sopra due placche tettoniche ricche di depositi vulcanici (i napa bench), luogo in cui nel contempo possono beneficiare di un clima mediterraneo ed escursioni termiche rilevanti, grazie ai venti freddi provenienti dalla baia di San Pablo.
Un vino che già dal colore granato intenso, con riflessi aranciati, introduce il racconto di un’evoluzione importante, che al naso si decodifica: amarena matura, prugna essiccata, spezie pungenti, chiodi di garofano, noce moscata, cioccolato amaro e caffè tostato, tabacco, sono solo alcuni dei sentori che offre. È un merlot che sembra appassito. In bocca è denso, caldo, materico, a tratti lievemente piccante, con un tannino morbido e sostenuto e dall’appagante e ampia lunghezza del finale.
Una serata che certamente smentisce il Paul Giamatti della celebre pellicola “Side Wais”: «No, if anyone orders merlot, I’m leaving. I am not drinking any fucking merlot!».
Se avesse messo anche solo il naso nei merlot presentati, non se ne sarebbe certamente andato!