Verticale di Cristal: a tu per tu con l'icône champenoise

Torna a Monza Wine Top, il format che raccoglie attorno a un grande vino un piccolo gruppo di estimatori. Protagonista il celebre champagne di Louis Roederer

Giuseppe Vallone

Al suo debutto con il Sassicaia, il format Wine Top ha convinto e conquistato, c’era quindi grande trepidazione per questo secondo appuntamento. L’idea è sempre la stessa, semplice e quindi vincente: poche persone sedute a ferro di cavallo e quattro bottiglie di un vino iconico da degustare insieme in una verticale da urlo. 

Il protagonista di questo secondo incontro veniva da Oltralpe, una vera e propria icona della Champagne: il Cristal della Maison Louis Roederer, l’osannato “vino dello zar”, nato nel 1876 per soddisfare, appunto, il gusto esigente dello Zar Alessandro II, al quale venne anche riservata l’ormai iconica bottiglia di cristallo a fondo piatto.

Quattro annate: la 2012 e la 2008 considerate dai critici tra le più virtuose di sempre; la 2002 e la 1997 da valutare e apprezzare per l’ampio respiro intercorso tra la vendemmia di ieri e la degustazione di oggi.

Di parole, durante la serata, non ne sono state dette molte altre. D’altronde, di Louis Roederer e del suo Cristal tanto si è scritto e tanto si è letto. Giusto qualche appunto di degustazione, durante i vari assaggi, perché l’esperienza potesse trovare un ricordo sui fogli a righe della Moleskine: ve li proponiamo.

Cristal 2012
60% pinot noir, 40% chardonnay. Il 32% dei mosti è vinificato in legno, nessuna malolattica svolta. Dosaggio di 7,5 g/l.

Calice di lucente veste paglierina, il vino ha un approccio mutevole: principia con erba sfalciata e mela croccante, prosegue su note di miele, zucchero a velo e stuzzicanti pungenze di zenzero. È un naso ricco, che prosegue con sentori di cipria, cedro e lime. L’assaggio è di sferzante intensità, caratterizzato da una freschezza irruenta e da aromi tostati che sul finire volgono all’agrume. Grande sapidità, il dosaggio è perfettamente dosato a bilanciare durezze altrimenti taglienti. La potenza di ingresso prosegue lungo tutta la beva e termina in una persistenza davvero lunghissima. 

Assaggio assai giovane, questo champagne ha bisogno di compattarsi e per questo chiede tempo. 

Dopo diversi minuti nel calice, a temperatura decisamente più alta, emergono al naso note di caramello mou, fondo di caffè e ortica, oltre a una vaga pungenza calorica; al palato si conferma un vino molto saporito.

Cristal 2008
60% pinot noir, 40% chardonnay. Il 20% dei mosti è vinificato in legno e ha fatto malolattica. Dosaggio di 8 g/l.

Colore paglierino ravvivato da brillanti barbagli dorati. Avvicinando il calice al naso, il vino è restìo a proporsi, è poco comunicativo, giusto un accenno di frutta bianca matura e note di mandorla e nocciola. Per contro, la bocca mostra da subito la stoffa attesa: l’assaggio è infatti ritmato, cadenzato da un ingresso deciso, a cui segue una breve distensione e poi ancora una nuova verticalità. Uno champagne pieno, ricco, morbido, di corroboranti freschezza e sapidità, intenso e molto persistente su aromi di agrume candito e note tostate. 

Scaldandosi nel calice si apre anche al naso, con un ventaglio di profumi che spazia dalla pera Williams al fungo secco, ai frutti gialli. 

Nel complesso appare più a fuoco centrato del Cristal 2012.

Cristal 2002
60% pinot noir, 40% chardonnay. Il 17% dei mosti è vinificato in legno, nessuna malolattica svolta. Dosaggio di 9 g/l.

Oro giallo. Approccio olfattivo maturo, che spazia tra note di glutammato e accenni di carne rossa, poi frutta candita, una soave speziatura, liquirizia e infuso di erbe. Assaggiandolo è immediata la classe e la raffinatezza del sorso, con una freschezza sottile e tratteggiata perfettamente fusa in una saporita salinità e in una morbidezza pienamente sferica. 
È uno champagne che si trova oggi su un pianoro di compiuta maturità. La PAI, senza colpo ferire, fa impallidire i vini precedenti.

Cristal 1997
60% pinot noir, 40% chardonnay. Dosaggio tra 8 e 10 g/l.

Splendida veste d’oro antico. Il naso, inizialmente recalcitrante, con la giusta attesta diventa un profluvio di confettura di frutta gialla, note tostate dolci e puntute. In bocca è pieno e rotondo, con un’acidità sottile e una sapidità che, pur prendendosi il proscenio, non interferisce su un equilibrio complessivo davvero mirabile. Il residuo zuccherino è più alto dei vini precedenti eppure è perfettamente composto.

Tutto sommato, un grande, grande champagne, che in termini espressivi, in questa degustazione, sta un gradino sotto soltanto al Cristal 2002.