Champagne Jacquesson: il debutto di Alberto Lupetti a Monza
Racconti dalle delegazioni
09 aprile 2025

AIS Monza ha ospitato, per la prima volta, uno dei più autorevoli comunicatori del mondo dello champagne: Alberto Lupetti. Due ore intense tra racconti, approfondimenti tecnici e sei grandi calici in degustazione di una delle Maison più iconiche della Champagne.
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Fondata nel 1798 da Claude e Memmie Jacquesson a Châlons-sur-Marne, la Maison Jacquesson è una delle case produttrici più antiche della regione, al punto da essere stata premiata da Napoleone Bonaparte con una medaglia d’oro per l’eccellenza delle sue cantine.
Se della storia della Maison abbiamo già parlato su AIS Lombardia (vedi qui e qui), vale la pena ricordare il momento cruciale del 1974, quando la famiglia Chiquet acquisì l’azienda, trasferendo la sede a Dizy. Sotto la guida dei fratelli Jean-Hervé e Laurent Chiquet, alla direzione dal 1988, Jacquesson ha adottato un approccio rivoluzionario, specie con la creazione delle Cuvée 7XX, una serie di Champagne numerati che raccontano ogni annata nella sua unicità. “Assemblavamo il sans année", hanno raccontato i fratelli “ma eravamo frustrati. Era il 1998 e stavamo lavorando sui vini del 1997. Era un bell’assemblaggio, diverso dal precedente, ma di grande qualità. Eppure, non riproducibile. Ci rendemmo conto che stavamo sacrificando la qualità in nome della costanza. Così decidemmo di cambiare tutto. Lo facemmo finalmente nel 2000, dopo due anni di riflessioni”.
La scelta di produrre una sola cuvée numerata all’anno riflette una filosofia tesa a valorizzare le specificità di ogni vendemmia. Come ribadiscono gli stessi Chiquet: “Nel processo di assemblaggio cerchiamo il meglio dell’annata, senza negarne le peculiarità. Numeriamo le nostre cuvée per evidenziarne la personalità”.
Accanto alle cuvée numerate, la Maison propone anche le versioni Dégorgement Tardif (DT), affinate più a lungo sui lieviti: “Perché la pazienza è sempre ricompensata: ogni vendemmia ha così la possibilità di vivere due vite, con due maturazioni differenti. Prima, la Cuvée 700, affinata per 3-4 anni. Prolungando la fase di maturazione fino a 10 anni, nasce la Cuvée 700 Dégorgement Tardif. Un po’ come il nostro sogno a tutti: vivere due vite in una, evolversi senza invecchiare...».
La produzione annua, infine, si completa con champagne provenienti da singoli lieu-dit, in particolare:
- Champ Caïn: 19.000 piante di chardonnay piantate nel 1962 su 1,3 ha ad Avize;
- Corne Bautray: 9000 piante di chardonnay del 1960 su 1 ha a Dizy;
- Terres Rouges: 11.500 piante di pinot noir del 1993 su 1,35 ha a Dizy;
- Vauzelle Terme: 2500 piante di pinot noir del 1980 su 0,3 ha ad Aÿ.
I vigneti si estendono su 36 ettari in villaggi prestigiosi come Aÿ, Avize, Oiry, Dizy e Hautvillers. La produzione è volutamente limitata a circa 350.000 bottiglie l’anno, puntando più sulla qualità che sulla quantità. Le uve — chardonnay, pinot noir e meunier — sono coltivate con metodi biologici e nel rispetto della sostenibilità ambientale.
La degustazione
Cuvée n. 747
31% pinot noir, 46% chardonnay, 23% meunier, base vendemmia 2019 che, per il 75%, proviene da Aÿ, Dizy, Hautvillers, Champillon e, per il 25%, da Avize e Oiry. Vins de réserve: 29% di assemblaggi precedenti fino alla Cuvée 743. 46 mesi di sosta sui lieviti in grandi botti di legno, dégorgement nel luglio 2024, dosaggio di 1,5 g/L. Produzione: 186.372 bottiglie, 9002 magnum e 400 jéroboam.
L’annata 2019 ha visto un inverno mite e secco, tre gelate primaverili (che hanno penalizzato lo Chardonnay), e un’estate calda con scottature su alcuni grappoli. La vendemmia (12–22 settembre) ha dato uve di altissima qualità ma con rese limitate.
Naso invitante, vinoso e fruttato. Perlage fine e vivace. Al palato è levigato, teso, affilato, con aromi di crema pasticcera e tostature leggere. «Asciutta ma non secca», chiude con persistenza e austera eleganza.
Cuvée n. 746
22% pinot noir, 55% chardonnay, 23% meunier, base vendemmia 2018. Vins de réserve: 23% di assemblaggi precedenti fino alla Cuvée 737. 59 mesi di sosta sui lieviti, dégorgement a ottobre 2023, dosaggio di 1,5 g/L. Produzione: 242.012 bottiglie, 9770 magnum e 398 jéroboam.
La vendemmia 2018 ad Aÿ, Dizy, Hautvillers (68%), Avize e Oiry (32%) è stata precoce (30 agosto – 11 settembre), dopo un inverno piovoso e una primavera variabile.
Naso maturo e preciso, su crema al limone. Al sorso prevale la mineralità, con una struttura piena e masticabile e un finale secco, quasi da non dosato.
Cuvée n. 744
24% pinot noir, 54% chardonnay, 22% meunier, base vendemmia 2016. Vins de réserve: 30% di assemblaggi precedenti fino alla Cuvée 736. 64 mesi di sosta sui lieviti, dégorgement a novembre 2022, dosaggio di 0,75 g/L. Produzione: 244.350 bottiglie, 9905 magnum e 300 jéroboam.
La 2016 proviene da Aÿ, Dizy e Hautvillers (55%) e da Avize e Oiry (45%), e si è caratterizzata per gelate primaverili, estate calda e vendemmia tardiva (19 settembre – 6 ottobre).
Colore dorato brillante, profumi di frutta gialla matura. Bocca cremosa, generosa, «minerale, pulita e leggermente sapida». Secondo Alberto Lupetti, è lo champagne «più completo e affascinante» fino a questo punto della serata.
Cuvée n. 742 DT
24% pinot noir, 51% chardonnay, 25% meunier, base vendemmia 2014. Vins de réserve: 21% di assemblaggi precedenti fino alla Cuvée 735. 96 mesi di sosta sui lieviti, dégorgement ad aprile 2023, dosaggio di 0,5 g/L. Produzione: 17.980 bottiglie e 900 magnum.
Il 59% della vendemmia 2014 proviene da Aÿ, Dizy, Hautvillers, Champillon e il 41% da Avize e Oiry. L’inverno è stato piovoso e particolarmente mite, seguito da una primavera calda e secca e da un’estate fresca e molto piovosa. Un settembre caldo, secco e soleggiato ha permesso una perfetta maturazione delle uve. La raccolta è iniziata il 15 settembre e si è conclusa il 25 settembre, dando origine a un assemblaggio dominato dallo chardonnay.
Naso timido ma fine, sorso verticale e affilato, con acidità tesa, che Alberto Lupetti definisce da «vecchia scuola». Perlage finissimo. Una perfetta sintesi dei vini precedenti.
Champ Caïn 2013
100% chardonnay, vendemmia il 10 ottobre 2013, tirage sous liège nell’aprile 2014 (dice Alberto Lupetti: «il tappo di sughero esercita un effetto micro-ossidante all’inizio della maturazione sui lieviti, a seguire serra la bottiglia ermeticamente, garantendo una migliore maturazione nel tempo»), dégorgement ad aprile 2022, dosaggio di 0 g/L. Produzione: 11.220 bottiglie e 398 magnum.
Naso agrumato e fresco. Bocca densa e diretta, dal finale minerale e asciutto. Il tiraggio con tappo di sughero favorisce una maturazione più armonica.
Terres Rouges 2015
100% pinot noir, vendemmia il 15 settembre 2015, tirage sous liège nell’aprile 2016 e sboccatura nell’aprile 2023, dosaggio di 0 g/L.
Colore oro antico. Profumi dolci e complessi di piccoli frutti rossi, cipria, agrumi scuri e note verdi. Bocca piena e strutturata, con retrolfazione su frutto maturo e pietrosità del terroir.
La degustazione condotta da Alberto Lupetti non è stata soltanto un viaggio attraverso alcune delle cuvée più rappresentative di Jacquesson, ma anche un’immersione autentica nella filosofia produttiva di una Maison che ha scelto di raccontare ogni vendemmia nella sua unicità, senza compromessi. Un approccio artigianale e rigoroso, che si riflette nella finezza, nella precisione e nella personalità distintiva di ogni etichetta. Tra cuvée numerate, dégorgement tardif e selezioni parcellari, il filo conduttore è stato sempre lo stesso: eleganza senza ostentazione, materia pura, tensione gustativa e trasparenza espressiva del terroir.
Per AIS Monza e Brianza, un debutto con il botto: non solo per la statura del relatore, ma per la qualità assoluta dei calici e per la profondità di racconto. Un primo passo, si spera, di un lungo cammino insieme.