...un giorno...a Moniga del Garda

...un giorno...a Moniga del Garda

Degustando
di Nicola Bonera
01 ottobre 2006

L’azienda agricola Costaripa ci ha aperto le porte per una verticale unica nel suo genere

Lo scorso 10 giugno i degustatori ufficiali dell’AIS Lombardia si sono riuniti per un nuovo, eccezionale e molto probabilmente irripetibile incontro di degustazione; l’azienda agricola Costaripa di Moniga del Garda (BS), di proprietà dei fratelli Mattia e Imer Vezzola, ci ha ospitato negli attrezzatissimi spazi della cantina di recente costruzione per ascoltare il parere di sommelier degustatori esperti, mettendo sul banco degli imputati le ultime bottiglie di diverse annate di due tra i vini più rappresentativi per l’azienda e per il panorama vitivinicolo di questo angolo della provincia di Brescia: il Garda classico chiaretto Molmenti ed il Garda classico groppello Maim, il primo proposto nei millesimi 2003, 2000 e 1998, il secondo nelle annate 2003,2001,2000,1999,1998,1997.

Fondamentale per l’approccio nei confronti di questi vini è stato il cappello iniziale effettuato da Mattia Vezzola, il quale ci ha spiegato brevemente la filosofia aziendale e le tecniche adottate per l’ottenimento di questi due vini, oltre a descrivere in modo panoramico la storia e la geografia del territorio dove nascono le uve interessate nella produzione di queste particolarità. Nello specifico ci ha raccontato che i terreni dove nascono le uve di proprietà sono ricchi di ghiaia e argilla, i vigneti sono allevati a Guyot, con densità di impianto pari o superiori ai 4500 ceppi per ettaro, le rese massime per lo stesso si aggirano attorno ai 50 quintali; il tutto per permettere al Groppello, l’uva autoctona regina del territorio, l’unica ad avere una lunga storia alle spalle, di esprimersi al meglio; l’azienda non vuole però arrivare ad ottenere dei vini super potenti e polposi, motivo per il quale le uve ed i vini non subiscono particolari forzature, mantenendo le note fruttate tipiche dell’uva, conservando un’ottima bevibilità pur non mancando di struttura; l’epoca di vendemmia viene decisa ancora dall’occhio umano e dalle sensazioni del vignaiolo, cercando di ottenere acini molto piccoli e concentrati, l’utilizzo del legno è molto attento, vengono utilizzati sia legni nuovi che usati, le tostature sono molto basse, per non influenzare l’aroma fruttato del vino e gli affinamenti in bottiglia si protraggono per lunghi periodi, in modo da immettere sul mercato dei prodotti perfetti per il consumo, stabilizzati in modo naturale in cantina.

Di un vitigno Groppello si parlava già nel 1250; la Valtenesi, di cui Moniga è uno dei principali comuni, questa ristretta zona della sponda Bresciana del lago di Garda, all’interno della denominazione Garda Classico, esportava vini già più di 100 anni fa; oggi le superfici vitate si sono ridotte fino a divenire un decimo di quelle presenti 60 anni fa e gli ettari adibiti in purezza al Groppello sono ormai meno di 50, perduti per via dell’industrializzazione e dell’urbanizzazione legata al boom del turismo. L’azienda Costaripa ha invece investito nella viticoltura, oggi possiede vigneti in svariate zone della Valtenesi, riuscendo a sintetizzare e sfruttare al meglio le caratteristiche peculiari di ogni terroir.

Agli inizi del xx secolo uno studioso vivaista, tale D. Tamaro, descriveva il Groppello come vitigno ricco di tannini e di acidità, aromatico, dal grappolo particolarmente serrato, come una pigna, le rese si aggiravano attorno ai 50 quintali per ettaro; i vini da groppello risultavano avere affinità con il pinot nero e invecchiavano a lungo. L’azienda Costaripa non ha fatto altro che reinterpretare queste centenarie linee guida applicando le moderne conoscenze in materia di viticoltura, conduzione del vigneto e vinificazione.

Passiamo ad analizzare i due “vini sul banco”.

Il Garda classico chiaretto Molmenti nasce in onore dell’inventore di tale tipologia, il senatore veneziano Pompeo Momenti, sposato con una donna di Moniga del Garda che gli portò in dote una splendida villa circondata da vigneti. Mattia Vezzola ci ha spiegato che i vini rosati in generale, nascono da precise idee ed hanno un costo di produzione di circa il 40% superiore a quello di un vino bianco.

Il chiaretto Molmenti proviene da vigneti vicini al lago, con esposizioni a mezzogiorno; il vino, unico nel suo genere, fermenta in tonneaux da 400 litri dove successivamente affina 1 anno, per passarne un secondo in bottiglia prima della commercializzazione. Ci ha stupito la longevità di questo vino e la sua capacità di impreziosire il proprio bagaglio di profumi; siamo abituati da tempo a bere dei vini rosati dell’ultima vendemmia disponibile, che spesso arrancano per riuscire a dare il testimone nella staffetta con la vendemmia successiva.

Il Garda classico groppello Maim (dalle prime lettere del nome dei fratelli Mattia e Imer) rappresenta in etichetta una lastra di marmo che si spezza, quasi a significare la rottura di un pregiudizio, quello che vuole il groppello come vino facile e non adatto all’evoluzione, probabilmente visto così per via della standardizzazione del prodotto legata alla necessità di mercato, o piuttosto dovuta la fatto che fino a non molti anni fa erano pochi i produttori ad avere il coraggio di diradare nei vigneti, di produrre quantità limitate di uva per ettaro; l’affinamento avviene in barrique dalle tostature minime, dove il vino evolve per 12 mesi, passandone ulteriori 10 in bottiglia prima di essere posto sul mercato. Durante le degustazioni abbiamo chiesto ai fratelli Vezzola se vi fossero state nel corso degli anni delle differenze di lavorazione nei vini, riscontrando in alcuni dei campioni note tostate maggiormente evidenti; ad una risposta negativa abbiamo piacevolmente compreso come le singole annate si comportino in modo differenziato, talvolta dandoci dei prodotti con note animali evidenti, talvolta privilegiando il frutto.

In conclusione di questa nuova e splendida esperienza l’azienda ci ha offerto un rinfresco abbinato ad uno spumante metodo classico millesimato denominato riserva 1999, sboccato dopo 60 mesi di permanenza a contatto con i lieviti, ottenuto da uve chardonnay al 70% e pinot nero al 30%, per metà provenienti da vigneti del lago di Garda e per il resto provenienti dalla Franciacorta. E’ uno spumante ricco, molto complesso, tostato e corposo, poco adatto all’aperitivo ma ideale durante il pasto, abbinato a preparazioni ricche di ingredienti. Tra le tante sorprese della giornata ci ha lasciato di sasso il fatto che Costaripa produce metodo classico dal 1973, ben prima che il fenomeno Franciacorta prendesse piede.

Che dire? Dopo una giornata del genere possiamo proprio affermare che il pregiudizio nei confronti di questi vini è stato completamente infranto.



Garda Classico chiaretto Molmenti 2003

Il colore è rosa tenue, tendente al cerasuolo, con leggera sfumatura aranciata; il profumo è intenso, non ancora molto complesso, l’evoluzione in legno marca leggermente lo spettro olfattivo, si riconoscono aromi di pesca gialla, yogurt, buona mineralità; in bocca è molto morbido, ha già un perfetto equilibrio, l’acidità è piacevole, il finale è lungo e la struttura non è invadente; nel finale si evidenziano ancora note di frutta matura e lievi accenni di speziatura apportata dal legno. Perfetto compagno di cannelloni di farro con sminuzzata di crostacei leggermente piccanti.



Garda Classico chiaretto Molmenti 2000

Il colore ha già evidenti sfumature aranciate, la consistenza importante, l’olfatto apre con un’elevatissima mineralità, note tostate di frutta secca, decisamente nocciolato; in bocca dimostra un’acidità ancora perfettamente integra, ottima mineralità, grande finezza e freschezza, con un finale dove le note di frutta secca si fondono splendidamente con i piccoli frutti macerati; manca in parte della morbidezza del campione precedente, in compenso questa acidità così viva potrà garantirgli ulteriore evoluzione. Da abbinare a spaghettini con mazzancolle e polpa di ricci di mare.



Garda Classico chiaretto Molmenti 1998

Colore molto tenue e luminoso, con lacrimazione lentissima e ottima consistenza; l’olfatto è molto complesso, con riconoscimenti di idrocarburi, erbe balsamiche, frutta a polpa gialla matura, lievi accenni di etereo e cuoio; in bocca ha grande sapidità, alcol avvolgente, note di liquirizia e finale decisamente persistente. Vino che ha raggiunto uno straordinario apice, ricco di piacevolezza. Compagno ideale di maccheroncini al torchio con sugo d’anatra aromatizzato al rosmarino.



Garda Classico groppello Maim 2003

Il colore verte verso il rubino, piuttosto acceso; all’olfatto esprime intense note minerali, di pepe verde, a tratti è ancora burroso e vanigliato. In bocca l’annata calda si nota attraverso un impressionante equilibrio, retto da tannini già decisamente privi di spigoli; è persistente e morbido, tra i più pronti dell’intera batteria, ottimo bevuto oggi abbinato ad un filetto di manzo appena scottato, abbinato d una salsa al Groppello (bordolese rivisitata) e pepe verde.



Garda Classico groppello Maim 2001

Colore tendente al granata, ottima la consistenza; ad un primo naso è decisamente intenso, con sentori che si spingono fino a note animali, fa presagire ad un’ottima ricchezza di frutto, a tratti è ancora irruente; al gusto le componenti dure sono in prevalenza, con sapidità notevole e acidità viva e ben presente; nel finale emergono sensazioni tostate e a tratti leggermente caramellate; può ammorbidirsi ulteriormente nei prossimi 3-4 anni. Perfetto con dei bigoli al torchio con il pestöm.



Garda Classico groppello Maim 2000

Colore abbastanza cupo; il profumo sembrava inizialmente un po’ evoluto, con note a tratti pungenti; nel prosieguo si è dimostrato ricco di sfaccettature, con riconoscimenti di frutta secca, lievi note selvagge, a tratti vinoso; in bocca i tannini sono ancora ottimamente presenti, quasi ruvidi; questo vino può evolvere ancora positivamente per diversi anni. Trova abbinamento esaltante con un cremoso risotto alle quaglie.



Garda Classico groppello Maim 1999 bottiglia Magnum

Colore granata dall’ottima intensità; al naso esprime intense e mature note di cacao, prugna secca, straordinaria mineralità, a tratti appare quasi torbato, iodato, con riconoscimenti di salamoia; in bocca ha una perfetta corrispondenza con l’olfatto, dimostrandosi morbidissimo ma quasi salato, con un perfetto equilibrio; vino maturo, che può conservarsi perfettamente per ulteriore tempo. Da abbinare a preparazioni a base di selvaggina, come un civet di lepre.



Garda Classico groppello Maim 1998

Colore con sfumature decisamente aranciate. Forse il campione che più si staccava dalle caratteristiche riscontrate negli altri, probabilmente frutto di un’annata meno importante, quasi avesse subito maggiormente l’evoluzione in legno; i riconoscimenti vanno da note decisamente speziate a riconoscimenti di incenso e note balsamiche; in bocca è molto fine, garbato, con buona acidità e note di fiori essiccati. Molto piacevole l’abbinamento con un risotto mantecato al groppello e veli di lardo alle erbette.



Garda Classico groppello Maim 1997

Granata con lievi riflessi aranciati; l’olfatto ricorda la nota animale riscontrata nella maggior parte dei campioni, arricchita da riconoscimenti di liquirizia e cacao; al gusto ha ancora buona acidità, corpo non pienissimo ma straordinaria fragranza e finale decisamente persistente e ricco di gusto, sapido con ricordo di prugna secca e malto. Matrimonio perfetto con carré d’agnello alla senape antica.



IL PANEL DEGUSTATORI



  • Celestina Bonariva

  • Davide Bonassi

  • Nicola Bonera

  • Luigi Bortolotti

  • Stefano Botturi

  • Marco dell’Eugenio

  • Nadia Giroldi

  • Cristina Maggi

  • Marco Marchetti

  • Tito Nasi

  • Anna Vaglia

  • Gino Valenza

  • Emilio Zanola
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