Pensa in Rosa. A Moniga un Convegno sulla tipicità e il futuro del Chiaretto e dei Rosé

Pensa in Rosa. A Moniga un Convegno sulla tipicità e il futuro del Chiaretto e dei Rosé

News dai Consorzi lombardi
di Redazione
02 giugno 2011

E’ fissato per domenica 5 giugno alle 10.30 l’appuntamento con il convegno “Pensa in Rosa”, organizzato dal Consorzio Garda Classico e dal Comune di Moniga del Garda nell’ambito della quarta edizione di ITALIA IN ROSA, la vetrina dei Chiaretti e dei rosè d’Italia in programma a Villa Bertanzi di Moniga il 4 e 5 giugno: un appuntamento per inquadrare la storicità documentata dalla produzione di Chiaretto in Valtènesi nel più ampio quadro dei rosati italiani e per esplorare prospettive e potenzialità del mercato futuro di Chiaretto e rosé.

 

Italia in Rosa 2011Nel mondo della produzione nazionale di vini rosati i Chiaretti occupano una posizione ben definita da una tradizione e da una storicità, radicata in Valtènesi: da qui parte la nuova consapevolezza che ha spinto il Consorzio Garda Classico a varare la nuova Doc Valtènesi, che nella variante Chiaretto esordirà il 14 febbraio 2012. Questo il messaggio che Italia in Rosa e il Consorzio Garda Classico puntano a far emergere dal convegno “Pensa in Rosa- Dialogo sul Chiaretto e sui vini rosati”, in programma all’interno della manifestazione di Moniga nella mattinata di domenica 5 giugno (sala consigliare del comune di Moniga, ore 10.30). Sull’argomento si confronteranno Tullio Ferro, giornalista, storico e profondo conoscitore del Garda e delle sue tradizioni, l’enologo Rocco Di Stefano, docente del corso di laurea in Scienze Viticole ed Enologiche dell’Università di Torino, e Daniele Cernilli, giornalista ed esperto degustatore di vini tra i più celebri ed apprezzati a livello nazionale, moderati dalla giornalista Francesca Cantiani.

“Sarà un’occasione per ricordare specificità, particolarità ed unicità della Valtènesi – spiega il presidente del Garda Classico Sante Bonomo -. Siamo in un terroir unico per caratteristiche pedologiche e climatiche: il punto più a nord del mondo dove crescono gli agrumi, l’ulivo, i capperi. Il Groppello qui si coltivava già  200 anni prima della scoperta dell’America: un vitigno che il nostro vicepresidente, Mattia Vezzola, enologo dell’anno 2004 e 2008 e uomo simbolo del vino italiano, ha recentemente paragonato con grande efficacia, per le sue doti di eleganza e finezza, ad un maglione di cachemire: che tiene caldo e non pesa. Oggi nel mondo di Groppello ne resistono poche centinaia di ettari: e sono quelli coltivati in Valtènesi. Il Groppello è il vitigno principale anche del Chiaretto che rappresenta uno dei rarissimi rosè italiani di grande tradizione e documentata storicità: la sua metodologia di produzione è stata codificata oltre un secolo fa dal senatore veneziano Pompeo Molmenti che ha di fatto regolamentato una “sapienza” diffusa sul territorio da epoche ben più antiche. Questo significa che in Valtènesi, come solo in Salento e in nessun’altra zona d’Italia, abbiamo una viticoltura storicamente e tradizionalmente indirizzata alla produzione di rosè. Ed è questo che contraddistinguerà la nuova Doc Valtènesi, in cui il Groppello sarà la base sia del Chiaretto, sul mercato dal 14 febbraio 2012, sia del Valtènesi nell’espressione del rosso, che arriverà sempre il prossimo anno ma a partire dal 1 settembre”.

Nel corso del convegno sarà proprio Tullio Ferro a ricordare, tra documenti storici ed aneddoti personali sul filo della memoria, la radicata storicità del Chiaretto in terra di Valtènesi, mentre Rocco Di Stefano sottolineerà nella sua relazione tecnica le differenze tra le tecniche di vinificazione del Chiaretto e quelle degli altri rosè italiani. Cernilli invece ripercorrerà 25 anni di degustazioni “in rosa”, analizzando punti di forza e debolezza del comparto dei vini rosati e le prospettive di crescita che il Valtènesi Chiaretto e gli altri rosé possono vantare nello scenario di mercato dell’immediato futuro.