Il Buttafuoco Storico e il vino consortile

L’incontro conclusivo del master sul Buttafuoco Storico è dedicato al vino consortile con una degustazione verticale di 7 annate. A guidare i soci di AIS Pavia Simone Bevilacqua e il presidente del Club Davide Calvi.

Margherita Bruciamonti

Con il quarto incontro, si conclude il percorso del Master dedicato al Buttafuoco Storico organizzato da AIS Pavia. Ripercorrendo i precedenti incontri, Davide Calvi, presidente del Club del Buttafuoco Storico, ha evidenziato le peculiarità delle tre sottozone dell’area di produzione – ghiaie, arenarie e argille – e quanto l’influenza del territorio possa caratterizzare il prodotto finale.

A questo va aggiunto come la menzione in etichetta della vigna storica rappresenti, a tutti gli effetti, una sorta di piccola unità geografica aggiuntiva, seppur molto parcellizzata. Tutti i campioni degustati durante il master hanno evidenziato sia le caratteristiche distintive di questa tipologia di vino, sia lo stile di ogni produttore.

Per concludere questo affascinante percorso i partecipanti hanno avuto l’opportunità di confrontarsi con una verticale del vino consortile. L’idea della sua nascita risale al 2013 con l’obiettivo di presentare il territorio del Buttafuoco Storico al mondo della ristorazione e della distribuzione.

Gli attori del vino consortile

Per dar vita a questa operazione territoriale, che coinvolgeva tutte le aziende, si decise di affidarsi a una figura esterna, che potesse analizzare in modo imparziale tutti i vini da utilizzare nella creazione del vino consortile. Si chiese, dunque, collaborazione a enologi esterni per creare ogni anno un assemblaggio che prendesse come base vini “atti a divenire Buttafuoco Storico”, per creare una sorta di cuvée a seconda delle basi a disposizione (e del proprio gusto naturalmente), interpellando gli enologi del territorio. Il primo a firmare questo progetto fu Mario Maffi, stimato enologo e memoria storica dell’Oltrepò Pavese, che assemblò i vini dell’annata 2011.

Il vino consortile, come ha sottolineato Simone Bevilacqua, è creato dall’assemblaggio di vini già finiti. Viene prima in contenitori di acciaio per qualche mese e poi in commercio dopo almeno sei mesi di riposo in bottiglia. I vini a disposizione sono diversi ogni anno: nel 2014, ad esempio, anno caratterizzato da una grande piovosità, alcuni produttori non hanno realizzato il proprio Buttafuoco Storico e quindi il vino consortile ha avuto a disposizione meno vini da scegliere per fare l'assemblaggio finale.

I soci del Club, sottolinea questa volta Davide Calvi, mettono a disposizione del vino consortile un quantitativo che decidono liberamente: l’ultima parola è data all’enologo dell’anno che realizzerà l’assemblaggio, il quale, in collaborazione con la commissione enologica del Club, deciderà in che percentuale utilizzare i vari vini. Il presidente, inoltre, sottolinea anche come l’enologo sia chiamato a mettere la propria firma sull’etichetta dell’annata, che avrà quindi un’ulteriore caratterizzazione a seconda del proprio palato.

Anche per il vino consortile viene sempre utilizzata la bottiglia classica del Buttafuoco Storico, in vetro pesante e con lo stemma pressofuso nel vetro, e se ne producono annualmente circa 4000 bottiglie.

Nel corso degli anni si sono avvicendati alla firma del vino consortile enologi oltrepadani, legati al territorio, ma anche di altre regioni. Il club ha istituito un proprio metro di classifica del vino consortile, espresso in fuochi, riportati sul collarino della bottiglia, che esprimono così un punteggio di qualità:

da 80/100 a 85/100 - tre fuochi
da 86/100 a 90/100 - quattro fuochi
da 91/100 a 95/100 - cinque fuochi
da 96/100 a 100/100 - sei fuochi

La degustazione

La degustazione della serata conclusiva è stata naturalmente dedicata a una serie di vini consortili, dalla vendemmia 2012 alla vendemmia 2018.

Buttafuoco Storico vendemmia 2012- Enologo Aldo Venco – valutazione 4 fuochi

Sfoggia una livrea rosso carminio, con riflessi granati. Il naso apre da subito su note di ciliege sotto spirito, note eteree, seguite da profumi vegetali, china, bacche di ginepro, fungo e sottobosco. Al sorso mantiene ancora grande freschezza e tannicità, lasciando il palato pulito e invogliando un secondo sorso.

Buttafuoco Storico vendemmia 2013- Enologo Claudio Colombi – valutazione 4 fuochi

Di colore granato e con riflessi già aranciati, apre su note di confetture, caramello, frutta in composta, seguite da sentori di tabacco, fungo e sottobosco. In bocca lo si avverte vellutato e avvolgente, dovuto ad un’alcolicità più imponente, lasciando un finale quasi liquoroso.

Buttafuoco Storico vendemmia 2014- Enologo Carlo Saviotti – valutazione 3 fuochi

Riscontriamo un colore simile al precedente, mentre all’olfatto i profumi sono più sottili e rarefatti, di ciliegia, note vegetali di foglia di tabacco, sentori forse meno riconducibili al Buttafuoco Storico, ma di grande eleganza. Al sorso è più completo ed equilibrato, e chiude con un tannino rugoso che lo rende molto interessante per abbinamenti gastronomici.

Buttafuoco Storico vendemmia 2015- Enologo Emilio Defilippi  – valutazione 5 fuochi

Andando verso le annate più recenti, troviamo nel calice un vino di grande fittezza, di colore carminio con riflessi ancora rubino. Al naso fanno capolino il profumo della violetta e note vegetali mediterranee di erbe aromatiche e balsamiche. Escono in seconda battura grafite e china. Il sorso è molto caldo, tanto che anche il tannino viene mitigato dall’avvolgenza dell’alcol. Finale persistente  

Buttafuoco Storico vendemmia 2016- Enologo Marco Calatroni – valutazione 5 fuochi

Compaiono nel calice profumi di viola e rosa, e frutta rossi più freschi, quali mora e lampone: sempre presente la nota vegetale fresca di erbe officinali. I sentori terziari leggeri di cuoio e spezie li ritroviamo come aromi di bocca dopo il sorso pieno e scorrevole, che lascia una piacevole sensazione di Mon Chéri.
L’affinamento in legno si avverte ma molto ben gestito.

Buttafuoco Storico vendemmia 2017- Enologo Michele Zanardo – valutazione 5 fuochi

Prosegue la rassegna dei profumi “scuri”, di cassis, china e grafite. Note di vegetale maturo, come fieno secco  e finale di inchiostro. In bocca un sorso vellutato chiude su una trama tannica ben presente che pulisce il palato. Finale di bocca su note di tabacco dolce.

Buttafuoco Storico vendemmia 2018- Enologo Jean-François Coquard – valutazione 5 fuochi

Apertura al naso e rosa e viola, lascia posto a note vegetali verdi di fieno appena tagliato, legni profumati ed erbe aromatiche che ricordano la macchia mediterranea. In bocca il sorso è pieno, setoso ed equilibrato, proponendo un tannino molto ben gestito. Chiusura elegante e persistente.

La degustazione di stasera ci fatto comprendere pienamente l’evoluzione del metodo produttivo del Buttafuoco Storico: abbiamo avvertito, infatti, la grande longevità delle annate più datate e allo stesso tempo, nelle annate più recenti, la volontà di offrire un prodotto fruibile sin dalla sua uscita, nonostante abbia comunque un grande potenziale di invecchiamento.

Master Buttafuoco Storico - articoli precedenti

Il Buttafuoco Storico e le sue sottozone. Le ghiaie - clicca qui
Il Buttafuoco Storico e le sue sottozone. Le arenarie - clicca qui
Il Buttafuoco Storico e le sue sottozone. Le argille - clicca qui