Dell’acqua e del vino. Fortana nel territorio ferrarese

Dell’acqua e del vino. Fortana nel territorio ferrarese

Bloc-notes
di Céline Dissard Laroche
12 dicembre 2017

Il racconto della zona ferrarese della Pianura Padana, sospesa tra la terra e il mare, tra il Veneto e l’Emilia Romagna attraverso due diverse narrazioni nel libro della sommelier Gabriella Rossi, edito da AIS Emilia

Del'acqua e del vino. Fortana nel territorio ferrareseIl primo racconto ha i tempi lunghi della geologia, riassunti con un tono didascalico e riassuntivo, quasi a semplificare le incommensurabili trasformazioni che hanno innalzato montagne dai fondali marini per eroderle poi con la forza della gravità e con l’accanirsi di imponenti variazioni climatiche, fino a riempire l’antico Golfo Padano di sabbie e rocce. 

La  seconda storia ha i tempi più corti dell’antropologia, dove tutto ruota attorno al fiume, al mare, all’incessante lavorio dell’uomo per rubare terre all’acqua e coltivi alle sabbie quaternarie. A partire dalle prime bonifiche, avviate fin dal 1471 dagli Estensi, prende le mosse sul territorio ferrarese una vera e propria trasformazione territoriale. In pochi secoli le sabbie ospitano un’agricoltura che diversifica ed intensifica le produzione, rendendo possibile l’insediamento di nuclei e centri abitati.

Uno di questi, l'Abbazia di Pomposa, raccontata in dettaglio nell’appendice del nostro libro, gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo della cultura agricola e innesca altresì la produzione vitivinicola della regione. L’Abate Guido e la comunità monastica tracciano il solco sul quale si innesta un imponente cambio paesaggistico che porta Ferrara ed il ferrarese ad assumere un ruolo di avanguardia nel panorama culturale ed economico dell’epoca.

Le prime notizie del Fortana, l’Uva d’Oro come ancora qualcuno la chiama in quel territorio, risalgono a quel periodo. Un vitigno antico, che la leggenda voleva addirittura importato dalla Borgogna, straordinariamente adattato al terreno sabbioso e all’umidità ferrarese, tanto da diventare un peculiare marcatore territoriale e una tradizione enologica. Un vitigno ed un vino però, come ci ricorda in modo accorato Gabriella Rossi… “derubricato dagli stessi ferraresi (che non lo conoscono) come vino da evitare, a ristoranti che servono anguilla e pesce azzurro in cui non trovi un Fortana neanche a morire...” 

Per rendere giustizia alle potenzialità del Fortana l’autrice ci propone, in conclusione, un repertorio sull’attuale produzione del Fortana (Bosco Eliceo D.O.C. o Emilia I.G.T.) comprese le versioni spumantizzate (metodo classico o Charmat/Martinotti) e sui produttori che “resistono” nel produrre e proporre un vino che racconta la storia, antichissima e recente, della terra ferrarese.

Dell’acqua e del vino

Fortana nel territorio ferrarese

Gabriella Rossi

A.I.S Emilia, 2017

169 pagine