Bordeaux: l’altisonante blasone dei monumentali Château

Bordeaux: l’altisonante blasone dei monumentali Château

Degustando
di Gabriele Merlo
03 marzo 2016

Partecipare ad una degustazione che ha come protagonisti i grandi Château bordolesi è come avere l’onore di prendere parte ad un evento di gala, in cui è riunita tutta la nobiltà di alto lignaggio.

Degustazioni Congresso BordeauxLa degustazione emana una certa solennità, siamo alla fine del primo giorno di Congresso Nazionale, il silenzio e la concentrazione dei partecipanti riempiono la sala, la brigata di servizio è impeccabile e mostra la massima professionalità, al relatore, in quest’occasione Luisito Perazzo, sommelier dell’anno per ben due volte, il compito d’interpretare ciò che rivelano i calici.

Cosa possono raccontare di così straordinario questi sei nettari, portavoce di uno dei territori più conosciuti e ammirati non solo dalla Francia ma dal mondo intero? Narrano la storia del vino moderno, nato in questa regione grazie ai commercianti inglesi durante il regno di Eleonora d’Aquitania; descrivono un territorio in cui i vigneti affondano le radici nel terreno ciottoloso, bagnati dalle piogge, a pochi chilometri dall’Oceano Atlantico. Ostentano la fama e le ricchezze di magnifiche tenute vitivinicole, qui chiamate per la prima volta Château e classificate nel 1855 secondo criteri di qualità, esperienza ed interpretazione del terroir. Rivelano infine la notorietà dei vitigni bordolesi, quelli a bacca rossa, principalmente merlot, cabernet sauvignon, cabernet franc e petit verdot e a bacca bianca, sémillon, sauvignon e muscadelle. Uve assemblate e vinificate insieme secondo la  tecnica del taglio bordolese, il cui scopo finale è far risaltare le qualità di ogni singolo vitigno per ottenere il "vino perfetto".     

La salaCalici che spiegano, ognuno a suo modo, le grandi differenze che esistono tra le diverse appellations e i multiformi terroirs.

Château Malartic-Lagravière Grand Cru Classé Pessac-Léognan 2010 rappresenta la denominazione Pessac-Léognan, mostrando il potenziale qualitativo della parte settentrionale delle Graves, confinante con la periferia del comune di Bordeaux. Una splendida annata in cui cabernet sauvignon e merlot, con una piccola aggiunta di cabernet franc e petit verdot, si fondono alla perfezione, regalando ricchezza e intensità.

Il secondo vino, Château Brane-Cantenac Deuxième Grand Cru Classé Margaux 2008, introduce al cuore del bordolese e della degustazione, la Médoc. Un lembo di terra circondato dall’Oceano Atlantico e dall’estuario della Gironda che ospita le cinque famose Appellations Communales, comuni che costituiscono un denominazione a se stante. Margaux è una di queste, ed è l’emblema dell’eleganza del territorio, e Château Brane-Cantenac, definito il primo dei secondi Cru è un suo degno rappresentante.

I vini degustatiMoulis-en-Médoc dista solo pochi chilometri da Margaux, ma i vini qui prodotti sono completamente diversi: irruenti, dal tannino imponente e verticale, destinati a un lungo invecchiamento, come lo Château Poujeaux Moulis-en-Médoc 2006, il terzo vino degustato.

Pauillac, da cui proviene lo Château d'Armailhac Cinquième Grand Cru Classé Pauillac 2005, acquistato nel 1933 dal Barone Philippe de Rothschild, è la più celebre delle denominazioni comunali, famosa nel mondo per i vini ricchi, densi e di grande carattere.


Spostandoci completamente dalle rive del fiume Garonna a quelle della Dordogna, ritroviamo nel calice lo Château Beau-Séjour Bécot Saint-Émilion Premier Grand Cru Classé 2002, ambasciatore dell’appellation Saint-Émilion, la più antica area viticola del bordolese. Un assemblage di merlot e cabernet franc che, in questa interessante annata, sfoggia tutto il fascino di questo territorio.

La mescita del vinoNon è possibile illustrare il racconto liquido di Bordeaux senza concludere il percorso degustativo nel Sauternais. La parte più meridionale delle Graves è la culla di dolci nettari dorati a cui la muffa nobile botrytis cinerea dona suadenza e avvolgenza, consacrandoli nell’olimpo dei vini passiti. Château Guiraud Premier Cru Sauternes 1996 incarna alla perfezione questa descrizione, matrimonio tra una grande annata, le classiche uve a bacca bianca di uno storico château e una perfetta botrite; sprigiona un bouquet olfattivo di struggente eleganza evolutiva, concludendo maestosamente questo imperdibile appuntamento.  

Vini sontuosi, sinuosi, opulenti, mai banali, capaci di conquistare l’esigente platea, incarnando lo spirito e la storia di questo nobile territorio.  

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