Eugenio Roveyaz - Enoteca Gramulì

Eugenio Roveyaz - Enoteca Gramulì

Sommelier al lavoro
di Giordana Talamona
17 ottobre 2013

Un mondo nuovo, al contempo antico, quello dei “vini naturali” tanto amati da Eugenio Roveyaz dell’enoteca Gramulì di Ono San Pietro, in provincia di Brescia. «Attraverso questi vini si può ricominciare a parlare di territorio, tradizione e storia. – commenta – Un sapere che, come sommelier, sento di dover far mio per trasmetterlo alla mia clientela». Un mondo nuovo nella forma, ma antico nei contenuti, che guarda al passato per creare il proprio futuro.

Eugenio RoveyazIniziamo sfatando qualche luogo comune sui vini naturali. Tanto per cominciare che non sono più cari degli altri.

Nella mia enoteca ho vini provenienti da agricoltura biologica e biodinamica che costano mediamente quanto quelli convenzionali. D’altra parte, il costo dei trattamenti “bio” in vigna è già di per sé meno caro, rispetto a quelli sostenuti da un produttore che utilizza prodotti chimici e di sintesi.

Di quanto?

Uno a venti. Semmai a fare la differenza è la resa per ettaro di anno in anno. L’importanza della sostenibilità ambientale, in realtà, è qualcosa che va ben oltre il mero fattore “costi”. Conoscendo i produttori “bio”, si può capire una filosofia che è nuova solo in apparenza, perché guarda al passato attingendovi scienza e conoscenza.

Perché ama i “vini naturali”?

Perché attraverso questi prodotti si può finalmente ricominciare a parlare di territorio, tradizione e storia. Da qualche anno a questa parte, ho creato una sezione dedicata a questi vini che mi ha dato la possibilità di conoscere personalmente dei produttori “bio”, appassionandomi alle loro vite e alla loro filosofia. Un sapere che, come sommelier, sento di dover far mio per trasmetterlo alla mia clientela.

Cosa l’appassiona del suo lavoro?

Il poter proporre ai miei clienti dei vini non banali, ma ricercati. Credo che, tanto più oggi con questa crisi, il sommelier debba selezionare la propria cantina puntando su prodotti che sappiano raccontare un territorio. Quando un cliente mi chiede un consiglio per una cena, amo potergli spiegare non solo ciò che sta nella bottiglia, ma anche quello che può trovare fuori, nel territorio.

Come si approccia ai clienti?

Prima di tutto cerco di capire chi mi trovo davanti, se un esperto o un semplice appassionato, quindi mi comporto di conseguenza. In generale, cerco di non consigliare l’etichetta blasonata, a far quello sono capaci tutti, ma preferisco indirizzarli verso prodotti particolari, che sappiano incuriosirli.

Come sono cambiati i suoi clienti da quando ha aperto nel 2003?

All’inizio erano più focalizzati sui nomi noti. D’altronde le disponibilità non mancavano, quindi non facevano molta attenzione a ciò che compravano. Oggi il valore dei soldi è cambiato, un segno positivo di questa crisi che ci obbliga tutti a ripensare al concetto di qualità di un prodotto. Venendo all’Ais, cosa le ha insegnato? La professionalità. La formazione Ais mi ha aiutato a mettermi in gioco, tanto da decidere di aprire questa enoteca. Per sette anni, infatti, sono stato responsabile di una nota enoteca della zona, ma sentivo che la mia preparazione non era all’altezza del mio compito. Nonostante venga dalla Scuola Alberghiera, infatti, non sapevo molto di vino, per questo ho deciso di iscrivermi ai corsi. Ais mi ha aperto un mondo di conoscenza, che mi ha aiutato moltissimo.

Collabora attivamente con la delegazione di Brescia?

Sì, in particolare con Nicola Bonera, con cui sono riuscito a organizzare i primi due livelli in Valcamonica. Negli ultimi vent’anni ci sono stati altri due tentativi di completare l’iter di formazione Ais, senza riuscire a raggiugere il numero minimo di partecipanti. Grazie alla costante collaborazione tra me e Nicola, invece, non solo al primo livello hanno partecipato quarantacinque persone, ma abbiamo già trenta iscritti per il secondo. Questo significa che anche il terzo livello avrà un numero sufficiente di partecipanti. Un traguardo che ci riempie di orgoglio.

Chi è?

Eugenio Roveyaz nasce ad Aosta, il 06 agosto 1974. Frequenta la Scuola Alberghiera di Chatillon- Saint Vincent, diplomandosi nel 1994. Matura diverse esperienze nella ristorazione sino alla qualifica di Maitre d’Hotel. Lavora per sette anni nell’enoteca Fratelli Foppoli a Darbo Boario Terme. Nel 2001 comincia i corsi AIS, diplomandosi nel 2011. Nel 2003 apre l’enoteca Gramulì di Ono San Pietro, in provincia di Brescia. Dal 2010 l’enoteca ha una sezione dedicata ai “vini naturali”.

IL VINO LOMBARDO PREFERITO

Sassella Rocce Rosse 1997 az.agricola AR.PE.PE.

Enoteca Gramulì

ENOTECA GRAMULÌ

Via Ronchi n. 20/A 25040 - Ono San Pietro (BS) Tel. 0364435978 www.enotecagramuli.it Giorni di chiusura: domenica e lunedì pomeriggio Specialità: enoteca con 450 referenze, mescita e prodotti alimentari. Nell’enoteca c’è una sezione di vini naturali che comprendono 100 etichette. Vengono organizzate serate di degustazione e incontri coi produttori.

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