Pier Bergonzi. Giornalista sportivo e neo sommelier di Ais Lombardia

Pier Bergonzi. Giornalista sportivo e neo sommelier di Ais Lombardia

Interviste e protagonisti
di Alessandro Franceschini
07 gennaio 2014

La spilla di sommelier Ais se l’è conquistata da poco, anche se la passione è cresciuta negli anni proprio per merito del suo lavoro. Incontriamo Pier Bergonzi, capo-redattore centrale della Gazzetta dello Sport, il quotidiano più letto d’Italia

Tratto da Viniplus di Lombardia n° 5

Pier BergonziSport ed enogastronomia, sebbene possano sembrare due argomenti distanti, hanno in realtà molti più punti in comune di quanto si possa credere. Tralasciando i sempre più numerosi casi di sportivi che hanno deciso di diventare anche produttori di vino - si pensi, giusto per rimanere in Lombardia, al calciatore Andrea Pirlo e alla sua azienda nel bresciano Pratum Coller - spesso è tra chi ne narra le gesta che si nascondono fini palati e conoscitori tra i più avveduti.

Pensiamo al ciclismo, per esempio. Chi per lavoro deve seguire giornalmente i grandi giri nazionali, Tour de France, Giro d'Italia o Vuelta di Spagna, per raccontare la cronaca giornaliera in video o sulla carta stampata, ha spesso la grande opportunità di attraversare luoghi non solo dal fascino paesaggistico incontrovertibile, ma dalla ricchezza enogastronomica spesso impareggiabile. E così la passione, con il tempo, cresce.

Non è un caso che il giornalismo sportivo sia da sempre una fucina di appassionati grastronomi o di fini conoscitori di vini e distillati non indifferente. Leggere i commenti di Gianni Mura su La Repubblica durante il Tour de France, soprattutto se la tappa del giorno attraversa giacimenti enogastronomici di grande rilievo, molto spesso sembra quasi un pretesto per narrare di vini di grande lignaggio piuttosto che di preparazioni leggendarie più che della cronaca della tappa del giorno. Ma di esempi se ne potrebbero fare molti. Gianni Brera, non a caso maestro di Mura, detto "giôannbrerafucarlo", oltre a essere stato uno dei più grandi e inimitabili commentatori di vicende calcistiche e sportive in genere, era un gourmet tra i più preparati e appassionati, tanto che alcuni suoi testi, si pensi alla "Pacciada" scritta a due mani con Luigi Veronelli, fanno parte dell'imprescindibile libreria di chiunque, per lavoro o per hobby, abbia deciso di occuparsi di vino, cibo e tutto ciò che gli sta intorno. Se rimaniamo in casa Ais, Armando Castagno, docente di Bibenda a Roma e sempre più spesso di casa anche Milano con le sue lezioni, è stato fino a pochissimo tempo fa giornalista sportivo.

C'è addirittura chi ha abbandonato la sua prima specializzazione per occuparsi di enogastronomia a tempo pieno: è il caso, questa volta, di Paolo Marchi, creatore e curatore d Identità Golose, il più importante convegno di alta cucina che si svolge in Italia, dopo 27 anni trascorsi alla redazione sportiva de Il Giornale.

Proprio qualche mese fa, praticamente in incognito, una delle firme più importanti della Gazzetta dello Sport, invece, ha portato a termine il terzo e ultimo corso di formazione organizzato da Ais Milano, diventando infine sommelier dopo l'esame finale. Si chiama Pierbattista Bergonzi, semplicemente Pier per gli amici, lombardo di Tradate, in provincia di Varese, classe 1963. È capo-redattore centrale della "rosa" e grande conoscitore, oltre che appassionato, di ciclismo, tanto che vi ha dedicato due libri. "L'ultimo gregario" (Rizzoli-Libri) dedicato a Fausto Coppi e "Pantani: un eroe tragico", dal quale è poi stata tratta la fiction "Il pirata - Marco Pantani", prodotta e trasmessa dalla RAI.

C'è uno storico connubio tra giornalismo sportivo ed enogastronomia o sono solo casi sporadici? Chi altri, tra i tuoi colleghi, oltre a quelli che abbiamo citato, sono stati o sono grandi appassionati o addirittura fini conoscitori di vino e cibo?

È proprio così. Lo sport ti porta in giro per il mondo e se hai un po' di curiosità o interesse in genere per l'enogastronomia finisci per interessartene ancora di più. Gianni Brera e Gianni Mura sono i maestri di tutti noi, ma tra i colleghi che hanno saputo coniugare sport e cucina o cantina ci sono, solo per citarne alcuni, anche Roberto Perrone, Licia Granello e Andrea Scanzi.

Nel tuo caso la passione per il vino, e sappiamo anche per la cucina, è arrivata seguendo per mesi come inviato i tanti Tour de France e Giri d'Italia, oppure era già nelle tue corde?

Ho seguito 26 Giri d'Italia e 16 Tour de France. Le serate tra colleghi finiscono sempre a cena ed è bello assaggiare i cibi e i vini dei luoghi attraversati. E come spesso accade, conoscenza chiama conoscenza e voglia di approfondire. È questo che mi ha portato a frequentare i tre ottimi corsi per sommelier di Ais Lombardia. Un'esperienza che consiglio a tutti.

Alla Gazzetta dello Sport, ogni settimana, una pagina è dedicata proprio a cibo e vino, con un'appendice anche sul sito internet. Si chiama "Gazza Golosa" e sei tra i curatori. Perché vi è venuta in mente? E, soprattutto, è seguita dal lettore tipo del tuo giornale?

Pensiamo che la passione per il cibo e il vino sia trasversale come quella per lo sport. Avevamo questa idea da tanto tempo, ma la spinta decisiva ci è venuta dopo una chiacchierata con Massimo Bottura all'Olimpiade di Londra e dopo un incontro con quel vulcano di sapere enologico che è Luca Gardini (Sommelier Campione del Mondo WSA nel 2010 ndr). E proprio Bottura e Gardini sono stati i nostri primi collaboratori. Le lettere, le mail e le telefonate che ci arrivano ci fanno pensare che sia stata una buona scelta.

C'è un modo per parlare al grande pubblico, come nel caso della Gazzetta dello Sport, di cibo e vino senza banalizzarlo o la necessaria semplificazione lascia sul campo sempre qualcosa?

Noi ci occupiamo di cibo e di vino con la stessa chiave divulgativa delle nostre pagine "Altri Mondi". Trattiamo la politica, la cronaca, ma anche la cultura e lo spettacolo senza polverosità ma anche senza superficialità e le firme che abbiamo coinvolto sono garanzia di qualità. 

Perché hai deciso di approfondire la tua conoscenza proprio con i tre corsi di Ais Lombardia?

Mi erano stati segnalati da un amico, me ne aveva parlato benissimo e aveva ragione.

Cosa ti è piaciuto del corso di sommelier e cosa, invece, cambieresti?

La qualità di chi ci insegna è alta, così come la professionalità dell'intera macchina organizzativa. A me sono piaciute molto le visite alle cantine. Ecco, se si potesse farne ancora di più non sarebbe male. Anzi...

Cosa ti piace, invece, del mondo del vino, ora che cominci a conoscerlo sempre di più e quali aspetti, invece, ti lasciano perplesso?

È un mondo che sa trasmettere come nient'altro la cultura del territorio. Permangono, però, gelosie e chiusure antiche che non permettono alla nostra enologia di fare sistema e vincere la grande sfida con il resto del mondo.

Chiudiamo con un gioco. Io ti elenco cinque discipline sportive, tu associagli cinque vini, motivandomi la scelta. Calcio, ciclismo, basket, rugby e nuoto.

Il calcio è un Supertuscan: spettacolo puro molto barricato. Il ciclismo è un Barolo: eleganza e tradizione. Il basket è un Franciacorta, con tutte quelle bollicine e il suo modernissimo approccio culturale. Il rugby è un buon Valpolicella Superiore e per il Sei Nazioni è tranquillamente un Amarone per intensità e potenza. Il nuoto è un buon bianco del Friuli o dell'Alto Adige, profumato e fresco.

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