Valtellina. Il senso del vino

Valtellina. Il senso del vino

Attualità
di Redazione
09 giugno 2025

A Palazzo Besta di Teglio fino al 6 gennaio 2026 una mostra dedicata al vino dal punto di vista sensoriale: racconto, emozione e memoria.

C'è un luogo, nel cuore della Valtellina, dove il vino non si beve soltanto: si ascolta, si tocca, si respira. È a Palazzo Besta di Teglio, antica dimora rinascimentale in cui prende vita “Valtellina. Il senso del vino”, una mostra che è più di un’esposizione: è un cammino sensoriale tra storia, identità e cultura, dove ogni sala parla un linguaggio fatto di profumi, immagini, superfici e materiali. Un viaggio attraverso i sensi che trasforma il vino in narrazione viva e condivisa.

Una mostra che si sente

Fin dal primo passo tra le antiche stanze nelle antiche cantine del palazzo, il visitatore viene accolto da un’atmosfera sospesa tra passato e presente. Luci soffuse, suoni lievi, profumi familiari che riportano tra i terrazzamenti di Valtellina. Ogni ambiente è un invito a rallentare, a riflettere, ad ascoltare con il corpo. Le installazioni non sono da guardare soltanto: si toccano, si annusano, si attraversano. Alcune superfici ruvide ricordano i muretti a secco dei vigneti valtellinesi; le doghe delle barche ci ricordano il rapporto che il vino ha con il legno, in particolare per via del vitigno principe di questo territorio, il nebbiolo. Il percorso è un crescendo sensoriale: si incontrano essenze che evocano ricordi floreali come la lavanda, le essenze di rosa e di violetta, profumi fruttati come le scorze d’arancia, i frutti di bosco, le prugne, timo, menta, radice di genziana, liquirizia, e spezie come i chiodi di garofano, piuttosto che noci, nocciole, cacao e caffè. Per ricordare la texture del vino ci pensano la seta, il velluto, l’argilla, l’ovatta, gli aghi di pino. Si cammina tra immagini in movimento che raccontano il ciclo della vite e consentono di vivere un’esperienza immersiva nel territorio di Valtellina.

Il vino come linguaggio universale

L’obiettivo del progetto, promosso dalla Direzione Regionale Musei Lombardia del Ministero della Cultura e nato da un’idea di Sara Missaglia e Giusi Di Gangi, è chiaro: restituire al vino la sua natura più profonda, quella di ponte tra comunità, epoche, paesaggi attraverso i sensi, lontano da descrizioni eccessivamente tecniche e poco comprensibili e inclusive. Il linguaggio dei sensi consente al vino di arrivare a tutti, in modo democratico, etico e interattivo. La curatela scientifica, affidata alla stessa Missaglia, giornalista e sommelier, costruisce un percorso che non parla solo agli intenditori, ma a chiunque voglia sentire il respiro della Valtellina attraverso le emozioni. E arriva a coinvolgere anche le famiglie, i bambini, e non addetti ai lavori e persino coloro che non bevono il vino. Come racconta Missaglia: «È come camminare tra i filari della memoria, dove ogni profumo è un ricordo, ogni colore una suggestione, ogni consistenza una prova del legame con il territorio».

Inclusività come valore fondamentale

Il vino, qui, è davvero per tutti. “Valtellina. Il senso del vino” è pensata per essere accessibile e coinvolgente anche per chi ha disabilità sensoriali. Le esperienze tattili, olfattive e sonore permettono anche a ipovedenti e non vedenti di partecipare pienamente. Perché il vino, in questo contesto, è prima di tutto cultura, e la cultura deve essere condivisa.

Un viaggio tra le radici del territorio

Per la direttrice di Palazzo Besta, Silvia Anna Biagi, il progetto si inserisce perfettamente nella storia del luogo: «Abbiamo immaginato un'esperienza che potesse far rivivere l'antico legame dei Besta con la viticoltura valtellinese, un legame testimoniato anche dai graffiti e dai motti che inneggiano al vino, ancora visibili nelle cantine del palazzo». Lo sottolinea anche Rosario Maria Anzalone, a capo della Direzione regionale Musei nazionali Lombardia: «È un’iniziativa sapientemente costruita, un viaggio suggestivo attraverso un sapere antico, che ha rappresentato per secoli motore di scambi, aggregazione, e perfino simbolo religioso».

Educazione, consapevolezza e partecipazione

L’esperienza è pensata per tutte le età, dai più piccoli agli adulti, e include anche percorsi educativi incentrati sulla cultura del bere consapevole. Il messaggio è chiaro: avvicinarsi al vino non è solo un piacere, ma anche un atto culturale e responsabile. La mostra è resa possibile grazie alla collaborazione tra enti e realtà del territorio: il Consorzio Media Valtellina, il BIM, il Comune di Teglio, la Fondazione Pro Valtellina ETS, la Fondazione Fojanini, con il contributo e il sostegno delle cantine Nera ViniCaven Vini e dell’Enoteca Le Rocce Poggiridenti. Istituzioni pubbliche ed entità private, unite per raccontare un’identità collettiva che affonda le radici nella terra e trova espressione piena in un calice di vino. 

Per ulteriori informazioni: https://museilombardia.cultura.gov.it/news/valtellina-il-senso-del-vino/