A Soave con Vulcania per assaggiare i “vini del fuoco”

A Soave con Vulcania per assaggiare i “vini del fuoco”

Degustando
di Mirka Frigo e Giorgio Luppi
21 giugno 2010

Si conferma, per il secondo anno consecutivo, il successo di Vulcania, evento organizzato dal Consorzio Tutela Vino Soave in collaborazione con Veneto Agricoltura...

Vulcania SoaveAd intrattenere i numerosi ospiti, principalmente giornalisti e produttori, sono stati grandi nomi tra docenti e ricercatori, che hanno esposto le loro relazioni ad alto livello scientifico, soffermandosi sulla genesi dei suoli vulcanici e sulle loro peculiarità. Interventi durante i quali i relatori, nel presentare i loro argomentati studi, ci hanno permesso di compiere un viaggio nell'affascinante sottosuolo in cui affondano le radici della vite. 
I vulcani, che si sono sviluppati, come esposto dalla chiara relazione del professor Scienza, in particolare, quando, in epoca antichissima, la rottura della crosta terrestre ha portato alla formazione delle faglie, creando un notevole accumulo di energia, offrono un tipo di terreno che si rivela di particolare interesse in viticoltura.
Le uve coltivate in terroirs a matrice vulcanica (basaltica) offrono vini, che, anche bianchi, si distinguono per loro eccellente longevità, oltre che per quelle caratteristiche originali, apportate dal suolo, quali la sensazione di mineralità al gusto e la gradita, e ricercata, nota sulfurea a livello olfattivo.
In Italia sottosuoli a più marcata origine vulcanica sono presenti in buona misura nell'area veneta, dove si produce il Soave ed in quella dei Colli Euganei. Se invece si parla di zone vulcaniche vere e proprie, ovvero con sistemi non ancora ufficialmente dichiarati spenti, troviamo, tra gli altri, gli areali delle isole Eolie, di Pantelleria, le pendici dell'Etna, i Campi Flegrei ed il Vulture.

Affascinante il viaggio, che la relazione del professor Scienza ci ha consentito di compiere oltreoceano, alla scoperta dei sottosuoli che generano uve per i "vini di fuoco", dalla zona a nord di Santiago in Cile al Sudafrica e alla California, per tornare nel vecchio Continente ad esplorare l'area alsaziana, dove nella sua parte meridionale, c'è ricchezza di terreni, che ospitavano vulcani.

Vulcania SoaveDopo tanto coinvolgimento la giornata non poteva che terminare in un modo davvero superlativo, con l'invito a Castelcerino, dove si trovano, ad oltre 200 m s.l.m. i vigneti dell'azienda Coffele. Qui abbiamo seguito nella gremita sala la degustazione "Ai confini del Vulcano" con 18 nettari bianchi, provenienti da suoli vulcanici. Abbiamo apprezzato Soave del 2008, 2007 ed estremamente piacevole è stato il Soave Classico Monte Grande del 2004 di Prà Graziano evoluto in botti da 25-30 q, in cui le note minerali si accompagnavano a quelle di frutta matura e di spezie dolci in un mix di grande precisione e pulizia, sensazioni confermate in bocca, dove l'acidità e la sapidità ben equilibravano le note morbide.
Anche vini di altre aree venete sono passati per il nostro palato, un Durello, un Colli Euganei a base di Garganega e Moscato, un vino della zona di Gambellara ed il Vespaiolo di Breganze.

on sono mancati gli assaggi dei vini delle zone meridionali della nostra penisola i, tra cui una Falanghina dai Campi Flegrei e dalla Sicilia, con la new entry di Planeta da uva Carricante e l'insolito Nerello Mascalese, vinificato in bianco di Gambino. I vini esteri provenivano invece dal Cile, con la Chardonnay della Casablanca Valley di Lapostolle, dal Sudafrica con il Sauvignon dell'area di Stellenbosch e lo Chenin Blanc di Mulderbosch. Una conferma della capacità di Zind-Humbrecht è stata data dal suo Pinot Gris Rangen de Thann del Clos St. Urban grand cru del 2004.

Soave VulcaniaSe i vini giovani assaggiati presentavano al naso profumi floreali, fruttati, non permettendo ancora di captare la nota sulfurea, che il terroir può dare, questa è stata riscontrata in modo estremamente gradevole nei prodotti già evoluti, anche se è chiaro che avendo assaggiato prodotti di zone così dissimili per latitudine e per microclima la ricerca di un fil rouge era più teorica che altro.

Vulcania 2010 ci ha fatto scoprire il ricco e variegato universo che sta dietro, o meglio sotto, un calice di vino, ponendo l'accento sull'importanza del terreno e della sua zonazione. Fattori, che si rispecchiano nei vini, dando loro quel qualcosa di unico ed inimitabile, che li rende simili ma non uguali e che li porta lontani da ogni possibile omologazione.

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