Brasile. Un nuovo paese in crescita nel mondo del vino

Brasile. Un nuovo paese in crescita nel mondo del vino

Degustando
di Giorgio Colli
05 gennaio 2010

Da più parti si lamentano volumi produttivi di vino eccessivi, giacenze in cantina crescenti, stimoli agli estirpamenti dei vigneti europei. Ebbene nel nuovo mondo del vino invece crescono le centinaia di ettari..

Tratto da L'Arcante N° 11

Da più parti si lamentano volumi produttivi di vino eccessivi, giacenze in cantina crescenti, stimoli agli estirpamenti dei vigneti europei. Ebbene nel nuovo mondo del vino invece crescono le centinaia di ettari di vigneto, i progetti di nuovi impianti, le selezioni
clonali di vitigni resistenti in zone fino a qualche anno fa quasi desertiche e compare l’offerta di vini con profili sensoriali inabituali per un determinato vitigno.
Alla Nuova Zelanda, Sud Africa, Argentina e Cina possiamo aggiungere il Brasile divenuto ormai il quinto produttore nell’emisfero meridionale.

Le principali zone vitivinicole
Rio Grande do Sul
Con 47.584 ettari coltivati questo Stato federale è di gran lunga il principale produttore di uva contribuendo con il 54% del suolo vitato. Localizzata all’estremo sud del Brasile comprende due aree storiche dove circa un secolo fa gli emigranti veneti e friulani avviarono le prime coltivazioni viticole:
  • La Serra Gaucha. Viene prodotto quasi il 90% del vino brasiliano in piccole proprietà famigliari con suoli basaltici. In questa regione è collocata la “Vale dos Vinhedos” la prima e unica Indicazione Geografica Brasiliana. Le uve raggiungono a maturazione un buon equilibrio zuccheri – acidità. I principali vitigni rossi: cabernet sauvignon, merlot, cabernet franc, tannat, ancellotta, pinot nero. I bianchi: riesling italico, chardonnay, prosecco, moscato e malvasia.
  • La Serra do Sudeste e Campana. Suoli dolcemente collinari intono al 31° parallelo; clima mite con estati secche e forti escursioni termiche tra notte e giorno che giovano al fissaggio degli aromi nelle bucce. I suoli granitico-argillosi e poco fertili consentono un ottimo equilibrio nella maturazione zuccherina e fenolica. I principali vitigni a bacca rossa: cabernet sauvignon, merlot, tannat, roriz, alfrocherio; quelli a bacca bianca: sauvignon blanc, chardonnay, pinot grigio, gewurztraminer.

    Planato Catarinense
    Un altipiano basaltico, acido, nello stato di Santa Caterina, ad una quota tra 900 e 1400 metri di altitudine; un clima fresco tra i 9,4 e i 21,7 gradi centigradi. Se ne ottengono in marzo e aprile (siamo nell’emisfero sud e quindi le temperature e le stagioni sono invertite rispetto all’emisfero nord), vendemmie con buone maturazioni fenoliche, profumi e struttura nel vino futuro. Tra i vitigni a bacca rossa prevalgono il cabernet sauvignon, merlot e il pinot nero mentre tra quelli bacca bianca prevalgono il sauvignon bianco e il chardonnay.

    Valle São Francisco
    Area su clima tropicale,fino a dieci anni fa considerata semi arida, collocata intorno al nono parallelo a sud con suoli pianeggianti, alcalini che producono uve sanissime. I trattamenti fitosanitari sono quasi assenti e le rese per ettaro bassissime con 310 giorni di sole all’anno. L’irrigazione artificiale con acque pompate dal fiume São Francisco è indispensabile e consente due vendemmie nell’arco dei dodici mesi prevedendo due periodi di riposo della vite di circa 45gg. caduno. Sono possibili fasi fisiologiche diverse e contemporanee della vite su appezzamenti diversi di vigneto!
    Un laboratorio di ricerca enologica Embrapa sotto la direzione di un ricercatore Giuliano Elias Pereira formato all’Università di Bordeaux, conduce accurate sperimentazioni per il Ministero dell’agricoltura, volte alla selezione clonale dei vitigni più adatti, ma potremmo meglio scrivere: più resistenti. I vini sono morbidi, caldi, fruttati. I principali vitigni a bacca rossa sono: syrah, aragonez, cabernet sauvignon; quelli a bacca bianca: chardonnay, chenin blanc, malvasia bianca, moscato.

    VITIS VINIFERA O LAMBRUSCA?
    Secondo la vigente legislazione entrambe le specie (ibridi compresi) possono essere utilizzate per produrre vino in Brasile. Circa l’ottanta per cento del vino prodotto proviene da vitigni autoctoni americani e da uva da tavola vinificata. Il rimanente 20% di vino prodotto proviene da varietà di vitis vinifera e sono riconosciute come unica fonte del vino fino e quindi anche dell’unica Igt Vale dos vinhedos; questa percentuale è in crescita e interessa oggi un’estensione di circa 10.000 ettari. Gli spumanti sono ottenuti esclusivamente da vitis vinifera con le due tecniche di spumantizzazione solite. Nel nord del Brasile domina la spumantizzazione in autoclave e vi è una forte tendenza a utilizzare il vitigno chenin blanc . Notoriamente molto diffuso nella Valle della Loira, coltivato nelle aree tropicali intorno a 8° di latitudine sud con irrigazione artificiale, questo vitigno consente di ottenere spumanti di buona struttura e finezza.
    A livello agronomico dà meno problemi del chardonnay e del pinot nero. La versione
    demi-sec è la più diffusa. Nelle zone del sud invece prevale il metodo classico per il 60% della produzione spumantizzata con vitigni chardonnay e pinot nero. Il consumo pro-capite di vino sul mercato interno si colloca intorno ai 12 litri/anno. La crescita dei consumi nazionali è fortemente frenata dal basso reddito della gran parte della popolazione. Una percentuale elevatissima degli 80 milioni di abitanti ha un reddito annuo intorno ai 4.500 Euro pro capite.

    I VINI PIU RAPPRESENTATIVI
    Le grandi cantine che da oltre un secolo producono vino in Brasile: Miolo, Salton, Valduga, sono ben affermate sul mercato interno; partecipano in modo significativo all’esportazione dei vini brasiliani nel mondo ma soprattutto verso Stati Uniti, Scandinavia ed altri paesi non produttori. Sono presenti ai Concorsi Internazionali più importanti come Mundus vini, il Concours Mondial de Bruxelles, il Concours Mondial de Bruxelles - Brasil, Vinalies Internationales, conquistando medaglie. Ma alcune di queste cantine sperimentano coltivazioni nella zona emergente della Valle São Francisco ottenendo vini particolarissimi ed interessanti. Ne citiamo alcuni.
    Rio Sol produce uno spumante rosé da vitigno syrah, strutturato, di lunga persistenza in bocca. Il loro Vinha Maria 2008, 13% di alcol ottenuto da uve rosse bordolesi, ancora giovane, pronto probabilmente tra un paio di anni è di struttura robusta ed elegante. Botticelli vinifica in una tenuta di 7.000 ettari il Cabernet Sauvignon 1.501 (anno della scoperta del Rio São Francisco da parte di Amerigo Vespucci), 12% di alcol molto fruttato e leggermente speziato, fresco, persistente ed equilibrato.
    Le annate 2004 e 2005 in Brasile sono state particolarmente vocate alla qualità.

    LE STRATEGIE FUTURE
    Le trentasei principali aziende vitivinicole del Brasile operano all’estero attraverso un programma di sviluppo WFB, Wines From Brasil, organizzando una ventina di eventi promozionali all’anno nei paesi potenzialmente più suscettibili d’incrementare le importazioni: Olanda, Russia, Stati Uniti, Germania, Svizzera Regno Unito, ecc. Come sintetizzare il profilo sensoriale dei vini brasiliani? Note olfattive fruttate, raramente dominate dal legno, caldi, di corpo o robusti, la freschezza risulta dominante solamente negli spumanti, persistenti nelle sensazioni retronasali, longevi.
  • Commenta la notizia

    Per commentare gli articoli è necessaria la registrazione.
    Se ancora non l'hai fatto puoi registrati cliccando qui oppure accedi al tuo account cliccando qui

    I commenti dei lettori